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Autore: LaMacchiaNera    21/01/2019    1 recensioni
Pandòria, la città degli USA dove ogni anno registra il più alto tasso di eventi paranormali al mondo e dove, sempre secondo le dicerie, governi, servizi segreti, organizzazioni criminali, Illuminati e misteriosi culti esoterici si danno battaglia nell'ombra per assumerne il controllo.
Ma cosa desta così tanto interesse in questa città? Quali segreti nasconde? Chi si cela dietro agli intrighi per cui Pandòria è diventata famosa? Qual è il suo scopo ultimo?
Sette abitanti della città molto diversi tra loro si impegneranno a svelarne i segreti e a portarne alla luce le verità sepolte, intraprendendo un percorso di maturazione che li renderà in grado di compiere il destino per cui sono nati.
Si tratta di un ciclo di racconti per la maggior parte autoconclusivi ma con elementi comuni che andranno a alimentare la trama orizzontale dell'opera. Saranno pubblicati stagionalmente, perciò rimanete sintonizzati!
Genere: Horror, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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1x05 - L'Altare della Scienza p1




Non appena salì sul pulpito per fare il mio discorso di laurea, scoppiò un applauso. Non c'erano parole che potessero esprimere la mia gioia; dopo anni di studio e ore trascorse sui libri, finalmente tutti i miei sforzi erano stati ripagati! Sistemai il microfono e iniziai il mio discorso:

J.:-"Grazie, ringrazio tutti voi per essere qui oggi. E' bello sapere che ora posso tirare tutti gli insulti che voglio ai miei professori senza rischiare nulla. Sto scherzando ovviamente. Nel breve tempo che mi è stato concesso, vorrei parlavi di un tema che mi sta tanto a cuore, lo sviluppo di nuovi farmaci sempre più bistrattato e infangato per via dei numerosi animali che a detta degli animalisti, ogni giorno “torturiamo e uccidiamo” per crearli, e che spingono molte persone a rivolgersi a cure alternative, in realtà, inventate da cialtroni.

Purtroppo, molte persone sono veramente convinte che la scienza sia malvagia, e che gli scienziati si divertano a torturare gli animali per poi ucciderli. Scommetto che persone che la pensano così si trovano anche in questa stanza; tra i parenti e gli amici di quelli che saranno i miei futuri colleghi. Voglio che queste persone sappiano che esistono molti lavori che non richiedono la sperimentazione sugli animali e in quelli dove non se ne può fare a meno abbiamo un'etica che ci impone di usarne il meno possibile, ma noi non possiamo eliminarla completamente perché i farmaci sono imprevedibili, il loro sviluppo è estremamente costoso e lo sarebbero ancora di più se rinunciassimo a questa pratica.

Sapete quanto tempo e quanto denaro ci vuole per sviluppare un farmaco? Circa 10 anni per un costo totale di circa 1 miliardo di dollari e fate attenzione ho detto un miliardo non un milione, e questo vale per tutti i farmaci non importa se curano un tumore o il mal di testa. La produzione è diventata così impegnativa che nemmeno le grandi aziende riescono a svilupparne di nuovi ma si limitano a iniziare la sperimentazione, per poi vendere le loro scoperte ad un'altra azienda che ne prosegue lo sviluppo dopo di che questa vende di nuovo tutti i risultati a un'altra azienda ancora finché la sperimentazione non si conclude e l'ultima azienda ottiene i diritti di vendita sul farmaco come se fosse suo.

E' un procedimento lungo, molto burocratico e che richiede la sperimentazione animale; e molti di voi ora si chiederanno "Si, tutto questo è molto affascinante ma che cosa ha fatto esattamente la sperimentazione animale per noi?" Ci è stata utile fin dai tempi di Gregor Mendel, il padre della genetica, che voleva usare dei ratti per capire se davvero i tratti genetici erano ereditari; ma non gli fu concesso e allora decise di condurre i suoi esperimenti sulle piante di piselli o Rita Levi Montalcini che grazie a degli esperimenti condotti sugli animali scoprì il NGF una piccola proteina in grado di dirigere la crescita dei nervi e che viene ancora oggi studiata per capire come curare malattie molto debilitanti come la SLA o l’Alzheimer e ha permesso di scovare fattori in grado di accrescere i tumori avvicinandoci di molto alla cura di queste malattie. Prima di allora nessuno aveva la più pallida idea di come si sviluppano i nervi e anche le più grandi menti credevano fosse un processo casuale; dimenticandosi che nulla nel corpo umano è lasciato al caso.

