Capitolo V
I quattordici
ragazzi si guardavano trepidanti in attesa: stavano aspettando che qualcuno
arrivasse per dargli le consegne dei compiti di quel giorno, cercando di stare
il più vicino possibile per combattere il vento gelido che batteva l’isola.
Dei passetti
affrettati li fecero voltare mentre Catriona correva verso di loro con
un’andatura decisamente sportiva per una donna della sua età «Scusatemi tanto, sono imperdonabilmente in
ritardo» tirò fuori dalla tasca un foglio, guardando i ragazzi con un sorrisino
apologetico «Guardate il lato positivo, l’arietta fresca vi avrà tonificati a
sufficienza per affrontare la giornata»
Matthew la guardò con
tanto d’occhi: arietta? Quella sottospecie di bufera asciutta arietta? Quella
donna doveva essere veramente fatta di qualche materiale estremamente
resistente. Forse avrebbe fatto bene a chiederle consigli sulla dieta, perché
quell’anziana signora era messa meglio di tutti loro messi assieme.
«Allora ci sono
davvero un sacco di cose da fare oggi e dobbiamo sbrigarci perché in questo
preciso momento Kenna, la dragonessa più permalosa che abbiamo ha una brutta
infezione ad un dente e abbiamo bisogno di aiuto per tenerla buona…Aidan, Maitê
e Genevieve, ho pensato a voi, ma se non vi dovesse andare bene possiamo
cambiare»
Genevieve cercò
con lo sguardo i due compagni in piedi vicini poco lontano che, dopo essersi
scambiati un paio di parole, la guardarono annuendo «Per noi va bene» disse alla fine, guadagnandosi
un sorriso dalla donna «Molto bene, voi tre iniziate ad andare verso il campo
ovest, quando sentirete dei versi intimidatori e un sacco di persone agitate
saprete di essere arrivati…io vi raggiungerò al più presto» la donna buttò
un’occhiata al foglio «Isobel, cara, ti dispiacerebbe
andare a vedere alla scogliera nella parte nord come se la sta cavando Callum
con Morven? Con questo vento i draghi si agitano e
non lo vedo da tre ore, perciò vorrei assicurarmi che vada tutto bene, ma se
andassi io mi manderebbe a stendere, dicendo che non è un bambino e che se la
sa cavare da solo, cosa che sono più che certa non farebbe mai con te. Per te
va bene?» Isobel rimase un attimo bloccata, sentendo
le guance andarle a fuoco.
Elettra, con un
sorrisino malizioso, la spinse in avanti «Certo che le va» disse allegra al suo
posto, guadagnandosi un’occhiata di fuoco dalla scozzese.
«Molto molto
bene…Matthew, Mikkel, Violet, Erika e Leon vorrei che
anche voi raggiungeste il campo ovest e deste una mano agli addestratori che si
occupano degli esemplari giovani: mi sembrate tutti begli attivi e sportivi e
vi assicuro che i giovani draghi hanno molte energie…Arthur, Hanna, Achille, Eloi ed Elettra, stesso compito del gruppo precedente, ma
vi pregherei di andare nel campo sud…il vento è più forte purtroppo in
quell’area, ma avrete la possibilità di conoscere dei draghi che non avete
ancora incontrato»
Achille guardò con
un sorrisetto Arthur «Confessa, tu,
Aidan e Maite avete corrotto Catriona per fare in
modo che io finissi sempre con uno di voi tre, i miei autoprofessati
babysitter?» il gallese ridacchiò scuotendo il capo «Non mi permetterei mai di
cercare di corrompere Catriona» Achille annuì, mentre il gruppetto si
incamminava rimuginando sulle parole di Arthur. No, nessuno avrebbe mai tentato
di corrompere Catriona, l’aura di rispetto che la circondava era troppo
potente, ma allora…
L’italiano sbuffò «Devo fare una bella chiacchierata con Greer» e,
a giudicare dalla risata di Arthur ci aveva preso.
