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Autore: Kiron_River    23/01/2019    1 recensioni
Ciao gente! Con questa serie (nel caso piaccia, se no evito di andare avanti) intendo utilizzare l'ambientazione narrativa di Yu-Gi-Oh per mettere in scena una storia completamente inventata e con personaggi non appartenenti alla serie classica in cui si recupera l'atmosfera dark della prima versione dell'anime mettendo qualche regola in più al concetto di Gioco delle Ombre. Nel capitolo di oggi avremo un prologo della storia (rassicuro che i prossimi capitoli non intendo farli così lunghi), inserendo i personaggi principali della vicenda, a cui se ne aggiungeranno altri in seguito, l'incipit della vicenda e l'atmosfera che si respirerà da questo momento in avanti. Grazie a tutti e buona lettura
NB: Per chi non fosse pratico del gioco di Yu-Gi-Oh si consiglia una rapida ricerca delle carte citate per comprendere meglio i passaggi della storia
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao gente! Torna con un 22° capitolo I Maestri delle Ombre con un altro capitolo senza, purtroppo, alcun duello. Questo e il capitolo precedente dovevano originariamente essere accorpati, ma l'immensa logorrea che mi è presa nello scrivere mi ha convinto a scindere il maxi-capitolo in due parti distinte che fanno da anticamera alla fine di questa "prima stagione" e l'inizio delle finali. Occhio gente, perché il cast sta per riunirsi e alcuni dei perché che stanno dietro al torneo e alle mosse del burattinaio Stephan Kygranerd stanno per venire al pettine.
Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita.

La mattina successiva Malverik, Sally e Gilbert vennero dimessi. Compilati i moduli di circostanza trovarono Gabriele che li aspettava all’uscita.
“Ragazzi, per favore, ditemi che qualcuno di voi tre è ricco sfondato e può permettesi di farsi venire a prendere in limousine” esordì l’italiano.
Nessuno dei tre capì a cosa si stesse riferendo finché non sbirciarono oltre la porta d’ingresso dell’ospedale notando una limousine ferma proprio di fianco all’entrata, presidiata da una donna bassina dal caschetto bruno che se ne stava dritta come un palo della luce di fianco alla portiera del mezzo.
Malverik si accostò a Gabriele e immediatamente la donna si mosse come un robot verso di loro.
“Buongiorno” li salutò la donna con un sorriso di circostanza “Sono qui in rappresentanza della Kygranerd Corp. Il presidente Kygranerd vorrebbe vedere i signorini Gabriele Negrini
e Malverik Martinez e la signorina Sally Winters per porgervi le sue scuse ufficiali riguardo l’incidente nella biblioteca”
Aveva pronunciato il discorso in maniera meccanica, esattamente come se fosse un messaggio registrato, cosa che inquietò non poco i ragazzi e suscitò la contenuta ilarità di Gabri.
Gabri e Mal si scambiarono un’occhiata, poi Mal guardò Sally e Gilbert. Non avrebbero potuto rifiutare quell’invito, formalmente era solo un incontro per delle scuse da parte dell’organizzatore responsabile del torneo.
Mal stirò un sorriso.
“Nessun problema in merito. Mi sento solo di fare una precisazione. Anche Gilbert, il mio amico, li, è stato coinvolto nell’incidente, il signor Kygranerd probabilmente non sa di lui perché non partecipa al torneo, ma sono sicuro che anche lui gradirebbe delle scuse per quanto gli è successo”
La donna ebbe un attimo di tentennamento. Immediatamente chiese perdono al ragazzo e gli voltò le spalle tornando all’auto, aprì lo sportello chiamò col cellulare, probabilmente chiedendo istruzioni in merito.
“Occhio, Mal, mi sa che siamo finiti in Blade Runner” fece Gabri sottovoce “quella tipa è chiaramente un replicante” e aggiunse una risatina.
Mal gli tirò una gomitata.
“Ma smettila” in realtà anche lui ridacchiava sotto i baffi.
Sally e Gilbert intanto si avvicinarono ai due amici.
“Anche il vostro amico può venire. Prego, salite” fece la donna col caschetto dalla macchina.
I quattro salirono nella limousine che subito partì.

Durante il viaggio Mal scrisse un messaggio a Gabriele per riassumergli per sommi capi quello che si erano detti la sera prima lui e Alex. Non poteva dirlo a voce perché la macchina aveva delle telecamere di sicurezza e Kygranerd avrebbe subito scoperto Alex se avesse sentito quei discorsi.
