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Autore: Feisty Pants    19/01/2019    2 recensioni
Seguito di "High School Holmes".
Anna, Kristoff, Judy, Nick, Elsa, Jack e amici hanno ognuno la propria vita. Lavoro, amicizia, famiglia, felicità ma anche tante difficoltà quotidiane. Ora, come protagonisti, ci sono i loro figli immersi nella scuola e in tutte le sue avventure. La ribelle Emma, la dolce Ariel, la calma Aurora, il musicista Michele e tanti altri vivranno dei momenti significativi per ogni adolescente. Anna, Kristoff e company riusciranno ad affrontare la missione più difficile di tutte, ovvero essere dei buoni genitori?
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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CAPITOLO XVI

FORZA INTERIORE


A casa Bjorgmann la mattina successiva…


Kristoff non aveva chiuso occhio tutta notte. Anche lui il giorno prima era venuto a conoscenza della reale scomparsa di Emma e cominciava a temere il peggio. L’uomo aveva paura, ma si era promesso di mostrarsi sicuro e speranzoso proprio per dare supporto alla moglie e all’altra figlia che sembravano, ormai, due morti viventi.

“Non vai al lavoro oggi?” chiese l’uomo alla moglie notandola ancora nel letto nonostante l’orario.

“No, mi hanno sospesa per un po’” rispose lei per poi alzarsi di scatto e correre nuovamente in bagno.

Anna si stava trascurando, non gli diceva più le cose e non aveva più quello sguardo romantico e positivo di cui si era innamorato.

“Tu sei ancora qui?” disse lei uscendo dal luogo tutta tremante e dirigendosi verso il letto.

“Mi vuoi dire che ti prende?” chiese lui titubante iniziando ad insospettirsi.

“Sto male Kris…questo deve bastarti” rispose lei secca cercando di tagliare corto.

“Questo l’avevo capito anche io” rise il marito avvicinandosi e mettendosi in ginocchio di fronte a lei per guardarla meglio in volto. Anna non riuscì a reggere il silenzio e la situazione motivo per cui tirò fuori tutto.

“Non ce la faccio più Kris, sono un disastro. Non sono stata nemmeno capace di tenermi appresso nostra figlia, lei mi odia, non la troveremo più e io come faccio a…crescerne un altro senza rimorsi?!...sono incinta Kris, e non sono pronta.” Sbottò lei mossa dai singhiozzi. Kristoff si aspettava una notizia del genere e, a differenza della moglie, ne fu molto felice motivo per cui, sul suo volto, comparì un sorriso.

“Amore, ma non capisci? E’ un segno anche questo! Io sono sicuro che Emma tornerà e il bimbo sarà l’occasione per ricordarti quanto sei brava!” disse lui porgendole un fazzoletto per asciugarsi i fiumi di lacrime.

“Non è vero, sono una frana! Non ho la forza per fare la madre!” continuò lei testarda.

Kristoff non ascoltò quell’ultima affermazione perché gli tornò in mente un ricordo di molti anni prima. Anna stava avendo un momento di crisi, ma Kristoff aveva impresso nella memoria la nascita di Emma: uno dei momenti più belli ma allo stesso tempo pericolosi e angoscianti della sua esistenza.

15 anni prima…


Kristoff, Anna, Rapunzel e Flynn erano ormai in quinta superiore, costantemente immersi dallo studio e dalle attività scolastiche. Elsa, Jack, Merida, Hiccup, Judy e Nick avevano iniziato le proprie carriere universitarie anche se i momenti di convivialità e ritrovo non mancavano.

Anna aveva trascorso quei mesi a studiare nonostante la gravidanza e la fatica.

“Quindi avete scelto il nome?” domandò Elsa rivolta alla sorellina.

“Non ancora…” rispose schietta Anna tenendosi le mani su quel pancione che sembrava più grande di lei. La ragazza non era di molte parole perché non si sentiva benissimo.

“Io e Jack pensavamo che in effetti sono molto belli i nomi corti, proprio come i nostri! Suonano bene e soprattutto…”

“Elsa, sento delle fitte” la interruppe Anna sporgendosi in avanti.

