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Autore: Celeste98    28/01/2019    3 recensioni
Prequel della long “Scritto nelle stelle... o in un fumetto” della quale consiglio la lettura poiché questa sarà essenzialmente una raccolta di eventi che ho accennato nel corso della storia o che serviranno a chiarire i numerosi dubbi lasciati dalla prima storia.
*Tratto dal primo capitolo*
“La prossima volta allora comincia con il dar retta ai tuoi stessi consigli e non impicciarti nelle cose che non ti riguardano, capellone” sbottò il tipo bassino che noto solo ora essere rimasto alle nostre spalle.
“Un semplice grazie sarebbe bastato, nanerottolo” rispondo di rimando non riuscendo a trattenere un ghigno alla vista della vena che pulsava al centro della sua fronte.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Scritto nelle stelle... o in un fumetto'
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POV Radish
“RADISH! Accompagna tu tuo fratello a scuola, io ho delle cose da sbrigare” la voce di mio nonno mi fa sobbalzare e spalancare gli occhi nonostante fino a un attimo prima dormissi beatamente. Immediatamente la mia attenzione è catturata dalla sveglia, che devo aver spento senza neanche aprire gli occhi, e che ora segna le 7:35. Cazzo sono in ritardo!
Mi alzo di scatto dal letto e mi precipito in bagno, non senza inciampare prima nelle lenzuola annodate intorno ai miei piedi. Non ho il tempo di farmi una doccia così decido di lavarmi i denti e legare i miei ingestibili capelli neri in una coda bassa e disordinata che mi arriva all’incirca sopra le spalle, dopodiché corro a vestirmi prendendo le prime cose che riesco a trovare nell’armadio: un paio di pantaloni neri pieni di tasche e cerniere in stile militare, una maglia grigia con la camicia a quadri bianca e nera (ovviamente lasciata aperta) sopra, ai piedi le mie inseparabili scarpe da ginnastica. Sto ancora indossando la camicia quando arrivo in cucina tenendo la cinghia dello zaino tra i denti.
“Radish era ora! Ti sei di nuovo riaddormentato ignorando la sveglia?!” mi accoglie mio fratello distogliendo l’attenzione dal fumetto che sta leggendo.
“Taci testa di palma e fila a prepararti che siamo in ritardo” esclamo imboccando al volo una fetta di pane con burro e marmellata che trovo in un piatto sul tavolo da pranzo. È marmellata d’arance... Bealch! Solo mio fratello mangia quella roba.
Io e mio fratello non ci somigliamo per niente, né fisicamente né caratterialmente, ma so che quest’ultima differenza sia dovuta anche alla nostra differente infanzia. Io ho quindici anni e mio fratello dodici. Ricordo che da piccolo non ero entusiasta all’idea di avere un fratellino e ogni volta che scoppiava a piangere in piena notte ero sempre più convinto della mia opinione. Nonostante questo eravamo una bella famiglia, eravamo solo noi quattro. Poi la disgrazia...
Ho sempre avuto un rapporto unico con mio padre. Lui era un poliziotto ed era il mio eroe finché non venne ammazzato durante una rapina offrendosi in cambio della liberazione degli ostaggi, ovviamente senza giubbotto antiproiettili. Il rapinatore era più terrorizzato degli ostaggi e in un attimo di distrazione premette il grilletto colpendo mio padre in pieno petto e lasciandolo morire dissanguato. All’arrivo dell’ambulanza per lui non c’era più nulla da fare e mi ritrovai a diventare l’uomo di casa a soli quattro anni, mio fratello avrebbe compiuto il suo primo anno di vita la settimana successiva. Da allora smisi di parlare di mio padre e per me lui divenne semplicemente Bardack. Perché? Perché avrei preferito avere mio padre in vita che un eroe morto
Mia madre fece tutto ciò che era in suo potere per non farci mancare nulla, distruggendosi con turni massacranti mentre noi rimanevamo con nonno Gohan, ma si sa: al peggio non c’è mai fine. Infatti, dieci anni dopo la morte di Bardack, mamma scoprì di avere un cancro al cervello. Sfortunatamente se ne accorse quando ormai era troppo tardi e sei mesi dopo anche lei morì.
