Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: PetroxJelsa22    16/01/2019    1 recensioni
Dai film:
- Frozen_Il Regno di ghiaccio (Walt Disney)
- Le 5 Leggende (DreamWorks)
TRAMA:
.....una nuova avventura sta per cominciare,
la regina di Arendelle incontrerà un nuovo amico:
- So governare perfettamente i miei poteri! - Jackson gli fece un sorriso malizioso:
- Allora i troll devono essersi fatti qualche bicchiere di troppo, mi avevano detto che hai congelato l'intero reame in piana estate. -
Che le aprirà le porte di ghiaccio che conducono al suo cuore.....
Ma la paura sarà loro nemica:
- Il tuo scopo è di proteggerla anche a costo della tua stessa vita per difendere il suo regno e questo mondo dalle tenebre. Ma attento cavaliere, se la paura ti conquisterà, tu stesso potrai far del male alle persone a cui tieni di più. -
Fanfiction Jelsa
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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II
Cambio di piani


 
Verso sera Jack si levò l’armatura con un po’ di fatica, si toccò la testa ancora indolenzita poi si sfilò la maglia di cotone e andò di fronte allo specchio, si toccò la cicatrice del graffio lasciato dal leone nero, sfiorandola con l’indice. A Jackson non piaceva uccidere, ma per sua sorella si sarebbe anche sacrificato, cercò di premere più a fondo nella cicatrice per vedere fin dove arrivasse il dolore poi strinse i denti, il suo corpo aveva degli addominali scolpiti, nonostante fosse minuto, il petto era liscio senza neanche un pelo, senza imperfezioni.
Arrivato di fronte al letto, si tolse le scarpe e si buttò a peso morto sul materasso per poi addormentarsi, l’indomani avrebbe combattuto contro un ultimo avversario, dopo di che si sarebbe diretto ad Arendelle per salvare la sorella.
Come il giorno precedente Jack fu svegliato da Chétif che aveva una faccia poco rassicurante così lui chiese:
- Ehi, che succede? - Chétif si chiude la porta alle spalle per poi fare un lungo respiro:
- Ho sentito che vuoi andare ad Arendelle. - Jack annuì con un sopracciglio alzato - Non voglio sapere il motivo, ma il re non ti lascerà mai andare via! O decidi di restare, oppure ti ucciderà! - Jackson rimase sbalordito, sapeva di non potersi fidare di quel verme, si chiese come potesse arrivare dalla sorella:
- Che cosa? - Chétif prese l’armatura e gliela diede in mano:
- Devi trovare un modo per andartene via da qui, ormai sei diventata l’attrazione principale, non permetterà mai che tu lasci l’arena. Ora vestiti e andiamo, ci penseremo dopo il combattimento. - oramai Chétif era sicuro che niente lo avrebbe più fermato….
Appena entrato nell’arena, la porta del suo avversario si aprì e la terra iniziò a tremare al ritmo di passi, dall’oscurità uscì un gigantesco drago bianco.
Aveva le fauci chiuse da una catena, il drago, o meglio, dragonessa, si alzò su due zampe. Jack era pietrificato, ma ad un tratto successe una cosa stranissima, non appena la dragonessa si rimise a quattro zampe e avvicinò il muso al ragazzo, Jack si perse in quei giganteschi occhi blu come l’oceano e fece cadere la spada poi il gigantesco animale smise di ringhiare.
Jack ebbe un flashback, ma non suo, della dragonessa, come se d’un tratto entrassero l’uno nell’altra, paura, rabbia e voglia di andare via da quella prigione entrambi si lessero quelle sensazioni solo guardandosi dritti negli occhi.
Tutti si stupirono e cercarono di capire per quale motivo il drago non lo avesse ancora schiacciato, ma una cosa era certa, tra Jack e quella creatura dal manto bianco come la luna era nato un legame indissolubile. All’improvviso Jack scattò verso la sua spada e con un colpo secco ruppe la catena che imprigionava la bocca della dragonessa, tutti si ammutolirono quando videro che il gigantesco animale arrivò a toccare con il muso la mano di Jack che aveva trovato un modo per scappare.
