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Autore: MaryMatrix    18/07/2009    5 recensioni
Un furto. A Nami hanno rubato i soldi che le servivano per riscattare il suo villaggio.
Uno strano arrivo: un gruppo di ladri capitanati da Lupin e un ispettore dell'Interpol.
Una nave misteriosa nascosta in una cala dell'isola. Con un comandante che indossa una maschera. Interna ed esterna.
Una bambina che a tutti ricorda qualcuno e che nasconde un segreto.
I pirati di Rufy Cappello di Paglia e i ladri di Lupin saranno alle prese con una favola. Che è diventata leggenda. Che è diventata realtà.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cappello di Paglia

Cappello di Paglia

 

Capitolo 8
Luce

"Dove mi trovo?" fu il primo pensiero di Zoro.
Era sospeso nel buio. Solo buio intorno a lui.
"E' dunque questo quello che ci aspetta nella morte? Solo oscurità?" si domandò.
Fluttuava nel buio pesto senza riuscir a vedere nulla, a parte sé stesso.

Sussultò.

Le sue mani... erano più piccole.

Cominciò a osservarsi: era tornato piccolo.
Più basso, meno muscoloso, senza ferite.
Era tornato all'età in cui...

- Kuina? - domandò.

Vedeva una figura corrergli incontro da lontano. La figura di una ragazza un po' più grande di lui.
Brillava nel buio.

- Zoro! - chiamava la ragazza. - Zoro! -.

- KUINA! - come se fosse davvero stato un bambino Zoro scoppiò a piangere e a correre incontro all'amica.

Un tonfo riecheggiò nel buio, quello dei loro due corpi che si stringevano in un abbraccio.
Zoro sentì dentro di sé una strana sensazione di gioia, una strana sensazione di pace.
Poi Kuina sciolse l'abbraccio.

- Che cosa hai fatto Zoro? - gli domandò lei, scotendo la testa. - Perché sei stato così sconsiderato? -.

Ci rimase un po' male Zoro.
Non erano esattamente quelle le parole che si aspettava dalla sua amica dopo tutto quel tempo.
- Io... - non sapeva cosa dire. Voleva provare a spiegarle il perché della sua azione, ma aveva perso le parole. Sperò che il suo sguardo bastasse a spiegare tutto.

- Lo so che lo hai fatto per onorare la nostra promessa. - Kuina sorrise. - E tu non sai quanto sia importante per me che tu ti ricordi ancora di me. Mi fa sentire viva, meno sola, in questo mondo morto. -.

- Kuina... -.

- Lasciami finire. - lo interruppe lei. Il suo sguardo era comprensivo. - E' bello che tu metta la nostra promessa prima di tutto. Ma non metterla prima di te stesso. Non è giusto che tu resti attaccato in questo modo al tuo passato. - cercò di spiegargli. - Vedi, molte cose sono cambiate da quando sono morta. Tu adesso hai dei nuovi amici che hanno bisogno di te più di quanto ne abbia io, ormai. Onora la nostra promessa Zoro, fanne la tua ragione di vita se vuoi, ma non subordinare tutto ad essa. - scosse la testa.

- E' sempre stato il motore di ogni mia azione. Tu sei sempre venuta prima di tutto, sei sempre stata la cosa più importante, la mia migliore amica. - Zoro sembrava non volersi fermar più parlare. C'erano quelle e molte altre cose che avrebbe voluto dirle.

- Ma io sono morta Zoro. E' questa la realtà. - sorrideva Kuina. Quasi come se fosse felice di ammettere di essere morta o come se stesse spiegando una cosa elementare a un bambino, che era esattamente ciò che stava facendo.

E' vero. Era quella la realtà, una realtà che lui, Zoro, non aveva mai accettato. Per qualche strano motivo quando si svegliava la mattina pensava che il pomeriggio sarebbe andato ad allenarsi con lei. E invece si ritrovava davanti la faccia sorridente di Rufy a dargli il buongiorno.

- Tieni. - Kuina gli porse un medaglione.

Zoro lo prese, guardandolo stupito: era d'oro, c'erano le loro due iniziali intrecciate tra loro tramite una spada.
- Che cos'è? - la guardò.

- Il tuo regalo di compleanno Zoro. - rispose lei. - Volevo regarartelo, sai? ma prima... -.

- Quella maledetta scala. - concluse Zoro. - Grazie Kuina. E' bellissimo. - se lo mise al collo.

Gli occhi di lei si illuminarono. - Sono così felice che ti piaccia! - fece una pausa. - Prendilo come pegno di una nuova promessa Zoro. -.

- Tutto quello che vuoi. - ed era sul serio disposto a fare tutto.