Io e Kakaroth fummo allora affidati a nonno Gohan, il padre di Bardack, con cui abitiamo tutt’ora, che decise di non tornare nella sua tranquilla casa di campagna sui monti Paoz, bensì di rimanere con noi in città per non sconvolgere troppo le nostre abitudini.
“Radish? Radish mi senti?! Faremo tardi a scuola” la voce di mio fratello mi sveglia dalle mie riflessioni e mi obbliga a concentrare il mio sguardo su di lui. Kakaroth è fisicamente la copia di nostro padre ma ha il carattere di nostra madre e i suoi stessi occhi sempre allegri.
“Certo che ti sento, moccioso. Muoviti adesso” esclamo avviandomi verso la porta.
“Radish? Lo zaino”
In una situazione normale sarei riuscito a correre a scuola e arrivare in tempo prima di beccarmi un rimprovero per il ritardo, ma oggi non è il mio giorno fortunato. Dopo aver lasciato Kakaroth a scuola, il cui edificio si trova al lato opposto del complesso scolastico rispetto al liceo, mi affretto a raggiungere la mia meta, optando per recuperare i tempi per una scorciatoia attraverso la biblioteca. Si tratta di un grande edificio con due ingressi che danno rispettivamente sul lato est e quello ovest del complesso, il che costituisce una scorciatoia dal momento che è sempre deserta. Ma, come già detto, oggi non è i mio giorno fortunato, infatti sto correndo per l’atrio quando una figura mi taglia la strada e prima che potessi provare a rallentare ci scontriamo inevitabilmente finendo a terra.
“Cazzo che dolore!” esclamo massaggiandomi la fronte per la botta ricevuta.
“Ma guarda dove vai razza di idiota!” sbotta invece l’altro con un tono arrabbiato. Strizzo un attimo gli occhi e poi mi volto verso l’asino che ha parlato.
“Che hai detto coglione? Sei stato tu a tagliarmi la strada” sbotto alzandomi, imitato subito dopo dal ragazzino. È molto più basso di me anche se i capelli a fiamma gli fanno guadagnare qualche centimetro in più, gli occhi neri e un’espressione scazzata.
“E da quanto in qua è permesso correre in biblioteca?”
“Oh perdonami principino, non era mia intenzione infrangere le regole. Ora se permetti ho fretta” così dicendo recupero il mio zaino e riprendo la mia strada. Come volevasi dimostrare arrivo a lezione già iniziata.
“Son! Primo giorno e già in ritardo? Iniziamo male” borbotta la professoressa Baba accogliendomi nella sua aula. La professoressa Baba insegna algebra e l’ho odiata dal primo giorno del primo anno, ma l’antipatia è reciproca dal momento che la vecchia strega non perde occasione per rimproverarmi anche senza una ragione.
“Scusi, non ho sentito la sveglia stamattina e poi ho dovuto accompagnare mio fratello a-”
“Scuse, scuse e ancora scure. Impara a prenderti la responsabilità delle tue azioni, Son. Ora va a sederti e cerca di stare attento perché domani sarai interrogato” esclama lei interrompendomi. L’ho già detto  che la odio? Ciononostante obbedisco agli ordini e vado a sedermi in terza fila.
La vecchia strega sta per riprendere la sua spiegazione ma viene interrotta nuovamente dal bussare alla porta.
“Che c’è ancora? È una congiura per non farmi concludere la lezione?” sbotta la donnetta aprendo la porta ma, per punizione divina, si trova davanti niente di meno che il preside Yammer.
“Buongiorno professoressa Baba, scusi per l’interruzione ma ho scortato qui un nuovo alunno della sua classe” solo ora noto il ragazzino che entrò in aula a pochi passi di distanza dal preside con un grosso livido violaceo sulla fronte spaziosa.
“Oh sì certo Preside, infatti aspettavo il signor King per questa mattina. Ragazzo ora va a sederti accanto a Son. Più tardi ti presenterai al resto della classe” il ragazzino sbuffa sonoramente a quella proposta. Incurante del suo aspetto non più tanto preciso come era sicuramente questa mattina, il nuovo arrivato procede a testa alta tra i banchi sotto lo sguardo curioso di tutti i nostri compagni, ma nel momento in cui si ferma al banco libero al mio fianco si blocca sul posto.
