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Autore: Crateide    26/01/2019    1 recensioni
«Non voglio dimenticare che, per un istante, sono riuscita a scorgere il baluginio di un colore fra la desolazione di questa mia grigia esistenza»
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Pandora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A dead world

A dark path

Not even crossroads to choose from

All the bloodred

Carpets before me

Behold this fair creation of God!
- Planet Hell, Nightwish -

 

 

 

 

Spalanco la bocca, artigliando l’erba fresca e umida sotto il mio corpo. Ogni fibra del mio essere si tende con uno spasimo e arrivo quasi a urlare di dolore. Annaspo e ingoio aria con avidità, la sento bruciarmi la gola e trafiggermi i polmoni.

«Anf... anf... anf...»

I miei ansiti riempiono il silenzio sordo di questa fredda e mesta notte, di questo bosco desolato e immoto.

Il cuore sembra volermi frantumare le costole e sfondare il petto, per quanto violenti sono i suoi palpiti frenetici. Mi sento come se fossi sul punto di morire, mentre una lacrima si stacca dalle ciglia.

Con un singulto inarco la schiena, rivolgendo gli occhi appannati e stanchi al cielo che mi sovrasta.

Il Lost Canvas è ancora lì e pare accrescersi ogni istante che passa, inesorabile e inarrestabile. Solo ora mi rendo conto di quanto questo spettacolo sia angosciante e tremendo... come si può pensare che sia questa la vera salvezza?

Non ci sono stelle a coronare la notte, lo sfondo del dipinto è nero come la pece.

Adesso ci sei anche tu fra quegli angeli, Rhadamanthys?

Mi accascio di nuovo sul manto erboso, con le membra che pesano, stanche e dolenti. Sento i sensi affievolirsi, la mente perdersi in un ricordo che prende pian piano le fattezze di un incubo.

Le ferite del corpo non possono reggere il confronto con quelle dell’anima, mi dico e una smorfia mi tende le labbra. Il sapore del sangue m’invade la bocca.

L’odio e il dolore che finora mi hanno dominata, si sono dissolti come bruma al sorgere del sole. Aron, Athena, Partita, l’esercito infernale... non hanno più alcun senso, per me. Forse, non l’hanno mai avuto.

E finalmente lancio quel grido che per troppo tempo ho trattenuto e lo indirizzo proprio contro il miserabile dipinto che riveste il cielo vuoto.

Gridare, strepitare, urlare ancora, sempre più forte, fino a sentir male alla gola!

Vano, però, è il tentativo di vomitare i sentimenti che mi sconquassano il petto, mi dilaniano l’anima. È troppo tardi per pentirmi delle mie azioni e, soprattutto, è impossibile tornare indietro per cercare di mutare ciò che è già stato.

Che senso ha avuto questa Guerra Sacra? Quale dannato senso ha avuto la mia vita?

Adesso le sento, le lacrime. Bruciano come fuoco sulla mia pelle fredda. Sono amare e salate, più disgustose del sangue ferrigno che m’impiastriccia le fauci.

«Queste lacrime sono versate solo per te, Rhadamanthys...» sussurro, illudendomi che in qualche modo possano rendere giustizia al tuo sacrificio.

La gola è in fiamme e la mia voce suona estranea alle mie stesse orecchie. Chi sta parlando, ora: la donna o il Comandante dell’Armata Infernale?

Cosa penseresti, se vedessi “sua eccellenza Pandora” in queste pietose condizioni, Rhadamanthys?

Mi tenderesti la mano come hai sempre fatto, rispondo a me stessa.

Il fruscio dell’erba accompagna i miei pigri movimenti. Sento la testa pulsare e sono costretta a puntellarmi sul gomito per non ricadere indietro.

Un rinnovato dolore mi scuote il corpo, mentre le immagini del tuo martirio balenano sinistramente nella mia mente.