Gabri fu abile a non mettere lo schermo del cellulare lontano dall’occhio della telecamera e rimase in silenzio a elaborare le informazioni. Anche Sally e Gilbert furono messi al corrente di tutto nello stesso modo.
Qualunque cosa Kygranerd volesse da loro era legata a quella storia.
Arrivarono alla K. Tower nel giro di una decina di minuti e i quattro scesero proprio di fronte all’entrata dove li attendeva l’assistente personale di Kygranerd in persona: Iris Wyvern.
“Benvenuti, ragazzi” li salutò la signorina Wyvern con garbo accompagnato alla sua solita espressione glaciale “Spero vi siate tutti rimessi dalla brutta esperienza di ieri sera”
“Mi fanno un po’ male i polsi, per il resto tutto bene” rispose Gilbert facendo roteare i polsi in questione su cui erano ancora leggermente visibili i segni delle corde.
La Wyvern dette un’occhiata ai polsi di Gilbert per un attimo il suo sguardo si piegò per il dispiacere verso quanto accaduto al ragazzo. Fu solo un attimo, perché subito tornò a essere la rigida e fredda donna di sempre.
“Il presidente Kygranerd vi sta aspettando nel suo ufficio, vi prego di seguirmi” concluse la donna.
Gabriele non riuscì a trattenere una battuta.
“Ma in questo posto lavorano anche degli esseri umani?”
La Wyvern fece finta di non sentirlo e fece strada ai ragazzi fino all’ascensore dei dirigenti.
L’imbarazzante silenzio del viaggio in ascensore fu spezzato dalla domanda di Mal alla signorina Wyvern.
“Come sta il signor Curtis?”
La Wyvern sollevò un sopracciglio sentendo quel nome.
“Prego?” replicò la donna.
“Curtis, mi pare si chiamasse così l’addetto alla sicurezza che era con lei ieri. Mi chiedevo come stesse” precisò Mal simulando innocenza.
“Si trova ancora in ospedale. Ha subito una commozione cerebrale in seguito a un pezzo di soffitto che gli è caduto sulla testa”
Mal ignorava come Alex fosse riuscito a simulare una commozione cerebrale, specie considerando che la sera prima sembrava sano come un pesce.
“Mi sembra uno con la pelle dura, se la caverà” concluse Mal.
“Lo penso anch’io” replicò la Wyvern.
I ragazzi arrivarono all’ultimo piano della torre. Dopo che l’ascensore si fu aperta, delle voci cominciarono a rimbombare confuse per il corridoio.
La signorina Wyvern riconobbe quella del suo principale tra di esse e guidò i ragazzi fino alla porta dell’ufficio a passo svelto.
“… Non certo più danni di quanti ne hai fatti tu!”
La voce sembrava furiosa e probabilmente era quella di Kygranerd.
“Te lo ripeto, è un errore, sei riuscito a mandare a monte tutto quello per cui ho lavorato ieri sera”
Questa seconda voce la individuarono tutti in un istante, era la voce di Elzer, apparentemente più calmo del suo capo o presunto tale.
La Wyvern si affrettò a bussare alla porta e la discussione si interruppe.
“Avanti” disse Kygranerd con il tono che tradiva la sua rabbia.
La Wyvern aprì la porta e lasciò passare i ragazzi.
Ad attenderli dentro l’ufficio vi erano Kygranerd, in piedi dietro la sua scrivania con la una maglietta a collo slabbrato e una giacca azzurra sopra, Elzer, che se ne stava seduto sulla scrivania dell’ufficio ghignando da sotto il ciuffo azzurro, e Aleta, che aveva preso posto sulla poltrona in fondo all’ufficio.
“Buongiorno, Imperatore” salutò Elzer allargando il sorriso.
“Mano Magica…” replicò Mal.
Elzer aggiunse una risatina nell’udire il suo amato nickname.
Gilbert si voltò verso Aleta rivolgendole un sorriso, ma la ragazza distolse lo sguardo infastidita.
“Bene, ora ci siamo tutti” esordì Kygranerd mostrando a tutti un largo sorriso soddisfatto. Solo in un secondo momento notò Gilbert, che non rientrava tra gli invitati.
“Mi perdoni, lei sarebbe?” gli chiese.
“Gilbert Connorson. Mi è stato riferito di alcune scuse ufficiali e sono venuto” disse il giovane con naturalezza.
Kygranerd lanciò un’occhiata all’assistente che stava chiudendo la porta.
“Il signor Connorson si è semplicemente trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato”
rispose la Wyvern.
“Ok, Mr. K, possiamo dare un taglio ai convenevoli” si intromise brutalmente Gabriele “Gilbert viaggia con Malverik e Sally fin dall’inizio del torneo, sa del Gioco delle Ombre, che è il vero motivo per cui siamo qui, non è vero?”
