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Autore: EdemaRuh    27/01/2019    3 recensioni
[Ascesa e Caduta della Città di Mahagonny]
La furia degli elementi sta per abbattersi su una cittadina dell'Alabama. Mentre tutti cercano riparo un contadino del Montana riflette sui propri errori.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte dell'uragano è arrivata. Non c'è più scampo.
Tutti hanno cercato di mettersi al riparo, tranne me. Io ho deciso che preferisco camminare tra le vie spettrali della città, immaginandomi gli altri tutti ammassati come lepri terrorizzate, nella cantina di qualche casa. 

La notizia è giunta qualche giorno fa, mentre tutti eravamo al bar come al solito. C'è stato un momento di incredulità: com'è possibile che proprio la nostra bellissima e sregolata città sia stata scelta tra il milione di altre nella lotteria della distruzione? Dopo di che, ovviamente, si è diffuso il panico. Tutti hanno voluto vivere degnamente il loro ultimo giorno. I farabutti si sono buttati sull'alcol, quelli più coraggiosi hanno cercato qualche prostituta. Io me ne sono stato zitto, seduto a un tavolino nell'ombra del locale. Osservavo.

Ho aspettato l'arrivo della mia ultima notte per salutare questa vita. Mentre gli altri smaltiscono la sbronza con le ginocchia che tremano di paura io sto qui, all'aria aperta. Guarderò la fine in faccia. D'altronde, io sono un vero uomo del Montana, non come quei fannulloni che sono venuti fin qui dall'Alaska a procurarsi soltanto occhi gonfi e altre rogne di vario genere.

 

Ah, la luna dell'Alabama. 

Tutto è calmo, esattamente come ci si aspetta che sia il mondo l'attimo prima di un disastro. Non ci sono nuvole, il cielo risplende di un miliardo di stelle che io non avevo mai visto. Non avevo mai alzato lo sguardo con la consapevolezza di farlo per l'ultima volta. Non mi ero mai soffermato a pensare a quanti mondi lontani, isolati, potrebbero esistere al di fuori di me stesso. Non sono mai stato un poeta o un romantico. Mi sono sempre accontentato di essere soltanto un vero uomo del Montana, che ha fatto fortuna allevando vacche una uguale all'altra e ora sta qui, in questa città dove ha perso tutto quello che aveva nell'attesa di perderci anche la vita. 

Forse è questo quello che in molti chiamano destino; e dire che non avevo mai voluto crederci. Stronzate, per un vero uomo del Montana.

 

Non so niente di questa città senza storia. So che qualcuno l'ha fondata per accalappiare uomini assetati di sbronze e sesso. So che per chi ci abita non esiste legge e che nemmeno la polizia si azzarda a venire qua a prendersi i sospettati e i ricercati che qui si sono furbamente nascosti.

Io sono venuto solo per un po', o almeno così mi ero detto. Sono arrivato due settimane fa con mille dollari, perché volevo vivere qualcosa che fosse degno di essere raccontato a quei poveri imbecilli che sono rimasti in Montana. Ho visto donne bellissime e vissuto avventure incredibili, ubriaco con tutti i miei compagni di soggiorno. Ora mi restano meno di cinquanta dollari e niente di concreto. Solo sensi di colpa per aver sprecato tutto in così poco tempo. 

Ah, la luna dell'Alabama. Sta ferma lassù, al solito posto di sempre, incurante delle nostre vite da formichine e dei nostri uragani. Che ci pensi la Terra stessa a spazzarci via, lei evidentemente ha di meglio da fare.

 

Improvvisamente sento delle voci. Eccoli lì, i fannulloni dell'Alaska, nascosti come dei coniglietti in casa assieme alle loro prostitute. 
"Guarda, il mondo è così: pace e concordia non ce n'è mai; ma gli uragani, quelli ci sono, e i tifoni, se non bastasse. E anche l'uomo è come i tifoni: deve distruggere quello che c'è", sento dire a una voce che mi sembra quella di Jack. O almeno credo si chiami così. Bei ragionamenti gli fanno fare l'alcol e la paura assieme.

Sai che ti dico Jack? Hai ragione. E mentre voi elaborate una nuova legge per cui non debbano esserci leggi di nessun tipo in questa maledetta città, come dei pazzi filosofi attanagliati in una polverosa biblioteca, io faccio i bagagli e me ne vado. Ho solo cinquanta dollari e non è il caso di ritrovarsi senza denaro qui, ad aspettare di morire spazzato via dagli elementi. 

Torno a casa, alla vita traquilla e banale di prima, che è la mia vita. Abbandono l'aridità di questo posto e torno tra le colline verdi del Montana, a vedere mille vacche l'una uguale all'altra che pascolano, mentre la vita passa piano e magari si ferma anche a salutarmi. 

Ah, la luna dell'Alabama, se solo potesse sapere quant'è bella la vita nella mia fattoria. Quanto è fresca l'aria la mattina e quanto sono silenziose le notti. Quanto è semplice la vita, quella stessa vita che i miei genitori e i miei nonni hanno vissuto allo stesso modo mio prima di me. Che cazzo m'è passato per la testa quando ho deciso di abbandonarla per venire a invischiarmi in questa ragnatela per ubriaconi?

Mando giù l'ultimo sorso di whiskey da una bottiglia mezza vuota che è stata abbandonata in mezzo alla strada e tanti saluti a tutti quanti. 

 

Ah, luna dell'Alabama, ti saluto per non rivederti mai più.

E l'uragano ha risparmiato Mahagonny.





L'ho pubblicata su un altro sito una vita fa, ma perché non metterla anche qua? 
Se conoscete l'opera avete alte possibilità di vincere la mia mano in matrimonio.
Grazie a chi passerà a leggere o a recensire. 

Edema Ruh

   
 
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