Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Yokohomi29    21/01/2019    2 recensioni
"Ciao a tutti. Spero per voi che siate pronti, perchè sto per raccontarvi la storia della mia vita. O meglio, del perché è finita. E se state ascoltando queste cassette, è perché voi siete una delle ragioni.
Non vi dirò quale nastro vi chiamerà in causa. Ma non preoccupatevi, se avete ricevuto questo bel pacco regalo, prima o poi il vostro nome verrà fuori... Ve lo prometto."
Non puoi bloccare il futuro.
Non puoi riavvolgere il passato.
L'unico modo per scoprire la verità... è premere play.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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Konnichiwa ^-^
SONO TORNATA!!!
Prima di lasciarvi alla lettura, vorrei scusarmi per averci messo così tanto a terminare questo capitolo ma sinceramente non ero molto covinta di come fosse venuto.
Quindi ho un po di paura a pubblicarlo, ma spero vi piaccia lo stesso.
Spero mi facciate sapere cosa ne pensate, perchè ne sono sempre felice e niente...
Buona lettura :3!





Aw Tae, sei uno splendore xD


Piango T_T

 

CASSETTA 1: LATO B





▶️

Bentornati. E grazie per essere rimasti con noi per la seconda parte.
Mi dirigo a passo svelto, verso l'incrocio, il più lontano possibile da lui. Svolto a sinistra e, a mio malgrado, mi dirigo verso la scuola. 
Se stai ascoltando questa cassetta, ci sono due possibilità. Uno: sei Yoongi e ora che hai finito di sentire la tua piccola storia, vuoi sapere chi viene dopo di te. O due: sei tutt'altra persona e vuoi sapere se è il tuo turno.
Bene...
Sento un filo di sudore che mi spunta lungo l'attaccatura dei capelli. Mi asciugo veloce la fronte e proseguo.
Kim Taehyung, sei pronto?
Ero certo che avesse messo anche lui...
Probabilmente vi starete chiedendo: cosa ci fa il mio migliore amico su queste cassette? Lui che centra?
Sono sicuro che molti di voi se lo aspettavano già.  
Infondo, chi non ha assistito alla spassosa scenetta tra me e lui? 
Probabilmente, se ci fosse stato un buon insegnante presente, non sarebbe successo niente. Avrebbe mandato tutti in classe e ci avrebbe fatto chiarire in qualche modo. O almeno è quello che farebbe un adulto normale, uno di quelli che vediamo in televisione o nei libri. Nella realtà non esistono. Nessuno ascolta gli adolescenti.
Quindi, spero almeno si sia divertito a guardare Professor Choi.
Centra anche un professore? Non ci credo. Che numero sarà? Tredici?Cazzo, è il mio insegnante di ginnastica. Non lo conosco molto, a volte salto le sue ore per recuperare quelle di arte. So che le ragazze del primo anno gli sbavano dietro perché è un bell'uomo giovane e misteriosamente single. Cosa avrà fatto? Non posso davvero più fidarmi di nessuno.
Sono anche sicuro che qualcuno l'abbia filmata. 
Ho sentito molti pettegolezzi che giravano dopo quella litigata. 
Credo di essere l'unico in tutta la scuola a non aver assistito. Quel giorno ho avuto un intossicazione alimentare per via del cibo della mensa e sono andato in infermeria. Ero rimasto li un paio d'ore, finché mia madre non era venuta a prendermi. Prima di andarmene, avevo sentito alcune ragazze spettegolare su come Park Jimin si fosse reso ridicolo di fronte tutta la scuola per essere stato rifiutato dal suo migliore amico. 
Con l'andar del tempo avevo sentito cosi tante storie che non sapevo più a cosa credere. Molti dicevano che: Jimin era innamorato da anni di Taehyung e non era riuscito a reggere il rifiuto. Altri invece, dicevano che aveva provato a molestare anche Taehyung che però si era ribellato. Le voci di fondo sono tutte uguali...
Ma erano veri? Cosa è successo davvero?
Non lo so più, ormai.
Beh, è molto semplice. Come Taehyung sa già, noi due eravamo grandi amici, sin dalle elementari. 
Inseparabili.

Sono così preso ad ascoltare la sua voce che non mi accorgo nemmeno di essere a pochi passi dalla Big Hit. 
Mi fermo qualche istante ad osservare l'edificio. La pittura bianca, ormai rovinata dal tempo, si sta staccando pian piano, lasciando alcuni punti senza colore.
Le finestre sono sporche per via della scarsa attività dei bidelli, non mi ricordo l'ultima volta che le ho viste pulite. L'anno scorso, forse.
Probabilmente non le puliscono per avere maggior attenzione da parte degli studenti, idea al quanto stupida e poco salute, direi.
Cammino fin davanti all'entrata e percorro il sentiero che mi porta sul retro della scuola.
Mi tornano alla mente alcuni ricordi su questo posto, alcuni belli che ho avuto con Jimin e altri brutti, che sinceramente non avrei voluto ricordare.