Kygranerd si voltò contro l’italiano facendo una smorfia mentre Elzer si lasciava andare a una sonora risata.
“Perdi colpi, socio. Ora ti fai zittire dai ragazzini” esclamò Elzer tra una risata e l’altra.
“Ne ho anche per te, psicopatico” lo fulminò Gabri “Non ho intenzione di perdonarti per lo scherzetto della biblioteca”
Elzer smise istantaneamente di ridere e continuò a fissare Gabri dritto negli occhi.
“Piantatela, sembrate un gruppetto di bambini in gita” si intromise Aleta attirando l’attenzione di tutti “Non è affatto vero che sappiamo tutti perché siamo qui, ma solo che il nostro stimato anfitrione” sottolineo queste due parole con evidente accento ironico “si è fatto in quattro per trovarci e portarci tutti sotto lo stesso tetto”
“Non tutti…” la corresse Elzer.
“E chi mancherebbe?” ribatté prontamente Mal.
Elzer tacque, mentre nella sua mano destra faceva comparire il suo cappello col solito gioco di prestigio e se lo appoggiava sulla testa.
“Se permettere il perché siamo qui vorrei dirvelo io” esclamò infine Kygranerd irritato. Non aveva tenuto conto di quanto sarebbero stati problematici quei ragazzi e la situazione gli era rapidamente sfuggita di mano.
Kygranerd controllò che tutti gli prestassero ascolto prima di parlare di nuovo, ma fu anticipato da Malverik, che fremeva per avere una precisa risposta dal Presidente della Kygranerd Corp.
“Siamo qui per giocare, signor Kygranerd. Le ricordo che c’è un torneo in ballo”
Sally guardò Malverik, era chiaro l’intento della sua domanda.
Kygranerd si aggiustò la giacca e riacquistò la sua posa di superiorità.
“Il torneo, ormai ci sarete arrivati, era solo un modo per arrivare a voi”
Un’ombra oscura calò sullo sguardo di Malverik. Qualunque cosa avesse detto da quel momento in avanti Kygranerd, non avrebbe mai avuto l’approvazione dell’Imperatore Nero, tutti nella stanza lo avevano capito.
“E ha ragione il nostro amico, qui” continuò Kygranerd indicando Gabriele “Siete stati radunati in virtù del Gioco delle Ombre.
“Che ci crediate o meno, sono anch’io un duellante...”
Elzer ridacchiò. Kygranerd rispose con un’occhiataccia.
“...E sono un Duellante delle Ombre. Ho condotto molti studi su che cosa sia e cosa provochi il Gioco delle Ombre, e credo di esserci arrivato”
Kygranerd fece una pausa teatrale avvicinandosi al salotto.
Il presidente della K. Corp. prese il telecomando e accese lo schermo. Vi apparvero una serie di immagini di antiche incisioni e pitture raffiguranti varie creature simili in alcuni casi ai mostri del Duel Monsters e delle figure umane che sembravano comandarle.
Ai ragazzi non ci volle molto per capire quanto le azioni incise fossero simili ai duelli di Duel Monsters.
“Queste sono immagini di diversi scavi finanziati dalla Kygranerd Corporation in giro per il mondo. Dopo aver letto delle voci secondo cui il Gioco delle Ombre sarebbe nato in nell’antico Egitto ho cominciato a cercare li e gli scavi hanno rinvenuto diverse immagini risalenti indicativamente al periodo tra il 3200 a.C. e il 2600 a.C.
“Le incisioni e le immagini ritraggono spesso creature mostruose che però non fanno parte ne del pantheon egiziano classico ne a nessuno dei bestiari associati ai miti egizi. Come potete vedere i mostri sono sempre accompagnati da una figura umana che abbiamo identificato come uno stregone, capace di controllarli e spingerli a lottare contro altri mostri”
Malverik, Gabriele e Aleta ascoltavano mantenendo un’espressione impassibile mentre teneva ancora quel suo sorrisetto divertito mentre giocherellava col suo cappello seduto scompostamente sulla scrivania dell’ufficio.
Sally stava in silenzio ad osservare. Kygranerd era sempre stato un uomo dal fascino magnetico, capace di suscitare simpatia in tutti, ma in quel momento qualcosa le diceva che non c’era da fidarsi di lui. Non erano solo i sospetti che erano saliti durante il torneo, con gli attacchi e tutto il resto, era una sensazione sua, personale, che le diceva di non fidarsi di quell’uomo. La stessa sensazione di quando sentiva che un suo avversario in duello non era leale.