- Tu diventerai lo spadaccino più bravo al mondo! - proclamò lei con occhi sognanti, la sua voce era presa dal trasporto. - Ma mai più, mai più, Zoro, promettimelo, mai più ti farai uccidere per mantenere questa promessa, mai più la metterai davanti alla realtà che hai davanti. Promettimi Zoro, che dimenticherai il passato. Sarete solo tu, il tuo sogno, i tuoi amici. -.

- Ma... -.

Lei gli sollevò di poco il medaglione dal petto. - Io sono solo un ricordo esistente su un oggetto. Ormai per te non devo essere nient'altro. Sono solo il passato. Devi gettarlo alle spalle. -.

- Io non posso dimenticarti! - si arrabbiò lui. - Come puoi chiedermi questo? - era solo un bambino Zoro in quel mondo sospeso. Ora forse cominciava a capire il perché: parlava come se fosse un bambino, senza preoccuparsi di nulla. Diceva solamente quello che pensava, ingenuamente, senza vergogna.

- No, ma puoi ricordarti che non esisto più e nulla di quello che farai mi riporterà in vita. Io voglio che tu viva Zoro, che tu viva davvero, che tu realizzi i tuoi sogni, che tu rompa quella promessa di molti anni fa, che tu ti goda la vita insieme agli amici che hai adesso. -.

- Ku... -.

- Tu stai vivendo solamente per un ricordo. - pronunciò quelle parole enfatizzando la follia che era contenuta in esse. - Io esisto solo nella tua testa, possibile che tu sia diventato così ottuso da non rendertene conto? Non puoi buttare via la tua vita andando dietro a qualcosa che ormai non esiste! -.

- Tu esisti! - urlò Zoro. - Esisterai solo nella mia testa ma esisti, ci sei, lo sento che sei dentro di me! E' stata una mia scelta quella di onorare la nostra promessa Kuina, è quello che voglio diventare lo spadaccino più forte del mondo! -.

- Tu non puoi morire per una cosa che non c'è. - replicò Kuina. - Tu non puoi mettere in pericolo gli altri per una cosa che non esiste! Non è giusto! E' stupido! Io sono solo una bambina morta Zoro. Tu invece sei un ragazzo che ha un lungo percorso davanti. Io sono quella che tu hai davanti e sono costretta a restare così per sempre! Tu invece sei questo Zoro! -.

Batté le mani. Zoro si sentì strano: stava crescendo. Stava ritornando alla sua vera età. Più muscoloso, mani più grandi, era più alto, molto più alto, dell'amica.

- C'è un abisso tra me e te, come puoi non capire? Cresci Zoro! Non puoi restre per sempre attaccato alla tua infanzia. -.

Ma lo spadaccino non rispose. Non sapeva che pensare. Cominciava a rendersi contoche l'amica aveva ragione, ma dall'altro lato non voleva scordarla. Non voleva abbandonare la promessa che le aveva fatto. Sentiva di  doverle ancora qualcosa.
Si accorse che Kuina stava piangendo. Le era costato molto rivolgersi a lui in quel modo. Zoro istintivamente l'abbracciò, come se potesse proteggerla. In quel momento si rese conto che avrebbe potuto restare lì per sempre.

- Non importa l'età che ho. - si calmò lui, stringendola a sé. - Posso benissimo restare con te anche in questo modo. Non c'è un abisso tra me e te, Kuina. Siamo sempre stati vicini come adesso. - lei non provava nemmeno a divincolarsi, lui non si sognava minimamente di lasciarla andare, dopo tutto quel tempo che aveva voluto rivederla.
Dopo tutto quel tempo lei era tornara viva. O meglio lui era morto, ma non gli importava.

Poi ci fu un bagliore improvviso.
Una luce accecante brillava alle spalle di Kuina, un immensa luce innaturale che sembrava delimitare un passaggio.
Lei si staccò dall'abbraccio di Zoro. - Devo andare adesso. - gli disse. - Il mio tempo è scaduto. -.

Zoro però le strinse la mano, mentre con l'altra si copriva gli occhi. - Vengo con te. -.

- No! - lei si divincolò. - Io non voglio che tu muoia per seguirmi. -.

- Posso decidere io di me stesso. -.

- Hai promesso prima. - gli ricordò lei.

Zoro rimase senza parole. - Kuina. -.

- Devo andare Zoro. Stavolta per sempre. -.

Lo spadaccino scosse la testa. - No. - ma lei si allontanava, come trascinata da una forza misteriosa, verso la luce. - No. - Zoro le correva incontro senza raggiungerla. - No Kuina! -.

Un'ultimo sorriso sulle labbra di lei, un sorriso dolce. - Non seguire la luce Zoro. Non seguire la luce. -.

- No, Kuina. NO. KUINAAAAA! -.

