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Autore: Wolfgirl93    21/01/2019    1 recensioni
JayTim Deaf!Tim
La vita di Tim è cambiata da quando il suo mondo è diventato silenzioso, la vita è difficile e farsi degli amici lo è ancora di più, un giorno però un ragazzo di nome Jason entra nella sua vita e come un'uragano la cambia drasticamente.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jason Todd, Tim Drake
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Le lezioni continuarono tranquille, Timothy riuscì perfino a trovare un computer libero in una delle prime file dell’aula di informatica così anche quella lezione fu facile da seguire; quando vide che alcune studenti iniziavano ad alzarsi capì che era arrivata la fine delle lezioni mattutine, controllò il suo orologio e si alzò, doveva incontrarsi con Jason in mensa ma non era sicuro che l’altro fosse ancora interessato a pranzare con lui.

“Magari si è fatto degli amici, magari qualcuno gli ha detto che sono una persona scontrosa solo perché non parlo con nessuno.” I pensieri di Tim erano ormai diventati fin troppo rumorosi e senza neppure rendersene conto si ritrovò in sala mensa, i rumori lì dentro erano forti quel vociare continuo gli avrebbe fatto sentire la voce di Jason se lui lo avesse chiamato?

Il moretto si mise in coda, prese un vassoio e aspettò che la fila scorresse, non era poi così male pranzare da soli, alla fine ci aveva fatto l’abitudine; era ancora immerso nei suoi pensieri quando qualcuno gli strinse la spalla, Tim sobbalzò facendo quasi cadere il vassoio che aveva in mano ma per fortuna una mano lesta lo afferrò al volo.

“Scusa non pensavo ti potessi spaventare.” Ammise Jason con il fiatone, era corso lì in tutta fretta perché non voleva che Tim pranzasse da solo o con altre persone magari lasciandolo solo. “Pensavo mi avessi sentito mentre ti chiamavo.”

Tim si riprese appena dallo spavento e strinse con un po’ troppa forza il suo vassoio “Scusa non ti ho sentito… C’è un po’ troppa confusione qui...” Non sapeva come fosse per Jason ma per lui era davvero difficile anche solo cogliere quelle parole anche se l’altro gli era accanto.

“Non fa nulla! Comunque io sto morendo di fame!” Disse il moro ridacchiando, sembrava che quel ragazzo fosse sempre felice e solare, a differenza di Tim.

Seguirono la fila e presero i loro pasti, quando ci fu poi da trovare un tavolo la cosa divenne ardua: la maggior parte dei tavoli erano occupati e Tim non aveva mai osato sedersi al tavolo di qualcuno, aveva sempre avuto paura di venir scacciato malamente quindi quando non trovava posto si metteva ad aspettare pazientemente che qualche tavolo si liberasse.

Jason si allontanò appena per cercare un tavolo libero, osservò l’intera sala e arricciò le labbra nel vedere che erano tutti occupati, notò però un tavolo con solo due ragazzi e quindi decise che potevano sedersi lì visto che gli altri quattro posti erano liberi. “Tim! Hey ho trovato un tavolo!” Jason alzò la voce cercando di farsi sentire ma il moretto non lo degnò neppure di uno sguardo, era strano che non lo sentisse, la mensa non era poi così rumorosa e la sua voce era abbastanza alta; sospirò e decise di passare ai fatti, magari per Tim quel posto era davvero troppo rumoroso, magari il suo udito era diverso da quello di Jason.

Tim sobbalzò per la seconda volta quando si sentì afferrare il polso, quando alzò gli occhi verso Jason notò che gli stava parlando, la sua voce però sembrava distante e distorta così cercò di concentrarsi sulle sue labbra tentando di leggere il suo labiale. “… Trovato un tavolo, andiamo.”

Timothy annuì, Jason doveva aver trovato un tavolo libero e ora lo stava seguendo mentre l’altro ancora teneva il suo posto; quando arrivarono di fronte al tavolo Tim notò che non era vuoto come sperava ma c’era due ragazzi intenti a parlare.

