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Autore: Yurha    29/01/2019    1 recensioni
Il Natale era ormai alle porte nella città di New York.
Tutto si trasformò, infondendo un'atmosfera di gioia e festa in ogni suo abitante ma, sfortunatamente, un serial killer chiamato dalla polizia 'lo Strangolatore' fece la sua comparsa in una notte di inizio Dicembre, esattamente come un predatore in cerca delle sue prede indifese.
I Detective Lupo e Bernard, insieme ai Procuratori Cutter e Rubirosa, riusciranno a catturarlo prima che mieta altre vite e prima della Magica Notte dell'Avvento?
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 17

«Hai ragione, ho un appuntamento.» disse girandosi per prendere il cappotto ma Mike l’anticipò e con molta galanteria, l’aiutò ad indossarlo.
Non appena il cappotto arrivò alle spalle, Connie abbassò lo sguardo facendo un mezzo sorriso dolce e divertito, quindi girò verso di lui solo la testa poi, lentamente, tutto il resto del corpo.
Si trovarono vicini, esattamente nel modo in cui due colleghi non dovrebbero mai essere.
Il silenzio regnava sovrano ed entrambi pensarono di dover dire qualcosa ma lo trovarono maledettamente difficile.
«I-io non.. Voglio arrivare tardi..» sussurrò lei guardando la sciarpa di lui che spuntava dal bavero riazato del cappotto.
«Lo so. Tu odi tardare.» rispose sorridendo ma subito divenne serio. «Connie, devo chiedertelo. Graham ti rende felice?»
Il suo cuore batteva troppo velocemente, mentre la gola era completamente secca. «S-si.. Certo. Questa è una domanda strana se.. Fatta da te, Mike.»
Lui continuava a guardarla ma lei teneva gli occhi bassi sulla sciarpa di lui, che era esattamente del colore dei suoi occhi: azzurra con riflessi verdi.
«Bene. È ciò che volevo sapere. Ti meriti davvero qualcuno di speciale che voglia passare tutto il tempo a disposizione con te, Connie.» disse dolcemente. “.. E avrei tanto voluto essere io..” pensò, concludendo la frase.
Prima che Connie avesse potuto accorgersi di qualcosa, Mike le fece scivolare la mano sulla guancia, accarezzandola col pollice.
Non appena sentì il suo tocco, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare da quella carezza così gentile e calda.
Non avrebbe mai pensato che un uomo ed una semplice carezza l’avrebbero fatta sentire una donna meravigliosa e unica, nemmeno Graham le fece mai quell’effetto.
“Graham!” pensò e pensò anche che tutto quello fosse estremamente inopportuno e che doveva allontanarsi. Una parte di lei l’avrebbe voluto, avrebbe dovuto, ma dall’altra, avrebbe voluto perdersi tra le sue braccia.
Aprì gli occhi e vide ancora una volta quelli di lui scrutarla con sguardo dolce.
«Mike..» disse solamente, con un tono che sembrava più una supplica che un rifiuto.
A lui piaceva guardare i suoi occhi.. Sembrava innocente e candida, esattamente come un giglio.
Mike improvvisamente si mosse, andandole vicino l’orecchio. «Sai una cosa?»
Lei deglutì a fatica.
L’intenso profumo dei suoi abiti le invase la mente e i polmoni, facendole pensare di voler sentire quell’odore per sempre. «Cosa.» riuscì a sussurrare.

«Al diavolo il vischio. In questo momento ti bacerei.» disse con un filo di voce.
Connie sentì all’istante una forte stretta al cuore e allo stomaco.
Spalancò gli occhi, il suo corpo prese a tremare leggermente per l’adrenalina.
Subito dopo, Mike girò la testa verso di lei.
Nel momento in cui lui appoggiò le labbra sulla sua guancia, regalandole quell’innocente e delicato bacio, lei chiuse gli occhi e si godette quel gesto completamente inopportuno ma così intensamente bramato.
Mike si scostò leggermente, quindi Connie riaprì gli occhi e voltò lo sguardo per guardarlo.
«Opportuno o no, questo è stato per ringraziarti per avermi sopportato per tutto questo tempo.» disse Mike.

