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Autore: Nitrotori    18/01/2019    1 recensioni
La Thinker Bell, organizzazione segreta formata da hacker quindicenni, si ritrova a dover risolvere un misterioso enigma, apparso nei forum del Deep Web. Incuriositi e preoccupati di possibili attività illecite, Nitrotori: la punta di diamante del gruppo, nonché geniale e prodigioso hacker, inizia ad avvicinarsi sempre di più al mistero che si cela dietro Cicada 3301.
Genere: Mistero, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Erano le 14 passate. Nicholas e Huang si stavano dirigendo in macchina verso il porto di Seattle. Lì, un contatto di nome Camaleonte li stava aspettando, con informazioni fresche sulle attività della SP7.

  "Da quando sei a lavoro su questo caso Huang?".

  "Più o meno tre mesi. La mia scrivania si è riempita di scartoffie in meno di due minuti. Un vero disastro, senza contare che questo caso ha messo sull'attenti anche diverse intelligence. Da quel che so, sia la CIA che la MI6 hanno la loro fetta della torta. Nessuno collabora però, il che significa che sotto sotto hanno da guadagnarci".

  "E qual è l'opinione della Interpol a riguardo?".

  "I capoccia non dicono nulla. Danno solo ordini e tu li esegui. Di tanto in tanto ti convocano alle riunioni e devi esporre i tuoi rapporti. Diciamo che fanno un controllo, per vedere se hai fatto i compitini. Però devo ammettere che Cicada sta sollevando un bel polverone al quartier generale. Il direttore è sempre in riunione o al telefono con qualcuno. Non so dirti con chi parla, ma l'atmosfera è abbastanza tesa. Qualcosa di sicuro non va, non mi hanno detto proprio tutta la verità".

  "E come puoi lavorare ad un caso così importante senza avere il quadro completo?".

  "Dopo un po’ ci fai l’abitudine. Meno domande fai, meglio è. Ma ad ogni modo, sono solo mie impressioni, però di solito sono bravo a scoprire gli inganni. Molte delle azioni all'interno dell'Interpol mi sembrano strane e guarda un po', tutte riguardano in qualche modo Cicada. C'è qualcosa che puzza in tutta questa storia, me ne sono accorto non appena ho iniziato a fare le prime domande".

  "Mi chiedo chi diavolo c'è dietro Cicada".

  "I Forum e le voci di corridoio parlano di agenzie di intelligence private, che cercando di reclutare criptografi e hacker esperti, visto che la caccia al tesoro, se così possiamo chiamarla, di solito attira l'attenzione di questi individui".

  "James Timber ha strappato uno dei fogli di Cicada" Disse Nicholas fissando la foto sul tablet "Che fosse anche lui un hacker?".

  "Sbaglio o la tua amica ci sta lavorando su?".

  "E tu come fai a saperlo?" Sogghignò.

  "Ho passato a visitare il tuo vecchio. Se la passa bene vedo. Ha deciso di lasciarmi carta bianca su come gestire la cosa, visto anche che una collaborazione tra noi due può portare solo benefici".

  "Ha sempre avuto un debole per te".

  "Cosa, sei geloso? Awww andiamo, sei sempre stato il cocco di papà no? A proposito, come sta il piccolo Hugo? Cresciuto?".

  "In fretta anche" Disse Nicholas cambiando espressione.

  "Ahhhh, capisco. Non andate d'accordo eh? Non è facile per lui avere a che fare con un fratello maggiore così musone" Rise Huang.

  "Il lavoro mi impedisce qualsiasi tipo di contatto. Tornare a casa è sempre più difficile. Non so mai cosa dirgli, non so come interpretare i suoi sguardi. Un po' mi fa paura...".

  "Sta crescendo, anzi è già un uomo. A quell'età cambiano molte prospettive, molte verità. Dagli tempo, però ogni tanto stacca ok? Una giornata libera non ti farà che bene".

  "Il fatto è che... Hugo ha qualcosa che non va".

  "Che vuoi dire?" Huang aggrottò la fronte.