“Passa alle cose serie, Kygranerd” lo rimproverò Elzer “Nessuno è venuto qui per una lezione di storia”
Kygranerd guardò storto Elzer solo per un attimo, poi tornò composto.
“Ci stavo arrivando. Non solo in Egitto, ma anche in altri luoghi un po’ in tutto il mondo. Diverse esecuzioni, ma medesimo concetto: sempre creature mostruose che si combattono tra loro. L’ipotesi vagliata dai miei collaboratori è che durante questi giochi fossero in moto energie di natura misteriosa abbastanza grandi da condensarsi in forme riconoscibili dall’occhio umano”
Kygranerd cambiò la slide con un tasto del telecomando e mostrò dei grafici per gran parte incomprensibili, ma con al centro un disegno che sembrava rappresentare la forma stilizzata di un buco nero o comunque di un portale.
“Ho fatto studiare le iscrizioni a degli esperti e ho incrociato i risultati delle ricerche con quelle condotte sui miei stessi duelli nel Gioco delle Ombre e ciò che è emerso è che in ogni Gioco delle Ombre agisce una energia proveniente da un’altra dimensione che utilizza i duellanti delle Ombre come catalizzatore per manifestarsi”
Nessuno tranne forse Elzer rimase impassibile a quella rivelazione, ma mantennero tutti un dignitoso riservo… tutti tranne Gilbert, che prese al volo un taccuino e cominciò a scrivere.
Kygranerd se ne rese conto e continuò.
“In realtà qualunque gioco fa scaturire una piccolissima parte di questa energia e più i contendenti sono forti più l’energia in uscita dalla Dimensione X… si, lo so, i miei dipendenti non hanno molta fantasia, è alta. Tuttavia solo in un gioco con un giocatore delle Ombre, uno particolarmente vicino a quel mondo, l’energia esce in maniera massiccia e si rende visibile.
“Ora, come sapete la mia azienda si occupa di energie alternative, quindi potrete ben immaginare che la questioni mi tocchi molto da vicino. Il mio intento è quello di impadronirmi di questa energia tramite un esperimento. Pensateci: un’energia in grado di materializzare un solo mostro potrebbe tenere in piedi una metropoli per almeno dieci anni, con il mio esperimento ho intenzione di massimizzare l’accumulo di energia per poterne avere abbastanza da coprire tutto il fabbisogno energetico dell’intero pianeta per un secolo o più. Stiamo parlando di scrivere la storia!”
Nessuno fiatò.
Soppesando le parole di Kygranerd, sia Gabri che Aleta, che Sally si stavano convincendo che la cosa avesse un suo senso, ma c’era qualcosa che non tornava.
Malverik, continuava a fissare severamente il presidente della K.Corp senza tradire alcun pensiero.
Kygranerd attese ancora prima di riprendere. Fu Sally a porre la domanda lui si aspettava.
“Noi come dovremmo aiutarla in questo esperimento?”
Kygranerd si voltò verso la ragazza e il sorriso fu tutt’altro che convincente.
“Sarà sufficiente la vostra presenza e il vostro consenso. Per questioni legali, principalmente, e anche perché la comunità scientifica è piuttosto rigida sulla conduzione di un esperimento che dovrà essere pubblicato”
Kygranerd si voltò verso il televisore e lo spense.
“Ovviamente non mi aspetto che lo facciate gratuitamente. Quando l’esperimento sarà finito riceverete tutti quanti un adeguato compenso per il vostro contributo. D’altronde senza di voi nulla sarebbe possibile”
Kygranerd concluse con un sorriso e sedendosi sul divano accanto ad Aleta che per risposta si spostò sull’altro lato.
Elzer, d’altro canto, teneva gli occhi puntati su Mal.
Gabriele ebbe un immediato moto di interessamento.
“Per curiosità di che cifra...”
“Arrivederci” sentenziò Malverik e fece per andarsene.
Kygranerd alzò la testa sorpreso. Appena capì che il ragazzo se ne sarebbe andato sul serio si alzò di scatto e tornò davanti alla scrivania per mantenere il contatto visivo.
“Aspetta! Che significa ‘Arrivederci’?”
“Significa che la sua proposta non ha significato per me, Kygranerd. Sono venuto qui per vincere il torneo, non per prendere parte ai suoi esperimenti” rispose l’Imperatore senza guardare negli occhi l’altro.
Kygranerd si arrestò interdetto mentre Elzer esplose in una risata catalizzando l’attenzione.
