Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Eevaa    20/01/2019    7 recensioni
...perché Kaarot, del resto, era l'unico che avrebbe potuto capirlo veramente, era l'unico il quale, per altri motivi, stava subendo il suo stesso identico destino. E, proprio come lui, aveva un'altra vita intera da vivere, da scrivere. Per un attimo, per qualche breve secondo, provò compassione per quell'uomo così come l'aveva per se stesso.
Erano entrambi sulla stessa barca e, volenti o nolenti, avrebbero dovuto cominciare a remare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©. 

Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.
 
 

-AFTER ALL -
CAPITOLO 65 - IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI

 


Can we make it better?
'Cause I'm losing hope
So, tell me how to be in this world
Tell me how to breathe in and feel no hurt
Tell me when the light goes out
That even in the dark we will find a way out
Tell me now 'cause I believe in something
I believe in us


Us: https://www.youtube.com/watch?v=s31XTrGJchQ
 
 

 
L'odore del pianeta Namabak era speziato, molto simile ai vecchi vicoli delle regioni dell'Est sulla Terra. La luce rossastra che aleggiava intorno a quel globo umido ricordava tanto l'atmosfera di Vegeta Sei, e il principe non poté proprio fare a meno di notarlo. Il caldo, l'afa e la gravità leggermente superiore a quella terrestre non rendevano affatto meno faticoso il lungo cammino tortuoso compiuto dai due saiyan e da Kibitoshin per arrivare all'ingresso di quello che sembrava, a tutti gli effetti, un castello abbandonato. Dove diamine erano finiti tutti i namecciani di quel pianeta? Perché il silenzio regnava sovrano in quella grande città tropicale?
Goku poggiò la mano contro il muro umido e muschiato che delimitava gli ultimi gradini prima della porta di accesso e, con suo grande stupore, lo trovò freddo. Si staccò immediatamente e aggrottò le sopracciglia, poi venne esortato a procedere dai suoi compagni di viaggio i quali, spingendo senza troppa forza il portone in rame, si addentrarono all'interno del castello dai mattoni color sabbia.
Si ritrovarono in un corridoio buio e umido, l'unica illuminazione che permetteva loro di poter proseguire era data da delle piccole feritoie posizionate a distanza di una decina di metri l'una dell'altra. L'odore di muffa e di stantio pervase i sensi dei due mortali, costringendoli a respirare con la bocca. A differenza delle alte temperature esterne, in quel posto l'umidità riusciva quasi a penetrare nelle ossa.
«Kibitoshin, lei è certo che le sfere e l'anziano saggio si trovino in questo posto?» domandò Goku scrutandosi intorno, guardingo. Di certo quel luogo non corrispondeva alle consuete abitazioni namecciane alle quali erano abituati e, inoltre, sembrava che le aure degli abitanti del pianeta fossero inesistenti.
«Le coordinate che mi ha dato Gil erano queste. Ma mi sembra tutto molto... strano. Kibith è stato su Namabak, una volta. I vicoli delle città erano affollati di gente, anche di stranieri. I namecciani autoctoni sfruttano le risorse di questo pianeta per l'agricoltura ma, come ben sapete, loro non necessitano di nutrirsi di cibo, e tutto il raccolto viene venduto nei mercati per sfamare le colonie indigene di alieni che risiedono nei sobborghi delle città. C'è un grosso giro di commercio di solito, qui!» spiegò Kibitoshin affondando tra i ricordi di quando ancora non era composto da due esseri distinti.
«Eppure ora come ora sembra una città deserta» constatò l'ovvio Goku, seguendo l'istinto e i suoi cinque sensi per orientarsi nei corridoi di quel castello preceduto solo dalla figura di Vegeta il quale, estremamente insospettito, non proferì parola fino a quando, flebili e irriconoscibili, egli captò gli strascichi di alcune auree al di là di un'altra porta.
«Per di qua, ho sentito qualcosa!» si limitò a dire secco. Sostò per qualche secondo con l'orecchio teso alla lamiera della porta, cercando di capire se qualcuno stesse parlando. Una strana sensazione l'aveva attanagliato sin dal primo momento nel quale era giunto su quel pianeta ed un nodo all'altezza della gola non lo aveva mai abbandonato. Un presentimento, un dubbio.
«Andiamo?» gli domandò Goku con un sussurro. Si posizionò al suo fianco vicino alla porta e attese il via libera da parte dell'alleato il quale, senza mostrare la titubanza dalla quale era stato pervaso, annuì lentamente.
Si addentrarono nella stanza semi buia incerti, ricercando con lo sguardo qualcuno o qualcosa che potesse dar loro delle risposte, ma quel qualcuno non si mostrò, non subito almeno.
