La
vendetta di Happy
Si
era conclusa da qualche tempo l’avventura con la sacerdotessa
della fenice che
aveva lasciato un velo di malinconia in alcuni membri della gilda,
prima tra
tutti Lucy.
La
ragazza non aveva preso bene la morte dell’amica e per farla
distrarre Levy
aveva deciso di prendere una missione per loro due con la speranza che
il
cambiare aria avrebbe giovato alla maga degli spiriti stellari.
Ovviamente
le due non avevano voluto intorno né Gajeel né
Natsu ma sapevano benissimo che
i loro amici non si sarebbero fermati davanti ad un semplice rifiuto.
Per
questo motivo grazie all’aiuto delle rune di Freed li avevano
bloccati in Gilda
ed erano partite.
Proprio
per questo motivo, i due dragon slayer erano seduti ad un tavolo, con
la testa
poggiata sulle braccia e sbuffavano come due locomotive a vapore.
Erano
annoiati e non c’è niente di peggio di due dragon
slayer annoiati.
Quasi
per fortuna in quel momento entrò in gilda Gray, appena
tornato da una missione
finita bene e pronto a festeggiare facendo a botte.
Era
un’occasione che ne Natsu e ne Gajeel si fecero scappare, la
noia era tanta e
in qualche modo la dovevano combattere.
Come
ogni rissa che incominciava, quasi tutti i maghi presenti in gilda si
buttarono
nella mischia.
Dopotutto
non era Fairy Tail se non scoppiava una rissa al giorno.
All’inizio
volarono calci e pugni ma poi la situazione si scaldò e in
molti incominciarono
ad usare la magia.
Ora
tocca aprire un appunto sulle risse che scoppiavano a Fairy Tail, tutti
i maghi
della gilda sapevano che c’era una zona neutrale che non
doveva essere toccata
durante gli scontri, ovvero il bancone.
Qui
Erza si metteva comoda a mangiare la sua fetta di torta quotidiana e
proprio
per questo quella zona non veniva mai sfiorata di striscio.
Nessuno
voleva avere a che fare con un Erza furiosa.
Ovviamente
chi non voleva essere coinvolto si rifugiava al bancone in attesa di
quiete.
Happy
memore di questa regola, aveva abbandonato il suo fidato amico e si era
andato
a sedere sul bancone pronto a gustarsi un ottimo pesce.
Il
povero gattino pensava, erroneamente, di essere al sicuro.
All’improvviso
senza che potesse prevederlo, un colpo accidentale lanciato da Gray,
ghiacciò
il suo pesce.
Happy
si bloccò e divenne tutto scuro, agli occhi gli spuntarono
due lacrimoni “il
mio pesce, il mio povero pesce” borbottò, si
girò in attesa di ricevere delle
scuse e magari anche un altro pesce ma non trovò nessuno,
erano ancora tutti
presi dalla loro stupida rissa.
Questo
significa solo una cosa, vendetta, pensò e sapeva bene anche
contro chi.
Molto
presto tutti avrebbero capito che non dovevano sottovalutarlo, parola
di Happy!
Guardò
malamente Gray, vedrai, vedrai cosa ti combino, pensò.
Aveva
in mente la punizione perfetta, doveva solo rivelare un piccolo
aneddoto
successo qualche tempo prima ad una certa maga dell’acqua.
Si
guardò intorno cercando Lluvia.
La
trovò poco distante da lui, seduta al bancone che parlava
tranquillamente con
Mira e Cana.
Happy
gli si avvicinò svolazzando “ehi Lluvia, posso
parlarti un attimo?” esclamò con
aria innocente.
“Certo!”
gli rispose lei sorridendogli, il piccolo gattino le si
avvicinò all’orecchio e
le bisbigliò una semplice frase che la fece scattare
inviperita.
“Gray-sama”
urlò, i suoi occhi mandavano lampi di furia, i capelli le si
alzarono come
dotati di vita propria, era il ritratto della furia.
Il
suo urlo ebbe la capacità di bloccare la rissa e tutti
quanti si scostarono dal
mago del ghiaccio, mentre proprio quest’ultimo che le stava
suonando a Natsu non
si era accorto che la maga dell’acqua era sul piede di guerra.
Povero
idiota, fu il pensiero collettivo che attraversò la mente di
tutta la gilda.
“Ehi
Lluvia, che succede?” esclamò girando solo la
testa nella sua direzione, una
mano era ancorata al collo di Natsu, mentre l’altra era
rimasta bloccata in
aria nell’atto di dargli un pugno.
“Come
hai osato? Lluvia non te lo perdonerà mai!”
urlò e prima che Gray potesse solo
tentare di rispondere, Lluvia lo attaccò, ovviamente ad
andarci di mezzo non fu
solo il mago del ghiaccio ma anche tutti gli altri che non si erano
allontanati
troppo e che finirono annegati.
Da
lontano Happy sghignazzava, “vendetta!”
esclamò per poi tirare fuori dal suo
zaino, come se niente fosse un altro pesce.