Ma la figura della ragazza scomparse nella luce, che lui per quanto si sforzasse non riusciva a raggiungere. Era come se qualcosa, qualcuno lo stesse trattenendo in quello stato di oscurità...

                                                                                                                                 __________

- Non credo che si rimetterà facilmente. - il medico di bordo era preoccupato dopo aver visitato Zoro. - Presenta diverse bruciature e ha perso molto sangue. -.

Il capitano indossava la sua maschera. Non voleva che lo spadaccino lo riconoscesse, svegliandosi. - Quante possibilità ha di salvarsi? -.

Il medico scosse la testa. - Non saprei dire. - rispose mesto. - So che ha bisogno di riposo e che al momento dentro di sé sta lottando con la morte. -.

- Allora ce la farà. - il capitano sembrò rincuorarsi. - Lui è uno che vince. -.

Quindi invitò il medico ad uscire e tornò a sedersi accanto allo spadaccino. "Zoro, Zoro." pensò dentro di sé "Che ti è saltato in mente di fare una cosa simile? Per quale scriteriato motivo ti sei messo in pericolo in questo modo? E soprattutto cosa avete a che fare voi con Fujiko?" quell'ultimo interrogativo poi gli premeva particolarmente.
Se il capitano era entrato in contatto con la ladra era proprio per proteggere Rufy e la sua ciurma, non voleva che finissero nel bel mezzo di quella sporca storia. Invece scopriva che loro collaboravano con quella sporca storia. Gli sembrava evidente che né Sanji né Zoro sapessero con precisione che cosa riguardasse l'intera faccenda.
"Motivo in più per sentirsi in colpa" continuò a pensare il capitano. "Avrei dovuto avvisare Rufy fin dall'inizio del rischio che correva". Ma non lo aveva fatto. Era convinto di riuscire a gestire la faccenda invece per qualche motivo Rufy gli era piombato nel mezzo all'improvviso. Non sapendo di Arlong non poteva certo immaginare il motivo del trattenimento di Cappello di Paglia in quella città.

Poi tornò a concentrare la sua attenzione nuovamente su Zoro. Aveva la fronte bagnata di sudore, tremava. Aveva la febbre molto alta, il cuore batteva fortissimo per ripompare tutto il sangue di cui il suo organismo aveva bisogno e il capitano aveva il terrore di quello che poteva succedere: temeva che il suo cuore cessasse di attere per affaticamento.
Ma non poteva fare ormai nulla più di quello che aveva già fatto. Solo aspettare che Zoro tornasse a vedere la luce del giorno.

___________

Sanji era come imbambolato. Guardava le fiamme che si stagliavano contro il cielo scuro, la luce rossa in cui era rimasto Zoro, tagliarsi contro la quiete notturna.
Lo spadaccino non era mai stato tra le sue principali simpatie... ma non voleva che morisse.
Era incapace di muoversi. Boccheggiava.
Zoro stava bruciando vivo e lui non aveva potuto salvarlo. Zoro era morto per colpa sua. Perché non l'aveva fermato sulla nave. Perché non glielo aveva impedito con tutte le sue forze.
Come avrebbe potuto spiegare la morte dell'amico a Nami? A Rufy? A tutti gli altri?
Forse doveva solamente dire la verità. Forse sarebbe stata l'ora di dirla sul serio. Le sue bugie non avevano portato a nulla. Solo sangue. E Sanji non era abbastanza forte da poterne sopportare altro sulle sue spalle.

Lo stesso spettacolo si poneva davanti agli occhi di Goemon.
Quello che era successo andava oltre la sua comprensione. O meglio, era combattutto tra la comprensione e qualcosa che gli faceva considerare Zoro uno stupido.
Infatti da una parte comprendeva il suo orgoglio, comprendeva le sue motivazioni, comprendeva la sua richiesta finale. Ma non capiva fino in fondo cosa avesse potuto spingere un ragazzo così giovane ad andare incontro alla morte con piglio così deciso.
Perché era giovane, estremamente giovane e certo questo non faceva altro che aumentare i sensi di colpa in Goemon. Avrebbe potuto rifiutarsi di combattere, avrebbe potuto negargli questa possibilità. Lui era il più forte... c'erano tanti modi che avrebbe potuto usare per evitare l'accaduto.
La verità forse è che non gli importava di ucciderlo. Ma ora che l'aveva fatto si rendeva conto di essere sceso tanto in basso da accettare la richiesta di un ragazzino accecato dall'orgoglio: un errore che un samurai come lui non poteva permettersi.