▶️

Ti volevo bene come un fratello e credevo davvero che la nostra amicizia sarebbe durata. Saremmo andati nella stessa università, frequentato gli stessi corsi e gruppi di amici. Partecipato alle nozze dell'altro...
Classici sogni da tutti, insomma...
Oh Jimin, come facevi ad essere amico di quello stronzo?
Svolto l'angolo, ritrovandomi con le scarpe nell'erba umida e vado avanti finché non intravedo il campo da basket.
Ma la logica della vita è: appena ti affezioni troppo a qualcosa, sei destinato a perderla.
Vi è mai capitato? 
Si Jimin, ho perso te. E non potrò riaverti mai più.
Non vorrei paragonare la nostra amicizia ad un oggetto smarrito o a un pezzo di carta stracciata, lanciata nel cestino. 
Per me era qualcosa di inestimabile valore. Qualcosa di importante, di prezioso.
Ma a quanto pare tu non ti sei fatto scrupoli a buttarmi via. 
E per cosa? 

Reputazione. 
Per tutti voi si tratta sempre e solo di quello, non è vero?
Ma arriviamoci con calma.
Mi strofino gli occhi che ormai hanno ricominciato a pizzicarmi e gli sbatto ripetutamente per cercare di vedere meglio.
Sono davanti al "famoso" campo da basket e al "famoso" albero, dove una volta si trovava la "famosa" panchina.
Mi guardo in torno e sospiro.
Per raccontarvi questa storia, dovrei tornare indietro di un paio d'anni.
Tae ed io, quando ci siamo conosciutifrequentavamo la prima elementare. All'inizio non andavamo molto d'accordo e, come fanno spesso i bambini, litigavamo per cretinate. 
Ricordo che una volta, all'ora d'arte, mi avevi spinto giù dalla sedia solo perché avevamo disegnato la stessa cosa. 
Io, però, non ero da meno. Per vendicarmi del tuo spintone, ti avevo infilato senza che te ne accorgessi, un pennarello aperto nella tasca del grembiule. Non ero un bambino forte, quindi mi era sembrato l'unico modo per metterti in imbarazzo. Ed ero felice che ci fossi riuscito.
Quel giorno c'eravamo beccati una bella sgridata dalla maestra.
Stupido, vero?
Ridacchio tristemente, sentendo una lacrima scivolare giù.
Me l'asciugo velocemente.
Eppure ci divertivamo cosi.
Col passare del tempo, ci facevamo i dispetti solo per attirare l'attenzione dell'altro.
Non ricordo esattamente quando, ma ad un certo punto abbiamo iniziato a giocare insieme e non ci siamo più separati.
Gli scherzi non si sono mai fermati, ovviamente e questo non andava molto a genio ai tuoi genitori.
Ora, credo che tutti conosciate i genitori di Kim Taehyung.
Eh, direi proprio di si.
È impossibile non saperlo.
Ma, nel caso che qualcuno se lo fosse perso, ve lo ricorderò io.
Kim Hojung, uno dei ministri che compone il nostro governo.
Non l'ho mai visto di persona, solo in televisione, non mi sembrava una persona molto amichevole.
Certo, la sua carriera ha spiccato solo negli ultimi anni, ma questo non lo rendeva un uomo meno intransigente e severo.
Sempre con le sue regole, i suoi orari e divieti. 
Appunto.
La prima volta che sono venuto a casa tua sono rimasto solo un ora, perché ti era vietato avere visite oltre l'orario da lui assegnato.
Dio, peggio della prigione. Se non lo considerassi Taehyung uno stronzo patentato, mi farebbe pure pena.
Mi accorgo di essere ancora fermo immobile ad osservare il grande albero del giardino, cosi mi siedo lentamente sul prato bagnato e appoggio la schiena sul tronco.
Al quanto severo con un bambino di soli sette anni. Ma forse era solo perché ero io. 
So di non esseregli mai piaciuto. 
Lo sapevo io e lo sapevi tu.
E adesso ne ho avuto la conferma. 
Il sole sta pian piano calando oltre gli alberi e presto, io e questo orrendo posto, saremo circondati dall'oscurità.
Al primo anno delle superiori, eravamo sempre e solo noi due. Tutti sapevano che eravamo amici per la pelle e forse anche qualcosa di più. 
Una volta mentre camminavamo per i corridoi avevamo sentito due ragazze chiedersi se stavamo insieme. Abbiamo riso per settimane, ricordi?
Io me lo ricordo benissimo.
Ma era vero? Non era vero?
Ho tanto sperato di no.
Nessuno ha mai indagato, perché a nessuno importava veramente, neanche a noi due. 
A me si, Jimin e non so davvero più a cosa pensare.