«Sento l'aura dell'anziano saggio, viene da quella parte» intimò Goku ai due compagni avanzando più sicuro verso l'ombra, frenato però dall'interrompersi dei passi del suo amico. Perché Vegeta, con la bocca spalancata e gli occhi tremanti, aveva smesso di camminare nell'esatto momento in cui, provenienti dall'oscurità più tetra, egli aveva avvertito delle auree più che famigliari.
Il rumore delle suole di stivali pulsò nelle orecchie dei due saiyan e, come fantasmi, quattro figure apparvero alla flebile luce di una feritoia, riflettendo il bagliore sulla loro pelle ambrata. E solo in quell'istante il principe dei saiyan ebbe l'incredibile conferma all'intuizione avuta poco prima.
Due uomini, due donne. I primi erano alti, possenti, con lo sguardo accigliato e le labbra strette. La più bassa delle due donne, vestita con abiti sfarzosi, aveva lunghi capelli neri raccolti in una coda e un diadema rosso poggiato sul capo. L'altra, leggermente più alta e fasciata da abiti da combattimento neri, portava i capelli corti fin sotto le orecchie e aveva uno sguardo perso, quasi dolce.
Rimasero fermi, immobili tra la luce e l'oscurità per qualche secondo, accarezzati dagli sguardi terrorizzati dei due saiyan. E, se Vegeta non avrebbe potuto avere dubbi su chi fossero quegli individui, Goku ci impiegò meno di un istante a capire chi stesse osservando, e lo comprese non soloperché l'uomo con una bandana rossa legata in fronte sembrava la sua esatta fotocopia, ma perché l'aura emanata da lui stesso e dalla donna dai corti capelli corvini al suo fianco generò in lui un immediato imprinting. Emanavano un odore inconfondibile, lo stesso odore che aveva avuto modo di captare in Radish. I suoi sensi acutizzati di saiyan non lasciavano ombra di dubbio e, a implementare la sicurezza di non aver preso un abbaglio, la voce roca del principe scandì quelle parole che mai avrebbe potuto immaginare di udire.
«P-padre... madre...» balbettò Vegeta, con un tono di voce irriconoscibile. Aspro, impaurito, ma nel contempo sollevato. Un brivido gli percorse tutta la spina dorsale quando, al suono di quelle parole, due dei saiyan mossero i loro passi verso di lui.
«Mio principe» sussurrò la donna dai lunghi capelli corvini quando, con movimenti incerti, si posizionò davanti al figlio alzando leggermente il mento per specchiarsi nei suoi occhi. Vegeta tremò, non avrebbe mai creduto di poter di nuovo sentire quelle parole, il suono di quella voce che lo riportò indietro più di mezzo secolo quando, per l'ultima volta, sua madre lo aveva salutato per salpare per un pianeta lontano e rimanere uccisa in battaglia. Aveva cinque anni. E tremò ancor più forte quando, esitante, le permise di poggiare il palmo della sua piccola mano aperta all'altezza del cuore. Re Vegeta, con le braccia conserte, incrociò lo sguardo del figlio con espressione indecifrabile.
«Ragazzi, questa situazione no-» si apprestò a dire Kibitoshin appena dietro di loro, venendo però interrotto dal suono della voce dell'uomo con una profonda cicatrice sulla guancia.
«Kaarot, figlio mio...» disse sicuro il guerriero che Goku sapeva si chiamasse Bardak. Gli poggiò una mano sulla spalla, mentre l'altra saiyan si apprestò a carezzargli una guancia seppur con il volto contratto. Non la conosceva, non la ricordava eppure era certo che in quegli occhi ci fosse qualcosa di strano, qualcosa di incredibilmente diverso dal solito. Che sciocchezza! Come poteva pensare una cosa del genere, non avendola praticamente mai vista?
«Come sei cresciuto» sussurrò lei con un sorriso tirato, ritraendo la mano dal viso del ragazzo dai capelli a forma di palma. No, no, no, c'era assolutamente qualcosa di strano e di malsano in tutto quello. Con il cuore in gola e la faccia di chi avesse appunto visto un fantasma Goku si girò di scatto in direzione del suo alleato e, posando lo sguardo sul suo viso, sussultò.
Mai, mai prima di allora aveva potuto ammirare il volto di Vegeta contrarsi in quel modo. Mai prima di quel giorno lo aveva visto tremare così forte. Perché il principe dei saiyan, con la bocca digrignata in una curva traboccante di disprezzo, lasciò cadere una lacrima incandescente lungo la guancia. Goku lo guardò alienato, ma poi capì, comprese perfettamente ciò che stava accadendo. Perché, dopo qualche secondo di esitazione, la donna di nome Rosicheena allontanò la mano dal corpo del figlio e prese con essa la rincorsa per trapassargli il petto all'altezza del cuore. Vegeta, di scatto, le afferrò il polso quando percepì le unghie della madre essere tanto vicine da graffiargli lo sterno, bloccando il suo tentativo di ucciderlo a sangue freddo.
Le ringhiò in faccia, sprezzante e furente, allontanandola da sé con uno spintone. E fu proprio in quel momento che, con uno scatto felino, i quattro saiyan caricarono la loro stirpe con delle urla grottesche.