Fujiko forse era la meno colpita. Non era morto un suo amico, né un suo compagno, e non era stata lei a macchiarsi le mani.
Ragionandoci con la mente lucida aveva capito che quella era la cosa migliore che potesse succedere: nessuno dei suoi due colleghi del furto era morto, quindi non avrebbero dovuto sostituirlo. Quello che era morto era solamente una seccatura: aveva rischiato di prendere il posto di lavoro a Goemon, inoltre la sua insensata voglia di rivincita non avrebbe mai dato tregua al samurai, compromettendo così l'intero piano che lei e gli altri avevano elaborato.
Nonostante la sua freddezza ebbe il buon gusto di tenersi i suoi pensieri per sé. Due dei suoi solleghi sembravano distrutti. Se erano distrutti avrebbero reso meno e mancavano pochi giorni al colpo. Non potevano rendere meno.
Era sicura di non poter fare nulla per Goemon: la sua sola presenza avrebbe irritato il samurai ancora di più.
Ma su Sanji era sicura di avere un certo ascendente. Decise quindi di agire su di lui, di fare in modo che si riprendesse.

- Mi dispiace tanto Sanji. - andò ad abbracciarlo, con voce dolce. All'inizio, mentire sempre.

- Era l'essere più indisponente che avessi mai conosciuto. - disse Sanji, mentre piangeva lentamente. - Ma volevo evitare che accadesse questo. -.

- Non è stata colpa tua. - cercò di tirarlo su. - Non avresti potuto fare niente per fermarlo. Era molto orgoglioso, se ha deciso di agire in quel modo avrà avuto i suoi buoni motivi, non credi anche tu? - dopo la menzogna, la diplomazia.

Il cuoco annuì.

- Tu non pensi che lui fosse uno stupido, vero? -.

- Beh, un po' lo era talvolta. - ammise il cuoco. - Ma non fino a questo punto. -.

- Allora ha scelto di morire per cognizione di causa. Non ha senso piangere per un destino che lui stesso si è scelto. - fece una pausa. - Lui non vorrebbe essere pianto, probabilmente perché adesso sta meglio di noi. Invece la vita gli sarebbe stata impossibile. -.

Sanji scosse la testa. Sapeva che quello che gli stava dicendo la donna aveva un fondo di verità, ma non poteva comunque fare a meno di sentirsi colpevole in parte.

- Cosa dirò agli altri? - le domandò infine.

Fujiko lo guardò stranamente. - Gli altri chi? -.

- Nami per esempio. - si affrettò a rispondere lui. - Che dirò a Nami? E a Nico Robin? -.

- Nico Robin sa la verità. - rispose Fujiko. - Agli altri basta che tieni nascosta la storia del furto. Digli solamente del duello. -.

- Mi accuseranno di non averlo fermato. -.

- Tu hai tentato di farlo? - domandò lei.

- Sì. - la voce del biondo era piena di rimorsi.

- E allora non capisco perché tu ti compianga in questo modo. Dovresti avere la coscienza pulita Sanji. Hai fatto tutto il possibile per evitarlo. - la sua voce era sonora, eppure sembrava quasi annoiata.

Ma Sanji non riusciva a muoversi. Era più forte di lui.
Fujiko capiva che aveva bisogno di qualcosa di più forte di una semplice conversazione per farlo reagire.

- Sanji guardami. - gli prese il volto tra le dita smaltate e lo voltò verso di lei. - Tu non devi sentirti colpevole. -.

- Tu non puoi capire. -.

Poi fu un momento. Fujiko posò le sue belle labbra su quelle del cuoco, stampandogli un bacio sulla bocca. Sentì le mani del cuoco poggiarsi sulle sue spalle e allontanarla.

- Non voglio. - rispose lui, voltandosi. - Devo raggiungere casa. -.

Fujiko lo guardò soddisfatta allontanarsi nell'ombra. Sorrise soddisfatta, passandosi un dito sulla bocca: era soddisfatta, era riuscita a farlo reagire.
Goemon aveva osservato tutta la scena senza dire una parola.

- Era proprio necessario? - domandò quando il cuoco ormai era sparito.

- Era per scuoterlo. - rispose lei. - Adesso smettila di pensare a quel ragazzino, ormai è morto. - era brusca. - E andiamo via, prima che arrivi la polizia e ci accusi di qualcosa. -.

Gli occhi di Goemon si riempirono di disprezzo. - Come puoi essere così falsa e calcolatrice, donna? -.

- Sono la mia forza. - ammise Fujiko. - Non ho intenzione di finire sbattuta in cella per un omicidio che non ho commesso, e Lupin non sarebbe affatto felice di sapere che ci sei finito tu. -.

- Forse sarebbe quello che meriterei. -.

- Forse. - confermò la donna. - Ma adesso tu ci servi per il furto. Quando avremo quello che vogliamo potrai andare in tutte le prigioni che vorrai. Ma fino ad allora non avrai alcun coinvolgimento nella storia. Ricordati che ti sei preso un impegno con me, Lupin e Jigen. - fece qualche passo allontanandosi poi si voltò. - Allora, vuoi continuare a stare nella banda o preferisci affrontare un processo per omicidio volontario? -.