“AHAHAHAHAH Per questo ti avevo detto che era una pessima idea. L’Imperatore non darà ascolto a te, segue solo il suo codice d’onore da duellante” rise Elzer.
“Non sei d’aiuto, Elzer. Sono consapevole che un duellante ragioni in un certo modo, ma ci sono questioni più importanti del gioco adesso” replicò Kygranerd digrignado i denti.
Mal a quel punto non resse più. Era da quando era entrato in quell’ufficio che aveva voglia di dirne quattro a Kygranerd e l’unico motivo per cui si era trattenuto era perché voleva capire prima con chi avesse davvero a che fare, ma ora basta.
“Come puoi tu credere di capire come ragiona un duellante?”
Mal si voltò con l’ombra sugli occhi e con tono minaccioso.
Sally e Gilbert si scambiarono un’occhiata terrorizzati.
“Hai organizzato un torneo mondiale di Duel Monsters. Hai acceso la miccia che ha fatto esplodere tutto il mondo competitivo, pensavo di venire a ringraziarti una volta arrivato in cima” Dicendolo Mal si stava avvicinando lentamente a Kygranerd con l’aria di chi stava per prenderti a pugni in faccia, tanto che persino la rigidissima Wyvern si allarmò.
“Ora se anche ti trovassi davanti a me sulla cima del mondo non mi degnerei neanche di sputarti”
Ormai Malverik era faccia a faccia con Kygranerd e la Wyvern aveva già una mano sulla pistola. Sally se ne accorse e prese Mal per un braccio richiamandolo indietro.
Mal si voltò incrociando lo sguardo eloquente della ragazza, ma fu distratto dalla risata a denti stretti di Elzer.
“Non provare a ridere te!” lo avvertì Mal puntandogli il dito contro “Se anche è vero che sei un duellante vero, sei un duellante spregevole e l’unico momento che aspetto è di spezzarti in due alle finali”
Elzer si limitò a piegarsi in avanti in un inchino tenendo però gli occhi puntati in quelli dell’Imperatore.
Strattonato di nuovo da Sally, Mal fece un passo indietro per andarsene.
Kygranerd, visibilmente irritato, cercò di contenersi e di replicare.
“Anch’io sono un duellante ...”
“Allora duelliamo, qui ed ora!” sbottò Mal girandosi di nuovo nonostante il blocco di Sally.
Mal accese il dueling disk e lo puntò in avanti, contro il suo avversario, che però non reagì, si limitò a guardarlo impressionato.
Gabriele fece lentamente un passo indietro.
Kygranerd non aveva un dueling disk al braccio. Il suo lo lasciava a casa sua venendo a lavoro, quindi non aveva nemmeno la possibilità di recuperarlo in quel momento.
“Non ho il dueling disk” rispose l’imprenditore.
Mal lanciò un’ultima occhiataccia all’uomo prima di richiudere il suo macchinario e ritrarsi indietro guardando l’altro a mento alto.
“Esattamente ciò che mi aspettavo” commentò Mal.
Elzer, sempre fisso sulla scrivania, continuava a ridacchiare a denti stretti irritando ulteriormente Kygranerd, anche Gabriele non riuscì a trattenere un sorriso.
Kygranerd osservò Malverik prendere la via della porta passando accanto a Sally che lo lasciò passare. Il presidente della K. Corp. si rese allora conto di essersela giocata veramente male. La mossa di Mal di accendere il dueling disk era solo una finta, aveva già visto ce il suo avversario non aveva un dueling disk, ciò che voleva vedere era se avrebbe pensato a un modo per duellare ugualmente o avrebbe rifiutato di battersi.
Più ancora dell’atteggiamento del ragazzo fu il senso di sconfitta a far infuriare Kygranerd, che mantenendo la calma, passò alle maniere forti.
“Tu più di tutti dovresti avere interesse verso questa offerta, Malverik Martinez” disse Kygranerd “Ho fatto fare delle ricerche su di te. So che hai disperatamente bisogno di soldi, so che la tua famiglia se la sta passando male con la crisi e tutto il resto...”
Mal si bloccò con la mano sulla maniglia mentre senza voltarsi verso Kygranerd, mentre Sally e Gilbert si.
“E non è solo la condizione economica della tua famiglia che dovrebbe preoccuparti, d’altra parte sei scappato di casa per venire qui, perché dovrebbe interessarti? Piuttosto mi occuperei della tua di condizione. So che sei arrivato in America come clandestino su una nave e che per raggiungere la città hai dovuto fare l’autostop, probabilmente non ti bastano neanche per tornare a casa una volta finito se tu non riuscissi a ottenere il premio finale. So che alloggi in uno degli alberghi messi a disposizione dalla mia azienda e che hai con te a mala pena i soldi per mangiare. Se non fosse per me non avresti neanche un posto dove stare, sei davvero sicuro di non dovermi qualcosa?”