Non erano forti, non per loro che oramai avevano raggiunto un livello abbondantemente superiore, ma non fu affatto semplice. Non fu cosa facile, specialmente per il principe dei saiyan, trovarsi a compiere un atto del genere. Combattere i propri genitori.
Goku, spiazzato più che mai, si ritrovò a difendersi senza attaccare, parare gli attacchi combinati di Bardak e Gine i quali, agguerriti più che mai, mirarono agli organi vitali del figlio senza fare troppi problemi. Non li conosceva, Goku, ma era ben certo che nonostante fossero dei saiyan duri e crudi, non avrebbero mai compiuto un atto del genere nei confronti della loro stessa prole. Specialmente sua madre. Erano sicuramente posseduti da draghi, ma cosa avrebbe potuto dire loro per farli desistere? Come avrebbe fatto a riportarli alla realtà e farli smettere di essere semplici marionette se a malapena conosceva i loro nomi?
«Bardak, piantala! Non puoi battermi!» gli intimò Goku roteando il busto per schivare un suo attacco, parando poi un pugno infertogli dalla madre con il grosso palmo della mano. «Parliamone!»
Ma, di tutta risposta, ottenne semplicemente ruggiti e insulti. E cosa avrebbe dovuto fare? Attaccare di nuovo con tutta quella manfrina su Freezer e compagnia bella? Non ci aveva mai parlato in vita sua, si sentiva come bloccato a comunicare con loro.
Vegeta, fermo immobile con i piedi ben ancorati al terreno, schivava gli attacchi di entrambi i suoi genitori senza difficoltà, senza scomporsi fisicamente, ma con un mastodontico macigno all'altezza del petto fino a quando, raggiunto il limite della sopportazione, decise di porre la parola fine a quella straziante vicenda. Si illuminò circondandosi di raggi di luce incandescenti, dorati come i propri capelli a punta. Gli occhi dal taglio allungato si fecero improvvisamente chiari, pungenti, colmi di rabbia fino a lacrimare. E così, esplodendo in mille scintille, quattro fasci di pura energia distruttiva si irradiarono dai suoi palmi, investendo in pieno i saiyan venuti dall'Inferno. Ci erano rimasti fino a quel giorno, e lì sarebbero ritornati.
«KAAROOOT!» gridò l'uomo con la bandana rossa tra gli spasmi, sciogliendosi poi come neve al sole a causa della troppo elevata temperatura dell'attacco energetico.
«PRINCIPEEEE!» urlò stridula Rosicheena portandosi entrambe le mani sul volto, scomparendo tra la luce e l'elettricità lasciando solo tra le sue ceneri il diadema della famiglia reale.
Affannato, sconvolto, sudato e affranto il principe smise di emanare l'energia dorata, rimanendo per qualche secondo in silenzio, scandendo quell'interminabile tempo con i propri respiri. Ma Goku, allibito e spaventato tanto quanto lui, non fece in tempo a dire niente, non riuscì nemmeno ad avvicinarsi a lui che Vegeta esplose nel grido di rabbia più intenso e pregno di amarezza che avesse mai sentito.
«AAAAAAAAAAAAAAAAH!»
Dandosi lo slancio con le gambe scattò in avanti illuminando il tetro castello con il riflesso del Super Saiyan, correndo poi all'impazzata in una direzione poco chiara.
«Vegeta! Ma dove vai?!» domandò Goku cominciando anch'egli a correre per inseguirlo, accompagnato da un Kibitoshin assolutamente incredulo.
Corse, corse veloce e quasi scoordinato Vegeta, colto da tremori e spasmi di furia incontrollata, corse fin quando finalmente giunse di fronte a una scala in pietra che portava a quelle che, probabilmente, erano le prigioni. Smise di correre e iniziò a volare velocemente, attraversando un grosso atrio con un pozzo grandissimo al centro. E sì, sua maestà fece perfettamente caso che, strabordanti ai lati del pozzo, decine e decine di corpi di namecciani erano riversi al terreno. Probabilmente ne era pieno, probabilmente era proprio lì dentro che i nemici avevano riposto i cadaveri delle brava gente di quella città per tirare i due saiyan dritti nella trappola. Ci fece caso eccome ma non avrebbe voluto perdere altro tempo, Vegeta, non attese un secondo di più per inseguire quella tiepida sensazione, una pulsione vitale proveniente dalla più oscura e umida delle celle di quella prigione. Non aspettò Goku e Kibitoshin i quali, nauseati e atterriti dalla scoperta di tutti quei corpi, avevano arrestato per qualche secondo il loro folle inseguimento. Il principe si diresse guidato dall'ira incontrollata in direzione di quella debole aura e trovò esattamente ciò che si aspettava.
L'anziano saggio di Namabak, probabilmente avvelenato con un sonnifero o stordito da qualche colpo ben assestato, giaceva con la schiena rivolta al terreno, sorvegliato attentamente da due energumeni che stavano tenendo l'aura ben sopita e le sfere altrettanto nascoste sotto un telo di velluto verde.
Vegeta ringhiò profondamente, non attese nemmeno che i due scagnozzi dei Draghi provassero ad attaccarlo. Non c'era tempo da perdere, non gli importava nulla di niente e di nessuno su quel maledettissimo pianeta e così, scatenando l'inferno come pochi minuti prima, emanò scosse e lampi da tutto il corpo.
«VEGETA! ASPETTA! NOO!» gridò Goku, affacciandosi finalmente tra le sbarre di quella cella piegate dalla forza del principe dei saiyan. Ma Vegeta non aspettò. Non attese e, con un urlo furibondo, fece terra bruciata in quella stanza non facendo caso a buoni e cattivi.
Distrusse tutto e, naturalmente, tutti. Senza remore, senza riflettere, senza ponderare. E così, tra i drappi bruciacchiati del velluto verde, apparvero finalmente sette pietre. Sette pietre prive di anima, prive del loro primordiale scopo. Le Sfere del Drago Tetas, così come il loro creatore, erano andate distrutte non appena era rimasto ucciso il loro creatore.