*
Kenna ruggì con
ferocia sputando un potente getto di fuoco, costringendo il veterinario magico,
che in equilibrio precario su una scopa cercava di controllarle la bocca, e il
resto degli allevatori a buttarsi fuori dalla traiettoria per evitare di
rimanere seriamente ustionati.
«Sta andando anche
peggio di quanto pensassi» borbottò Genevieve, accettando l’aiuto di Maitê per
rimettersi in piedi «Spero solo che il sedativo faccia effetto in fretta, prima
che qualcuno di noi rimanga arrostito»
La portoghese si
morse il labbro, guardando con un misto di paura e pena la dragonessa che si
dimenava «Per quanto non ci
abbia quasi uccisi tutti, devo ammettere che mi fa davvero pena» mormorò,
affrettandosi a tornare a posizionarsi a fianco del drago «Per comportarsi in
questo modo il dolore deve essere davvero forte»
«Il padre di Greer e
Callum ha detto che, per quello che è riuscito a vedere mentre era in volo,
sembrava avere un ascesso di dimensioni non indifferenti» Aidan raggiunse le
due ragazze, i capelli chiari completamente pieni di fuliggine «Tra l’altro
avete visto che roba il signor MacFusty? Io non credo sarei andato ad osservare
la bocca di un drago imbestialito e non ancora sedato stando a cavallo di una
scopa»
Maitê sorrise,
aprendo le braccia «Indovina un po’? Nemmeno io, neanche per tutto l’oro del
mondo» il ragazzo rise, ricordando bene quello che era successo un paio di
settimane prima, quando lui, Arthur e Achille avevano dovuto tranquillizzare la
ragazza, che non aveva un buon rapporto con le scope.
«Io mi sto chiedendo
perché mai abbia accettato di fare questa cosa» borbottò Genevieve, alzando la
bacchetta ed evocando uno potente scudo, dopo che Catriona ebbe dato il segnale
al gruppo «Non so cosa darei per essere ad occuparmi dei draghi più giovani»
«Non ne sono così
convinta, sai» le rispose Maitê, senza perdere il contatto visivo con la punta
della bacchetta, dalla quale fuoriusciva lo scudo «Nel giro di pochi minuti
Kenna sarà calma, mentre i draghi giovani sono estremamente…energici»
Aidan rise «Sono come dei bambini troppo cresciuti, peccato
che non riescano a capire la sostanziale differenza di taglie che c’è tra noi e
loro»
Genevieve gli
lanciò uno sguardo furbo «Parli
per esperienza personale?»
«Un simpatico drago
di neanche un anno e mezzo potrebbe effettivamente avermi lanciato in aria come
se fossi una pallina una volta» Maitê e Genevieve non ce la fecero proprio a
trattenere le risate «Grazie mille per la comprensione ragazze, eh. Fa davvero
piacere sapere che uno dei peggiori traumi che ho subito nella mia carriera da
addestratori vi faccia tanto ridere!»
*
Elettra guardò
trattenendo a stento le risate Eloi, che a pochi
metri di distanza stava letteralmente lottando a mani con un drago grande circa
il triplo di lui «Non riesco a capire se si stia divertendo o se quei versi che
sento siano dei rantoli di aiuto?»
Hanna si sporse
oltre il dorso di Ninian, anche stava coccolando in attesa che finisse di
mangiare «Non mi sembra in
imminente pericolo di vita» commentò tranquilla, tornando ad accarezza il giovane
Nero «Poi sembrava molto convinto quando ha affermato ci ha detto che voleva
andare a giocare con quel drago piuttosto vivace» Elettra si strinse le spalle,
decidendo di ascoltare Hanna e di non preoccuparsi troppo: in fondo quando Eloi aveva affermato di voler fare un po’ di moto giocando
con il drago sembrava molto convinto di quello che stava per fare.
«Arthur…Arthur…AHIA
MANNAGGIA AL DEMONIO» Achille lanciò uno strillo alla destra delle ragazze:
quando le due si voltarono videro l’italiano sdraiato per terra con il giovane
Ambros seduto su di lui che si guardava intorno spaesato, come a chiedersi dove
fosse finito quel simpatico addestratore che stava strapazzando fino a poco
prima «Arthur ti prego levami questo gigantesco culo dalla cassa toracica»
rantolò l’italiano.
