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Autore: harretoms    25/01/2019    0 recensioni
Dal 2° capitolo:
"Sei solo un borioso e un maleducato, ora sloggia." Mi faceva davvero saltare i nervi quel so-tutto-io. Chi era poi per venire qui e giudicarmi?
Ma fece una cosa che non mi sarei mai aspettata. Si avvicina a me, ad un palmo dal mio viso, potevo sentire il suo respiro caldo sulle mie labbra per poi cambiare direzione ed avvicinarsi, invece, al mio orecchio.
"Imparerai che il gioco, qui, lo comando io." disse poggiando impercettibilmente le sue labbra sul mio lobo sinistro. Mi fece rabbrividire la sua vicinanza, il suo fiato, le sue parole.
Mi sa che mi ero cacciata nei guai.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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La strada per tornare a casa sembra infinita. È ormai buio pesto e le strade sono illuminate solo da lampioni che emanano luce arancione. La strada isolata mi spaventa, ho sempre odiato camminare per vie che non conosco. Non voglio tornare a casa, non voglio tornare da loro. Mi spaventano, mi fanno paura. Intravedo il cancello della mia nuova dimora, dove ovviamente sono solo un ospite non gradita. Suono il campanello ed ecco che comincia l’inferno.
 
“Iniziamo proprio male.”
Neanche un ciao, un buona sera distaccato, niente di tutto ciò. Il mio ingresso è subito costellato da critiche e lamentele sul mio comportamento. Mio zio è seduto ed è rimasto in silenzio per l’arco dei 20 minuti in cui mi hanno solamente sparato addosso insulti.
Ma ecco che anche la sua opinione viene fuori.
“Non sei a casa tua. Non fai quello che vuoi. Devi solo ringraziare il cielo di avere un tetto sulla testa… per ora.”
Le lacrime mi pregano di sgorgare fuori dai miei occhi ma mi costringo a rimandarle dentro e di soffrire in silenzio senza dar modo a loro di gioire del mio pessimo stato d’animo. Ho passato una serata orrenda, passerò una notte di merda e probabilmente i giorni a seguire saranno anche peggio. Già li odio, sì esatto. Non sono una di quelle moraliste che crede che l’odio sia un sentimento troppo forte che non si adatta ad una ragazza ben educata che deve provare solo compassione e amore. Io li odio, perché non merito tutto questo. Studio, mi comporto bene, ho sempre dato una mano a mia madre che adesso mi manca da morire ed anche questo sentimento che odio provare mi manda in bestia e mi fa venir voglia di piangere per le 24 ore successive.
“Dovete scusarmi, mi ero solo persa. Non ricapiterà”
E come se li avessi appena insultati definendoli persone subdole (quali ovviamente sono) mi sputano addosso di nuovo tutte le loro frustrazioni e la loro cattiveria. Ma ciò che non mi aspetto è che apparecchiando mi ordinano di non mettere il piatto al mio posto poiché andrò a letto senza cena. Ho un magone allo stomaco tremendo. Vorrei solo prendere e scappare ma non saprei proprio dove andare, sarei solo in balia delle tremende persone che abitano in questo posto e che per sfortuna ho già avuto modo di conoscere.
Ripendo a quel ragazzo. Se non ci fosse stato lui non so che fine avrei fatto stasera. Probabilmente non sarei a casa sana e salva. È stata l’unica cosa bella che mi è capitata da un po’ di tempo, mi sono sentita al sicuro per qualche minuto, salva, salvaguardata, come se potessi nuovamente fidarmi.
La notte ovviamente passa tra il borbottare del mio stomaco e le lacrime che bagnano il cuscino, ma se non altro sto piangendo in silenzio così che nessuno possa sentirmi, così che nessuno possa compatirmi o urlarmi addosso per il disturbo che sto arrecando.
La mattina arriva con un ritardo incredibile, sono ancora le cinque del mattino ma sono già pronta per uscire, voglio scappare da qui. Esco di casa quando ancora tutti stanno dormendo, sono sicura che apprezzeranno di non vedermi, inspiro l’aria pulita e mi rigenero automaticamente.
La mattina ora scorre troppo veloce, sono seduta su una panchina a leggere dal mio Kobo l’ennesimo thriller. Leggo thriller perché almeno in questi romanzi c’è qualcuno che se la passa peggio di me. Ed ecco che riappare lui.
“Hai deciso di seguirmi?”
Con la luce del giorno il suo viso è ancora, se possibile, più bello. Quegli occhi ombrosi e scuri che trasmettono un’inquietudine unica e quelle spalle alte e larghe mostrano la sua sicurezza e la sua sfacciataggine. Sono sempre stata brava a leggere le persone ma lui, lui ha qualcosa che non va, c’è qualcosa che nasconde, qualcosa che intrinsecamente mi spaventa.
“Non vedi che ero qui prima che arrivassi tu?”
Sgrana impercettibilmente gli occhi, colto di sorpresa. Non deve essere abituato alle rispostine fredde, ma dovrà abituarsi.
“Arguta la bambina.” Ovviamente vuole infastidirmi, ma non glielo permetterò, sono decisa ad ignorarlo e continuare la mia lettura.
“Cosa leggi?” certo che però ignorarlo diventa difficile. Si siede accanto a me, troppo accanto a me. Mi fissa, sento il suo sguardo entrarmi dentro, sì decisamente mi spaventa, ma non perché potrebbe farmi del male, ho la sensazione che non lo farebbe, ma perché ho paura che anche lui possa leggere me e vedrebbe insicurezza pura, scarsa autonomia e instabilità e non posso permettere che qualcuno veda le mie debolezze, non ora.
“Un libro.”
“Uh maddai. Non lo avrei mica mai detto, credevo stessi leggendo un cappello.”
Anche simpatico, ovviamente si fa per dire. Non lo sopporto, non mi ha fatto niente di male, non sono le risposte sarcastiche a darmi fastidio, anzi, apprezzo parecchio l’ironia e il sarcasmo. In più si può dire che mi ha salvato la vita. Ma c’è qualcosa dentro di me che mi spinge a detestarlo e al contempo non ho voglia di allontanare la sua gamba ormai attaccata alla mia. Sento la pelle sotto il jeans bruciare ma so dissimulare abbastanza bene. Oltre ai mille difetti ho un pregio che ritengo essenziale per la mia sopravvivenza, l’autocontrollo.
“Stamattina non ho nulla da fare, vuoi fare un giro?”
Mi giro a guardarlo, e ho come l’impressione che mi abbia appena letto nel pensiero devo rifiutare e andarmene. Con un cenno indica la sua Harley Davidson e la mia voglia di rifiutare scema immediatamente.
Posso già immaginare i miei occhi: stanno luccicando guardando quella splendida moto nera. E allo stesso modo posso immaginare il ghigno formatosi sul suo volto.
Sono sempre di più immersa nei guai.
   
 
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