Come se la dragonessa gli avesse letto nella mente, prese Jack con la coda e se lo mise in groppa:
- FERMATELI! GUARDIEEEE!! - gridò Elias ancora scioccato da quella scena, il drago spiccò il volo, prima di partire, delle frecce volarono verso di loro, ma la dragonessa spalancò la bocca e con un ruggito congelò le frecce con il suo alito di ghiaccio poi con uno scatto di ali volò al di sopra delle nuvole. Erano riusciti a scappare.
Jack non poteva ancora crederci stava volando a cavallo di un drago e ancora non riusciva a comprendere come potesse essere nato quel forte ed improvviso legame fra lui e la dragonessa.
Volarono per circa tre ore, il sole stava per tramontare, ad un certo punto Jack avvistò uno spiazzale al centro della foresta e pensò che potevano atterrare lì per la notte, prima che potesse dirlo alla sua nuova amica, il drago stava già rallentando e si stava dirigendo proprio in quello spiazzale.
Atterrarono e la prima cosa che notò Jack appena sceso, era che in quello strano piazzale erboso stavano delle rocce perfettamente rotonde sparse, ma in ordine. Ognuna di loro aveva la sua grandezza:
- Tu hai mai visto delle rocce così rotonde? - il drago emise uno strano suono che Jack stranamente capì:
- Già…. Neanche io. - Jack ritornò dalla sua amica e allungò la mano per accarezzarla:
- Allora, visto che ci siamo conosciuti e tu, non so come, sai già il mio nome, mi dici qual è il tuo? - la dragonessa emise un suono baritonale e Jack sussurrò:
- Starlait….. Questo spiega tutto. - Starlait emise un altro suono, ma prima che Jackson potesse risponderle, le strane pietre iniziano a vibrare e a rotolare verso di loro, il ragazzo toccò l’elsa della spada poi guardò Starlait che stranamente era tranquilla e ad un tratto i massi presero le forme di: 
- Troll? - quegli esserini sbatterono le palpebre in sincronia e Jack alzò un sopracciglio e ad un tratto una di loro urlò:
- Il cavaliere è arrivato! -
Tutti i troll saltarono di gioia ed alcuni di loro si avvicinarono a lui e cominciarono a studiarlo:
- Io me lo sarei immaginato più in carne. - la stessa troll che aveva urlato il suo arrivo, sbirciò all’interno dell’armatura di Jack:
- Si ma il fisico ce l’ha! - saltò giù dalla sua spalla e Jackson si mise entrambe le mani sull’addome imbarazzato, sempre lei gli saltò sull’altra spalla, gli tirò un orecchio per guardarci dentro, gli aprì la bocca per vedere i denti e scese un’altra volta, un altro troll gli arrivò vicino al braccio lo alzò e annusò l’ascella:
- Però ha bisogno di una bella lavata! - dopo di che svenne, Jackson sgranò gli occhi si annusò, è sì puzzava veramente. Mentre Starlait se la rideva e i troll non smettevano di ispezionare l’ospite, tra loro avanzò il più anziano che arrivò di fronte a Jack, gli altri troll si staccarono dal corpo del ragazzo e Granpapà iniziò a parlare:
- Sir. Jackson Overland ti do il ben venuto nella valle dei troll, il tuo viaggio sarà lungo e pieno di pericoli, ma anche di posti e sensazioni nuove. - Jack non capiva:
- Viaggio? Arendelle è a due giorni da qui. Ansi, volando ci metterò meno di due ore. - Granpapà rise seguito dagli altri troll:
- Ma non questo viaggio, il viaggio che intraprenderai con una donna dal potere di controllare il ghiaccio e la neve. - lo portò vicino al fuoco e quello iniziò a modellarsi in strane figure partendo da una bella ragazza con una treccia da un lato che creava dei meravigliosi fiocchi di neve  - Il tuo scopo è di proteggerla anche a costo della tua stessa vita per difendere il suo regno e questo mondo dalle tenebre. Ma attento cavaliere, - in quel momento comparve la figura di un ragazzo che combatteva contro delle strane sagome - se la paura ti conquisterà, tu stesso potrai far del male alle persone a cui tieni di più. - la figura del ragazzo perse la spada e quelle strane sagome lo inghiottirono, al suo posto comparve sempre lui che riprese la spada e colpì quella ragazza con la treccia da un lato che urlò. Jack sobbalzò e il fuoco ritornò normale:
- Ma come faccio a proteggere una persona che neanche conosco? - Gran Papà si voltò verso di lui:
- Lei si chiama Elsa, ed è la regina di Arendelle. - Jack spalanca gli occhi poi scoppia a ridere tenendosi la pancia, stringendo ancora di più l’elmo tra le mani:
- E io dovrei proteggere la persona che ha reso schiava mia sorella? - poi il suo tono sarcastico divenne più duro - Me ne infischio del destino! Non proteggerò mai una persona così maligna e spregevole! - L’anziano troll strabuzzò gli occhi:
- Non credo che stiamo parlando della stessa persona….. - ma fu interrotto da lui:
- Io credo di sì invece. E’ lei che sta tenendo prigioniera mia sorella nel suo castello! - Granpapà scosse la testa ma prima che potesse rispondergli, un piccolo troll si fece avanti:
- La regina Elsa non è cattiva, nonostante abbia mandato un inverno perenne nel suo regno e congelato il cuore alla sorella…. - Jackson quasi si spaventò:
- Le ha congelato il cuore?!?! - il piccolo troll con tutta naturalezza rispose:
- Sì, ma poi grazie all’amore e all’affetto che provavano le due sorelle è riuscita a sciogliere tutto e a controllare i suoi poteri. - Jack si grattava nervosamente la testa per cercare di capirci qualcosa poi Granpapà gli prese una mano:
- Non preoccuparti Jackson, Elsa non è molto aperta alle persone e apparentemente dimostra un carattere serio e regale, ma quando la conoscerai più affondo…… sono sicuro che c’è un traditore ad Arendelle e che la regina non ne sappia niente. - Jack sospirò e si lasciò cadere la mano, prima sulla testa, lungo il fianco - Si è fatta sera, meglio che tu rimanga qui per la notte e…….. Bulda ti mostrerà il laghetto dove farti un bel bagno. - disse indicando una troll che lo prese per mano e lo tirò con forza verso il laghetto, prima che potesse ringraziare Gran Papà.
Starlait li seguì e dopo che Bulda aiutò Jack a togliersi l’armatura se ne andò, lasciando, giustamente, un po’ di intimità al ragazzo. Jack si tolse i vestiti rimanenti e si buttò in acqua, Starlait lo guardò piegando il muso stranita e quando Jack tornò in superficie si accorse che il laghetto non era tanto alto, infatti l’acqua gli arrivava al disotto dell’ombelico:
- Che c’è? Vuoi farti un bagno anche tu? - Jack si mette a ridere e comincia a schizzare Starlait che dopo un paio di secondi sbuffa e si butta nel laghetto.
Dopo un po’ Jack uscì dal laghetto e prima che riuscisse ad arrivare ai vestiti, di colpo arrivò Bulda che si coprì gli occhi, lui sobbalzò poi arrivò Starlait che lo coprì con un ala, Bulda si levò le mani dagli occhi e sospirò poi Jackson disse imbarazzato:
- Avresti, un asciugamano? - Bulda si volta:
- Te lo vado subito a prendere. -
Il giorno dopo Jack si svegliò all’interno di una grotta su un letto fatto di foglie, una giovane troll si avvicina e lo aiuta a mettere l’armatura, Jackson saluta i troll e si dirige verso il castello a cavallo di Starlait.
Arrivato ad Arendelle preferì atterrare in un boschetto non tanto distante dal villaggio, per non spaventare le persone con la presenza della sua gigantesca amica, infatti scendendo dalla groppa disse:
- Ci vorrà un po’…. Ma tu è meglio se rimani qui. - Starlait acconsentì con uno strano verso gutturale, avvicinandosi di più al ragazzo così che potesse allungare una mano per accarezzarla.