«Ci sto provando, lo
giuro…hey Ambros, guarda bello, guarda cos’ho qui,
vuoi giocare?» il gallese cercò di sbracciarsi, facendo roteare a mo’ di lazo
una corda con attaccato un furetto imbalsamato all’estremità, ma il drago
sembrava più interessato a ritrovare l’addestratore che mancava all’appello,
guardandosi intorno con evidente preoccupazione sul suo volto scuro e squamoso.
Hanna sospirò
scuotendo la testa «Ho come
l’impressione che ci convenga intervenire» disse lanciando un’occhiata ad
Elettra, che annuì «Io vado a vedere se con un pezzo di carne riesco a
distrarre Ambros e a salvare le costole di Achille, mentre tu potresti
controllare che il match tra Eloi Balboa e Forbes
Drago non finisca in un bagno di sangue»
Elettra sospirò «Siamo finite con i matti…» la bolognese si
avvicinò al francese e all’ipercinetico Forbes e, quando riuscì a mettere a
fuoco con chiarezza la situazione, scoppiò a ridere senza riuscire a fermarsi:
Forbes, che fino a pochi secondi prima stava rotolando nell’erba come un kebab,
si fermò, tirandosi su per capire da dove provenisse il rumore, con Eloi, che aveva le gambe incrociate attorno al suo collo,
che gli penzolava sulla pancia come un buffo ciondolo umano.
Il ragazzo mosse un
braccio in segno di saluto «Hey Elettra…sei Elettra vero? O siete in due? Mi
gira un po’ la testa e non riesco a capire bene»
«Come cavolo sei
finito in quella posizione» chiese la ragazza quando fu in grado di articolare
una frase.
Eloi si tirò leggermente su, facendo uno sforzo
non indifferente di addominali ed incrociò lo sguardo allegro di Forbes «Questa è una bella domanda…ricordo che stavo
cercando di mostrare a Forbes una mossa di arti marziali, ma poi lui ha
iniziato a rotolare senza darmi il tempo di finire» rispose poi tornando di
nuovo a penzolare a testa in giù «Ma al momento ciò che mi preoccupa di più è
come scendere da qui senza rompermi l’osso del collo»
«Chissà come mai non
fatico a crederlo» Elettra alzò gli occhi al cielo, avvicinandosi ai due
svitati, drago e umano «Menomale che non ti hanno dato come compito quello che
aveva a che fare con la bocca del drago, altrimenti saresti rimasto impalato in
un dente»
«Cosa non si fa per
la scienza»
«Sono finita nella
più assurda gabbia di matti che abbia mai visto…e considerando da che famiglia
provengo fidati, non è dire poco!»
*
Isobel si arrampicò con agilità sulla roccia e,
seguendo il suono di una voce piuttosto famigliare, si sporse all’interno di
una caverna piuttosto grande, che si sviluppava dentro la scogliera.
Anche nella
penombra riconobbe la sagoma di Callum e quella di un drago abbastanza piccolo,
considerando le dimensioni standard dei Neri delle Ebridi.
Entrò nella
caverna cercando di fare il meno rumore possibile, ma evidentemente il suo
passo non fu abbastanza leggero da sfuggire al ragazzo «Greer quante volte ti ho detto di non ficcare il
naso?» disse senza nemmeno voltarsi «Dì alla mamma, alla nonna o a chiunque ti
abbia mandata che non sono in imminente pericolo di vita e che sarò a casa in
tempo per la sacra cena di famiglia»
Isobel sentì le guance andarle a fuoco e fu
seriamente tentata di andarsene senza dire una parola «Ehm…non sono Greer…» disse poi con un filo di
voce, che però risuonò chiaramente tra le mura rocciose della caverna, facendo
voltare il ragazzo piuttosto sorpreso «Mi spiace di averti disturbato, io vado
via subito…»
«No aspetta» Isobel battè un paio di volte le
palpebre stupita mentre il ragazzo le si avvicinava con un mezzo sorrisetto «Mi
spiace che ti abbiano mandato fin qui a controllare, so che camminare su quelle
rocce a strapiombo sul mare non è il massimo, soprattutto con questo
vento…fermati almeno un attimo a questo punto…ti faccio conoscere Morven?»