“Non ci credo. Ancora tu!” sbotta guardandomi talmente male che non mi stupirebbe se cominciasse anche a lanciar saette dagli occhi.
“Già, non fa piacere neanche a me nanerotto. Mi hai già rovinato la giornata di prima mattina quindi mettiti seduto e vedi di non farla diventare un’abitudine”. Trascorremmo il resto dell’ora ignorandoci a vicenda, e, con mio sommo piacere, così fu anche per i corsi di storia, arte e ginnastica, che scoprimmo di frequentare insieme.
Alle 16, al termine delle lezioni, esco dall’edificio e mi dirigo dal lato opposto del complesso scolastico per andare a riprendere mio fratello. In teoria potrei benissimo chiedergli di raggiungermi davanti al liceo in modo da non dover allungare la strada percorrendo due volte lo stesso viale, ma conoscendo quell’imbranato di Kakaroth so che sarebbe capace di perdersi anche lungo una strada dritta così con uno sbuffo percorro la strada fino a quando scorsi l’edificio giallo canarino. Fortunatamente non devo arrivare fino a lì perché, notando il mio arrivo, Kakaroth mi corre incontro.
“Fratelloneeee!” con la sua solita delicatezza tipica degli elefanti in un negozio di porcellane, il marmocchio mi salta letteralmente addosso e tra la grande rincorsa, il suo peso e quello dei nostri zaini faccio molta fatica a mantenermi in piedi.
“Kakaroth sei forse impazzino a saltarmi addosso così? Potevamo finire tutti e due a terra” esclamo rimettendolo a terra e mettendomi in spalla il suo zaino. Ok che non sopporto mio fratello ma non gli lascerò di certo rischiare una scoliosi o che so io!
“Mi sono divertito tantissimo a scuola oggi. Le materie sono un po’ più pesanti dello scorso anno e ho anche cambiato alcuni professori, ma il mio migliore amico Crilin è di nuovo nella mia stessa classe. A te è andata un po’ meglio oggi rispetto all’anno scorso? Hai conosciuto qualche nuovo amico?”
“Ehi ehi respira ogni tanto, marmocchio” esclamo interrompendo il suo monologo. Mio fratello è sempre una palla al piede ma in fondo non mi dispiace che si interessi a me, anche se non lo ammetterò mai ad anima viva, e anche oggi non ha perso occasione di farmelo notare. Quando l’anno scorso sono stato bocciato in quasi tutte le materie il nonno mi ha fatto una lavata di capo interminabile e alla sera ero talmente incazzato che andai a letto senza cenare. Poco prima delle dieci testa di palma venne a bussare alla mia porta e prima ancora che potessi mandarlo al diavolo entrò e mi porse un panino con burro e marmellata di more (la mia preferita). Non disse niente sulla mia assenza a cena, né batté ciglio nel momento in cui lo cacciai malamente fuori dalla mia camera, ma fece l’unica cosa che non mi sarei aspettato: mi guardò negli occhi e mi disse “Vedrai Radish l’anno prossimo andrà meglio. Stai solo attraversando un periodo no, non sarà mica così per sempre. Devi solo avere pazienza e non ti devi mai abbattere”. Non riaprimmo più l’argomento per l’intera estate e di questo gli fui tacitamente grato, in compenso decise di ricominciare a frequentare la palestra di maestro Muten insieme a me.
Non ho la minima intenzione di rispondere e mio fratello deve averlo capitolo perché fa per riprendere con le sue domande, ma viene interrotto da un’altra voce proveniente da dietro dell’edificio.
“Non ne avete ancora abbastanza?!” sbotta una voce scocciata e con il fiatone e non appena arriviamo all’angolo scopro appartenere al nanerottolo che mi ha tagliato la strada stamattina. Di fronte a lui ci sono quei due trogloditi di Tensing e Brock, due stronzi con la brutta abitudine di scegliere una vittima e rendergli la vita impossibile. Loro sono stati il motivo primario della mia bocciatura l’anno scorso, ma ovviamente il nonno non lo sa. Preferisco il disprezzo alla pietà e, poco ma sicuro, non avrei mai retto il suo sguardo amareggiato e deluso quindi avevo deciso di tacere su ciò che passavo ogni  giorno a causa di questi bastardi figli di papà.