Mal era ad un passo dal saltargli alla gola, ma non gli era passato inosservato il movimento dell’assistente di Kygranerd sulla pistola, quindi si limitò a aprire la porta dell’ufficio e se ne andò sbattendola dietro di se.
“Immagino sia un no...” commentò Kygranerd.
Sally fece spallucce e si avviò anch’essa verso la porta.
“Con permesso…” fece la ragazza e uscì.
“Io senza” sorrise Gilbert e seguì l’amica fuori.
Kygranerd rimase qualche secondo in silenzio per poi tirare un lungo respiro e ritrovare la calma.
Gabriele si fece avanti.
“Ooook, qua il discorso si è fatto fin troppo serio, quindi me ne sono stato buono nel mio angolino buio, ma a questo punto faccio mi pongo come voce degli umili, dei venali e degli inetti mostrando la mia proposta”
Kygranerd si sedette dietro la sua scrivania tenendo gli occhi fissi su Gabri.
“Ti ascolto”
“Ottimo. A quanto pare sono l’unico duellante sui generis da queste parti visto che sono quietamente ottimista rispetto a questa cosa del cambiare per sempre il futuro del genere umano e ciance varie. Tuttavia non me ne frega molto, non sono neanche contro la lobby del petrolio, l’unico motivo per cui sono qui è per quel milione di dollari del premio finale del torneo. Di conseguenza mi fosse offerta una somma adeguata per il disturbo di essere arrivato fino qui, penso che la mia attenzione al riguardo aumenterebbe”
Kygranerd lo guardò sottecchi. Era persino troppo semplice per essere vero, ma in fin dei conti le ricerche mostravano come quel ragazzo non fosse troppo legato alla mentalità da duellante come invece lo erano Elzer e Malverik, quindi gli credette.
“Immagino che non basterebbero i sei zeri del torneo” ribatté Kygranerd incrociando le dita delle mani.
Gabri sorrise di rimando.
“Questo lo lascio giudicare a lei. D’altra parte sembra che sia l’unico qui dentro a quanto è veramente importante questo esperimento, ma se mi dovessi attenere alle pompose parole che ha usato poc’anzi, direi che il doppio, anzi, il triplo del premio per il primo posto nel torneo potrebbe essere appropriato per me”
Kygranerd sorrise.

Le porte automatiche della K. Tower si chiusero dietro a un infuriato Mal che avrebbe voluto urlare per minuti interi per sfogare tutta la rabbia accumulata.
Sally uscì dalla porta meno di un secondo dopo e Mal era già piuttosto lontano.
Sally lo rincorse e lo afferrò per una spalla.
“Mal!” lo richiamò la ragazza.
Lui si voltò con lo sguardo ancora iniettato di sangue e quasi digrignando i denti.
Incrociato lo sguardo di Sally, Mal ingoiò in un colpo tutto l’odio verso il mondo che gli era salito fino a quel momento, ma non riuscì a dire una sola parola.
“Quello che ha detto Kygranerd… è vero?” chiese Sally lasciandogli il braccio.
Mal sbuffò.
“Con tutto quello di cui si è parlato li dentro è questo che ti viene in mente di chiedermi?” ridacchiò nervosamente.
Mal incrociò di nuovo lo sguardo si Sally, serio e profondo come sempre e capì di non poter nascondere nulla a quella ragazza neanche provandoci.
“Tutto quanto…”
“Allora era vera quella storia che eri arrivato in autostop. Non era uno scherzo”
“No. Ho veramente dovuto imbarcarmi come clandestino sulla prima nave in partenza per gli Stati Uniti e mi sono dovuto aggregare a qualunque cosa si muovesse per farmi la strada da New York a qui”
“Perché?”
“Per il torneo. Tu potrai anche reputarlo nulla più che un gioco, ma per me è la cosa più importante. Ho perso il conto di quante volte ho perso le notti a parlare con gente dall’altra parte del mondo discutendo di strategie di Duel Monsters, degli anni a raccogliere tra una difficoltà e l’altra tutte le carte che mi servivano e che mi rappresentavano, delle volte in cui ho cercato di spiegare alla mia famiglia che questo gioco stava diventando qualcosa di importante e che io stavo facendo parte del suo cambiamento.