Sebbene fosse
consapevole di starsi creando una serie non indifferente di castelli mentali, Isobel non riuscì a non sentirsi onorata per quella
proposta «Certo…è il tuo
drago?» chiese seguendolo verso la sagoma sul fondo della caverna
«Non credo si possa
definire mio…sai, i draghi sono piuttosto indipendenti, appartengono solo a se stessi» spiegò il ragazzo citando le parole che aveva
sentito ripetere almeno mille volte da suo nonno «Si può però dire che sono uno
dei pochi umani di cui si fidi…Morven…hai visite
oggi»
Isobel trattenne il fiato quando la dragonessa,
spalancando le palpebre, rivelò dei bellissimi occhi eterocromatici, uno rosso
sangue, con un’ampia pupilla e uno azzurro con una pupilla strettissima «Wow» sussurrò estasiata «Non avevo mai visto un
drago con degli occhi simili!» Callum sorrise, accarezzando la testa del drago
«L’eterocromia è rarissima nei draghi…sia io che gli altri pensiamo che sia
questa la ragione per il quale sia stata abbandonata»
Isobel lo guardò stupita «Abbandonata dai draghi della riserva?»
Il moro scosse la
testa «No, non era uno dei
nostri cuccioli: l’ho trovata quando aveva poco più di un mese in condizioni
pietose sulla spiaggia qui sotto. Non abbiamo mai capito se qualche imbecille
estraneo sia riuscito ad abbandonarla sulle nostre coste oppure se si sia
allontanata da un piccolo branco che si trova su un’altra isola…ci sono alcune
famiglie di Neri nelle altre isole scozzesi, ma sono selvatici, è difficile
censirli e controllarli»
Isobel osservò con attenzione il drago, che
sembrò restituirle uno sguardo indagatore «Poverina…è
davvero molto bella, piuttosto minuta, ma davvero bella» disse infine con un
grande sorriso, che fu subito ricambiato dal ragazzo «Lo penso anche io…vorrei
portarla alla riserva insieme agli altri draghi, ma è ancora abbastanza debole
e soprattutto non ama gli estranei. Vorrei essere certo che si fidi al cento
percento di me prima di introdurla al resto del branco»
«Io credo che tu sia
a buon punto» rispose Isobel con sincerità «Si fa
accarezzare da te più di quanto non si faccia accarezzare da me il mio gatto»
Callum rise «Creature infide i gatti…molto meglio i draghi»
commentò allegro «Vuoi provare ad accarezzarla?»
Incoraggiata dal
ragazzo, Isobel allungò titubante la mano verso la
fronte del drago, per poi ritrarla subito quando Morven
sbuffò «Non preoccuparti,
non è sulla difensiva, lo sento, fidati. Puoi riprovare se vuoi» la ragazza,
dopo aver preso un profondo respiro, provò a riavvicinare la mano al muso del
drago che, questa volta, non sbuffò, ma seguì con attenzione i movimenti di Isobel. Dopo qualche secondo che la mano della scozzese era
appoggiata sul suo muso, il drago chiuse gli occhi e Isobel
si rasserenò, avendo intuito che il drago si fosse rilassato.
*
Dopo aver emesso
un verso gutturale, Matthew si lasciò cadere di faccia sul letto «Merlino, Morgana e i quattro Fondatori»
bofonchiò con la faccia sepolta nel cuscino «Non c’è un singolo muscolo del mio
corpo che non mi faccia un male cane»
Mikkel, seduto sul suo letto intento a fissare il
vuoto con i capelli tutti spettinati annuì «Non
ho mai fatto così fatica in vita mia a stare dietro a qualcosa…quando parlavano
di stare dietro a giovani draghi vivaci non pensavo intendessero correre dietro
per sette ore a degli hooligans fomentati dal vento»
«Secondo me ci stanno
affidando apposta i compiti più massacranti» Matthew si girò sulla schiena,
sfregandosi il volto con le mani «Credo che avessero voglia di farsi nove mesi
un po’ più leggero così hanno indetto un concorso per cercare degli schiavetti»
«A giudicare dalle
ore in cui rincasano la maggior parte dei MacFusty penso che quello che abbiamo
fatto oggi non sia nulla…»
«Cosa mangiano per
avere così tanta energia?»
