Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: Enedhil    29/01/2019    1 recensioni
Passo uno: impara le regole.
Passo due: studia gli avversari.
Passo tre: gioca.
Passo quattro: infrangi le regole.
Passo cinque: arrenditi.
Ora, tuttavia, toccava a Thor muoversi e il Dio dell'Inganno non si sorprese nel vederlo avanzare fino a sé. Si guardarono in silenzio per un momento, entrambi con un calice pieno nella mano. Dei sorrisi aleggiavano sulle loro labbra. Aspettativa, agitazione, curiosità, eccitazione.
«Bacia o uccidi, fratello,» enfatizzò allora Loki, allargando le braccia sui lati per esporsi alla sua decisione. «Tocca a te.»

[Prequel di “More Than A Word”]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fandral, Loki, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Passo quattro: infrangi le regole



I festeggiamenti erano ancora in corso, eppure il Dio del Tuono e futuro re del Regno Eterno ne aveva avuto abbastanza di brindare in onore della cerimonia che, di lì a qualche settimana, lo avrebbe visto insignito ufficialmente del titolo che desiderava da sempre.
Si era stupito di se stesso quando aveva abbandonato il salone per dirigersi in quel posto più appartato a cui potevano accedere solo in pochi. Le due guardie lungo il corridoio lo avevano lasciato passare senza battere ciglio, e quando era entrato nella stanza aveva tirato un sospiro di sollievo.
Non soltanto per essere finalmente da solo, ma soprattutto perché la persona che aveva visto fuggire molto tempo prima di lui si trovava proprio lì, così come aveva immaginato.
Quello era da sempre il loro luogo segreto in cui ritrovarsi. Solo una sala vuota, in un angolo dei piani più alti, dalla quale si poteva scorgere il Bifrost, avvolto dall'acqua e dai riflessi delle stelle. Due scalini portavano a una pedana rialzata e a un lungo divano rettangolare da riposo, con un solo bracciolo coperto da cuscini su uno dei lati più stretti.

Loki era disteso su un fianco e dava le spalle all'ingresso, così Thor si arrischiò ad avanzare di qualche passo, credendolo appisolato. Aveva tolto gli stivali e si era anche cambiato d'abito; invece del regale e castigato abbigliamento che portava alla festa, ora, sopra ai pantaloni, indossava quella lunga veste da camera color verde che già gli aveva visto portare.
«Stai dormendo, fratello?» lo mormorò appena, quasi sperando di non ottener risposta, così avrebbe potuto sedersi accanto a lui e semplicemente sentire se stesso per comprendersi un po' di più.

Al contrario, Loki alzò un grappolo d'uva per mostrarglielo, lanciandogli un'occhiata da sopra la spalla, prima di tornare a guardare la notte oltre i pilastri. «Mi annoiavo. Una festa in tuo onore non è così divertente come dovrebbe essere.»

Thor si concesse una risata e si avvicinò al divano, spingendo malamente il fratello col braccio per farlo spostare e potersi distendere a propria volta. Sorrise nel sentire l'altro sbuffare ma tirarsi di più dalla propria parte, continuando comunque a dargli la schiena. Per un po' rimase a guardare il soffitto, la testa appoggiata ai cuscini, non così morbidi da risultare confortevoli, poi si girò verso di lui e allungò un braccio sopra la sua spalla per rubargli dell'uva.

«Quindi tra qualche giorno verrai celebrato ancora,» esordì a un tratto Loki, passandogli all'indietro un altro grappolo.

«Aspetto quel giorno da che ho memoria, credo di meritare un po' di celebrazioni.»

«Non inizierò a chiamarti futuro re come fanno i tuoi amici.»

Thor sorrise tra sé, finendo di masticare l'ultimo acino. «Non mi aspetto che tu lo faccia.» Fece una pausa e poi aggiunse: «Mio solo e unico eterno sovrano va più che bene.» Nel giro di qualche secondo si ritrovò addosso una manciata di raspi e scoppiò a ridere, liberandosi di essi con la mano, prima di tornare a sdraiarsi sul fianco dietro il fratello.

«Dovrai ringraziare se deciderò di parlarti ancora, piuttosto.»

«Ti piace troppo parlarmi per mettermi in difficoltà. Non smetterai adesso.»

«Forse no.»

Il Dio del Tuono sorrise ancora e piegò appena le ginocchia per stare più comodo, riprendendo la stessa posizione che stava tenendo l'altro. Guardò la forma del suo corpo e non si trattenne dall'alzare una mano per prendere la cintura della vestaglia che era rimasta dal proprio lato. Ci giocò per qualche attimo, prima di lanciargliela in avanti e lo sentì sbuffare una lieve risata.
«Potresti fare qualcuno dei tuoi trucchi per movimentare la festa, nel caso si rivelasse noiosa come questa.»

