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Autore: OcaPenna    19/01/2019    2 recensioni
Madlene non sarebbe mai stata una Douglas. Riuscirà a trovare se stessa a Nassau?
Gates/NuovoPersonaggio
Prequel di "Maschere e catene" (coming soon, link in storia)
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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A New Hope

di Oca Penna

 
 
 

Benvenuti al secondo capitolo della nostra storia!

Vi ricordo che si tratta di una storia incompiuta in quanto prequel di Maschere e Catene ;)

Avevamo lasciato la nostra piccola Madlene Douglas, figli aillegittima di una famiglia di ricchi mercanti, nei suoi intenti di fuga da un matrimonio mortificante.

Divertitevi a leggere come se la cava e non esitate a farmi sapere cosa ne pensate!

 



Sul ponte di una nave l’aria ha un odore particolare. A John sarebbe piaciuto respirare a pieni polmoni, ma la fascia intorno al petto, gli bloccava il fiato. Nascondere l’ingombrante presenza di quel corpo di donna non era facile, anche se i vestiti abbondanti da uomo aiutavano. E d’altronde, nessuno a bordo badava troppo a lui, inesperto, un po’ goffo, ma volenteroso e costante nel lavoro, consigliato da amici di amici, in una catena di parole e strette di mano che, a risalirla tutta, avrebbe portato al negro di Hope. Certo, non si poteva dire che John fosse un ragazzo forte e aveva la mania di tenersi sempre quel berretto bagnato calcato in testa, ma non si lamentava mai, capiva in fretta, e il cuoco, il signor Norrington, giurava di non aver mai avuto un aiuto migliore.

Dal canto suo, l’entusiasmo di ritrovarsi in mezzo a quella massa liquida e volubile, lontana da tutto ciò che avesse mai conosciuto e diretta nel paese tanto a lungo immaginato, ripagava ampiamente Madlene del lavoro massacrante e dei dolori al corpo o allo stomaco per via di quel rancio tremendo. Erano già a più di metà del viaggio, tra poco sarebbero stati di nuovo a terra e iniziava il tratto di mare dove più facilmente si sarebbero imbattuti in una nave pirata. Se fossero stati fortunati, in un mese e mezzo ancora di navigazione avrebbe calpestato il suolo delle colonie e lì i tre anelli cuciti nella camicia le avrebbero permesso di comprarsi qualcosa per iniziare, magari un pezzettino di terra, anche se non sapeva coltivare, o una casa sulla costa, con una barchetta per imparare a pescare. Meglio ancora, si sarebbe sposata con uno di quei marinai, e lui avrebbe saputo pescare di certo. Allora avrebbe potuto scrivere ad Hope e lei l’avrebbe raggiunta con quel suo marito dalle spalle forti e sarebbero vissuti vicini, pescando insieme, e crescendo insieme i futuri figli. A quel punto avrebbe potuto scrivere anche alla madre e alle sorelle, tranquillizzandole sulla sua sorte, e forse non l’avrebbero biasimata troppo. Pensava a questo mentre pelava le patate, seduta su di un barile accanto al signor Norrington, un uomo grosso e burbero, con due folti baffi neri e le sopracciglia che quasi coprivano i piccoli occhi verdi. Quell’uomo le piaceva perché non parlava mai ma bofonchiava appena, sottovoce, come il rumore sordo che fa l’acqua quando bolle. La prima volta che si era seduta su quel barile, si era dovuta piantare le unghie nei palmi delle mani per vincere la vertigine di quel corpo duro, grosso, che le ricordava che sotto gli abiti di John viveva pur sempre Madlene.

«Ti sei pisciato nei calzoni?» le aveva chiesto facendola trasalire e obbligandola a distogliere l’attenzione dal tubero mezzo svestito su cui aveva rifugiato gli occhi. «Ancora un po’ di giorni in mare e si stancheranno di tirarselo da soli. Lo sai cosa fanno ai mozzi e alle pecore dopo un mese di mare?»