“Scusate possiamo sederci?” Chiese Jason cercando di sorridere gentilmente, beh doveva farsi degli amici quindi mostrandosi gentile forse ci sarebbe riuscito, vide uno dei due ragazzi annuire e in tutta risposta tirò Tim più vicino a se per fargli capire che poteva sedersi.

Il pranzo era sempre buono, ogni giorno le cuoche preparavano una varietà di piatti da far invidia ad un ristorante e Tim non ne era mai rimasto deluso, mangiò con calma alzando di tanto in tanto la testa, vide Jason sorridere ai due ragazzi e anche se non poteva sentire bene ciò che dicevano sembrava davvero che quei tre andassero d’accordo. Si strinse nelle spalle arricciando appena le labbra, non era una persona interessante era solo un ragazzo che purtroppo non poteva sentire il mondo esterno o almeno buona parte di esso, non era un tipo solare o spigliato come Jason, lui era il tipo che mangiava da solo, che non parlava mai e che veniva ignorato da tutti e quello alla fine gli andava bene, giusto?

Tim alzò gli occhi quando sentì qualcuno toccargli la mano, Jason lo stava guardando confuso e il moretto impallidì “H… Hai detto qualcosa?” Chiese incerto stringendo con forza la forchetta che teneva nella mano.

“Ti stavo presentando a Peter e Alex.” Disse Jason guardandolo ancora con un cipiglio confuso, era davvero strano l’atteggiamento di Tim ma alla fine non gli dispiaceva poi tanto, sembrava come se il ragazzo fosse immerso nella sua bolla e solo quando veniva toccato quella sua barriera scoppiava facendo tornare con i piedi per terra.

“Oh… Piacere… Io sono Timothy...” Disse voltandosi verso di due ragazzo accennando un sorriso, fu sorpreso nel vedere che le loro espressioni prima accigliate si erano poi addolcite aprendosi in un sorriso.

Per la prima volta quella pausa pranzo fu quasi piacevole, Jason parlava davvero molto e Tim faticava sempre un po’ a stargli dietro, anche Alex e Peter sembravano dei gran chiacchieroni; aveva capito che Peter faceva parte del club di atletica e Jason sembrava davvero interessato ad iscriversi, pensò che fosse la scelta giusta, il moro sembrava un tipo sportivo e sicuramente era in forma almeno più di quanto lo fosse Tim.

Quando finirono il loro pranzo Alex e Peter li salutarono e se ne andarono, Tim era felice, finalmente qualcuno oltre a Jason gli aveva parlato, sembrava davvero un passo avanti.

“Sono simpatici non credi?” Chiese Jason facendo sorridere Tim che subito annuì, sì sembravano davvero simpatici e sperava di poterli incontrare anche in altre sedi, la mensa non era il luogo ideale dove fare amicizia per uno come lui.

Dopo qualche piccolo scambio di battute che costarono molta fatica a Tim, i due si salutarono, era ora delle loro lezioni pomeridiane e si lasciarono con la promessa di passare nuovamente il pranzo assieme o qualche ora buca in compagnia l’uno dell’altro; si scambiarono i numeri di telefono e Tim fu molto contento, scambiarsi messaggi telefonici era il modo che più lo faceva sentire normale, lì non servivano le orecchie e non doveva concentrarsi per capire cosa dicesse l’altro, gli bastava leggere le parole sullo schermo e il gioco era fatto.

 




 

I giorni passarono lenti ma nella routine di Timothy qualcosa era cambiato, Jason era entrato nella sua vita senza permesso e dopo quell’incontro fortuito in aula non era più riuscito a scollarselo di dosso, non che Tim volesse mandarlo via, affatto però doveva ammettere che quasi gli mancavano quei momenti in solitaria.

Jason era sempre pieno di energie e da quando si era iscritto al club di atletica aveva deciso di trascinare il moretto con se, non era male per Tim passare delle ore all’aperto a osservare Jason, Peter e altri ragazzi mentre si allenavano però si sentiva anche messo alla prova ogni volta che il neo atleta gli parlava da sotto gli spalti.