Alla fine si decise, si mise l’elmo e arrivò all’entrata del villaggio, si incamminò verso il portone del castello e tutti i cittadini fermarono quello che stavano facendo, rimanendo a guardare quella strana persona dall’armatura bianca come la luna e da lì iniziarono i primi bisbigli su chi poteva essere lo straniero che all’apparenza sembrava un cavaliere.
Jackson si accorse di non passare inosservato e prima di accelerare il passo, gli arrivò una pallina dritta in testa, si girò e la raccolse poi una vocina alle sue spalle disse:
- Dovete scusarmi…. - Jackson si voltò e vide un ragazzino con gli occhi color del prato che abbassava la testa in segno di colpevolezza, allora Jack si abbassò su un ginocchio, prese la mano del bambino e gli ridiede la pallina:
- Non preoccuparti. Ma la prossima volta sta più attento, ok? - gli scompigliò i capelli neri come l’ebano e si rialzò in piedi, mentre il bambino lo ringraziò con un bel sorriso.
Dopo quella scena il popolo si incuriosì ancora di più ma Jack non ci diede troppo peso poi riprese a camminare verso il portone del castello.
Appena arrivato due guardie si piazzarono di fronte a lui e uno di loro disse:
- Rivelare identità. - Jack sbuffò:
- Devo parlare urgentemente con la regina. - ma le guardie insistettero:
- Avete un mandato? - Jackson pensò: “E adesso che faccio se li minaccio chiameranno altre guardie” allora decise di rivelare la propria identità, si tolse l’elmo e disse:
- Sir. Overland, gladiatore dall’armatura bianca. - e infine gli diede un foglietto che faceva da carta di identità:
- Perdonatemi Sir. Overland. - così dicendo gli aprirono le porte per poi inchinarsi. Appena varcata la soglia Jack si rimise l’elmo ritrovandosi al centro di una piazza, di fronte ad una fontana e vide un gruppo di guardie che marciava su e giù per la piazza:
- Chiedo scusa. - la fila si fermò e si girò verso il ragazzo. - Dove posso trovare la regina? - la guardia capo fila si mise sull’attenti:
- La regina al momento è occupata, ma se si tratta di una questione importante, la potete trovare nella piazza sul retro del castello. Arnold vi accompagnerà da lei. - e da dietro le spalle di Jack arrivò un servo:
- Seguitemi. - Jackson quasi si spaventò della sua improvvisa comparsa poi lo seguì all’interno del castello. 
Dopo dieci minuti arrivarono all’ingresso sul retro e appena la porta si aprì Jack rimase sbalordito: il terreno della piazza era completamente ricoperto di ghiaccio, così l’acqua delle fontane che formavano un bellissimo ghirigoro di cristallo, dalla bocca di Jackson uscì solo un “Wow” poi la voce del servitore lo fece tornare alla realtà:
- Aspettate qui. - e mentre l’uomo si allontanava Jack riprese a guardare le stupende decorazioni di ghiaccio:
- In che cosa posso esservi d’aiuto? - lui si voltò di scatto e vide una bellissima ragazza bionda con due occhi color del ghiaccio e delle labbra rosse ma sottili, il suo corpo era perfetto, indossava un lungo abito fatto di….. ghiaccio, la gonna anche essa lunga aveva uno spacco, non era tanto alta per essere una norvegese, ma forse era quello che la rendeva più bella.
Jack pensò ammaliato: “Alla faccia della regina brutta e cattiva…..” Poi si sbloccò, fece un inchino non troppo profondo che la regina contraccambiò con un lieve cenno del capo:
- Vorrei parlarvi in privato, se è possibile. - disse Jackson serio, la regina gli fece cenno di seguirlo e lo portò nella sala del trono e aspettò che parlasse:
- Ho sentito che mia sorella è stata portata qui in ostaggio per lavorare per voi. - La regina strabuzzò gli occhi:
- Non so da chi lo abbiate sentito ma, io non terrei mai in ostaggio nessuno. - si fece rigida ma il ragazzo insistette:
- Allora non vi dispiace se do un’occhiata in giro, per esempio nelle cucine. - Elsa strinse i pugni. Ma chi si credeva di essere?! Piombare lì nel suo castello e setacciarlo! Ma cercò di calmarsi, acconsentì e lo guidò alle cucine.
