C o v e r
S
c a r
s W
i t h S
c a r s
Ciò che ho visto quando ho riaperto gli occhi è stata la volta celeste cosparsa di stelle.
Sembrava che quelle piccole, delicate e fiacche luci stessero per venire inghiottite dall’oscurità di quel cielo che tutt’un tratto temei per la sua estensione paragonata alla piccolezza del mio essere.
Mi sentivo il corpo intorpidito e in alcuni punti bruciava, ancora fresco di ferite.
Ancora adesso, osservando quel cenotafio, i katakana
che compongono il tuo nome si imprimono nella mia mente.
I sentimenti repressi, celati dietro la mia
onnipresente maschera, si manifestano quasi inconsciamente quando torno
in
questo luogo dove l’odore del tempo passato si fonde cullato
dolcemente da note
musicali lente e nostalgiche che si perdono dentro la mia testa.
Il vento leggero trasporta con sé i pensieri dei morti
e le preghiere dei loro cari, quasi come fungesse da catena che possa
riunire i
due mondi tanto distanti.
Chiudo gli occhi e alzo la testa verso la volta celeste
tinta di macchie grigie di una sconsolatezza disarmante.
Mi placo e lascio riposare quell’occhio sinistro.
Quell’occhio la cui colpa è solo vedere.
Vedere al posto tuo.
Quell’occhio che è stato il regalo
più bislacco
che abbia mai ricevuto.
Il tuo gesticolare e la tua voce sono ancora vividi in
me.
E mi sembra così strano, che non ho ancora realizzato
che non ci sei più.
Solo riaprendo gli occhi e guardando nuovamente la
lapide mi accorgo quanto perdersi nell’immaginazione sia
estremamente doloroso
e mendace.
Si alza una folata di vento ed un tuono preannuncia
l’imminente temporale.
Rammento il giorno stesso in cui il tuo nome fu inciso
in mezzo a quelli degli altri coraggiosi; il sole si ergeva
simboleggiando una
nuova era, annunciando il termine della Terza Guerra Mondiale dei Ninja.
In guerra, da una parte si gioisce e dall’altra si
piange.
Ma in qualsiasi occasione c’è sempre chi
sperimenta
tutt’e due le cose insieme.
Un graffio che permane tutt’ora, come un emblema che
rievoca il mio atto – eroico? –
di
aver incassato il colpo al tuo posto.
Un atto vano, ma valido il giusto per farti capire
quanto tu fossi importante per me.
Esso percorre in verticale il mio zigomo fino al
sopracciglio, e toccandolo trovo in esso un minimo di conforto, in
ricordo di
quell’ultimo giorno passato con te, il mio primo vero amico.
Obito Uchiha.
Comincia a piovere.
Si bagnano di acqua piovana i miei capelli, la fronte,
il viso e il collo, e vanno poi ad appiccicarsi sulla mia abituale
divisa da
jonin.
» Note
Ho scritto
questa fanfiction perché sentivo il bisogno
di esprimere e sfogare la tristezza e la rabbia per la
prematura morte di un mio compagno
di classe, avvenuta in modo inaspettato il 9 luglio.
In virtù di ciò, sia chiaro che non m'importa se
questa storia non riceverà commenti, o riceverà
solo critiche: l'ho scritta perchè mi andava, punto e basta.
:D
Visto che adoro Kakashi e con lui tutto ciò che lo
riguarda, il suo difficile passato mi ha ispirato per questa semplice
One Shot
senza tante pretese e scritta di getto, che più che altro
è in memoria del mio amico.
Riposa in
pace, Andrea.
NebulaChain