Io e Kakaroth siamo ancora dietro l’angolo dell’edificio quindi nessuno si è accorto della mia presenza e in un primo momento faccio per andare via prima di essere notati. Per chissà quale motivo, però, nel momento in cui riprendono a lottare mi immobilizzo sul posto sporgendomi quanto basta per riuscire a vedere. Nonostante sia un ragazzino abbastanza basso ha una discreta forza e dalla sua tecnica salta all’occhio la sua educazione alla disciplina delle arti marziali.
“Fratellone dobbiamo aiutarlo!” Kakaroth mi tira da un braccio in un chiaro invito ad unirmi alla mischia.
“Sei impazzito? Conosco bene quei due, se anche solo provassi ad aiutarlo finiremo tutti e due in ospedale!” ma quel cocciuto di mio fratello non vuole sentire ragioni, limitandosi a rivolgermi un’occhiata più che eloquente che centinaia di volte fare da nostra madre. Con uno sbuffo lascio il mio zaino a terra e mi tolgo la camicia.
“Non ti muovere da qui. Se ti azzardi a disobbedirmi e predi anche un solo ceffone sta pur certo che ti darò il resto” così dicendo svolto l’angolo e mi piazzo davanti al gruppo con le braccia incrociate al petto “Molto leale due contro uno! Vedo che maturare non è nella vostra natura”
“Non impicciarti Son... Oppure devo pensare che ti sia mancato prenderle?” Tensing si avvicina a me di qualche passo mentre Brock tiene il novellino bloccato dalle spalle.
“Non correre rischi Tensing e lascia perdere i pensieri, non vorrei che il tuo cervello subisse delle conseguenze per aver svolto un’azione che non è abituato a compiere” la mia frecciatina sortisce l’effetto sperato e il pelato fa per tirarmi un pugno in faccia che prontamente schivo spostandomi all’ultimo secondo e rispondendo con un pugno in pieno stomaco. Intanto il tipo coi capelli a fiamma si è liberato dalla presa dell’altro idiota e, schiena contro schiena, lottiamo contro i nostri avversari con una naturale sintonia, come se combattessimo così da una vita.
“COSA STA SUCCEDENDO QUI?” alla voce della professoressa Baba che ha appena svoltato l’angolo, i due energumeni si lanciano un’occhiata e scappano vero il retro della struttura. Per un colpo di fortuna riesco a fare lo sgambetto a Brock che cade addosso al suo compare finendo come due salami ai piedi del preside Yammer che intanto è uscito dall’edificio attraverso l’uscita d’emergenza (l’anno scorso mi ha rimproverato innumerevoli volte perché la utilizzavo e ora è lui a dare il pessimo esempio?!)
Io e il nanerottolo, in automatico, ci battiamo il cinque, ma la nostra euforia dura ben poco perché il preside e la professoressa iniziano a urlarci contro di tutto e di più
“SIETE FORSE USCITI DI TESTA? CONSIDERATEVI PURE TUTTI IN PUNIZIONE MASCALZONI CHE NON SIETE ALTRO!ANZI, MEGLIO ANCORA. SIETE TUTTI SOSPESI E STATE E STATE PUR CERTI CHE ADESSO CONTATTERÒ I VOSTRI GENITORI ED ENTRO DOMANI SARETE TUTTI ESPULSI!” non l’ho mai visto così infuriato e il terrore si fa strada in me alla parola espulsione.
“Nooooo” mio fratello ci raggiunge con un’espressione spaventata e tirandosi dietro gli zaini “Signor preside non espella mio fratello. È solo intervenuto in soccorso del suo amico quando l’ha visto in difficoltà contro quei due bulli”
“Come fai a dire che è andata veramente così? Magari è solo il tuo maldestro tentativo di difendere tuo fratello” esclamò la professoressa
“Deve credermi signora. Io e Radish stavamo passando da qui per tornare a casa quando abbiamo visto quei due che circondavano l’amico di mio fratello così Radish è intervenuto” più va avanti con il suo racconto e più vorrei prendere a calci mio fratello per la figura che mi sta facendo fare... e poi il nanerottolo non è mio amico!
