Claire Bennet & Peter Petrelli
La
giornata era incantevole. Ma il cielo azzurro e senza nuvole di New
York non
riusciva a rincuorare Claire Bennet, non dopo tutto quello che le era
capitato.
Un nome, il nome di un mostro, continuava a martellare la sua testa
fino a non
farla quasi più respirare, dandole l’impressione
di stare per impazzire sul
serio. Solo una persona, lo sapeva, sarebbe stata capace di farle
dimenticare
quel nome. Peter stava venendo da lei, eppure davanti ai suoi occhi non
faceva
altro che vedere la faccia di Sylar. ‘Dannato
mostro, mi perseguiti anche quando non ci sei..’ A
Claire venne il
voltastomaco. Aveva il viso pallido e le mani le tremolavano; i suoi
occhi
sembravano vacui, distanti dalla vita reale. Vita? Per lei quella non
era
affatto vita. Non riusciva più a sentire niente e tutte le
sue paure erano
diventate nient’altro che la nuda e cruda realtà.
Ricacciò indietro due lacrime
che per un momento minacciarono di spuntarle fuori dagli occhi azzurri.
Doveva
essere forte, o se non altro voleva
esserlo, di fronte a Peter e la questione le sembrò
così vitale da costringersi
a riassumere un aspetto dignitoso, per quanto le fu veramente possibile
in
quell’istante. E così lo vide, avanzava piano fra
la caotica folla di New York.
Tutti erano di fretta, tutti correvano, ma non lui. Peter Petrelli
camminava
lentamente in mezzo al vortice di gente, lasciandosi carezzare i
capelli neri
dai raggi luminosi del sole. A Claire sembrò la creatura
più fiera e splendida
di questo mondo. Alzò una mano, e la agitò in
aria per farsi notare da lui. « Claire,
non hai un bell’aspetto.. che cosa ti è successo?
» Lui la avvolse, tenendosela
stretta fra le braccia per qualche secondo. Claire chiuse gli occhi e
assaporò
quel momento, lo strinse a sua volta, sentendosi felice come non mai.
Lo sapeva
che sarebbe bastata la sua presenza per farle dimenticare ogni cosa,
persino la
più orribile. Peter si scostò piano, biaciandole
affettuosamente la fronte e
lei si sentì così profondamente stupida, o forse
delusa, da desiderare di
sprofondare subito nei meandri oscuri del sottosuolo.
Si sentì solo una piccola, stupida, nipote soffocata dalla
protezione dei suoi
familiari. Si chiese come mai nessuno riusciva a capire che lei, Claire
Bennet,
poteva benissimo badare a sé stessa da sola. Insomma, non
poteva morire, chi
meglio di lei poteva difendersi? Alzò lo sguardo verso suo
zio, scuotendo il
capo.
« Non va affatto bene, Peter! Non capisci? Non faccio altro
che sentirmi in
colpa perché adesso quel mostro di Sylar se ne va felice per
le strade a
uccidere gente e non può morire, a causa mia. E’
tremendo. » Ogni tentativo di
sembrare forte fu assolutamente vano. Claire si sentiva tutto
all’infuori che
forte. E questo Peter l’aveva capito appena il suo sguardo si
era posato su di
lei. Era stata così stupida a credere di poterlo ingannare.
Era stata così
stupida a credere che ci fosse anche solo la remota
possibilità di potergli
rivelare quello che provava. « Che cosa stai dicendo, Claire,
non è colpa tua!
Smettila di dire queste cose, tu non hai nessuna colpa. Se non
l’avesse preso
da te, l’avrebbe fatto da qualcun altro.. Lo sai. »
Lei si accorse che quel
senso di sollievo stava svanendo, e la colse il panico.
Evitò di guardarlo
negli occhi, per timore che lui capisse qualcosa. Qualcosa di troppo, e
che non
doveva assolutamente capire. Si costrinse a tenere gli occhi puntati
sulla
gente, semplici passanti che ai suoi occhi non erano altro che ombre in
movimento. Sospirò.
«
Claire, perché mi hai
chiamato? » Domandò Peter, fissando il suo
profilo. Sentiva il suo sguardo
pesare su di lei, ma non azzardò mai a voltarsi. Sbatteva le
palpebre
distrattamente, guardando avanti ma senza osservare effettivamente.
« Perché.. »
Claire esitò, cercando di trovare le parole adatte.
« Avevo bisogno di qualcuno
con cui parlare e su cui contare. » Mentì lei,
annuendo nel tentativo di dare
maggior peso e veridicità alle sue parole. Peter
sembrò abboccare. Le posò una
mano sulla spalla, lasciandole una carezza.
« Tu puoi sempre contare su di me, sei mia nipote, ci
sarò sempre per te. »
Claire storse le labbra, voltandosi, finalmente, a guardarlo. Quelle
parole,
come aveva immaginato, ebbero uno strano peso su di lei.
Corrugò la fronte,
scrollando le spalle. « Certo, tua nipote.. »
Mormorò amareggiata, ma se ne
rese conto troppo tardi di quel tono. Un vuoto la colpì allo
stomaco,
distogliendo immediatamente gli occhi da quelli di suo zio.
« Dove vuoi arrivare, Claire? » Peter sembrava
perplesso. Eppure se l’avesse
guardato in faccia, se lei ne avesse avuto il fegato ancora per un
po’, si
sarebbe accorta di quella nota incerta e strana
nell’espressione di lui.
Tuttavia, Claire, potè avvertire un alito di tensione
scuotere l’aria e
scompigliarle appena i capelli.
« Io.. da nessuna parte, volevo dire, wow! Sei mio zio.. Sai
com’è, ancora non
ci riesco a credere, insomma, di avere una famiglia del genere, non mi
sembra
vero! Ma trovo che sia.. Beh, fantast- » Non fece in tempo a
concludere quella
sequela di parole senza senso che Peter la bloccò.
« Claire piantala. Lasciamo
stare, ti va? Di che cosa volevi parlare, prima? » In quel
preciso istante,
Claire capì che non avrebbe mai avuto il fegato di dirgli
quello che sentiva.
Si alzò in piedi e gli voltò le spalle.
« Di niente, Pete, di niente.. Scusa il
disturbo, non avrei dovuto chiamarti. » La figura di Claire
venne inghiottita
dalla folla, mentre si allontanava. Peter Petrelli rimase a fissare il
vuoto,
incerto. Claire Bennet
aveva solo voglia di poter morire.
Note
Hi,
innanzitutto vorrei
chiedere scusa per i dati sulla storia, ma non mi fa spuntare
più di una
opzione, ad esempio nella sezione personaggi c’è
solo Sylar, ma come potete
notare non è affatto vero che c’è solo
lui y.y se qualcuno sa come aiutarmi,
thanks! In secondo luogo, volevo dire solo che questa è una
specie di “raccolta”, cioè sprazzi di
vita dei vari personaggi della serie ed è ambientata
all’inizio della terza stagione. Well, e adesso? R e c e n s i t e! Per favore *-* al
prossimo capitolo!