Eccomi di nuovo qua, con un capitolo finalmente un po’ più d’azione. Inizia, spero, a sciogliersi qualche intrigo, spero in modo soddisfacente. Adesso sono arrivata proprio al momento clou della trama e cerco di tirare tutti i fili… speriamo di non trovarne qualcuno spezzato!
Grazie Max per il tuo sostegno continuo, io leggo con grandissimo piacere la tua storia e mi onora che tu segua la mia. In effetti rileggendo il capitolo anche io ho pensato che sarebbe stato bene iniziare con una breve introduzione della situazione. Ora penso un po’ a come fare… Sono contenta che le ragazze ti sembrino canon! E’ un po’ che nel racconto non appaiono tutte insieme: ci voleva!
Rainboy: mi fa un gran piacere sentirti le tue recensioni sono sempre molto utili. Spero tanto che questo capitolo spieghi alcune cose che in quelli prima potevano sembrare incoerenti rispetto alla trama: fammi sembrare se la soluzione ti sembra ragionevole.
Ora sono un po’ in vacanza e vorrei
approfittarne per scrivere il più possibile: è tanto che penso a questi
capitoli, dovrebbero essere i più drammatici e intensi… mi auguro di riuscire a
farcela!
Il potere di Flood dissolse
gli incantesimi della cella, disgregando non le sue mura fisiche, ma quelle
magiche, che impedivano alla Witch di dislocarsi.
Fra gli auguri e gli
incoraggiamenti delle sue amiche, Will svanì.
Riapparve molti metri sopra,
nella vasta sala di marmo blu che aveva visto nei dipinti delle caverne.
Davanti a lei, seduta sul
trono, Nimuel la guardava tranquilla.
Sembrava così piccola,
affondata nella sua cascata di capelli luminosi, benché fosse sicuramente più
anziana di Will.
Non assomigliava alla regina
ambiziosa descritta da Cornelia, né all'aristocratica presenza rappresentata
negli affreschi.
Una bambola bambina sedeva su
un trono troppo grande per lei.
"Ti stavo aspettando,
Guardiana" la salutò con voce soave.
"Mi...
aspettavate?" rispose Will incerta.
"Non c'è niente che
accada nella mia terra di cui io non sia a conoscenza" spiegò Nimuel.
"Allora, perché non ci
avete fermato?" domandò la Witch, sempre più confusa.
"E' da tanto che aspetto
questo momento, Guardiana" spiegò la regina. Il suo mormorio si confondeva
con quello della fonte che sgorgava dal trono. "Il momento in cui voi
Guardiane foste state unite e decise, pronte a parlare con l'Oracolo a nostro
favore".
Il mondo prese a ruotare
intorno a Will.
"Voi volevate
catturarci! Usare i nostri poteri per risanare la vostra terra!" esclamò,
cercando di trovare conforto in qualche certezza.
"No" Nimuel scosse
dolcemente la testa, con un pallido sorriso. "Questo è quello che credete
e quello che anche i miei fedeli protettori credono. Everlan è finita e non
potrà più risorgere" continuò, mentre i grandi occhi si appannavano di
lacrime "E non lo vuole nemmeno. Questa terra ha vissuto una vita lunga e
intensa. Ha dato tutto ai suoi figli... è tempo per lei di dormire".
"Io... non capisco"
ammise Will, frastornata.
"E' il mio popolo che
dovete salvare, portare via da qui" sussurrò Nimuel accorata. "Ma per
convincere l'Oracolo era necessario che conosceste il mio popolo nel bene
e" esitò " nel male. E lui con voi, doveva ricordarsi di noi".
"E' così, allora"
borbottò Will, pensierosa "Ma Kandrakar, l'Oracolo... perché la fortezza è
in rovina, perché egli è malato se voi non c'entrate?".
"Questo non lo so"
confessò Nimuel, mentre le lunghe ciglia scendevano a coprirle lo sguardo.
"Kandrakar è nascosta alla mia vista, l'Oracolo è al di fuori del fato che
amministro". Una pausa dolorosa interruppe le sue parole, poi i suoi occhi
tornarono a fissarsi luminosi in quelli di Will."Fino a poco fa nemmeno
sapevo che fosse in fin di vita". Alzò di nuovo lo sguardo su Will
"Ma qualcosa almeno so: se soffre la fortezza, così è anche per l'Oracolo,
però... è vero anche il contrario".
Era tutto così complicato! Un
intrigo che pareva impossibile da sciogliere. Come avrebbe voluto, Will, che la
sua vista fosse più chiara.
Voleva salvare gli
Everlaniani, avrebbe convinto l'Oracolo, però... c'era ancora così tanto che
non sapeva e non capiva. Aveva la sensazione di camminare nella nebbia e
l'insopprimibile timore di agire per scopi di cui non era a conoscenza.