Ora vi direte, si, molto bello, ma questi sono casi eccezionali, come si rende veramente utile nel quotidiano? Anche qui, non è da meno, secondo uno studio, durante questa fase una molecola candidata a diventare farmaco su due viene scartata perché non efficace o con effetti collaterali troppo dannosi; impedendo che molecole del genere arrivassero ai nostri malati; il che non è da poco, inoltre, come non scordare la terapia personalizzata, ovvero quanto si prelevano alcune cellule di un tumore direttamente dal paziente, le si inoculano in un topo e poi si testano su di lui i farmaci permettendo di trovare il farmaco migliore per curare quel tumore e poi usarlo subito sul paziente; evitando al malato un accanimento terapeutico inutile e potenzialmente dannoso. Tutto questo senza escludere il fatto che si otterranno dei nuovi farmaci che miglioreranno le nostre vite fino a quando dei farmaci migliori non entreranno in commercio!
Questo non è uccidere, signori, è sacrificare fate attenzione alle parole, perché non sono la stessa cosa. Uccidere è l’atto di privare un essere vivente della vita mentre sacrificare è il privarsi di qualcosa di piccolo per ottenere qualcosa di grande. In questo caso si sacrifica la vita o il benessere di qualche decina di animali per ottenere in futuro il benessere di migliaia o milioni di persone che potranno godere di una vita lunga e in ottime condizioni di salute.” Ridacchiai.

“Ricordo quando ho cercato di spiegare questi concetti a mio cugino di cinque anni. Non l’ha presa bene, e mi ha paragonato a uno di quei sacerdoti dell’antichità che sacrificavano animali e persone ai loro dei. All’inizio l’ho presa sul ridere ma poi ci ho riflettuto e mi sono reso conto che quei sacerdoti, per quanto possa sembrare assurdo, non avevano una mentalità tanto diversa da quella dagli scienziati moderni. Ora vi spiego perché. Il motivo per cui i sacerdoti Maya compivano sacrifici era per avere un buon raccolto, inverni brevi e prevenire calamità naturali cose che sembrano banalità ma che allora potevano significare decine di migliaia di morti perciò si dicevano che cos’è la vita di qualche animale in confronto alle migliaia di persone che possono morire a causa di una carestia, di un inverno o di un’inondazione? Quindi sacrificavano animali per rimanere nelle grazie delle loro divinità e sperare in un periodo fertile.

Noi scienziati facciamo la stessa cosa, ci chiediamo "Cos'è la vita di qualche topo in confronto alla vita e alla salute di migliaia se non milioni di persone che ne trarranno beneficio una volta che lo sviluppo del nostro farmaco sarà ultimato?" perciò sacrifichiamo animali in nome della scienza sperando di creare medicinali sempre migliori e che possano debellare malattie sempre più pericolose.

Con l'unica differenza che ai tempi delle civiltà precolombiane non si conosceva l’agricoltura e la meteorologia così bene come oggi e imputavano gli eventi naturali al volere di un qualche dio superiore mentre nell'ambito scientifico dei tempi odierni, si ha la prova provata, si è sicuri al 100% che questo tipo di sperimentazione è utile allo sviluppo di principi attivi nuovi e migliori. Non è una cosa così campata per aria come delle ipotetiche divinità da ingraziarsi se no ti mandano sventure."
Feci un attimo di pausa per bere da una bottiglietta d'acqua e cambiando tono aggiunsi:

"In questo giorno, però, il mio pensiero va anche a mio padre, lui è stato un grande scienziato ed è tristemente morto in seguito ad un incidente di laboratorio. Ricordo ancora quel giorno. Mio padre era uscito per andare al lavoro pensando che la sera sarebbe rientrato a casa come al solito, invece davanti a casa mia si fermò un'auto diversa da cui scese un suo collega per comunicare a mia madre che a seguito di un incidente di laboratorio mio padre se ne era andato. Mio padre è un eroe che ha dato la sua vita per quello in cui credeva e penso che sarebbe fiero di sapere che sono riuscito a laurearmi. Vorrei che fosse qui per vedermi e per dirgli grazie, grazie per avermi indicato la strada, grazie per tutto quello che hai fatto per me, grazie!"

Alla fine scoppiò un applauso, notai qualcuno anche commosso. Mi chiamo Joseph Grey, 25 anni e ho appena conseguito la laurea all'università delle scienze di Pandòria. In quel momento mi sentivo la persona più felice del mondo; davanti a me, vedevo tutte quelle persone soddisfatte e poi la mia famiglia, mia madre che nonostante il timore che potessi fare la stessa fine di mio padre è riuscita ad accettare la cosa e mio fratello che anche se non poteva vedermi, riuscivo a leggergli negli occhi la sua felicità. Mio fratello era cieco a causa di una malattia genetica e l'unica cosa che poteva curarla era il Luxturna. C'era solo un problema era il farmaco più costoso al mondo. Il prezzo è di 425000 dollari per occhio ma con una semplice iniezione nella retina, mio fratello avrebbe potuto vedere per sempre e il mio sogno in qualità di scienziato era trovare un modo per produrlo al minor prezzo possibile.