“Ci siamo dici?! Oddio che ansia… no cioè stai tranquilla, chiamo Kristoff e i nostri genitori” disse Elsa alzandosi in piedi e cominciando a fare telefonate a destra e sinistra mentre Anna iniziava ad avere le prime contrazioni.

In una mezz’oretta arrivarono i parenti ed Anna venne trasportata immediatamente in ospedale.

La ragazza rimase monitorata a lungo ed assistita durante il doloroso e lungo travaglio.

“Ma, più o meno, quanto ci vuole a partorire?” chiese Flynn curioso accorso in ospedale per dare supporto agli amici.

“Dipende dai casi…Anna non è stata molto fortunata. E’ dentro da sei ore ormai” spiegò Elsa parecchio agitata mentre camminava avanti e indietro lungo il corridoio.

“Io non voglio averlo un figlio…che ansia” affermò Jack parecchio preoccupato per i futuri parenti.

“Tu stai zitto, tanto se staremo ancora insieme, sarò io a dover partorire” ribatté a tono Elsa guardandolo torvo in viso.

“Sono con te amico” supportò Flynn mettendo una mano sulla spalla di Jack e immaginando la scena futura.
 
“Ok Anna, sei dilatata abbastanza finalmente! Sei pronta? Ci siamo!” avvertì l’infermiera trasportando Anna verso la sala parto. La ragazza era provata, tutta sudata e pallida. Quelle ore di contrazioni l’avevano particolarmente distrutta e la parte più difficile doveva ancora arrivare.

“Amore, andrà tutto bene!” disse Kristoff accarezzandole la testa mentre l’accompagnava in sala parto. Anche il ragazzo era rimasto segnato da quelle ore infernali e sperava che tutto andasse per il verso giusto.

Il parto cominciò ed Anna ce la metteva tutta. Urlava, si tirava su, non prendeva quasi mai fiato, ma niente da fare: il figlio non voleva saperne di venire alla luce.

“Non ce la faccio più!” gridò Anna crollando e lasciando che delle lacrime dolorose le solcassero le guance sul viso paonazzo.

“Sì che ce la fai! Sei forte tesoro!” disse Kristoff continuando a guardarla in volto e cercando di darle forza in quel momento così delicato. Perché ci stavano mettendo così tanto? Anna era distrutta, dove avrebbe trovato tutta l’energia per far nascere il piccolo? Anche i medici e l’ostetrica parevano provati e preoccupati…cosa c’era che non andava?

Poi eccolo, limpido, chiaro come un fulmine nel cielo: un pianto melodioso irradiò l’intera stanza.

“Congratulazioni! E’ una femmina!” annunciò l’ostetrica tenendo tra le mani una bimba che strillava e si dimenava.

La donna non esitò maggiormente e posizionò la piccola sul petto di Anna.

“E’ bellissima! Come te!” disse Kristoff con le lacrime agli occhi mentre osservava le sue donne finalmente insieme. Sembrava una magia! La piccolina si era subito calmata nel momento in cui entrò in contatto con il corpo della sua mamma. Le magie, però, tendono a finire perché Anna, che non aveva ancora detto nulla, chinò il capo e svenne. Il battito accelerato fece da indicatore per tutti i medici che si radunarono attorno alla ragazza e fecero allontanare Kristoff.

“Cosa sta succedendo?! Perché è svenuta?!” gridò lui mentre veniva spinto fuori dalla sala parto e nessuno voleva dargli spiegazioni.

Il ragazzo si ritrovò immediatamente fuori, circondato dagli amici e dalla famiglia che, come lui, non ci capivano niente.

“Allora? E’ nato?” chiese Flynn incuriosito.

“Anna! Deve esserle successo qualcosa! Mi hanno buttato fuori e non ho visto niente! Ho paura! Se non si risveglia più io non…”

Il ragazzo si sedette sulla sedia facendo per strapparsi i capelli dalla disperazione. Aveva il respiro affannato e la pelle d’ora dovuta al panico.

“Kris! Tranquillo! Vedrai che andrà tutto bene! Non sarà nulla di grave, siete giovani! Non è più un’età abituale per avere figli questa…calmo!” cercò di confortare Jack avvolgendogli il collo con il braccio.

“E il piccolo?” domandò Rapunzel spaventata.