"Perché l'Oracolo è
stato così severo con voi?" domandò dubbiosa "Perché è così irato con
gli Everlaniani? In fondo questo posto è casa sua".
La regina si fece triste:
"L'Oracolo di Kandrakar deve rinunciare a tutto per il suo ruolo: a sogni,
speranze, sentimenti. Per il bene dell'equilibrio sacrifica se stesso"
sospirò "Per chi fa scelte così dure, a volte, è difficile capire e perdonare
le debolezze dei mortali".
Non aveva mai pensato
all'Oracolo in quel modo. Non si era mai domandata il perché delle sue scelte.
A ogni parola di Nimuel, a
Will pareva di addentrarsi in un labirinto di specchi, che le restituivano
immagini deformate di tutto ciò che credeva di conoscere. Tutto ciò di cui
poteva essere certa era che, in realtà, non c'era niente di certo.
Eppure era convinta che le
sarebbe bastato un colpo di vento, uno solo e che gli specchi si sarebbero
spezzati in una cascata di frammenti di vetro, lasciando libero l'orizzonte.
"Partirò altezza e
parlerò a vostro nome" affermò alla fine. "Io... spero di star
facendo la cosa giusta. Il popolo di Everlan non merita di finire così, io lo
so" continuò più convinta.
Nimuel annuì: "Perché tu
non abbia dubbi sulla fiducia che nutro in te". Un cenno della mano e
accanto a Will si materializzarono le sue compagne.
"Ragazze" esclamò,
gioiosamente sorpresa.
Le altre si guardarono
intorno, altrettanto meravigliate.
Hay Lin si inchinò, facendosi
rossa come un pomodoro. "Maestà... mi spiace tanto avervi spiato"
proruppe.
Nimuel sorrise: "Non
temere, non mi hai offeso... E non dubitare dei sentimenti del tuo innamorato.
I miei fedeli possono risvegliare solo emozioni già esistenti".
"Ma allora..." Nella
voce di Taranee, Will avvertì una nota di panico "quella rabbia, quella
fame dentro di me...".
Nimuel allungò una mano verso
le torce intorno a lei che ruggirono improvvisamente furiose.
"Erano quelle delle
fiamme, Guardiana, e dell'ira. Ognuno di noi le nasconde dentro di sé e tu più
di tutti Signora del Fuoco, però..." mosse dolcemente la mano affusolata e
le fiamme tornarono ad ardere tranquillamente "...ciò che fa la differenza
è essere in grado di domarle. Tu ne sei sempre stata capace e lo sei ancora
adesso, nonostante gli incantesimi della mia Efri. E' stato brutto, ma, adesso,
sai qualcosa in più su te stessa".
Taranee annuì, il volto più
disteso.
Dietro di lei, Irma scoccava
occhiate sospettose e invidiose all'eterea regina.
Cornelia, invece, la
squadrava freddamente.
"Ci rivediamo,
altezza" le si rivolse con accento aggressivo. "Ho ascoltato le
vostre belle parole, ma sappiate che io, del vostro popolo, ho provato solo il
male".
"E io ho visto quasi
solo bene, invece!" la rimbeccò Irma stizzita.
"Entrambe avete avuto
prova di solo una parte di ciò che c'é da sapere. Spero che sappiate fare
tesoro anche delle esperienze di tutte le vostre compagne".
Una scossa di terremoto fece
tremare il pavimento. Il viso di Nimuel si contrasse in un'espressione di
panico e dolore.
"Andate Guardiane"
esclamò supplichevole "Non c'è più molto tempo! Parlate all'Oracolo del
popolo di Everlan e della sua regina! Che ci ascolti, che ci perdoni. Noi non
lo abbiamo mai dimenticato, lui si è forse scordato di noi? Guardiana del
Cuore, hai la chiave: usala per aprire le porte di Everlan e poi lascia che il
Cuore ti conduca fino a Kandrakar".
Mentre ancora il rombo della
terra echeggiava intorno a loro, Will allungò una mano, girò la chiave e
spalancò la porta.
La grande sala del consiglio
era fiocamente illuminata. Un silenzio luttuoso incombeva sulla fortezza in
rovina.
Intorno alle witch, sui loro
scranni candidi, i saggi di Kandrakar sedevano in muta concentrazione.
Un paio di occhi, neri e
vivaci come quelli di un merlo, si aprirono e si piantarono in quelli di Will.
L'anziana Yan Lin sgattaiolò
rapida fuori del suo posto e giù dalla gradinata.
"Mia piccola Hay
Lin!" esclamò abbracciandola e
stringendola con le dita nodose "Ragazze! Cosa succede? Sono giorni che
aspettiamo vostre notizie!"
