Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: DolcemaraC_    28/01/2019    4 recensioni
[RegulusxSirius]
Ti detesto, Sirius.
Come potrei non farlo? Mentre sei lì, appoggiato con aggraziata noncuranza alla porta dell’aula di pozioni, a conversare con quell’idiota di Potter. Pende dalle tue labbra, il pallone gonfiato, ride sguaiatamente mentre guarda le tue labbra muoversi. Il tuo gesticolare è frenetico eppure sempre così elegante, la tua chioma un po’ troppo lunga segue i movimenti del tuo collo mentre ridi insieme al tuo amico.
Provo a immaginare le parole che stai pronunciando..
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Regulus Black, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Buonasera.
So che qualcuno potrebbe rimanere turbato per il pairing ma dopo aver letto alcune SiriusxRegulus non ce l'ho fatta a non provare a sperimentare a mia volta. Sono molto poche le storie dedicate a questa (dal mio punto di vista) improbabile e tenerissima "coppia", per questo ho deciso di provare a raccontarla a modo mio. 
Credo possiate capire che non è stato facile scrivere questo racconto e nemmeno pubblicarlo, ho riflettuto a lungo prima di decidermi. Per questo apprezzerei molto se mi lasciaste la vostra opinione. Vi ringrazio, C.

PS: i personaggi non mi appartengono, scrivo per diletto e non per lucro (magari). 











I’ve got my eyes on you
You are everything that I need

 
 
 
Ti detesto, Sirius. 
Come potrei non farlo? Ti osservo mentre, appoggiato con aggraziata noncuranza alla porta dell’aula di pozioni, conversi con quell’idiota di Potter. Pende dalle tue labbra, quel pallone gonfiato, ride sguaiatamente mentre guarda le tue labbra muoversi. Il tuo gesticolare è frenetico eppure sempre così elegante; la tua chioma corvina un po’ troppo lunga segue i movimenti del tuo collo, mentre ridi insieme al tuo amico.
Provo a immaginare le parole che stai pronunciando, come quando da bambino ti sentivo bisbigliare con nostra cugina Andromeda nella tua camera. Mi avvicinavo, pieno di quella curiosità che hanno i bambini, rimanendo sulla soglia della grande stanza e tu subito ti zittivi. “Sono cose da grandi” mi dicevi “non puoi ascoltare”.
Cosa bisbigli adesso Sirius? Ti piace ancora fantasticare come quando eravamo bambini? Ti piace ancora raccontare le storie, definirne ogni particolare perché chi ti ascolta possa immaginarlo nitido nella propria mente?
 
Potter ha messo una mano sulla tua spalla.
Non hai battuto ciglio di fronte a quel gesto per te fraterno, ci sei abituato, hai continuato a ridere e a parlare.
Io invece non riesco a non chiedermi come sarebbe sentire sotto la mano il cotone bianco della tua camicia, il calore della tua pelle che attraversa la stoffa e si propaga nel mio palmo. Percepire l’osso affusolato della tua spalla, sotto i muscoli che alleni al campo di Quidditch.
Qualcosa mi si muove nello stomaco, è una melma fastidiosa che striscia, risale fino a raggiungere la mia gola.
Gelosia.
Ma è arrivato Severus. Ha intercettato il mio sguardo, ha osservato la scena di fronte ai miei occhi, ha capito perché sa. Una smorfia gli attraversa il volto, ma non dice nulla. Mi afferra per il braccio e mi trascina via con lui.
E così non mi accorgo di due occhi color argento che seguono i miei movimenti mentre mi allontano.
 