Stranamente lo sguardo del preside sembra farsi meno assassino.
“Sei sicuro di ciò che stai dicendo ragazzino?”
“Sì signore. La mamma e il nonno mi hanno sempre detto che non si devono dire le bugie” e lo conosco abbastanza bene da immaginare la determinazione nei suoi occhi mentre dice queste parole. Kakaroth ha ormai dodici anni e nonostante sia un ragazzino normale alcune volte parlando con lui si ha l’impressione di parlare con un bambino molto più piccolo, non per qualche disturbo ma semplicemente per la sua genuinità tipica dei bambini.
“Per questa volta non vi farò sospendere e, giacché oggi è il primo giorno di scuola, non farò neppure chiamare i vostri genitori, ma da domani sarete in punizione per tutto il resto della settimana. Ogni pomeriggio vi fermerete un’ora in più a scuola. Voi due” iniziò volgendo lo sguardo a Tensing e Brock che teneva ancora per il retro delle magliette “aiuterete il giardiniere a raccogliere tutte le cartacce e la spazzatura dei giardini. Mentre voi due” continuò alzando lo sguardo su me e il tipo che mi era accanto “passerete la vostra ora di punizione a pulire i cancellini di tutte le aule. Sono stato chiaro?” e senza aspettarsi una vera risposta ci congedò tutti. I due trogloditi non esitarono a darsela a gambe e, conoscendoli, entro domani troveranno il modo di liberarsi di questa punizione, senza badare a loro mi voltai verso mio fratello e gli tirai uno scappellotto dietro la testa
“Testa di rapa che non sei altro! Cosa non ti era chiaro quando ti ho detto di rimanere lì?!”
“Ahia! Radish mi hai fatto male. E poi tu l’hai detto quando facevate a botte non hai detto nulla sul non dover intervenire una volta che sono arrivati gli adulti” si giustificò massaggiandosi la testa, anche se non avevo usato neanche un quinto della forza usata per colpire invece quei due.
“La prossima volta allora comincia con il dar retta ai tuoi stessi consigli e non impicciarti nelle cose che non ti riguardano, capellone” sbottò il tipo bassino che noto solo ora essere rimasto alle nostre spalle.
“Un semplice grazie sarebbe bastato, nanerottolo” rispondo di rimando non riuscendo a trattenere un ghigno alla vista della vena che pulsava al centro della sua fronte. Mi carico di nuovo gli zaini in spalla e faccio per riprendere la strada per tornare a casa, ma mio fratello non è del mio stesso avviso perché corre ad importunare quell’altro
“Ciao! Io mi chiamo Son Kakaroth, ma i miei amici e il nonno mi chiamano Goku come il protagonista del mio fumetto preferito. Lui è mio fratello Radish e anche il suo nome compare nel fumetto, ma lui è un cattivo mentre mio fratello non lo è. Tu come ti chiami?”
“Ma respiri ogni tanto?” sbotta invece il capelli a fiamma con un sopracciglio alzato e seguendo il mio esempio di riprendere a percorrere la strada.
“Ti conviene rispondergli o non ti lascerà più in pace” conosco fin troppo bene quella palla al piede
“King Vegeta” rispose affiancandomi
“Anche il tuo nome c’è in Dragon Ball ma non vale... Adesso siete due cattivi contro uno”
“Non provocare Kakaroth!” esclamammo insieme e un attimo dopo scoppiammo a ridere.


SPAZIO AUTRICE
Eccocci qui alla fine del primo capitolo del prequel in cui abbiamo conosciuto le versione adolescenti di Radish, Vegeta e Goku e, in secondo luogo, il passato dei due frateli Son. Per chi non avesse letto la storia principale, "Scritto nelle stelle... o in un fumetto", consiglio la lettura per capire al meglio queste vicende.
Premetto che non ho ancora deciso il giorno della settimana in cui pubblicare gli aggiornamenti, sempre che riesca a pubblicare una volta a settimana, causa imminente sessione invernale 😱😫
Al prossimo capitolo 😘🤗
  
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