“Non credevo che fossi diventato talmente perfido da affamare il tuo cane!”
Quella voce.
Si voltò verso la direzione del suo interlocutore con il cuore a martellargli nel petto.
L’aria nei polmoni pareva non bastargli ed un senso di vertigine lo costrinse a poggiarsi ai pensili con una mano per non cadere.
Era lì, davanti a lui, in salute e con un sorrisetto impertinente stampato sulle labbra.