Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Mi_Yun    29/01/2019    2 recensioni
Lei: una ragazza qualunque a cui piace farsi trasportare dalle dolci onde della fantasia, e che lotta per poter realizzare un giorno il suo sogno; Lui: bello, sorridente, esibizionista e super famoso, appartenente ad una band di fama mondiale.
Sembra che le loro strade, così distanti, siano destinate a non incrociarsi mai e invece il loro destino, avvolto dal magico mondo dell'arte, ha riservato a loro un inaspettato e speciale incontro.
My DNA says I need You ha come scopo principale la capacità di far sognare chiunque si ritrovi tra le pagine di questa storia , e magari, lasciare qualche emozione nel suo cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(Miyun)


Sbattei la porta alle mie spalle. Un'altra giornata infernale era passata, con una lentezza agognante, ma alla fine era scivolata via.

Aprii il rubinetto e feci far scorrere l'acqua gelida. Ne raccolsi un po' e la gettai sul mio volto cercando di spazzare via quelle lacrime amare e salate. Ero così stufa, stanca di quella vita del cazzo.

Pensai che ormai era tutto perduto. 

"Miyun fai proprio schifo" mi ripetei tra un singhiozzo e un altro.

Ripetei le parole che tutti mi sbattevano in faccia ogni giorno, a scuola, a casa.

Avevano ragione.

Da ormai qualche anno avevo abbandonato ogni buona volontà.

Rimanevo sempre in disparte, rinchiusa nel mio mondo, rifiutavo ogni forma di benessere per me stessa e avevo persino preso su quindici chilogrammi.

"Ei cesso umano perché non sparisci, renderesti solo il mondo un posto più bello" vennero alla mente le parole di alcune mie compagne di liceo.

"Sei il peggiore errore che potesse capitarmi" rimembrai poi le parole sputate qualche ora prima da mia madre.

Sospirai sconfitta.

Mi accasciai al suolo, aprii l'armadietto sottostante il lavandino e afferrai una scatolina. La mia tortura.

Ne estrassi fuori un compasso.

La mano incominciò a tremarmi mentre dalla mia bocca fuoriuscirono dei sonori singhiozzi.

"Dovresti sparire dal mondo.."

Appoggiai la punta sulla carne.

"Sei uno sbaglio"

Spinsi più in profondità fino a lacerare la carne, la mia mano si muoveva meccanicamente mentre mi marchiava la pelle.

Concluso, lasciai ricadere l'attrezzo sul pavimento, ormai imbrattato dal mio sangue.

Osservai il mio avambraccio, avevo appena inciso sopra ad esso la scritta "fai schifo".

Dopo aver ripulito il dove avevo sporcato, mi recai silenziosamente in camera.

Lasciai la luce spenta e mi accasciai vicino al letto, estrassi delle cuffiette e digitai qualche titolo su YouTube. Avevo bisogno di distaccarmi per qualche momento dal mondo, e solo la musica poteva aiutarmi.

Poi per puro caso cliccai su un video.

Ascoltai in silenzio quella voce, quelle parole, all'epoca sconosciute ma così vere...

 

"Precipita...tutto

Cadiamo

Per colpa tua sto andando in rovina

Voglio fermarmi, non ti voglio piú

Non posso farcela, mi fa sentire male

Ti prego, non darmi altre scuse

Non puoi farmi questo

Ogni tua parola è come una maschera

Copre la verità e mi distrugge

Mi lacera, sto impazzendo, odio tutto questo

Portati via tutto, ti odio"

 

Mi ritrovai trasportata dalle note di "I need you ".

Conobbi così i BTS... nel periodo più buio della mia vita, nel momento in cui toccai il fondo più agognante e nel labirinto del dolore in cui avevo perso la strada.

Loro, con la loro musica, furono la piccola luce che illuminò il mio mondo, l'ancora che mi riportò in superficie, la freccia che mi indicò la giusta via.

 

"Ei Miyun, tesoro, alzati sono ormai le nove, dobbiamo prepararci" Jenny mi sveglia con una carezza.

Le sono riconoscente, quel sogno mi stava facendo soffrire.

"Ei tutto bene?" Mi chiede preoccupata.

"Si, tranquilla, solo un brutto sogno" le sorrido. Scendo dal letto e mi dirigo verso il  bagno per una bella doccia rinfrescante.