Fu proprio lì però che conobbe Lauren, la biondina era una grande amica di Peter e ogni volta che l’altro si allenava o gareggiava lei era sempre in prima fila pronta a fare il tifo per l’amico.

“Devo ammettere che anche Jason è molto bravo, da quanto tempo hai detto che corre?” Chiese la ragazza voltandosi verso Tim curiosa.

“Due settimane, credo… Beh non so se prima di venire qui aveva già praticato questo sport.” Ammise, nonostante lui e Jason fossero diventati amici, almeno così aveva detto il moro, Tim conosceva molte cose di lui e del suo passato; le uniche cose che sapeva erano riguardanti il suo futuro o il suo presente, ma Jason non parlava mai della sua vecchia scuola o dei suoi vecchi compagni e Tim non volendo essere invadente non aveva mai chiesto nulla di più.

Quando l'allenamento finì, Jason, dopo una doccia veloce accompagnò Tim alla sua prossima lezione, era ormai una consuetudine e al moretto la cosa non dispiaceva affatto; quando arrivarono di fronte all’aula trovarono Lauren che stava parlando con alcune amiche e quando notò i due non poté non sorridere avvicinandosi a Tim.
“Allora pronto per una nuova interessantissima lezione di Programmazione?” Chiese divertita la ragazza facendo ridacchiare Tim in risposta, il loro professore di Programmazione era peggio di un sonnifero, quando spiegava lo faceva con parole così lente che Tim non aveva problemi nemmeno se seguiva la lezione in ultima fila.

“Hey Lauren, carina come sempre eh? Ma credo tu migliorare le tue compagnie.”
Tim aveva sempre visto quel ragazzo a molte lezioni, si chiamava Robert o qualcosa del genere, non aveva mai capito bene il suo carattere ma si era ritrovato molte volte il suo sguardo freddo addosso.

“Hai qualche problema, eh?” Jason scattò in avanti notando come quel gradasso stesse guardando Tim, non gli piacque affatto quella scena.

Robert ridacchiò divertito “Oh ma guarda difende il suo fidanzatino, che dolce, comunque se non lo avevi capito stavo parlando con lei e spero davvero che quel ragazzino capisca che non deve avventurarsi troppo in là.” Gli occhi del ragazzo si fissarono nuovamente su Tim che si strinse nelle spalle sperando di poter scomparire di punto in bianco.

“Lascialo stare! Solo perché siamo usciti una o due volte non significa che ora sei il mio ragazzo, quindi io posso frequentare chi voglio!” Lauren lanciò un’occhiata sprezzante al ragazzone di fronte a lei prima di prendere Tim per le spalle e spingerlo verso l’aula andandosi a sedere.

Robert fece schioccare la lingua guardando quasi disgustato quella scena, odiava quando qualcuno si avvicinava troppo alla ragazza ma odiava soprattutto che fosse quel ragazzino strano a farlo.

“Prova a dare nuovamente noia a Tim e giuro che ti passerà la voglia di lanciargli quelle occhiatacce.” La voce di Jason si era incupita, odiava il comportamento dell’altro e non voleva vedere Tim nuovamente con il viso pieno di paura.

“Perché altrimenti cosa fai?” Chiese Robert divertito, quel ragazzo sembrava pronto a difendere a spada tratta il suo amichetto e la cosa lo fece ridere di gusto per quanto erano patetici.

A quelle parole la mano di Jason scattò fino ad afferrare il colletto della felpa del ragazzo, lo spinse contro il muro e con l’espressione più truce che poteva avere gli intimò solo quattro parole ‘Stai lontano da lui!’
Quando venne lasciato Robert era corroso dalla rabbia, l’intero corridoio era pieno e tutti avevano visto quello stronzo spingerlo contro il muro, ma chi si credeva di essere? Lasciò perdere per quella volta ignorando quel Jason che ora lo fissava in cagnesco e senza dire nulla si sistemò la felpa entrando in aula. “Non è finita qui.” Sibilò fra i denti mentre i suoi occhi si posavano sulla figura mingherlina di un moretto intento a chiacchierare.

 

   
 
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