Goemon lanciò un ultimo sguardo alle fiamme. Si convinse che Fujiko, falsa e calcolatrice aveva ragione: stare lì non era di aiuto alcuno.

___________

Sanji doveva immaginarsi che le fiamme avrebbero destato l'attenzione di mezza città. Lui però si sentiva estraneo alla folla che correva, urlava e strepitava, accanto a lui. Si sentiva in un baratro personale di tristezza.
Il suo compagno era morto. Lui aveva tradito il suo grande amore per Nami con quel bacio a Fujiko. L'aveva respinta, ma questo non era servito a renderlo più giustificabile.

Fu proprio il volto di Nami il primo che vide quando salì sulla Going Merry. Tutti i suoi membri erano sul ponte ad ossevrare le fiamme.

- Chissà com'è cominciato l'incendio. - si stava domandando Chopper.

- Non lo so. - rispose Usop. Persino lui sembrava preoccupato. - Forse qualcuno imprudente ha lasciato materiale infiammabile... - provò a supporre, ma non ci credeva molto nemmeno lui.

- Le fiamme si stanno espandendo. - osservò Nami, preoccupata.

- Ci sono possibilità che arrivino fin quaggiù, Nico Robin? - domandò nuovamente Chopper.

L'archeologa osservò le fiamme con attenzione. Era molto più preoccupata di quello che dava a vedere: non temeva che le fiamme raggiungessero la loro nave, di quello ne era sicura, come era sicura del fatto che se le fiamme si fossero avvicinate avrebbero preso subito il largo. Quello che la preoccupava era che il luogo dell'incendio coincideva con quello dove Zoro aveva dato appuntamento a Goemon per il loro duello.
Zoro non era sulla nave. Sanji nemmeno. Nessuno dei due era in vista. Che cosa avrebbe dovuto pensare?

- No, dottore. - rispose, mantenendo la voce calma. - Non devi avere paura per questo. -.

Rufy osservava le fiamme e si vedeva benissimo che lui ardeva di curiosità. A suo parere il contrasto che il rosso del fuoco faceva con le tenebre notturne era uno spettacolo incomparabilmente bello. Il fatto che tale gioco di luci potesse essere pericoloso per lui era fuori discussione. Più o meno era come osservare dei fuochi d'artificio.
Nami sbuffò, seccata a quel comportamento.

- Ma non ti viene in mente che qualcuno potrebbe farsi veramente male? - domandò arrabbiandosi.

- No. - rispose semplicemente Rufy. - Chi mai potrebbe trovarsi in un posto come quello a quest'ora? -.

Nami abbassò lo sguardo. - Non lo so... - rispose. - Ma, onestamente sarei più tranquilla se Sanji e Zoro tornassero sulla Going Merry. -.

Proprio in quel momento Usop vide una sagome che andava contro il flusso della folla, proprio verso la nave. Non ci mise molto a riconoscerlo. - Ehy, ma quello è Sanji. - si sporse un po' per sventolare la mano. - EHY SANJI! - urlò, per farsi sentire.

Nami sentì un peso svanire dal petto. Sanji stava bene. Questa consapevolezza non le impedì di corrergli incontro mentre lui saliva a bordo.

- Sanji! - esclamò. - Stai bene! -.

Lui annuì, senza particolare entusiasmo. In effetti aveva una vera e propria faccia funerea. Rufy lo osservò. - Che cos'è quella faccia? -.

Sanji non rispose. Durante il percorso non era riuscito a trovare la forza né le parole per rispondere a quella domanda. Alla quale però implicitamente rispose Nico Robin. - Sanji... dov'è Zoro? -.

A quella domanda tutti si voltarono verso Sanji, che teneva gli occhi bassi. Come risposta lui si passò un braccio sugli occhi, ad asciugare le ultime lacrime, che non voleva fossero viste.

- Il duello. - rispose. - Ha vinto il samurai. -.

Nico Robin parve particolarmente colpita a quelle parole. Gli altri non volevano capire. - Che cosa? - domandò Usop. - Ti dispiacerebbe spiegare anche a noi? -.

Sanji sospirò. - Vi ricordate il samurai che lo aveva sconfitto per ottenere il posto di lavoro alla scuola? Zoro l'ha sfidato a duello. Si sono scontrati. Poi Zoro ha fatto scoppiare l'incendio. E quando sono arrivato era già morto. -.

Le sue sintetiche parole di spiegazione furono seguite da un breve istante di silenzio. Chopper cominciò a piangere sonoramente. Usop ancora non si rendeva conto dell'accaduto.
Nami invece si sentì crollare il mondo addosso. La colpa di tutto era sua. Se Zoro non avesse cercato un lavoro per lei tutto questo non sarebbe successo.
Spalancando gli occhi fece qualche passo di corsa verso la passerella per scendere dalla nave. - ZORO! - urlava.