Era da tanto tempo che non sognavo eventi del mio passato, ormai ero convinta che certi incubi fossero cessati.

Evidentemente no.

Probabilmente questa è la mia punizione per aver commesso quelle cose così atroci, o forse il ricordare è il mio modo per non ricadere più.

Park Miyun, devi cercare di diventare una persona migliore! Fallo per Jenny, fallo per tuo padre, ma sopratutto, fallo per te stessa.

Quando abbiamo finito di prepararci raggiungiamo i ragazzi per la colazione.

Ed eccolo lì, il ragazzo più bello del sole, colui che mi fa battere forte il cuore e che, da qualche giorno, mi sta visibilmente evitando.

Ieri sera ci ha raggiunti poco prima di cena, e per tutto il tempo a seguire è rimasto nella sua bolla di silenzio.

Chissà dove è stato in quelle ore.

Lo guardo di nascosto, come poi sto abitualmente facendo in questo ultimo periodo, e anche oggi è meraviglioso.

Quanto vorrei che tornasse a regalarmi i suoi sguardi, i suoi sorrisi.
Mi avvicino titubante al buffet dato che in questo momento Hoseok è proprio lì, intento a scegliere la sua colazione.

Noto che il suo piatto è ancora vuoto, spero che stamattina faccia una colazione abbondante dato che ieri, a cena, non ha praticamente toccato cibo.

Ispeziono con lo sguardo le varie vivande offerte sul tavolo e alla fine opto per dei croissant ripieni con la marmellata di castagne.

Faccio per avvicinare la mia mano ma quest'ultima va a sfiorare quella del ragazzo di fianco a me. Mi blocco e impulsivamente mi giro verso di lui. Rimango sorpresa nel notare che mi sta osservando, il suo sguardo è insistente, penetrante verso il mio, e sono quasi sicura che stia cercando di dirmi qualcosa. Poi ritorna nel suo intento, afferra un croissant e raggiunge gli altri.

Rimango lì, in piedi, spiazzata.

Oggi devo assolutamente parlare con lui e capire cosa sta succedendo.


 

(Hoseok)

Sono seduto su questa panchina da quasi una mezz'ora. Sento l'umidità fredda dell'inverso scivolarmi addosso e penetrarmi sotto la pelle.

Stringo i pugni intorno alla cordicella della busta di cartone.

Sospiro, perché sono così codardo?

Anzi penso di essere proprio un grande idiota. Non sono cieco, so che questo mio comportamento la sta facendo soffrire. 

Ma sopratutto so che sta distruggendo me.

Cavolo ragazzina, ma che mi hai fatto per ridurmi così?

Perché sono stato così sciocco da cederle il mio cuore così presto?

Perché non smetto di pensare a lei?

Hoseok tu sei un idol.

Hoseok devi pensare per prima cosa alla tua carriera.

Hoseok non c'è spazio per la tua vita privata.

Hoseok non puoi innamorarti.

Finirai per soffrire di nuovo.

Continuo a ripetermi queste parole nella mia testa. Sto cercando di auto convincermi... sono proprio senza speranze.

Sconsolato porto la testa alle ginocchia.

Ho perfino litigato con il mio migliore amico. 

Yoongi, per quanto a volte possa sembrare freddo e distaccato, ha un cuore davvero grande, e si è affezionato anche lui alla dolce Miyun.

Ha tentato in tutti i modi di farmi ragionare, di farmi cambiare idea, ma io sono troppo testardo.

Lui per quanto mi voglia bene non sa.

Non immagina quello che sto provando ora.

Il mio sorriso è la caratteristica che tutti i fan amano di me, e io ne sono davvero lieto. Però a volte questo maledetto sorriso è solo una fottuta maschera.

Anche io sto male.

Anche io soffro.

Anche io mi innamoro.

Lei... lei è così particolare, mi ha incuriosito fin da subito. Il suo sguardo mi ha catturato dalla prima volta che l'ho incontrata.

Lei è il riflesso del vecchio me, con la sola differenza che ne è la versione migliore.

"Ei giovanotto che ci fai ancora qui?"

Una voce richiama la mia attenzione e io con lo sguardo risalgo verso la sua fonte.

E' il signore del negozio di antiquariato.

Accenno un piccolo sorriso.