"Onorevole Yan Lin"
rispose Will "Dobbiamo parlare con l'Oracolo, per favore: il tempo
stringe".
La stretta della donna si
allentò. "E' vero il tempo stringe... la sua essenza è sempre più debole.
La fortezza sta crollando, le sue fondamenta magiche si dissolvono. Non so per
quanto ancora potremo resistere".
Con passo insospettabilmente
agile si avviò per uno dei molteplici corridoi che si apriva sul salone.
"Seguitemi, vi condurrò
subito da lui".
"Nonna" l'apostrofò
Hay Lin, mentre camminavano fianco a fianco "Non credo che gli Everlaniani
stiano rubando la vostra energia".
"Proprio così" le
diede man forte Taranee "Non può esserci un'altra causa per quello che sta
succedendo?".
"Non lo credo nemmeno
io, in verità, che la colpa sia degli Everlaniani" rispose l'anziana
donna, storcendo le labbra in una smorfia "E' una supposizione di Tibor.
L'Oracolo non si è mai pronunciato in proposito. Quando ha parlato di Everlan è
stato solo riguardo al rischio che correvate voi, bambine".
Le parole di Nimuel risuonarono
nella mente di Will.
"Non... non
pensate" l'ipotesi si faceva via via più credibile, mentre la formulava
"Che potremmo aver confuso... la causa... con la conseguenza?".
Yan Lin si fermò e la fissò
negli occhi pensierosa. "Che sia l'Oracolo a star male e che questo si
rifletta su Kandrakar? Certo è possibile, però...".
Will si fece più convinta:
era sulla buona strada per risolvere il garbuglio, lo sentiva!
"Deve essere così!"
insistette "Che malattie si possono contrarre a Kandrakar?".
"E' proprio questo il
punto, Will" rispose l'anziana consigliera "Noi saggi di Kandrakar
non possiamo ammalarci".
"Ma... ma
l'Oracolo!" protestò Irma, intervenendo nella discussione.
"I corpi che vedete sono
soltanto proiezioni delle nostre menti" spiegò Yan Lin "Non sono
reali. Kandrakar è solo spirito ed energia, non materia. La malattia
dell'Oracolo non è qualcosa di fisico".
"Però" rimuginò
Taranee, mentre la loro guida le introduceva nella camera dell'Oracolo "Se
anche non può trattarsi di un malattia del corpo, non potrebbe essere una dello
spirito?".
"Forse, bambine, ma se
così fosse, perché l'Oracolo non ci parla di cosa lo turba tanto?", la
nonna di Hay Lin spinse dolcemente Will dentro la stanza "Farete meglio a
parlarne direttamente con lui".
La stanza dell'Oracolo era
illuminata da una diffusa luce bianca, che annullava forme e distanze. Il
giovane signore di Kandrakar non giaceva a letto come l'ultima volta che
l'avevano visto, ma, in piedi, fissava, attraverso una finestra alta e stretta,
il nulla che avvolgeva la fortezza.
Sarebbe potuto apparire in
salute migliore dell'ultima volta che l'avevano visto, se il decadimento della
fortezza non fosse stato indizio della sua sofferenza.
"Mi avete disobbedito
ancora una volta, Guardiane" mormorò, dando loro le spalle.
Will avvertì il senso di
colpa stringerle per un attimo il petto, ma se ne liberò quasi con violenza,
ripetendosi che la scelta che avevano fatto si era dimostrata la più giusta.
"Abbiamo fatto ciò che
abbiamo sentito di dover fare" si difese.
L'Oracolo annuì "Lo so,
Guardiane, ma a volte, vorrei che trovaste la giustizia nell'obbedire e nel non
fare domande. Sarebbe assai più facile e meno doloroso per tutti".
Un silenzio teso scese fra
loro, interrotto soltanto dal respiro faticoso dell'uomo.
"Ormai, però, le scelte
sono già state fatte e non posso far altro che accettarle. La regina è stata
astuta: sapeva che avrei seguito le vostre peripezie e vissuto le vostre
avventure attraverso i vostri occhi e mi ha costretto a ricordare ciò che
preferivo dimenticare". Le spalle incurvate dell'Oracolo riflettevano la
rassegnazione della sua voce "E, forse, è stato meglio così".
Si voltò verso di loro. Era
ancora più pallido del solito, con scure ombre sotto gli occhi e le guance
incavate.
Gli occhi erano lucidi e
vuoti.
"Tornate su Everlan.
Dite alla regina che rispetto le sue volontà" chiuse gli occhi, come se la
fatica di tenerli aperti fosse eccessiva "Non è sua la colpa"
concluse con un accento di rabbia nella voce.