“E’ una femmina… e per quel poco che l’ho vista ha gli stessi lineamenti di Anna. Niente capelli rossi però”

L’affermazione fece scalpore tra i presenti visto che tutti avevano scommesso sulla probabilità di far nascere una bambina dai capelli ramati.

“Kristoff Bjorgman, ora può rientrare” disse una dottoressa invitando il ragazzo a seguirla.

“E’ tutto sotto controllo, non si preoccupi! La ragazza ha sofferto molto ed era in carenza di zuccheri e liquidi, oltre ad aver perso molto sangue. Non sappiamo come abbia fatto ad affrontare un parto naturale con quella grinta! Deve essere davvero una ragazza forte… Ora è in quella stanza, con la vostra bambina che ha battezzato come Emma” spiegò il medico lasciando entrare il neo papà nella camera di ricovero.

Kristoff aprì la porta e si precipitò ai piedi del letto dove la sua dolce guerriera riposava.

“Kris” sussurrò lei con un fil di voce aprendo leggermente gli occhi.

“Tu non finisci mai di stupirmi eh?!” rise Kristoff sedendosi accanto a lei e prendendole le mani.

“Devo sempre fare le cose in grande” rispose lei abbozzando uno stanco sorriso.

Kristoff le baciò delicatamente le mani per poi girarsi ed osservare il loro batuffolino dormire tranquillo nella culla.

“L’ho voluta tenere in braccio fino ad ora e ci siamo addormentate insieme. Ho scelto Emma come nome, lo so che non era proprio tra i tuoi preferiti ma…”

“Va benissimo così Anna… ho avuto seriamente paura di perderti, quindi è il minimo che tu abbia scelto il nome dopo tutto quello che hai passato. I medici hanno detto che sei stata fortissima e non avevo bisogno della loro conferma. Ho visto come hai affrontato il tutto ed ero allibito dall’energia che avevi in corpo. Sei una guerriera Anna, e sarai una mamma formidabile per Emma. Ricordati questo momento quando, in futuro, dovremo vivere delle vere e proprie sfide educative e non saprai dove trovare la forza.”

PRESENTE: A casa di Rapunzel e Flynn…


“Tesoro, sono giorni che ti vedo spenta. Cosa c’è che ti turba?” domandò Flynn mentre si abbottonava la camicia.

“Tutto quello che sta succedendo mi mette tristezza. Non ne va bene una! Ho sentito Judy ed è in crisi visto che Michele non vuole più suonare la chitarra e si rifiuta di fare lezioni con me, Anna è depressa per la scomparsa di Emma e in più è all’oscuro del bullismo che opprime Ariel, Pietro…ha tirato fuori di nuovo il discorso dell’adozione” spiegò Rapunzel sedendosi sul letto ed incrociando le braccia.

“Cioè?!” domandò preoccupato Flynn voltandosi di scatto.

“A scuola l’hanno preso in giro ma sembra che lui non abbia ancora interiorizzato la cosa. Io non sapevo che cosa fare e gli ho detto che, se vorrà, quando raggiungerà l’età consentita potrà andarsene” disse Rapunzel con la voce spezzata.

“Ma sei matta?! Perché gli hai detto questa cosa?!” chiese Flynn sbuffando ed alterandosi.

“Ha il diritto di sapere la verità! Se ha bisogno di fare chiarezza su sé stesso è giusto che approfondisca la cosa!” disse Rapunzel cominciando ad alzare il tono della voce.

“No Rapunzel! Io non voglio che lui arrivi a tanto! L’abbiamo cresciuto dando il meglio di noi, abbiamo sofferto per lui e fatto dei sacrifici dei quali non mi lamento perché li ho sempre desiderati con tutto il mio cuore, e ora mi dici che gli hai dato questa opzione di scelta?! Sono io suo padre e tu sua madre! Gli altri sono tutti estranei…” iniziò ad urlare Flynn guardando torvo la moglie e continuando a litigare sulla questione.

Nel frattempo, fuori dalla porta, Pietro stava origliando tutto. Dentro di sé aveva una tale confusione! Vedere i genitori così animati e accesi su quell’argomento fece intendere al giovane di essere amato più di chiunque altro e gli dispiaceva procurare disagi. Aveva bisogno anche lui di riflettere e capire veramente quale fosse il suo posto.
  
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