"Se rimani ancora qui, fermo al freddo, temo che ti verrà un bel raffreddore" l'uomo si avvicina e mi da una dolce pacca sulla schiena.

"Ha ragione signore, ma sono così confuso..." ammetto a testa china.

L'uomo sorride nuovamente, "sai ragazzo, tutti passiamo momenti di smarrimento nella nostra vita, ma dentro noi, in verità, custodiamo già da tempo la chiave che ci aprirà il cancello della giusta via"

"Lo spero"

"Devi solo avere fiducia in te stesso, e poi sai" punta il suo indice verso la busta che sorreggo con cura tra le dita, "quello che tu hai acquistato ha un significato davvero grande"

A quelle parole aggrotto la fronte.

L'uomo anziano ridacchia alla mia espressione confusa, "significa che tutte le parole, tutti i sentimenti che racchiudiamo nel profondo di noi, un giorno potranno essere espressi con le parole giuste, tutto ha il suo tempo ragazzo mio"

Sorrido a quelle parole, ci spero tanto.

"Comunque sapevo che avresti scelto proprio questo oggetto" ridacchiò nuovamente l'uomo e io lo guardai confuso.

"Ma come..?"

"Mentre eri al mio negozio con i tuoi amici, ho notato che non facevi altro che osservarlo di nascosto... mi chiedo solo perché hai aspettato che tutti se ne fossero andati ahah...ma comunque sia per me è arrivato il momento di avviarmi verso casa, e forse lo è anche per te ragazzo!"

"La ringrazio signore!"

L'uomo sorride per poi scuotere la testa, "sono io che dovrei ringraziare te, arrivederci giovane pensieroso".

E con questo mi da le spalle e se ne va.

Quindi dovrei solo aspettare? Un giorno riuscirò veramente ad esprimere me stesso?


Mentre mi avvio verso l'hotel, mi arriva una chiamata da parte di mia sorella.

"Pronto, nuna?" 

"Ei mio dolce fratellino!" Sento la sua dolce voce salutarmi.

"Come mai mi chiami a quest'ora? In Corea è notte fonda!" Chiedo preoccupato.

"Tranquillo mio raggio di sole, sono ad una festa con degli amici e stiamo facendo un po' tardi ahah"

"Cerca di stare attenta nuna!"

"Certo che sto attenta! Lo sai che sono super responsabile, piuttosto come sta andando la vacanza in Italia? Tu e i ragazzi vi state divertendo?" mi chiede curiosa.

"Si lo so, sta andando tutto bene..." faccio una breve pausa e sono sicuro che mia sorella se ne sia accorta.

"Sicuro fratellino?"

"Si... sai ora stiamo per una settimana a Parigi"

"Waaa a Parigi, che bello!!! Ti prego poi portami qualcosa di bello!" Ridacchia emozionata.

"Certo ahahah"

"Comunque Hoseok, ti farebbe piacere se la tua nuna ti venisse a trovare tra una settimana?"

Spalanco gli occhi.

"T-tu in Italia?"

"E perché no?" La sento ridere.

"Mi farebbe tanto piacere... comunque ora devo purtroppo lasciarti, sono appena arrivato all'hotel e penso proprio che debba correre a cena"

"Certo tranquillo fratellino, ci sentiamo, ciao e buona serata!"

Salgo velocemente le scale e mi dirigo verso la camera.

Quando entro trovo Yoongi sul suo letto mentre sta sfogliando una rivista di musica.

Appena si accorge della mia presenza, alza un sopracciglio accigliato.

"Oh ma guarda chi si è deciso di farsi vedere!"

"Ciao Yoon" dico mentre appoggio il sacchetto per terra e mi siedo sul letto.

"Dove sei stato?"

"Da una parte"

Lo sento sbuffare.

"Te l'ho già detto, non c'è bisogno che tu menta con me" lo sento sedersi vicino a me, e percepisco il suo sguardo insistente sul mio volto.
"Ti prego Hobi, parlami... perché stai ignorando anche me?" Sussurra.

Mi alzo di scatto e mi dirigo verso l'uscita della stanza.

Mi fermo prima di uscire e mi volto verso il mio migliore amico il quale ha stampato in volto un'espressione amareggiata.

"Hyung ho solo bisogno di spazio" e detto questo lascio richiudere la porta alle mie spalle.

Scusami amico, scusami davvero.

   
 
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