John era rimasto così sorpreso da quelle parole, di cui non capiva affatto il senso, che lo aveva fissato da sotto il berretto con gli occhioni stupiti di Madlene.

«Che c’è, sei sordo? Lo sai o no cosa fanno? Glielo ficcano dentro, ecco che fanno!»aveva sottolineato il pensiero afferrandosi i pantaloni in mezzo alle cosce «E tu sei un bel pasto! Viene duro anche a me a guardarti! Per cui pisciati i pantaloni, e spesso, così preferiranno le pecore».

Il più grosso stupore, per Madlene, era stato non sentirsi offesa per nulla. Più tardi, con calma, mentre faceva correre le mani tra patate e coltello, si era resa conto che quel discorso non la sconvolgeva affatto come avrebbe dovuto. Si figurava che faccia avrebbe fatto Elena, o perfino Hope, a sentire qualcuno parlare così, e invece a lei aveva fatto simpatia. Era un buon consiglio, datole per il suo bene e che le si sarebbe rivelato anche molto efficace, e poi le apriva gli occhi su quante cose ignorava del mondo e della gente con cui si era andata a mischiare. Da allora aveva teso le orecchie durante i pasti a tavola e si era impegnata a capire i racconti delle prodezze con le prostitute dei porti che i marinai si scambiavano davanti al rum. Molte cose le erano rimaste oscure, sentiva che di quella materia le mancavano dettagli e informazioni cruciali, ma dentro di sé aveva riso dei romantici baci di cui fantasticavano le sorelle e del casto sfiorarsi di mani durante i loro balli, un riso cattivo, di sfida e disprezzo per la loro ingenuità puerile. Quegli uomini parlavano di infilzare, di bastoni e verghe, di stappare, schiacciare, sculacciare, battere e sbattere e c’era una continuità di violenza, sopraffazione e piacere nei loro occhi, che nulla aveva a che vedere. Il signor Norrington aveva continuato a trasmettere nella sua pelle quel senso di vertigine, forse ora anche più di prima visto che, la sera prima di dormire, poteva chiudere gli occhi e cercare di figurarsi sempre più nel dettaglio come sarebbe stato lasciarsi cadere in quello strapiombo. E quel giorno, mentre pelava le patate pensando al suo futuro, un’altra idea le si era affacciata alla mente: forse a lui avrebbe potuto dire la verità, forse, anzi, sarebbe stato un bene perché avrebbe potuto darle altri e più oculati consigli. Magari, sapendola donna, l’avrebbe sollevata con quelle mani callose e forti e l’avrebbe posata sul tavolo accanto ai taglieri. Avrebbe fatto male, o così aveva immaginato, ma sarebbe stato un dolore dolce e questo lo sapeva per il torpore con cui il suo corpo desiderava quel pensiero.

Un trambusto improvviso la distolse dalle sue fantasie. Voci e rumori di passi affrettati, grida indistinte e confusione, provenivano da sopra coperta. Madlene non riusciva a capire di cosa potesse trattarsi, ma il signor Norrington aveva navigato a lungo ed era sopravvissuto a più di un arrembaggio grazie alla sua cucina.

Si alzò posando la patata sul tavolo ma tenendo ben saldo il coltello.

«Quando arrivano non difenderti, arrenditi subito e chiedi di unirti alla ciurma, magari te la cavi.» aveva parlato sottovoce ma in un tono che non ammetteva repliche e si era allontanato verso le brande senza aspettare.

Madlene non aveva capito, ma dopo quei mesi di mare aveva imparato ad obbedire senza farsi domande. Si era infilata in fretta tra i barili abbandonando il lavoro.

«Pirati!» l’annuncio era arrivato portato da qualcuno sceso sottocoperta.

«Il mozzo dov’è?»

«Ti sembro una balia?» il signor Norrington aveva risposto con quella voce fonda che le era piaciuta tanto, poi era sparito seguendo gli altri sul ponte.

 

 

   
 
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