Kibitoshin, dopo essersi preso il tempo necessario per realizzare quanto fosse accaduto – così in fretta, così inaspettato – venne scosso da un brivido di saggezza e, con un pensiero estremamente delicato, decise che i civili nell'Aldilà non avrebbero dovuto assistere a quel dibattito, tanto meno il piccolo Goku Jr non avrebbe affatto dovuto vedere il suo amato nonno in quelle condizioni. Prese i due guerrieri con sé e li teletrasportò in una stanza privata del tempio di Re Yammer dedicata alle scartoffie, scampando appena in tempo a quella conversazione. S
i allontanò e li lasciò per un momento soli.
«Vegeta... si può sapere ch-»
«Non c'era tempo di convincerlo a distruggere le sfere» grugnì lui ancora trasformato in Super Saiyan, riferendosi al capo dei saggi di Namabak il quale, sfortunatamente, non aveva avuto nemmeno la possibilità di provare a disattivare le sfere ed essere portato in salvo. Egli si girò verso il muro, ancora scosso dai tremiti.
«Non mi riferivo a quello...» sussurrò Goku con tono compassionevole, comprendendo perfettamente che un essere umano stordito e incosciente non avrebbe affatto potuto distruggere le sfere, e loro non avrebbero affatto avuto il tempo di aspettare che si svegliasse.
Era preoccupato per Vegeta, era preoccupato per la sua sanità mentale. Sembrava distrutto, completamente a pezzi, sconvolto, e non aveva la benché minima idea di come fare ad aiutarlo. «Purtroppo in questi casi il fine giustifica i mezzi» continuò Goku dimostrando saggezza, saggezza che colpì un punto profondo nel petto del principe. Questi si voltò di scatto e lo trafisse con occhi gravi, poi scaricò ulteriormente la sua furia colpendo forte il muro con un pugno, facendo tremare tutta la parete.
«Vegeta...»
«DANNAZIONE!» abbaiò lui portandosi entrambe le mani nei capelli, stringendo forte per mantenere il controllo di sé e non distruggere tutto un'altra volta. «Quei maledetti... quei maledetti bastardi hanno manipolato loro per trarci in inganno. Hanno usato lei
Goku si morse un labbro. Capì che si riferiva a sua madre. Non gli aveva mai parlato di lei, ma era estremamente evidente che avesse nutrito un profondo affetto nei suoi confronti durante l'infanzia.
Vegeta cadde con le ginocchia a terra, spegnendo finalmente la sua trasformazione. I suoi capelli divennero nuovamente corvini, gli occhi allungati circondati da vistose occhiaie vennero inghiottiti da un nero profondo come la notte.
«Ho ucciso... mia madre» ripeté a se stesso, incredulo e incapace di accettare ciò che fosse appena accaduto.
«Non avevamo scelta, Vegeta» tentò di rincuorarlo in qualche modo, accovacciandosi al suo fianco nella speranza di non causargli fastidio.
«Kaarot. Sono esausto... sono... sono sfinito!» Vegeta si lasciò andare e voltò la testa dalla parte opposta all'interlocutore, come per nascondersi. «Succede sempre qualcosa!»