 
E’ sera. Fa freddo nei sotterranei, i muri di pietra dei corridoi sono coperti da una leggera patina ghiacciata.
Affretto il passo, il dormitorio è vicino.
Un eco di passi risuona poco distante alle mie spalle, l’abitudine mi dice che non sono l’unico dei miei compagni che fa ritorno al dormitorio poco prima del coprifuoco, così non mi volto.
E’ questione di secondi, i passi si sono fatti vicinissimi. I miei riflessi di cercatore hanno la meglio, mi volto di scatto. Non faccio in tempo a identificare la figura di fronte a me che mi ritrovo schiacciato in un minuscolo anfratto della parete gelida.
“Cosa diav-“
“Zitto. Per favore, non urlare. Vengo in pace”
Non riuscirei a parlare neanche se lo volessi. C’è davvero Sirius davanti a me, il suo volto vicino al mio. Ha le sue mani forti sul mio petto, spinge per tenere la mia schiena attaccata alla parete. Ha i capelli neri scompigliati che ricadono malamente sugli occhi di grafite, enormi, le pupille sono dilatate per la poca luce. La pelle bianca è quasi bluastra, spettrale.
“Sei un’allucinazione?”
Sirius fa una smorfia perplessa e, suo malgrado, non riesce a non ridere. “ Che cazzo dici, Reg?”
E’ per forza un’allucinazione. O un sogno. Non mi fido delle sue parole, ne del calore della sua mano sul mio petto. Mi ha chiamato Reg? Riesce ancora a suonare dolce, sulle sue labbra, dopo tutto questo tempo..
“Se ti lascio andare, scappi via? Devo continuare a tenerti fermo?”
Scappare? Forse dovrei rispondergli di sì, perché non tolga le sue mani dal mio petto.
Sospiro, sono tornato lucido. “No. Non essere sciocco”
Il suo viso si avvicina ancora, riesco a riconoscere ognuna delle piccole lentiggini sul dorso del suo naso.
Ghigna, divertito. “Per sicurezza, ti tengo le mani addosso ancora per un po’”
Il calore inizia ad irradiarmi le guance. Maledizione! Possibile che non riesca a controllarmi in una situazione come questa?
“ Sirius. Cosa diavolo vuoi?”
Mi guarda, per niente sorpreso della mia acredine. Mi trafigge senza pietà con i suoi occhi di grafite, rimanendo in silenzio. Poi,lentamente, le sue dita si avvicinano ad una ciocca dei miei capelli, la trattiene e poi la piega morbidamente dietro al mio orecchio. Fa questo gesto con nonchalance, come se tra me e lui un contatto così intimo fosse naturale; come se non fosse quasi un anno che non ci rivolgiamo più la parola.
Prendo un respiro profondo per non arrossire di nuovo.
 “Sei qui per rifarmi uno dei tuoi discorsetti, come l’anno scorso? Per dirmi di nuovo che mamma e papà sono fuori di testa e che io ormai sono come loro..”
“No, Regulus. Non è di questo che voglio parlare”
Il suo tono perentorio non ammette repliche. Deglutisco, abbasso lo sguardo, non riesco a sostenere il suo.
Perché sei qui Sirius? Perché sei qui, con me, perché il tuo sguardo è sporco di rimpianto e malinconia e le tue mani sono ancora appoggiate  sul mio petto?
“James mi ha detto che oggi mi stavi fissando. Fuori dall'aula di pozioni”
La sorpresa, mio malgrado, mi fa rialzare il viso e  riaffondare lo sguardo nel suo.
“ Anche se fosse? E’ vietato guardare il famoso e affascinante Sirius Black? Bisogna chiedere il permesso?”