  "Quando passi 18 ore a lavoro su queste cose, impari a percepire la negatività. Io percepisco negatività in Hugo. Non è solo una fase ribelle, non è solo quello. I suoi occhi sono sempre più vuoti. Ho cercato di parlare con lui stamattina, ma mi è sembrato così distaccato. Da quando è morta nostra madre, Hugo è sempre rimasto solo. Praticamente vive da solo. Non ha una guida, non c'è qualcuno che lo tiene sotto controllo. Gli chiedo di avvertirmi se va da qualche parte, ma non lo ha mai fatto. Non so se esce mai di casa, non dove va, non so chi frequenta. Tutto quello che mi ha detto è che sta frequentando una ragazza".

  "Oh! Il piccolo Hugo si da fare, a differenza di un certo tizio qualunque che è seduto affianco a me".

  "Lo sai molto bene che per noi non è così semplice avere una fidanzata. Anche tu sei single dopotutto".

  "Heh, touché. Ad ogni modo, secondo me è solo una tua paranoia. Sei stato un ragazzino anche tu no? Non ricordi che andavamo a scassinare gli armadietti delle ragazze alle superiori? Tu volevi scassinare quella di Amanda, che tanto ti piaceva. Volevi sapere a tutti i costi con chi usciva eh? Eri proprio un gran monellaccio".

  "Beh tu non eri da meno. Non hai fatto irruzione nello spogliatoio delle ragazze in mutande una volta? Io ero assente, me lo hanno raccontato il giorno dopo. Come diavolo hai fatto a non farti sospendere?".

  "Avevo i miei trucchi a riguardo. Soprattutto se scopri il preside farsela in segreto con la nostra professoressa di chimica".

  "Sei un figlio di puttana. Ora capisco perchè ti hanno fatto entrare all'Interpol".

  "L'hai detto amico. Mi piace ficcare il naso negli affari altrui. Basta toccare i tasti giusti e voilà, hai tutto ciò che ti serve per passare indisturbato".

Ma le chiacchiere allegre erano finite.

  "Siamo arrivati..." Disse Huang slacciando la cintura. "Lascia parlare me, il tizio con cui andremo a parlare non è molto amichevole. Non a caso, l'hanno messo a posta come talpa nella SP7 perché è un gran stronzo. Però il suo lavoro lo sa fare bene".

  "Ok, andiamo".

Scesi dalla macchina si inoltrarono nella banchina. La zona in cui si dovevano incontrare era un luogo pieno di container, affianco ad una grossa nave. Nicholas tolse la sicura alla pistola, poi avanzò nelle retrovie, seguendo Huang che avanzava silenziosamente.

Superata una zona stracolma di container, all'ombra di uno di essi, comparve un tizio dall'aria losca. Tatuaggio a forma di tigre, cappotto elegante, cravatta e valigia.

  "Sei in ritardo di un minuto Huang" Gli disse l'uomo.

  "Preciso e irritante come al solito eh Cale?".

  "Chi è questo? Ti ha dato di volta il cervello a portare uno sbirro qui? Vuoi mandare a puttane tutto?".

  "Confido che tu abbia preso le relative precauzioni. Diciamo che sto collaborando con la polizia locale. Io e te sappiamo molto bene che a Seattle ci sono un po' di serpenti velenosi no? Che hai per me Cale? Spero tu non abbia solo lamentele e altre cazzate simili".

  "Cameron" Disse consegnandogli un fascicolo. "La SP7 è un po' nervosa ultimamente per colpa di quest'uomo. Non so molto, non mi fanno ancora partecipare alle loro losche bische. Gli ordini arrivano via Mail, sono precisi, non lasciano tracce, c'è sicuramente qualcuno che li protegge e di sicuro, non è opera di una persona sola".

  "Quindi Cicada è davvero un collettivo eh? Usano la SP7 come cani da guerra e schiavetti" Disse Huang fissando il fascicolo.

  "Direi di sì. Qualcosa si sta muovendo all'interno dell'organizzazione. Ho scavato più che ho potuto e ho trovato informazioni su James Cameron".

  "Cosa vuole la SP7 da un mega miliardario, proprietario di una grossa multinazionale farmaceutica?".

  "Per avere così tante informazioni, direi che la SP7 è all'interno della multinazionale stessa. Ci sono chiamate, foto, persino file scritti di alcune riunioni segrete fatte all'interno dell'edificio della Cameron Pharma. Ovviamente, la maggior parte dei discorsi sono solo cose prettamente mediche. Spero ci potrai capire qualcosa".