Jackson guardò ogni singolo cuoco, erano tesi ma uno in particolare era agitato e stava di fronte alla porta di uno stanzino, gli leggeva la paura negli occhi:
- Potrei vedere cosa c’è all’interno di quel ripostiglio? - ma prima che potesse rispondere:
- JACK!! - il ragazzo strabuzzò gli occhi e con uno scatto estrasse la spada e la puntò alla gola del cuoco:
- Spostati! - ma non lo fece - SPOSTATI!!!! - disse premendo più forte la lama contro il collo del cuoco che subito dopo si spostò. La regina chiamò subito le guardie e arrestarono quel farabutto, Jack aprì la porta e la sorella gli buttò le braccia al collo piangendo, Elsa gli si strinse il cuore vedendo quella scena:
- Io credo di dovervi delle scuse… - Jack la guardò - Da questo giorno in poi passerò più volte nelle cucine. - si alzò con Cloe in braccio fece per rispondere ma la sorellina lo precedette:
- Jack lei non è una regna cattiva, l’ho vista giocare con dei bambini ieri e creava dei scivoli di ghiaccio e, li faceva giocare con la neve. -
Jackson si girò verso di la regina:
- Non preoccupatevi, non potevate saperlo. -
Tutti e tre tornarono nella sala del trono:
- Se c’è qualcosa che posso fare per voi per scusarmi, per esempio darvi un alloggio all’interno del castello, se volete rimanere o…. - ma Jackson la fermò ricordandosi delle parole dell’anziano troll:
- Beh, una cosa ci sarebbe. Mi farebbe un grande onore se per voi potessi diventare il primo cavaliere. - Elsa si sorprese. Si, lei non si era accorta che la sorella era tenuta in ostaggio da uno dei suoi cuochi, ma si poteva fidare di lui? Sapeva maneggiare bene una spada? Così decise di metterlo alla prova:
- Per diventare primo cavaliere, vi dovrete fronteggiare con i migliori spadaccini di Arendelle. - Jackson non si fece scoraggiare, era ovvio che lo voleva mettere alla prova:
- Accetto. E spero di essere all’altezza dei vostri cavalieri. - ma prima che Elsa potesse dare la conferma si intromise Cloe:
- Jack è un ottimo spadaccino, altrimenti come avrebbe fatto ad arrivare qui dall’arena. - Elsa si stupì di quelle parole, a giudicare dal colore dell’armatura, quel ragazzo doveva essere il nuovo cavaliere dall’armatura bianca dell’arena del Re Elias Di Dotemberg:
- Così voi sareste….. - lui si tolse l’elmo e si pettinò i cappelli all’indietro con una mano:
- Sir. Jackson Overland, cavaliere dall’armatura bianca. - a quanto pare Elsa aveva ragione:
- Vi andrebbe bene iniziare domani? - Jackson annuì e prima che potesse aggiungere qualcosa dalle porte della sala entrò correndo, una ragazzina intorno ai 17 anni che chiamò la regina per nome:
- Vogliate scusarmi un momento. - Jack annuì con un cenno del capo:
- Certamente. - vide parlare le due ragazze non tanto distanti da lui e nonostante una fosse bionda e l’altra rossa c’era una certa somiglianza tra le due.