Rufy aveva intuito le sue intenzioni, quindi aveva prontamente allungato le braccia e l'aveva afferrata riportandola indietro. - LASCIAMI RUFY! - urlò lei. Si divincolava come un pesce fuor d'acqua, voleva essere lasciata.
- Smettila Nami. - la voce di Rufy era ferma, eppure i suoi occhi tremavano. - Non c'è più nulla che tu possa fare adesso. -.

- Non è vero! Lasciami! -.

Stava smettendo di divincolarsi. Aveva però molta rabbia dentro di sé. 
Doveva riversarla su qualcuno. Sull'unica persona che forse poteva avere qualche colpa. - Tu lo sapevi! - accusò Sanji. - Tu lo sapevi e non hai fatto niente per fermarlo! -.

- Questo non è vero. - rispose Sanji. - Ti ho detto stamattina che avevo provato a parlargli. -.

- Parlargli, eh? Parlargli? E non mi hai detto nulla! Dov'eri quando è morto? DOV'ERI SANJI? - si strattonò via da Rufy e con violenza inaudita si avventò su Sanji tirandogli uno schiaffo in piena guancia. Sanji non si oppose. Rimase a prendersene anche un altro. E poi un terzo.
In qualche modo Sanji sapeva di meritarsi quegli schiaffi.

- Dai tira. - la incoraggiò a voce bassissima, in modo che solo lei potesse sentirlo. - Sfogati Nami. Sappi solo che quando è morto stavo cercando di raggiungerlo. Ma sono arrivato tardi. -.

Nami invece pensò che non si meritasse tali schiaffi, ma doveva sfogare il suo grande senso di colpa su un capro espiatorio plausibile.
Sanji chiuse gli occhi. Era in attesa di un quarto ceffone ben assestato, ma questo non arrivò.

Nami era stata immobilizzata da molte braccia di Nico Robin. Che si avvicinò alla sua sorellina.

- Basta così Nami. Sanji non ha colpa e lo sai anche tu. -.

Nami tirò su col naso a quelle parole, mentre continuava a piangere. - Sapevamo che Zoro non si sarebbe fermato a quel duello, sapevamo che non potevamo fermarlo. Io e Sanji ci abbiamo provato. Anche il samurai ha provato a dissuaderlo e non c'è stato nulla da fare. Zoro ha scelto la sua fine e noi non siamo nessuno per criticare o incolpare qualcun altro della sua scelta. Saremmo solo degli egocentrici se pensassimo che l'accaduto sia colpa nostra. - fece una pausa. - E ipocriti. Più occupati a cercare di dare la colpa a qualcuno o a noi stessi per dispiacerci della morte del nostro amico. -.

Quindi lasciò libera Nami, che abbassò spontaneamente il braccio. Sanjì alzò gli occhi su di lei e ci vide dentro un oceano di dolore.

- Mi dispiace Sanji. -.

Lui scosse la testa. - Non importa Nami. Posso capirti. - rispose lui. Allargò le braccia e aspettò che Nami si appoggiasse a lui per finire di piangere. Quindi senza aggiungere una sola sillaba lasciarono il ponte. E Nico Robin dopo di loro.

Usop e Chopper erano devastati.

Solo Rubber guardava serio in direzione dell'incendio. Poi si voltò verso Usop. - Sarà... - disse gli disse. - Ma secondo me Zoro è da qualche parte ancora vivo. -.

____________

- No, Kuina. NO. KUINAAAAA! -.

Ma la figura della ragazza era quasi scomparsa nella luce, che lui per quanto si sforzasse non riusciva a raggiungere. Era come se qualcosa, qualcuno lo stesse trattenendo in quello stato di oscurità...

L'oscurità non fu oscurità ancora per molto. Vide come una specie di luce, la luce del sole che lo stava per raggiungere, opposta alla luce dove stava scomparendo Kuina. Quella era una luce magica e surreale, la luce alle spalle di Zoro invece era una luce che si faceva avanti con forza nell'oscurità in cui Zoro era tornato felice come mai lo era stato per molti anni.

E come non c'era stato modo di inseguire Kuina nel regno dei morti non c'era modo di evitare la luce del sole che lo avrebbe riportato nel regno dei vivi.

- KUINA NO! NON VOGLIO! - urlava con tutte le sue forze.

Ma era inutile urlare. Nemmeno un tenore avrebbe potuto convincere la luce a fermarsi. Prima che entrambi fossero risucchiati dalle rispettive luci sentì le ultime parole di lei. - Ti voglio bene Zoro. Mi mancherai. -.