Sono parole troppo intrise di risentimento, me ne rendo conto appena la sua bocca assume una smorfia dolorosa e il suo sguardo si indurisce.
“Cazzo Reg. Voglio solo sapere perché lo hai fatto. Cosa significa“
“Non ti stavo fissando, Sirius. Il tuo amico deve cambiare i suoi fondi di bottiglia”
Stringe i pugni. “ Regulus..perchè non puoi semplicemente ammetterlo?”
“Perchè non è successo. Piantala di insistere con questa storia!”
“ Se non è vera, perché ti agiti tanto? Spieg-“
“ADESSO BASTA! E’ quasi un anno che non mi rivolgi una fottuta parola! E ora vieni qui, per quale motivo? Per dirmi che il tuo amichetto mi ha visto fissarti..”
La rabbia ha scalzato il terrore, la paura di essere scoperto. Ne sono grato: la rabbia posso gestirla ma non potrei sopportare che Sirius colga la verità nel fondo delle mie paure. Non potrei sopportare di cogliere disgusto nei suoi occhi - riflesso di quello che ho per me stesso. 
Sirius si è allontanato con uno scatto da me –le sue mani, ne sono ora tristemente consapevole, non sono più poggiate su di me. Ma il suo sguardo furioso mi inchioda ugualmente alla parete.Si sta torturando le belle labbra, un frutto rosso ferito dai suoi denti.
“Sei-un-idiota”- Sirius scandisce le parole con furiosa lentezza- “Perché devi rendere sempre tutto così difficile? Volevo solo chiarire cosa è successo oggi..e avere un’altra occasione per parlare con te!”
" Ne hai avute, di occasioni. Ma non ti sei mai fatto avanti, non una fottuta volta"

E’ un secondo, la sua frustrazione ha la meglio.
Tira un pugno sulla parete, vicino alla mia guancia sinistra. Non faccio in tempo a realizzare quanto quel pugno si sia avvicinato al mio viso che, inconsapevolmente, afferro la sua mano per controllare che non si sia ferito sulla pietra.

Sirius mi guarda, boccheggia incredulo di questa mia premura inaspettata - e si avvicina di nuovo, troppo, al mio viso. Ha gli occhi sgranati, lucidi, commossi. Il suo fiato caldo mi solletica la bocca.
Il mio corpo è ancora alterato, attivato, eccitato dalla rabbia che mi ha scosso e la bocca di Sirius è lì, alla portata della mia. Una combinazione pericolosa e il mio cervello si sconnette del tutto.
 
 
La mia lingua avvinghiata alla sua.
Sono stato io a varcare quelle labbra, a morderle per trovare un accesso. Ho tenuto fermo il suo viso, ma avrei potuto anche non farlo. Sirius ha risposto al mio bacio-la sua esitazione è durata solo un momento - con la mia stessa disperazione, la mia stessa furia.
La prima volta che mi sono chiesto che sapore potesse avere la sua bocca avevo tredici anni. Lo avevo intravisto mentre, prima di indossare il mantello dell’invisibilità di Potter e tornare al suo dormitorio, era sgusciato fuori dalla stanza delle necessità con una ragazza del suo anno. La camicia malamente abbottonata, un ghigno soddisfatto sul volto, le labbra gonfie di morsi e baci. Il braccio a cingere la vita della ragazza, a sussurrarle qualcosa nell’orecchio facendola ridere e arrossire.
Le mani di Sirius, finalmente, mi sono tornate addosso.
Mi ha cinto i fianchi, attraendomi con foga al suo corpo muscoloso. Non sono riuscito a levare le mie mani dal suo viso mentre le sue labbra si spostavano dalle mie - verso la mascella, poi giù per la linea del collo fino a lambire con la lingua le ossa del mio sterno. Il suo profumo speziato come il suo sapore, i suoi capelli di ebano, fratelli dei miei, morbidi tra le mie dita.

Poi, veloce come è iniziato, tutto finisce. Sirius si stacca dalle mie labbra, resta in silenzio e appoggia il viso nell'incavo del mio collo. I nostri respiri lentamente tornano regolari, gli accarezzo la schiena finchè non lo sento abbandonarsi, rilassato, fra le mie braccia. 
“Quindi..immagino di dover ringraziare Potter..”
Lo sento ridere, solleticandomi la pelle del collo con le labbra.
“Saresti mai venuto, se Potter non ti avesse dato un pretesto per tornare da me?”
Sirius non risponde e si allontana dalle mie braccia, lasciandomi interdetto. Il suo sguardo è ancora incatenato al mio, non smette di sorridere con quel suo ghigno malandrino, mentre si incammina verso la parte opposta del corridoio.
“Buonanotte, Reg..”
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: DolcemaraC_