Con un gesto impacciato, quasi insicuro, Goku lo costrinse a voltarsi per guardarlo negli occhi ma, di tutta risposta, il principe fece per colpirlo con violenza. Si parò, parò i suoi attacchi e poi, prendendogli entrambi i polsi, lo fissò.
«Calma! Calmati!»
«E come diavolo faccio a calmarmi!?» ringhiò lui tentando di divincolarsi, invano. Forse non ci aveva provato abbastanza insistentemente, forse era davvero troppo esausto. Aveva ceduto. Lui che fino a quel punto millantava di riuscire a gestire la situazione aveva ceduto e questo gli causava talmente tanto imbarazzo da arrossire. Stava dimostrando debolezza così, deliberatamente. Si stava mostrando in tutto e per tutto e non aveva fatto nulla per evitarlo, per nascondere il dolore che quella missione gli aveva causato.
«Ricordati... ricordati che dobbiamo vincere! Non mollare proprio ora, ora che mancano solo tre Draghi da sconfiggere!» Goku provò in qualche modo ad arrabattarsi in quella situazione capovolta. Era sempre stato Vegeta a infondergli forza, a guidarlo nella giusta direzione. E ora toccava a lui. Chissà se ne era capace o se avrebbe fatto ancor più danni. «Non crollare. Fallo per la tua famiglia, quella di adesso. Non quella che oramai fa parte del tuo passato. Fallo per... per...» continuò e gli strinse più forte i polsi, ricordandosi di quella promessa, della promessa che si erano fatti quella stessa mattina prima che la situazione precipitasse, prima che l'esercito dei resuscitati facesse capolino sulla Terra «... per noi».
Goku mollò la presa e abbassò lo sguardo. Si aspettò di ricevere un pugno, ma quel pugno non arrivò.
Vegeta rimase in silenzio a fissarlo, in sospeso tra la sorpresa e uno stato di calma. Cosa aveva fatto per meritarsi un cretino simile questo proprio non lo sapeva, ma quel cretino era stato capace di riportarlo alla quiete. Quelle parole... quelle parole che aveva appena udito avevano finalmente sgretolato il macigno che avvertiva nel petto, lasciandolo libero di respirare di nuovo aria pura, pulita.
Dannazione, quell'idiota aveva ragione, per una volta! Tutto quello che avevano appena vissuto su Namabak faceva parte del passato, di una vita che quasi nemmeno più gli apparteneva. Vegeta pensò a Bra, a Trunks, a Goku Jr, a tutti quelli per i quali avrebbe dovuto combattere fino allo stremo delle proprie forze. E quell'imbecille che aveva davanti, inginocchiato di fronte a lui... beh lui era uno dei primi di quella lista, anche se gli doleva ammetterlo.
Con un gesto rude - ma persino delicato per i propri standard - sua maestà portò due dita sotto il mento del suo rivale, costringendolo ad alzare lo sguardo per ritrovare i suoi occhi.
«Non esiste universo nel quale potrei anche solo pensare di arrendermi».