All'inizio pensavo sarebbe stato facile: entro due o tre mesi una grande azienda che sviluppava qualcosa di simile mi avrebbe assunto, io dopo essermi fatto valere come lavoratore, avrei proposto il mio progetto di economizzare quel farmaco e nel giro di uno o due anni sarei riuscito a trovare quella scorciatoia produttiva che tanto desideravo; ma poi mi sono scontrato con la dura realtà. Era passato un anno da quando mi sono laureato e ancora non avevo trovato un'occupazione stabile. Ho provato a fare domande in quei particolari laboratori ma mi rifiutavano, chiedendomi di specializzarmi di più o di tornare dopo aver fatto più esperienza, neanche aziende più umili che non c'entravano nulla con il mio sogno mi volevano e iniziai a inviare più Curriculum Vitae che potevo. Cercavo su Internet, vedevo se l'azienda era a carattere scientifico e se cercava personale gli inviavo il Curriculum, non guardavo nient'altro.

Ero entrato in crisi e vedevo il mio sogno allontanarsi sempre di più quando un giorno, mentre ero in camera mia, sento mia madre chiamarmi e dirmi che erano venuti dei signori ad offrirmi un posto.
Corsi alla porta entusiasta, ma la mia eccitazione si spense quando vidi le persone che desideravano assumermi. Quello che sembrava avere la posizione più alta era basso e grasso, con un volto segnato da cicatrici e rughe e gli occhi nascosti completamente da degli occhiali da sole con lenti rotonde molto scure, mentre gli uomini della sua scorta erano molto slanciati e magri ma lasciavano intendere che erano pericolosi all'occorrenza. Non sembravano propriamente degli scienziati e mi trasmettevano inquietudine, il misterioso uomo in nero voleva che facessi il colloquio in un non meglio precisato centro di reclutamento e che lo raggiungessi scortato e bendato a bordo del furgoncino bianco con cui era venuto a prendermi, ero preoccupato ma in quel periodo ero così disperato che avrei accettato qualsiasi cosa e un'azienda che addirittura invia a casa un loro dipendente per assumerti, per me, era oro colato.