Insomma, ci bastava che non lo pensasse anche tuo padre. Sapevamo entrambi com'era fatto, e saremmo stati in grossi guai. 
Insomma, ifiglio di un ministro coreano, presunto omosessuale? Non sia mai!
Perché questo dannato paese è così chiuso di mente?
Abbiamo mantenuto un profilo basso per quanto fosse possibile, in fondo sei il figlio di un noto politico. Già il fatto che andassi in una scuola pubblica, anziché privata, era strano.
Forse non avevano cosi tanti soldi come facevano pensare, oppure Taehyung era troppo stupido per una scuola privata e non l'hanno ammesso. Anche se mi fa strano.
Il problema si è creato quando, si è sparsa la voce che il sottoscritto, aveva molestato un ragazzo.
Per le prime settimane mi sei stato vicino e hai cercato il più possibile di smentire le voci. O almeno, era quello che pensavo io. Non ne avevamo mai parlato sul serio, ma mi piaceva pensare che fosse cosi.
Col passare dei giorni però, le dicerie sul mio conto aumentavano e tu eri sempre più irritabile. 
Questo ovviamente per tuo padre è stata la scusa migliore per potersi liberare di me.
Mi dispiace Jimin.
Un paio di giorni dopo sei venuto da me e con un tono piuttosto frustrato, mi hai detto: "Mio padre si è infuriato con me."
"Mi dispiace." Ti ho detto io.
"È per colpa tua!"
Già, per colpa MIA avevano preso di mira anche te e questo pesava sulla reputazione di tuo padre.
Ora, non ricordo il resto della discussione, è stata così brutta che il mio cervello l'ha rimossa completamente. Ma di certo non dimenticherò mai la sensazione delle tue nocche sulla mia faccia.
Figlio di puttana!
Sento la voglia improvvisa di picchiare qualcuno e so anche chi.
Quel giorno hanno assistito molte persone, altre voci sono circolate e non ci siamo più rivolti la parola, o quasi.
E la valanga continua a crescere - grazie Yoongi. 
E adesso sapete anche il motivo di quella sceneggiata nei corridoi. Ormai il lavoro è fatto, non si torna più indietro. 
Neanche scherzandoci sopra. 
Infondo è sempre stato tutto uno scherzo, no? Anche la nostra amicizia.
È iniziato da uno spintone e un pennarello ed è finita con un pettegolezzo e un pugno.
Sento il respiro pesante, come se la poca aria che riesco ad annaspare, mi lacerasse i polmoni. Sono colto da continui spasmi che ormai, non riesco più a controllare.
Mi copro la bocca con una mano e cerco con tutto me stesso di calmarmi, senza successo.
Abbasso la mano e l'appoggio sulle gambe che mi stringo al petto, chiudo gli occhi e faccio dei respiri profondo.
Mi hai ferito, Tae. Ha fatto molto male. Non per quel pugno, no. 
Ormai ero abituato ai tuoi spintoni e pugni "amichevoli".
E nemmeno perché ti sei fatto condizionare da tuo padre, a tal punto di diventare come lui. 
No, probabilmente lo eri già e non me ne sono mai accorto.
Ma perché per difendere la sua reputazione, mi hai abbandonato nel momento del bisogno.
Finendo per illudere te stesso che quella fosse la verità. 
Ma ricordati che tutti i nodi vengono al pettine.
Il karma gira sempre. E anche se la mia vita è finita, non ho assolutamente intenzione di portarmi dietro tutti i segreti che ho scoperto. 
Quindi in seguito, cerca di prestare attenzione a tutto quello che dirò. Non perdere nemmeno una parola.
Perché, ti assicuro che non è uno scherzo. Abbiamo smesso di scherzare da molto tempo, ormai.
Ascolto il sottile ronzio delle casse, il debole cigolio delle testine che fanno riavvolgere il nastro, in attesa che Jimin riprenda a parlare ma non lo fa.
Riapro gli occhi e rimango immobile ad osservare il vuoto senza avere la forza di premere STOP
Dei brividi mi percorrono la schiena ed è una sensazione che non mi piace.
Non ho il coraggio di alzarmi, ne di voltare la cassetta. 
Non sono sicuro di voler andare avanti e sentire la mia parte o di sentire Jimin soffrire.
Non voglio, ma so che non posso farlo.
Lo devo fare per lui.
Tiro su con il naso e con mano tremante premo STOP, facendo cessare quel fastidioso ronzio.
Apro il registratore e giro la cassetta, pronto per ascoltare un altra straziante storia, sperando di non averla causata io.

  
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