 
Continua...
 


ANGOLO AUTRICE:
T_____T ditemi che non mi odiate per aver fatto ricomparire quei quattro personaggi e farli schiattare immediatamente. Il mio fine ultimo non era quello di farli riconciliare con i loro figli, ma era appunto dare modo a Vegeta di impazzire completamente e far scatenare tutta la sua furia. I draghi hanno fatto una bella cazzata: pensavano di trarre in inganno i due saiyan mettendoli di fronte ai fantasmi del loro passato, e invece hanno appunto scatenato un mostro. Esperimento a dir poco fallimentare che ha portato alla distruzione di altre sfere e quindi del loro drago. Magari questo gli servirà da lezione per il prossimo pianeta: MAI giocare con i sentimenti del principe dei saiyan.
Che dite, utilizzeranno i loro poteri in modo più proficuo oppure no?
Spero che, invece, abbiate apprezzato un altro momento tenerone tra i nostri due protagonisti. Qualche capitolo addietro mi avete rivelato che vi mancavano i loro momenti di amore/odio XD eccoli qua. 

Vi aspetto domenica prossima per scoprire quale sarà il destino dei nostri saiyan sul prossimo pianeta e, ve lo dico, finalmente torneremo un attimo con il focus sulla Terra per capire cosa diamine stanno combinando Gotenks e gli altri contro quel farabutto di Loraymo!
A presto,
Eevaa
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Eevaa