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Autore: sidphil    21/01/2019    0 recensioni
Durante la Guerra del Vietnam, Mickey viene arruolato e mandato ad addestrarsi sotto al comando del sergente Ian Gallagher. Ian è un giovane sergente che si preoccupa di conoscere i nuovi arruolati e di farli sentire al sicuro. Ma trova pane per i suoi denti quando si tratta di Mickey.
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Ian tenne duro per tutto il giorno. Suonò la sirena per l'ora di cena e decise di uscire dalla mensa e tornare in tenda. Fece appena tre passi prima di rigirarsi quando qualcuno lo picchiettò sulla spalla.
-Pensavo che cenassimo insieme- disse Keller.
- Ho molto da fare-
- Riguarda il tuo lavoro-
Ian lo fissò per un momento. Si sentiva il cuore pesante nel petto e avrebbe preferito di gran lunga chiudere gli occhi che vedere il brutto muso di Keller, ma alla fine annuì. - Parla ora-
- Non sta andando molto bene-
- Perchè no?-
- Alla maggior parte degli uomini non piaci e i pochi a cui piaci pensano che tu non sia abbastanza mentalmente stabile per occuparti di un'intera unità. Temono che li farai uccidere tutti-
- Li farò uccidere tutti?-
- Sì-
Rimase di nuovo in silenzio e annuì. - Keller, i miei uomini sono degli idioti. E così anche tu-
Fece per andarsene ma Keller gli urlò dietro. - Insultarmi non migliorerà la tua situazione, Gallagher-
- Cercare palesemente di rubarmi il lavoro non aiuterà neanche te, Keller- ribattè. - Perciò dirò quello che mi pare su di te e tu sei libero di farmi rapporto al quartiere generale. Ma quando si tratta di questo gruppo, la responsabilità è mia. Questi sono i MIEI uomini. Potrò anche non piacergli ma mi rispettano, e quando sono io ad occuparmi di loro almeno imparano qualcosa.  Quindi ti suggerisco di prendere il tuo rapporto sul mio comportamento, le mie azioni e la mia stabilità mentale e ficcartelo su per il culo-
-  Altrimenti?-
- Se pensi che non ti lascerò un occhio nero ti sbagli-
Keller non disse nulla per un momento. - Se pensi che quegli uomini sceglieranno te, sei pazzo-
- Se tu pensi che dipenda da una loro scelta, allora non hai capito niente dell'esercito- ribattè. - Ora ti suggerisco di levarti di mezzo e di lasciarmi lavorare o dovrò farti rapporto per aver sprecato il mio prezioso tempo. Ci siamo capiti, Keller?-
- Capisco che tu stia totalmente dando di matto-
Ian non trattenne una risata. - E' stato bello chiacchierare con te-. Si voltò e ignorò un ulteriore tentativo dell'uomo di mettergli il bastone tra le ruote.
Gli sembrava di poter crollare da un momento all'altro e la camminata verso la tenda, che di solito durava pochi minuti, gli sembrò come una maratona.
Si trascinò fino a destinazione e si lasciò cadere sulla branda con i pensieri che correvano a miglia allora. Keller avrebbe preso il controllo del gruppo. Avrebbe abbandonato Mickey. Gli uomini sarebbero morti tutti. Lui sarebbe stato licenziato dall'esercito, con disonore. Per malattia mentale, se avesse continuato così. Doveva stare molto più che attento.
Si rigirò dall'altro lato e premette il viso contro alla parete, respirando il tessuto intriso di polvere. Chiuse gli occhi e vagò nella propria testa alla ricerca di qualcosa che lo calmasse, qualcosa che potesse interrompere quel treno in corsa di pensieri. Qualcosa che gli desse la forza di trattenere le lacrime nei suoi occhi stanchi.
Si concentrò su Mickey. Più precisamente, sull'immagine di Mickey che sorrideva seduto sul cofano della camionetta, sudato e accaldato sotto al sole pomeridiano. Mickey che affermava di odiarlo ma poi lo provocava come se fossero migliori amici. Mickey felice, con uno sguardo luminoso negli occhi che ad Ian piaceva pensare fosse solo per lui. Uno sguardo che Ian cominciava a credere fosse DAVVERO solo per lui.
Nonostante la perfezione di quell'immagine, cercò di scacciarla. Non poteva permettersi di affidare il proprio cuore a qualcuno che non se ne sarebbe preso cura, a qualcuno che sarebbe rimasto disgustato da una cosa del genere. No, doveva proteggerlo.
E' solo che non riusciva a trovare di qualcosa abbastanza forte da proteggerlo dal sorriso di Mickey. Quindi, il suo sogno ad occhi aperti lo trascinò dolcemente verso immagini in cui baciava Mickey, verso la sensazione delle loro pelli una contro l'altra, scivolando nel sonno proprio un attimo prima di togliersi i pantaloni.
Si addormentò con un sorriso ebete sulle labbra.
   
 
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