  "Mi metto subito a lavoro".

  "C'è un'ultima cosa..." Cale tirò fuori una chiavetta USB dalla tasca della giacca, consegnandola a Huang.

  "Che cos'è?" Chiese l'agente.

  "C'è poco qui dentro, solo qualche Mail, ma si parla costantemente di una cosa chiamata Nastrond. Non so bene cosa sia. Mi sono esposto un bel po' per cercare di prendere queste informazioni. La SP7 ha protezioni contro i cyber attacchi molto sofisticata, fin troppo. Sono riuscito a prenderli da qualche sbadato che si è dimenticato di seguire le procedure".

  "Nastrond eh? Sembra criptico".

  "Spero siano informazioni utili. Questi non scherzano in sicurezza, c'è qualcosa di enorme dietro che li protegge. Fa rapporto tu all'Interpol, io per un po' avrò le mani legate".

  "Ricevuto, stai lontano dai guai ok? Non mi va di recuperarti in fondo all'oceano".

--

   Ore: 18:41

   Casa Agathe

 

 "Era davvero necessario portare tutta quella roba?" Chiese Agathe vedendo Hugo trascinare una grossa valigia.

  "Non posso sapere quanto tempo resterò qui da te, mi sembrava una pratica necessaria".

  "Vabbè, fai come vuoi. Ad ogni modo, tu dormirai in quel sacco a pelo. Accontenti ok?".

Il sacco a pelo era parecchio malridotto, Hugo si chiese chi altri aveva dormito al suo interno e si sentì parecchio a disagio.

  "Ad ogni modo, come devo chiamarti qui?" Domandò il ragazzo.

  "Puoi fare come vuoi, finchè siamo in privato".

Hugo diede una rapida occhiata a quel posto. Era talmente sotto sopra e malridotto da far venire il mal di testa.

  "Beh, tanto vale che ti dia una mano a pulire. Questo posto ha bisogno di più spazio".

  "Fa quel che vuoi, io devo decifrare l'ultimo passaggio di Cicada".

Agathe era molto sbrigativa, forse a suo modo si sentiva imbarazzata dalla presenza di Hugo, ma era un compromesso necessario. Nessuno sapeva cosa nascondevano gli enigmi di Cicada, visto anche ciò che era accaduto a James Timber.

  "Comunque prima sei stata fantastica".

  "Huh? Quando?".

Hugo sospirò, possibile che l'avesse già rimosso dalla memoria? Probabile. visto quanto Agathe avesse spesso la testa fra le nuvole.

  "Il discorso di prima. Sei riuscita a motivare tutti quanti, anche il sottoscritto ad agire. Sei una leader nata, come mai lasci fare tutto a Pan?".

  "Perché gestire le cose è una seccatura" Rispose facendo spallucce. "Non amo accollarmi troppe cose. Poi Pan è un gran chiacchierone ed ha un sacco di soldi. Quindi pensa lui a tutto".

Decisamente non era sfruttamento. Decisamente.

  "Pan deve ammirarti davvero tanto per rimetterci di sua tasca".

  "Pan è sempre stato un po' fissato con me. Non fare caso alla sua morbosa gelosia. Semplicemente non ha ricevuto molto affetto dalla sua famiglia e non ha avuto molti amici".

  "Ha perso la sorellina non è così?" Hugo diventò subito serio.

  "È morta di tumore. Brutta storia. Aveva solo 7 anni. Non ha vissuto una vita semplice, ma d'altronde nessuno qui l'ha avuta".

  "..." Hugo decise di non scavare troppo e iniziò a pulire. Agathe invece iniziò a digitare furiosamente sulla tastiera, lavorando su Cicada.

Passarono ore. Hugo pulì a fondo l'intera casa finché non divenne buio. Ora la casa di Agathe era completamente diversa, molto più accettabile e spaziosa per due persone.

  "Ehi Hugo ho fa... WOAH" La ragazza quasi cascò dalla sedia, visto anche la stramba postura con cui sedeva (con entrambi i piedi sulla poltrona, Agathe stava deliberatamente imitando un personaggio di uno dei suoi anime).