«Voi... dovete restare in vita!1»

Le tue parole, le tue ultime parole, riecheggiano forte come se tu le stessi ancora pronunciando.

Arranco sull’erba, sbucciandomi le ginocchia e i palmi delle mani. Con un grande sforzo riesco a sollevarmi e ad abbandonarmi contro il tronco di un albero.

Puzzo di morte, emano un vero e proprio fetore.

Abbasso lo sguardo sul mio corpo e le viscere mi si stringono. Sono ricoperta del tuo sangue, dell’unica parte di te che ancora resta in questo mondo.

È ancora così caldo... penso, sfiorandomi i palmi vischiosi.

Mi hai detto di continuare a vivere, Rhadamanthys, ma come posso farlo se tu non sei più con me?

Mi sei sempre stato accanto, a differenza di tutti gli altri, e io mi ero stupidamente convinta che lo facessi solo perché ero il Comandante dell’esercito di Hades, senza comprendere quale sentimento si nascondesse dietro a ogni tuo gesto di devozione.

«Ho convinto me stessa che tu fossi solo un cane che ubbidiva ciecamente al suo padrone, invece la verità è sempre stata un’altra», sussurro, come se ti avessi davanti e potessi specchiarmi ancora nei tuoi occhi d’ambra.

Ti amo? Non lo so. E, credimi, è la risposta più sincera che posso darti.

Cos’è l’amore? Non sono mai riuscita a capirlo. Non so dare una risposta adeguata nemmeno adesso, che ho perduto ciò a cui più tenevo.

Amare, forse, vuol dire desiderare di restare per sempre accanto a una persona?
Mi concedo un’amara risata. Gli uomini sono creature periture e il “per sempre” non potrà mai esistere per noi.

No. Io non posso provare un sentimento del genere, non sono in grado di concepire pensieri simili. Non è per questo che sono nata.

Io sono Pandora, il Comandante dell’esercito infernale.

Io sono la sorella di Ade, il Signore degli Inferi.

Io sono un’assassina senza cuore né pietà alcuna.

Io sono un’orgogliosa figlia della Morte.

Io...

«Invece, io sono solo uno stupido essere umano...»

Ci rivedremo, Rhadamanthys, lo so. È il nostro Destino, la nostra eterna condanna.

Sarò di nuovo al comando dell’Armata e tu sarai ancora una volta accanto a me, fedele. È l’unica certezza che mi... ci resta.

Rammenteremo questa Guerra, queste sofferenze, questi sentimenti? Io non voglio dimenticare nulla.

«Non voglio dimenticare che, per un istante, sono riuscita a scorgere il baluginio di un colore fra la desolazione di questa mia grigia esistenza», sussurro e mi abbraccio busto, sentendo sotto le mani la stoffa logora dell’abito.

Continuerò a vivere e lo farò solo per te, Rhadamanthys... finché non ti avrò nuovamente al mio fianco.

 

 

 

 

 

1 frase tratta dal numero 46 del manga Lost Canvas.

 

 

 

 

Angolino dell’autrice:

Ciao a tutti!

Avevo già pubblicato (e poi cancellato) questa breve OS su Pandora intorno al 2015 e... beh, mi è ricapitata sotto al naso e mi sono detta: “Perché non revisionarla e ripubblicarla?”

Dunque, eccola qui, nonostante la narrazione in prima persona non sia il mio punto forte.

Dopo essere stata salvata da Rhadamanthys, Pandora si risveglia fuori dalla Tela Perduta, in un bosco. Come saprete il manga ci mostra i suoi pensieri, ma io ho voluto dare una mia personalissima versione.

In Lost Canvas ho apprezzato molto i personaggi di Pandora e Rhadamanthys e mi piacerebbe riuscire ad approfondirli un po’ di più, con il tempo... per ora mi accontento di questo risultato che spero possa essere apprezzato anche da voi lettori. I consigli sono sempre ben accetti.

 

Senza pretese,

Elly

 

 

 

   
 
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