“Non mi è mai interessato il Gioco delle Ombre, non ho mai voluto scoprire come funziona o perché sia capitato proprio a me e non a qualcun altro. Tutto ciò che volevo fare era giocare a Duel Monsters. Per me è stata una motivazione più che valida per arrivare fin qui a partecipare al torneo”
Sally mollò la presa sul braccio di Mal.
Probabilmente non aveva mai capito fino in fondo fino a che punto il ragazzo fosse legato a quel gioco e a quel torneo, ma adesso si. Quella di Mal non era semplicemente un’ossessione o un capriccio, era qualcosa di più; Malverik in quel momento stava vivendo un sogno, un sogno che Kygranerd stava rischiando di portargli via.
Sally si avvicinò di mezzo passo e prese tra la mano di Mal tra le sue tenendo lo sguardo basso proprio sulla mano del ragazzo.
“Non parlare come se fosse tutto già finito”
Mal non riusciva proprio a voltarsi per paura di incrociare lo sguardo dell’amica.
“Kygranerd non crede più in questo gioco, è vero, forse non ci ha mai creduto, ma non ha importanza perché ormai ha dato il via a qualcosa di più grande di lui o del suo piano. Non sei il solo a credere in questo torneo. Tutti quelli che sono venuti qui ci credono. Pensa a Kadhim, che è arrivato qui dall’Africa proprio come te senza un soldo, pensa a Alex, che partecipa nonostante abbia la sua missione da portare avanti. Tutti ci credono: Gilbert, Gabriele, persino Aleta, a modo suo”
Finalmente Sally alzò lo sguardo su Malverik e con una carezza lo fece voltare verso di lei. Sally poté vedere la paura e la rabbia lasciare gli occhi di Malverik in quel preciso momento.
“E poi ci credo anch’io. Per quanto mi riguarda poi ci sono ancora le finali da giocare e tu mi devi una rivincita”
Sally sorrise dolce, ma con lo sguardo battagliero e anche le ultime nebbie che si erano addensate dentro Malverik sparirono.
Mal sorrise a sua volta, per la prima volta forse senza che ci fosse in mezzo il Duel Monster.
“Non vedo l’ora” rispose “Grazie Sally”

Gilbert era uscito subito dopo di loro dall’ufficio di Kygranerd, ma una volta arrivato al piano terra li aveva visti insieme dalla porta d’ingresso e il suo innato buon senso gli aveva consigliato di lasciarli soli. Consiglio accettato di buon grado.
Quando vide che i due stavano tornando indietro, Gilbert uscì dal salone e andò loro incontro.
“Ehi, tutto bene?” chiese Gilbert col sorriso.
“Meglio, grazie” rispose Mal.
“Ottimo. Prossima mossa? Ci organizziamo per capire in cosa consiste il progetto di Kygranerd? Cerchiamo di entrare nel piano segreto di cui parlava Alex?”
Sally rise. Era sempre divertente vedere Gilbert emozionarsi per tutto.
“No, Gilbert, dopo tanta follia ho un bisogno assoluto di un po’ di contatto con la realtà” rispose Malverik.
“Perché non andiamo al negozio di carte?” propose Sally “Andiamo a comprare qualche bustina e fare due scambi”
“Sul serio?” fece Gilbert indicando con gli occhi Mal.
“Sally, non so se eri attenta, ma ho possibilità di acquisto estremamente limitate al momento” ribatté Malverik.
“Non è un problema, una bustina te la offro io. Visto che non lo accetteresti mai come regalo, vedilo come una restituzione per le carte che mi hai regalato all’inizio del torneo”
fece la ragazza mettendosi le mani sul fianchi.
Mal alzò le mani in segno di resa e Gilbert sorrise.
Con la coda dell’occhio il giornalista si accorse che l’ascensore si stava aprendo e da li uscirono Gabriele e Aleta.
“Voi andate avanti, vi raggiungo li” disse Gilbert.
Sally e Mal annuirono e si avviarono verso la fermata dell’autobus più vicina.

Gilbert salutò frettolosamente Gabriele e corse dietro ad Aleta che si stava velocemente allontanando dal palazzo.
“Ehi, Aleta” la richiamò Gilbert.
La ragazza si voltò e assunse un’espressione di sufficienza.
“Non ho avuto modo di ringraziarti per avermi salvato ieri” disse Gilbert con un sorriso.
Aleta rimase un attimo interdetta. Gilbert se ne accorse.
“Alla biblioteca. Ho visto la Principessa Insetto volare verso me e Alex e coprirci dal soffitto che stava crollando. Se non fosse stato per te saremmo morti entrambi”
Era a questo che alludeva.
“Non serve ringraziare, chiunque avrebbe fatto lo stesso” sorrise l’altra.