Non ebbe tempo di urlare il suo nome un'ultima volta. Non ebbe tempo di fissare l'immagine di lei nella mente.

Semplicemente aprì gli occhi e urlò di dolore, stringendo i pugni e ritrovandosi in un letto che non era il suo.

Non sapeva dove si trovasse.

Ma era vivo.

E Kuina era morta.

Ancora una volta.

E nella sua mano strinse il medaglione di lei.

Non era stato tutto un sogno quello che aveva fatto. Era stato tutto vero.

 

Poco dopo accorse un uomo, col volto mascherato. - Ah, ti sei svegliato. - disse. Dal tono di voce sembrava fosse sollevato. - Ti davamo per spacciato ormai, io e il medico. - non esitò a spiegare.

Zoro sentiva la testa che gli rimbombava. Tentò di toccarsela con la mano, ma il dolore che provava era troppo forte per fare anche un semplice gesto come quello.
Non aveva nemmeno la forza di parlare. Quanto sangue aveva perso?
A giudicare dalla fatica che stava compiendo il suo cuore, tanto. Troppo.

Vide che l'uomo con la maschera aveva aperto le finestre. Le luci del sole mattutino invadevano la stanza. Quindi era colpa di quel buffone mascherato se lui era ancora vivo.

- Non posso dirti il mio nome. - disse subuto il capitano. - Chiamami Capitano Mask, come fanno tutti qui. Se hai bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, non esitare a chiedere. -.

Zoro annuì. Provava fatica persino a fare quel piccolo movimento.

L'unico pensiero logico che la sua testa fasciata riuscì a formulare fu "Rufy..." e lo espose al capitano. Il quale, con grande sorpresa di Zoro, comprese ciò che stava cercando di dirgli. In effetti Zoro non si sorprese, ancora non era in grado di comprendere che il capitano aveva capito ciò che intendeva, ma se ne fosse stato in grado si sarebbe stupito.

Il Capitano Mask si diresse invece verso il tavolo, prese una penna e scrisse poche righe di suo pugno.

Zoro sta bene. Sono un capitano, è sulla mia nave. Tonerà da voi non appena sarà guarito.

Quindi chiamò uno dei suoi uomini più fidati.

- Ditemi, capitano. -.

- Recapitate questo biglietto ad un membro dell'equipaggio della nave chiamata Going Merry. Dovrebbe essere ancorata al porto. -.

Il sottoposto annuì e si sbrigò a togliere il disturbo. Zoro si era riaddormentato sotto gli occhi del capitano.

Ma questa volta, lo sapevano entrambui, era un sonno da cui si sarebbe risvegliato sicuramente.

_________

Sanji aveva aperto la porta della stanza di Nami e l'aveva appoggiata sul suo letto.

Dopo ciò che aveva detto Nico Robin nessuno osava addossarsi la colpa. Avevano capito che l'archeologa aveva ragione, che Zoro aveva fatto la sua scelta e che loro dovevano rispettarla.

Sanji fece per uscire.

- Aspetta. - lo richiamò Nami.

Sanji si fermò e si voltò verso di lei.

- Mi dispiace per prima. - cominciò. - Non avrei dovuto aggredirti in quel modo barbaro. -.

Sanji scosse la testa. - Non importa. - rispose lui. - Avevi bisogno di sfogarti, tutto qui. -.

- Sì, ma tu non hai nemmeno reagito. - insistette lei.

- Non ti toccherei mai nemmeno con un dito. -.

- Lo so. Lo so che non lo faresti. -. 

Sanji si appoggiò allo stipite della porta e chiuse la mano a pugno. - Oggi... è successa una cosa. -.

- Molte cose. - lo corresse lei.

- Molte cose. - confermò lui. - Fujiko mi ha baciato. - confessò lui. - L'ho respinta. - aggiunse subito dopo. - Lo so che è difficile da credere. Quindi se non ci crederai ti capirò. Pensavo solo che dovessi saperlo. -.

Quindi fece qualche passo per oltrepassare la porta.

- Io ti credo Sanji. - lo raggiunse la voce di Nami. - Ci credo che tu l'abbia respinta. -.

Sanji voleva esserne sicuro. - Come fai ad affermarlo con certezza? -.

- Mi fido della tua parola. - rispose Nami. - E poi mi hai sempre amata. -.