Venni scortato bendato per non so quanto tempo e quando mi tolsero la benda mi trovai in quello che sembrava un normalissimo salotto in una normalissima casa in centro città se non fosse per una poltrona singola a cui era puntata contro una telecamera. L'uomo mi invitò a sedermi e mi fece sapere che tutto il colloquio sarebbe stato registrato. Accese la telecamera e disse:
U.:-"Allora, candidato: Joseph Grey, anni 25, maschio, capelli castano corti, occhi verdi, altezza: 1,89 metri, peso 90 chili, ex-studente, ora disoccupato, residente a Pandòria, Stati Uniti. Confermi di essere lui?"
J.:-"Si, confermo!"
U.:-"Bene, la informo subito che si tratta solo di un incontro preliminare in cui le spiegherò in cosa consiste il lavoro e se decide di accettarlo passeremo al colloquio vero e proprio!"
J.:-"Ok, ehm... Non per essere scortese ma può dirmi per che azienda lavora? Sa, ho inviato così tanti curriculum che non riesco a ricordarmi...”
U.:-“Non ha importanza, l’azienda a cui ha inviato il CV non esiste. Vede la società per cui ha fatto realmente richiesta non può esporsi troppo al pubblico e questo è il metodo migliore per trovare nuovo personale rimanendo nell'anonimato! In realtà io lavoro per un’organizzazione segreta che ha rapporti diretti con il governo e che opera a livello mondiale. Il nostro compito è quello di trovare delle anomalie, cose che non dovrebbero esistere, catalogarle e assicurarsi che non possano danneggiare nessuno.”
J.:-“Per anomalie intende dei superbug?”
U.:-“Non solo, non ci occupiamo solo di microbiologia. Per anomalie intendiamo tutte quelle persone, oggetti o animali che non sembrano rispondere alle normali leggi della biologia, della scienza e talvolta nemmeno alle più basilari leggi della fisica e è assolutamente necessario che rimangano segreti alla maggior parte della popolazione. Se le irregolarità diventassero di dominio pubblico secoli di convinzioni cadrebbero e tra la popolazione si scatenerebbe il panico senza contare che alcune di esse sono così pericolose che, in mani sbagliate, potrebbero porre fine al mondo così come lo conosciamo!”
J.:-“Sta scherzando, vero? Cos’è? Una Candid Camera?”
U.:-“Lo vorrei tanto, anch’io preferirei che quelle cose non esistessero ma purtroppo è tutto reale!”
Rimasi un attimo in silenzio a riflettere.
U.:-“Vede signore, quello che le sto offrendo non è un lavoro normale ed è molto pericoloso; nulla di quello che troverà all’interno dei nostri siti potrà essere divulgato all’esterno della fondazione nemmeno a amici o parenti. Un simile atto ai nostri danni è punibile con la terminazione immediata!”
J.:-“Addirittura?”
U.:-“Da questo punto di vista, non ha nulla da temere se rispetta le nostre leggi interne, non prova a danneggiarci e non interagisce in modo improprio con le anomalie le situazioni in cui ci è permesso eliminarla sono estremamente improbabili; comunque sia troverà tutti i dettagli nel contratto di lavoro!"
J.:-"Wow! C'è altro che devo sapere!"
U.:-"Si, c'è un'altra clausola che deve accettare: se una anomalia dovesse legarsi a lei in modo irreversibile, verrebbe trattato come qualsiasi altra singolarità presente all'interno della fondazione; il che significa che non potrà più uscire dalla struttura, nemmeno per vedere gli amici o i suoi parenti e verrà trattato come una cavia per test e studi. Naturalmente, ci assicureremo che ciò non accada e che lei possa lavorare in tutta sicurezza ma come le ho detto le anomalie sono imprevedibili e se ciò accadesse, lei dovrà accettarlo senza se e senza ma"
J.:-"Pazzesco, non mi aspettavo si trattasse di un lavoro così serio!"
U.:-"Capisco perfettamente signore, è una decisione difficile per cui ho intenzione di lasciarle tutto il tempo che desidera ma fino ad allora non potrà lasciare questa stanza. Questo è il contratto; lo legga attentamente e poi decida"
Un suo assistente estrasse dalla valigia un cumulo di fogli e lo appoggiò sul tavolo davanti a me insieme a una penna a sfera.
J.:-"Non mi farete niente se rifiuto, giusto?"
U.:-"No, stia tranquillo, però dovrà accettare di farsi somministrare un agente amnesico che le cancellerà i ricordi di questa conversazione!"
J.:-"Capisco!"
U.:-"Ora la lascio solo, in modo che possa decidere in tutta calma, bussi alla porta se ha preso una decisione o c'è qualcosa che non capisce!"

In seguito l'uomo mandò fuori i suoi due collaboratori, spense la telecamera e la ritirò; poi mi guardò e disse:
U.:-"Ok, ora posso parlare in privato! Allora, c'è una cosa che la mia organizzazione non voleva che le dicessi per non influenzare l'esito della sua decisione ma sento di doverlo fare. Vede, le sue competenze non sono l'unico motivo per cui abbiamo deciso di assumerla"
J.:-"Perché? C'è altro?"
U.:-"E' per via di suo padre!"
J.:-"Mio padre?"
U.:-"Si, lui è stato uno dei migliori scienziati che abbiamo mai avuto, è stata una terribile perdita per la fondazione, e i miei capi speravamo che in qualche modo lei avrebbe potuto sostituirlo!"
J.:-"Conosceva mio padre? Cosa gli è successo?"
U.:-"Niente di diverso da quello che le è stato detto: una di quelle anomalie l'ha ucciso mentre era in fase di test. I dettagli dell'evento però non sono stati divulgati e nemmeno io ne so molto mi dispiace! Ora devo andare o si insospettiranno, la prego di non basare la sua decisione solo su quello che le ho appena detto e di riflettere attentamente prima di decidere se vuole veramente questo lavoro!"

L'uomo uscii dalla stanza e io rimasi li da solo con i documenti. Tanti pensieri affollavano la mia mente e la scelta non era poi così scontata. Accettare quel lavoro aveva diversi pro: avrei lavorato ad altissimo livello e magari avrei scoperto anche come produrre la medicina per curare mio fratello e poi facendo carriera avrei anche potuto scoprire di più su mio padre, ma anche i contro meritavano attenzione. Senza contare i rischi del mestiere che erano centuplicati rispetto a quelli di un normale laboratorio, praticamente, mi avevano chiesto se volevo, io stesso, immolarmi in nome della scienza e per un futuro migliore e più sicuro per tutti. Avrei dovuto veramente accettare di lavorare nella stessa azienda in cui mio padre aveva perso la vita? Mia madre meritava davvero che un giorno degli uomini si fossero fermati davanti a casa nostra per comunicargli che ero morto? 


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