Mikkel si strinse le spalle «Probabilmente è l’haggis»
commentò «Quella sbobba rivoltante deve contenere un po’ di tutto,
probabilmente anche degli eccitanti illegali»
Matthew balzò in
piedi con ritrovata energia «Allora
in piedi!»
Mikkel guardò stranito il compagno di stanza «Senti se c’è anche una sola possibilità che l’haggis sia la ragione della vitalità di questi isolani,
voglio mangiarne un po’» disse con decisione Mike, facendo scoppiare a ridere
il danese «E poi tutto quel movimento mi ha fatto venire una fame assurda che
mi fa addirittura passare oltre il disgusto per le interiora di pecora»
*
Violet si servì
una generosa dose di patate al forno sotto lo sguardo imbronciato di Leon «Perché le hai finite tutte? Anche io volevo le
patate al forno» borbottò risentito il ragazzo mentre la ragazza cominciava a
mangiarle con calma studiata, mugugnando in segno di apprezzamento «Mmmm, sono deliziose»
«Sei perfida! Non
posso credere che dopo che questo pomeriggio abbiamo condiviso una sfiancante
sessione di allenamento con dei draghi ipercinetici come personal trainer, tu
ora mi stia negando una piccola razione di patate»
Le sopracciglia
scure di Violet scattarono in aria «Sai,
queste tattiche non attaccano come me» commentò puntando verso il ragazzo la
forchetta «Ho un fratello gemello, so perfettamente come fare per evitare di
farmi rubare il cibo che mi piace»
Erika alzò gli
occhi al cielo nel sentire il battibecco e fece levitare alcune delle sue
patate al forno nel piatto di Leon «Mangia
le patate e fai il bravo…dopo questa giornata massacrante non ho veramente idea
di come riusciate a trovare la forza di litigare»
«Il cibo viene prima
di tutto» bofonchiò Leon tra un boccone e l’altro, mentre Violet annuiva con
convinzione «In più ho creduto più di una volta che sarei morta per mancanza di
forze: quando Lilybet
è scappata giù per la collina e le sono dovuta correre dietro mi sembrava di
avere un principio di infarto»
Erika sospirò «Uno
dei tanti motivi per cui preferisco lavorare con i draghi adulti» la svedese si
fermò un attimo, prima di stringersi le spalle «C’è da dire però che sto
facendo un bel po’ di attività fisica, il che non è affatto male»
Violet si
massaggiò la pancia «Per me è un grande
cambiamento, rispetto al rimanere ore e ore dietro un bancone…ma di certo non
mi lamento»
Erika guardò con
un sorriso l’inglese «Tornare al
negozio dopo questi mesi sarà impossibile per te» commentò allegra.
«Io spero di non doverci
tornare»
«Vedrai che finirai
in una bella riserva» la rassicurò la svedese «Magari verrai in quella svedese
dove lavoro io!»
Leon sbuffò «Lascia perdere la Scandinavia, fai come me,
spostati a sud: il tempo è migliore e ci sono comunque un sacco di allegri draghi
a cui badare»
Oggi la storia è ancora più
delirante del solito, sarà l’effetto sessione invernale. Potrei avere fatto un
pasticcio, più avanti la ricontrollerò con calma giuro e sistemerò gli errori,
ma adesso me ne torno a studiare.
Mi scuso ancora per l’attesa e vi
ringrazio per le recensioni sempre tempestive da parte di tutti voi! Non potrei
davvero essere più felice, mi date un sacco di soddisfazione e spero di avere
presto il tempo per ripagarvi con la tempestività che meritate.
A presto,
Em