Dopo un po’ gli si avvicinarono e la regina parlò:
- Sir. Overland lasciate che vi presenti la principessa Anna. - Jackson fece un lieve inchino che Anna contraccambiò un po’ goffamente e ad un tratto Cloe tirò un braccio a Jack che lo costrinse ad abbassarsi con la schiena:
- Daiiiii glie lo chiediiii?? - la principessa sogghignò mentre Elsa sorrise, quando Jack si rialzò disse:
- Perdonatemi mi lady, ma mia sorella vorrebbe sapere quando ritornerete a giocare insieme ai bambini. - Elsa sorrise di nuovo e si abbassò all’altezza della piccola e con un semplice gesto della mano creò un fiore di ghiaccio che poi mise dietro all’orecchio della bambina:
- Pensi di esserci tra dieci minuti nel parco di fronte a castello? - la bambina sorrise e annuì divertita poi iniziò a tirare per la mano Jack per andare al parco. Jackson sorrise alla regina per poi inchinarsi e seguire la sorella che lo tirava insistentemente.
Elsa doveva ammetterlo quel ragazzo non era per niente male e come se Anna le avesse letto nel pensiero le diede una leggera gomitata su un fianco:
- Beh non è per niente male vero? - Elsa si voltò e si incamminò verso il parco:
- Si la bambina è adorabile. - finse di non capire:
- Sai che non stavo parlando della bambina. - la regina sospirò:
- Anna… - la principessa continuò a insistere fino a quando non arrivarono al parco.
La regina chiamò tutti i bambini compresa Cloe e da lì creò una pallina di neve che lanciò in ara e subito dopo scoppiò in tanti fiocchi di neve:
- Jack? Ehi ragazzi quello è Jack, ed è diventato un cavaliere! - un bambino richiamò gli altri e solo allora Jackson li riconobbe, erano i bambini con cui giocava al suo villaggio insieme a sua sorella.
Gli saltarono addosso e Jackson cadde goffamente, provocando una piccola risata alla regina:
- Allora vogliamo insegnare il nostro gioco alla regina? - tutti i bambini annuirono felici e dopo aver accennato un paio di regole iniziò una vera e propri battaglia di palle di neve.
Si divisero in due squadre i maschi andarono con Jackson e le femmine con la regina. Pronti…. Via! Cominciarono a volare delle palle di neve e ad un tratto una colpì la regina dietro alla testa, tutti i bambini si fermarono, nessun era mai riuscito a prenderla.
Elsa si girò dalla parte da cui era arrivata la pallina, i bambini guardarono con la coda dell’occhio Jack, lei se ne accorse e quando spostò lo sguardo su di lui:
- Ups! - tutti i bambini scoppiarono a ridere ed Elsa fece un sorriso di sfida che subito Jackson contraccambiò e ad un tratto lei creò una palla di neve quattro volte più grande del normale.
Tutti i bambini scapparono mentre Jack cominciò a correre subito dopo, ma ad un trattola bionda ricoprì il pavimento di ghiaccio facendolo scivolare e prima di lanciargli la gigantesca palla, un’altra la colpì alla schiena facendola scivolare sul suo mantello di ghiaccio, cadde sopra al cavaliere e prima che qualcuno potesse fare qualcosa, la gigantesca palla di neve li sovrastò entrambi, provocando le risate divertite dei bambini.
Jackson tossì uscendo dal monticchio di neve e aiutando la regina a rialzarsi:
- Direi che siamo pari. - Elsa gli sorrise  afferrandogli la mano, al contatto entrambi avvertirono una lieve scossa, stupiti da quella strana sensazione, si guardarono:
- Si, direi di sì. - lasciò la mano del cavaliere - Bene bambini, spero vi siate divertiti. Ci vediamo domani alla stessa ora, va bene? - Tutti i bambini urlarono un grande “Si” e tornarono a casa.
La regina si rivolse a Jack:
- Spero che questa sera sarete presente alla festa di fidanzamento della principessa. - Jackson prese per mano Cloe:
- Ci sarò senz’altro, my lady. - fece un inchino e insieme alla sorellina tornò all’interno del castello.
La principessa Anna che fino a quel momento era rimasta a guardare, si avvicinò alla sorella e le sorrise maliziosa, Elsa alzò gli occhi al cielo e Anna continuò a punzecchiarla finché ognuna di loro non rientrò nella propria stanza.
   
 
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