"Non ho intenzione di
perdonare gi Everlaniani, però" riprese aprendo gli occhi, con una nuova
energia, alimentata dalla rabbia trattenuta "Pagheranno per le loro colpe,
anche se verrà loro risparmiata la vita".
Will si morse le labbra per
trattenersi dal protestare, accanto a lei, Irma grugnì con disapprovazione,
mentre Cornelia, subito dietro, incrociava le braccia sul petto e annuiva.
"C'è un piccolo
arcipelago vicino alla costa occidentale del Canada. E' formato da diverse
migliaia di piccole isole. E' quasi completamente disabitato, ma i terreni sono
in vendita. Kandrakar li acquisterà per gli Everlaniani e fornirà loro tutti i
documenti necessari per installarcisi".
Cornelia ringhiò "Bella
punizione... una villa con piscina a famiglia, no?".
L'Oracolo scosse la testa
"Non giudicare con troppo fretta, Guardiana della Terra. Per sei mesi
l'anno, le isole sono avvolte dalla neve e dal ghiaccio. I suoi abitanti
costretti a migrare sul continente e scendere a sud o a combattere giorno per
giorno con il freddo. Non ci sono servizi e a mala pena arrivano l'elettricità
e il gas. E' una terra dura e difficile e, per la prima volta nella loro vita,
gli Everlaniani impareranno cosa significa lavorare duramente e affrontare la
fame e le malattie".
"Non... non è una
punizione troppo dura, Oracolo?" domandò timidamente Hay Lin "Non
pensate a Nimuel? Condannarla a una vita così dura... sembra di costituzione
tanto fragile!".
"E' proprio alla regina
che penso" rispose l'Oracolo seccamente, gli occhi scintillanti. "Non
chiedete troppo: per questa grazia, infrango le leggi di Everlan e vado contro
il mio stesso volere" concluse minaccioso.
"Piuttosto"
interloquì Taranee "Basterà un arcipelago per contenere tutto il popolo di
Everlan?"
"Everlan è quasi
completamente ricoperto dalle acque" spiegò l'Oracolo "L'unica terra
emersa è l'isola che avete visitata. Non potete saperlo, ma non è molto più
grande di Chicago".
Taranee parve riflettere un
attimo, mormorando qualcosa sottovoce, lo sguardo perso nel vuoto, poi assentì.
"Avete ragione Oracolo, avete pensato a tutto".
L'Oracolo si voltò di nuovo
verso la finestra. "Andate adesso, tornate ad Everlan e portate notizia
della mia decisione. Avete la chiave e il cuore: grazie ad essi potrete aprire
un portale e trasferire gli Everlaniani sulla terra. Nel frattempo io farò sì che
il loro arrivo non crei difficoltà".
"Come faremo a far
apparire l'uscita sulla terra nel posto giusto?" domandò Will.
"A questo penserà il
consiglio dei saggi di Kandrakar" rispose l'Oracolo "Voi
preoccupatevi solo di convincere gli Everlaniani a partire: potrebbe essere più
complicato di quello che pensate".
"Perché Kandrakar è in
rovina? Se la colpa non è degli Everlaniani cosa sta succedendo?" chiese
Cornelia, battendo sul tempo Will, che voleva porgere la stessa domanda.
"E cosa dobbiamo fare
per fermare la decadenza della fortezza?" interloquì Taranee pragmatica.
"Questo... questo non vi
deve interessare" rispose l'Oracolo. Il braccio appoggiato al davanzale
della finestra tremò leggermente, mentre le dita lunghe stringevano la pietra.
Irma fece per protestare, ma
Will la trattenne afferrandola per l'avambraccio. "Basta così, è meglio
non insistere ancora".
Irma assentì con una smorfia
insoddisfatta.
Le ragazze scivolarono fuori
della stanza. Mentre chiudeva la porta, Will sbirciò all'interno un'ultima
volta. L'Oracolo si copriva gli occhi con la mano. Pareva debole e sofferente.
Will si sentì in colpa per
averlo spiato e si affrettò a chiudere la porta.
Yan Lin le aspettava fuori
dalla porta, un'espressione preoccupata dipinta sul viso rugoso "Allora,
bambine, avete capito cos'ha? Vi ha detto qualcosa?".
Will scosse la testa,
affranta "Non ci ha voluto rivelare niente".
L'anziana donna sospirò
"Allora sarà bene che mi sbrighi a tornare nella stanza del consiglio. Ci
sarà bisogno di tutti noi per impedire che Kandrakar crolli. A questo punto
inizio a temere che l'unica soluzione sia trovare un nuovo Oracolo".
"E noi dobbiamo
sbrigarci a tornare a Everlan, per parlare con la regina e salvare gli
Everlaniani" ribatté Will "E tornare qui il prima possibile".
"A presto bambine, buona
fortuna" le salutò Yan Lin.