  "Wah! Che succede?!" Esclamò Hugo spaventato dall'urlo di Agathe. "Hai scoperto qualcosa?".

  "No è che..." La ragazza sbatté gli occhi incredula, notando la casa luccicare come non l'aveva mai vista prima. "Cavolo, sembra che mia sia teletrasportata in un’altra casa”.

  "E ci credo, ho gettato via come minimo un quintale di immondizia. Come hai fatto a vivere in condizioni simili?".

  "E tu pensi che una ragazza impegnata come me, ha tempo di pulire casa? Per chi mi hai preso? Piuttosto… penso che ti chiamerò spesso per fare le pulizie Hugo".

  "Se la cosa ti fa piacere ok" Sorrise il ragazzo.

Agathe strizzò gli occhi. "E lo fai così? Su due piedi? Senza chiedere niente in cambio? Non so... richieste bizzarre, tipo foto mie in reggiseno o altro" La ragazza arrossì, attorcigliandosi una ciocca di capelli tra le dita.

  "Ehi ehi frena un attimo!" Hugo diventò a sua volta rosso "Per chi m'hai preso? Io non sono un pervertito".

  "Avanti musone ti sto solo prendendo in giro! Accidenti quanto sei noioso!" Subito mise il broncio. Hugo però rise divertito, ora finalmente capiva cosa significava vivere con una ragazza. Quelle erano le classiche scene da coppietta e si sentì molto fortunato a viverle, dopotutto Agathe era la ragazza di cui si era innamorato.

  "Ad ogni modo, hai scoperto qualcosa?" Le domandò poggiando la scopa.

  "Credo di aver capito cosa intendeva dire con numeri primi mancanti" Rispose lei indicando la foto. "Credo si riferisca alla dimensione dell'immagine stessa, ovvero 509x503. Se moltiplico questi numeri assieme a 3301..." La ragazza fece un rapido calcolo con lo smartphone. "Esce fuori... 845145127"

  "Quindi se ora aggiungi il .com dovresti poter procedere dico bene?" Hugo si affiancò a lei, osservando curioso se Agathe ci aveva preso.

Immediatamente lei provò a compiere il processo e...

  "Wow... non posso crederci, ci sei riuscita" Hugo era decisamente sorpreso.

  "Nitrotori è un nome abbastanza conosciuto per un motivo, mio caro sottoposto" Gli fece un simpatico occhiolino.

  "Ad ogni modo, che cos'è? Un conto alla rovescia?".

Sullo schermo di Agathe ora c'era il simbolo della cicala, con un countdown. Segnava 15:34:12 rispettivamente ore, minuti e secondi".

  "Quindici ore eh?" Sospirò "Che noia..." Poi però Agathe ricordò una cosa: quella chiamata...

 

Fermati o Morirai.

 

Chi era al telefono? La sua voce era completamente mascherata elettronicamente. Era stato breve e conciso.

  "Ehi Agathe, tutto bene?" Hugo notò subito il pallore sul viso di lei.

  "Oh... sì, tutto bene. Ehi Hugo, ti andrebbe di ordinare una pizza? Ho un certo appetito".

  "Lascia fare a me" Sorrise lui, andando in cucina.

Agathe tornò a fissare il conto alla rovescia e sospirò. Forse era stato solo uno scherzo, dopotutto chi diavolo poteva mai conoscere il numero di Agathe? Nitrotori non lasciava mai tracce, non c'era modo di risalire a lei, eppure...

  "Mah, lasciamo stare".

Stava per spegnere lo schermo, quando improvvisamente la schermata mutò. Per un paio di secondi, Agathe vide strane immagini. Non sapeva spiegare cosa fossero, i suoi occhi però non riuscivano a scollarsi da quei colori. Era come osservare una fotografia bruciata, unito a bizzarre interferenze.

Le parve persino di vedere un viso, ma non ne era sicura. Le iridi della ragazza si allargarono, il suo respiro rallentò e poi...

  "Agathe che tipo di pizza vuoi?".

  "Oh... sì arrivo" La ragazza si risvegliò da quella ipnosi. Quando ritornò in sé, la schermata era tornata al conto alla rovescia, come se nulla fosse successo.

  "Ma che diavolo è stato...".

   
 
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