Lentamente Connie portò una mano, prima sulla guancia di lui poi la fece scivolare sulla nuca, per avvicinarlo, quindi senza pensare, sigillarono loro labbra in un altro tipo di bacio.
Anche quello, come il primo, fu dolce e innocente.
Una volta staccatosi, sentì il collo di lui pulsare, quindi capì che il cuore di Mike batteva all’impazzata esattamente come il suo.
«Anche questo stato per ringraziarti, Michael, per tutto ciò che hai fatto e che fai per me, anche a mia insaputa.» sussurrò con gli occhi chiusi, facendolo sorridere. «Non avrei mai immaginato di arrivare a tanto.» sussurrò ancora.
La mano di lui continuava ad accarezzare la sua guancia. «Io ho sempre sperato di arrivare a tanto..» confessò.
La sua affermazione la sorprese.
Il capo che bacia l’assistente e l’assistente ricambia con qualcosa di più.. Potrebbe esserci peggior cliché di questo?
Connie non credeva proprio..

Le capitò di pensare ancora al suo uomo, a Graham, l’uomo che la stava aspettando quindi si allontanò del tutto da Mike.
«I- io.. Devo andare.» affermò sussurrando ancora una volta.
Sapeva. Ora sapeva e avrebbe saputo ogni volta che guardava gli occhi di lui pieni di fuoco passione.
Il suo corpo e la sua mente erano come avvolti da una fitta nebbia.
Più Mike la guardava, più la sua espressione gli diceva che da molto tempo non veniva baciata con amore, gentilezza e riguardo e tutto ciò la rese molto più attraente.
In quel momento, l’unica cosa che desiderava era averla di nuovo tra le sue braccia ma a rigor di logica, non sarebbe mai più dovuto accadere.
Finalmente Mike sapeva cosa voleva dire baciare Connie e fu tutto ciò che non avrebbe mai potuto lontanamente immaginare.
«Prima che tu vada, Connie, c’è qualcosa che voglio che tu sappia riguardante noi due.» affermò Mike.
«Okay.» rispose esitante, guardando a terra, non essendo in grado di reggere il suo sguardo.
«Lo so che sei fidanzata con Graham Magnusson, un futuro amministratore delegato e ricco quanto non potrei mai sognare e l’unica cosa che ti dico è: non sentirti in colpa pensando a ciò che è appena successo. È stata una debolezza. È accaduto senza preavviso e, se posso permettermi, io non me ne pento affatto.» disse dolcemente ma risoluto. «Ciò che è appena successo non si può cambiare e l’unica cosa che possiamo fare è assicurarci che non accada mai più.»
«‘Cose senza rimedio non meritano attenzione. Ciò che è fatto, è fatto.’, giusto?» concluse lei, citando Lady Macbeth.
Ma anche provando a restare seria, le guance bruciavano.
Aveva appena baciato il suo capo e non fu un corto ed impersonale bacio ma fu uno di quelli di cui non poteva smettere di pensarci o ignorarlo.
E sarebbe rimasto solo un ricordo, nulla di più.
Connie alzò lo sguardo. «Hai ragione. È stato solo un momento di debolezza, esagerato dall’entusiasmo delle feste.. Tutto qui.»
«Esattamente.» affermò lui ma sapeva perfettamente che non fu così ed anche in quel momento i suoi occhi andavano sulle sue labbra, dicendosi e sforzandosi  di convincersi che non doveva, che non voleva farla soffrire o farla scegliere tra lui e il suo uomo.
La guardò negli occhi. «Allora, siamo d’accordo.»
Connie trovò estremamente difficile rispondere. «Si.. Siamo d’accordo.» disse, cercando di sembrare normale. «Lavoriamo insieme e siamo amici, quindi non c’è nulla di cui preoccuparti.» concluse con un sorriso.
Lui annuì. «Andiamo avanti.»
«Andiamo avanti.. Si.. Giusto.» rispose non proprio convinta. «..E non ne parleremo mai più.» disse ancora, con il suo corpo che ancora cercava di riprendersi, pensando che magari, quella notte, sdraiata sul suo letto, avrebbe rivissuto ogni parola, ogni tocco e carezza e ovviamente, il loro bacio, per mille e più volte prima di addormentarsi.
«Mai più.» disse lui quasi sussurrando. «Bene, lascia che ti accompagni alla tua auto.» disse ancora, facendole un cenno verso gli ascensori, con mezzo sorriso.

  
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