Gilbert rise “Non credo che tutti siano in grado di far uscire un mostro da una carta come hai fatto tu. Comunque sono contento, almeno sappiamo che non c’entravi niente con il piano di Elzer”
Aleta ebbe l’istinto di mordersi il labbro, il solo pensare a come quello psicopatico l’avesse usata la infastidiva. Ingoiò questi pensieri e rispose con il solito sorriso di circostanza.
“Allora perché ti trovavi li?” chiese Gilbert a bruciapelo.
La ragazza cominciò ad innervosirsi.
“Sono stata ingannata anch’io. Elzer mi ha fatto andare alla biblioteca dicendomi che ci sarebbe stato anche Malverik, non mi aspettavo che fosse quella la situazione”
“Ho capito. Allora eravamo sulla stessa barca. Beh, è stata una fortuna che ci fossi anche tu” rispose Gilbert con un sorriso.
Aleta omise il fatto di essersi accordata con Elzer per incontrarli li, se quella caricatura di un giornalista aveva deciso di credere alla storia del “siamo sulla stessa barca” non serviva farli credere altro. E comunque non era qualcuno con cui c’era da perdere tempo.
“Devo andare, ho ancora dieci punti da fare per qualificarmi per la finale. Ci vediamo in giro” chiuse Aleta pronta ad andarsene.
Gilbert le lasciò fare qualche passo, prima di salutarla a sua volta.
“Ci vediamo alle finali. Magari stavolta nessuno dei due finirà legato” rise il ragazzo.
Aleta gli fece un cenno con la mano senza voltarsi e senza farsi vedere sorrise.

“Non pensare che non te la farò pagare” ringhiò Kygranerd aprendo le porte del terzo livello sotterraneo del suo grattacelo seguito da Elzer.
“Non avevo scelta. I tuoi cacciatori stavano rovinando tutto mettendo in testa ai ragazzi un sacco di sospetti. Il modo per scovare i duellanti delle Ombre non è offrir loro sfide interessanti, ma metterli a tu per tu con la morte” lo sbeffeggiò Elzer ruotandosi tra le mani il cappello “Tu continui a agire come se questo fosse uno dei tuoi affari quando non è nient’altro che un gioco”
“Per te qualunque cosa è un gioco” ribatté presidente della K. Corp. un’altra barriera di robusto metallo si frapponeva tra lui e la parte più bassa della struttura, ma un codice numerico di 10 cifre lo avrebbe aperto senza problemi. Kygranerd digitò le dieci cifre senza neanche guardare il tastierino.
“I tuoi metodi sono per buona parte illegali. Sto mettendo la mia faccia su questo progetto, non posso permettermi che ci siano delle ombre in futuro quando lo esporrò alla stampa” Kygranerd completò la sua risposta ed entrò nel tunnel di metallo che scendeva sottoterra “Se avessimo adottato il tuo piano e poi qualcuno ti avesse collegato a me mi avrebbero messo sotto processo per dio solo sa quanti capi d’accusa e la sperimentazione avrebbe richiesto anni”
Elzer sogghignò alla logica del suo interlocutore.
“Comunque su una cosa devo darti ragione: la riunione di oggi è stata un errore”
Elzer si mise il cappello in testa.
“Te ne sei reso conto alla fine. Non solo abbiamo riunito cinque duellanti su sei, ma ne abbiamo anche due che non metteranno più piede alla K.Tower, pensa quanto scendere qua sotto”
Kygranerd si bloccò. Non era vero che Malverik e Sally non avrebbero mai più voluto salire sulla K.Tower, ci sarebbe stata una sola ragione valida.
“Anticiperemo l’esperimento” esclamò Kygranerd.
“E a quando?” chiese Elzer fingendosi sorpreso. In realtà conosceva bene la risposta.
“Il giorno delle finali del torneo. La K.Tower sarà la chiave del nostro esperimento. Dovremo fare in fretta però, ci sono diversi cambiamenti da fare e abbiamo pochi giorni per finirli.
I due uscirono dall’altra parte del tunnel e ad aprirsi ai loro occhi un immenso spazio sotterraneo completamente illuminato.
Elzer si guardò intorno osservando la costruzione che era stata fatta la sotto. La grande piazza lastricata di rocce dal color ocra, l’alta scalinata che portava all’altare in pietra scura e le sette nicchie finemente decorate con altorilievi di demoni e creature in lotta da cui si innalzavano le guglie alte anche più di quanto lo era l’altare.
Elzer fischiò piacevolmente colpito.
“Lo ammetto, Stephan: quando decidi di renderti utile lo fai in grande stile”
   
 
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