 

L'angolo della Matrix

Mi dispiace molto per il ritardo... il fatto è che questa settimana ho dovuto fare un sacco di prove per il musical, l'esibizione del musical e ho dovuto sostenere l'esame teorico della patente. Considerando che le prove erano dalle 4 del pomeriggio a mezzanotte e che la mattina dovevo studiare, non ho avuto molto tempo per scrivere.
Questo comunque è il capitolo che è venuto fuori questa volta. Mi rendo conto che non è un granché, ma ci tenevo troppo a questa specie di incontro tra Zoro e Kuina, ho voluto porre l'accento sull'amicizia profonda che incorreva tra i due, un'amicizia che nella realtà non esiste più: esiste solo in un mondo al di là e nella mente di Zoro. Un'amicizia che non ha più diritto di essere messa davanti a quello che la realtà presenta davanti al nostro spadaccino. Ero convinta che solamente Kuina stessa potess far comprendere questo a Zoro.
Ah, ecco, leggendo le vostre recensioni mi sono chiesta che cosa vi avesse convinti che Zoro non fosse morto... io non ho mai detto che si sarebbe salvato, ho detto che era stato tirato fuori dalle fiamme...
Con Sanji e Nami ci sto andando cauta per ora... il fatto è che Nami non ha mai mostrato il minimo interesse per Sanji e farla innamorare così, da un capitolo all'altro, mi sembra un po' troppo campato per aria.
Quanto a Fujiko in questo capitolo ho voluto dare di lei l'idea della donna falsa e calcolatrice, perché in fondo, beh, lei è proprio così. E non teme di usare tutte le risorse che ha a sua disposizione per ottenere quello che vuole. E io non ho nessuna intenzione di criticarla per questo suo atteggiamento... una persona che pensa solamente alla realtà di quello che sta succedendo, ci vuole.

Sono curiosa di sapere che ne pensate, nel frattempo passo ai ringraziamenti:

  • Nicoranus83: sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto :) Questo probabilmente non lo troverai né coinvolgente né intrigante, ma anche i personaggi hanno una loro psicologia su cui occorre soffermarsi qualche volta... e poi quelli coinvolgenti e intriganti arriveranno xD Aspetto comunque un tuo parere su questo capitolo. Bacione!
  • Levsky: sono lieta di sapere che ti stai schiarendo le idee... chissà, forse da questo capitolo ti sei fatta un'idea su chi possa essere il capitano. Mi dispiace di aver allungato il tempo della tua curiosità :( Cerca di capire, cause di forza maggiore. Fammi sapere se questo capitolo ti è piaciuto. Bacione!
  • Crybaby: no, tranquillo, non potrei mai dimenticarmi di tutto... è una trama così complicata che se me la dimenticassi sarei finita... non potrei più ricostruirla xD Grazie per il tuo augurio, e io a mia volta mi auguro che tu abbia gradito questo capitolo :) Bacione!
  • minouche86: tranquilla... so come ci si sente nei periodi di fuoco, hai tutta la mia comprensione. In realtà dare il tuo nome alla bambina mi sembrava il minimo che potessi fare, non credi? In fondo se sto scrivendo questa fan fiction è per merito tuo. Sei la persona a cui la dedico, sei la datrice e quindi anche il motivo per cui la scrivo :). Per quello che riguarda la trama, ammetto che la sto complicando un po' rispetto a quella semplice e lineare che ti scrissi a suo tempo xD Spero di continuare a sentire la tua opinione su questa ff. Bacione!
  • myki: la citazione della cameriera e quando dici che emerge la mia parte ingenua... l'ho trovata una cosa così dolce *_*. In effetti ho voluto denotare la somiglianza tra le due... ed è emersa anche una differenza tra noi due... tu non sopporti in Fujiko la mancanza di sogni ad occhi aperti, io invece l'ammiro per questo. Ed è esattamente per questo che non critico in alcun modo il suo atteggiamento tenuto in questo capitolo. Anzi... visto da un punto di vista puramente logico secondo me è anche un ragionamente giusto. Privo però di qualsiasi sentimento. Quanto alla critica sul fatto delle domande che si pone il lettore... vuoi sapere la verità? Non avevo mai fatto caso a questa mia tendenza. E' la mia trama, è la mia storia, è solo mia: per questo pianifico la trama in tutto e per tutto. questo è voluto pienamente. Per il fatto il lettore si chiede quello che voglio che si chieda, invece, monopolizzo troppo? Forse. Però comunque la scelta ultima su cosa domandarsi spetta al lettore stesso... come te ne sei accorta tu, se ne può accorgere chiunque altro. E pormi domande diverse, domande che forse non riesco a prevedere, a cui sarei comunque felice di rispondere. In questa storia c'è però da dire che i rapporti tra i personaggi... beh ecco, su quelli è normale che nessuno si ponga domande, perché chi legge la storia o legge anche il manga o perlomeno ha visto il cartone... quindi sa già il perché e il per come dei rapporti... xD
    Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Bacione!

Grazie a tutti coloro che hanno aggiunto questa storia fra i preferiti e le seguite!!

A presto!

@matrix@

NB: Domani riparto per Rimini, stavolta, e sto via un'altra settimana :(

 

 

 

  
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