«A te non piacciono i miei trucchi.»

«Mi sono sempre piaciuti, invece. Fino a quando non si concludono con tu che mi pugnali.»

«Così mi togli metà del divertimento.»

Sorrise ancora e spinto da quello strano momento di intimità, alzò di nuovo la mano e fece scorrere piano il dorso delle dita sulla curva del suo fianco, quasi col timore che quel gesto potesse essere scoperto. L'impulso di toccargli davvero la vita, di stringersi a lui, di sentire il suo corpo contro al proprio iniziò a pulsargli dentro insieme al battito del cuore. Avvertì la morbidezza del tessuto sotto ai polpastrelli quando si arrese a quel bisogno di avere di più e gli sfiorò il lembo della veste che era adagiato sulla sua coscia. Gli sembrò di sentire il fratello sussultare e così si bloccò, ma non riuscì a costringersi ad allontanare subito la mano.

«Posso trasformare Padre in Sleipnir?» chiese dal nulla Loki, con un accenno di risata. «Sarebbe davvero uno spettacolo indimenticabile vederlo trottare con le sue otto zampe per tutta la sala del trono.»

«Così il mio primo incarico da futuro re sarebbe quello di rinchiuderti in una cella!»

«Oh, non lo faresti mai.»

«Beh...» Il Dio del Tuono finse incertezza, ridendo a sua volta quando il fratello si girò infine verso di lui, con la schiena sul divano. «No, non lo farei.»

«Lo spero bene.»

Lo vide sorridere con un'espressione minacciosa ma divertita. In quell'istante, tuttavia, scorse una singola lacrima scivolare dall'angolo dell'occhio di Loki e d'istinto avvicinò il pollice alla sua tempia per fermarla.

Nel sentire quel tocco, il Dio degli Inganni alzò di scatto le mani per asciugarsi entrambe le guance. «Non è... sono solo pensieri.»

«Vuoi parlarmene?»

«No! Certo che no.»

«No, d'accordo.» La risata nervosa che ricevette con quella risposta lo fece desistere dall'aggiungere altro a riguardo. Non sarebbe riuscito a farsi dire niente. Era da sempre così tra loro, soprattutto da quando erano cresciuti abbastanza da avere dei segreti, lo capiva, lo condivideva, ma a volte ci provava comunque. «Sai a cosa pensavo io?» riprese dopo un momento di silenzio. «Quando sarò re, andrò in tutti gli altri mondi e li reclamerò per me. Senza guerre, senza spargimento di sangue.»

«Solo col tuo martello?»

«Col mio martello, sì... e il mio fascino.»

«Certo,» Loki si lasciò sfuggire una risatina allegra e Thor sorrise dolcemente per la soddisfazione di essere riuscito a cancellare, anche solo per poco, il motivo della sua tristezza. «Il magnifico e vanitoso Thor capace di asservire ogni regno solo col proprio fascino.»

«E mi onoreranno, andrà così,» continuò subito, punzecchiandogli il braccio con l'indice. Il bisogno incontrollabile di toccarlo era ancora lì. Intenso e sleale. «Tu quale vuoi? Midgard? Jotunheim?»

«Midgard è pieno di mortali deboli e stupidi. Jotunheim è una landa di ghiaccio perenne.»

«D'accordo. Álfheim? Ti sono sempre piaciuti gli Elfi della Luce.»

«Sono noiosi e fastidiosi.»

«Ma sono... luminosi e... attraenti. Ti ci vedrei bene in mezzo a loro.»

Loki girò la testa verso di lui, le mani ancora ferme sul petto che si alzava e abbassava a un ritmo rilassato. «Perché sono luminoso e attraente?» Accennò una smorfia stranita «Ti ringrazio.»

«No. No... voglio dire, sì.» Thor si rialzò su un gomito, appoggiandosi meglio ai cuscini per poterlo guardare. Gli era sfuggito dalle labbra, una rivelazione di sicuro troppo esplicita, che però cercò di rigirare subito, sfoggiando un po' di presunzione con un sorrisino seducente. «Siamo entrambi affascinanti e attraenti e possiamo conquistare tutti i mondi che vogliamo.»

«Probabilmente sì,» rispose allora il Dio dell'Inganno, con lo sguardo fisso su di lui e un'espressione incerta e divertita sul viso. «Cosa ti hanno messo nel vino questa volta? Giuro che io non c'entro.»

«Non c'era niente nel vino. È solo che volevo che tu lo sapessi. A volte sono brusco o distante ma... voglio che resti al mio fianco, Loki. Voglio che resti qui... con me.» Lo aveva quasi sussurrato, come se quelle parole fossero rimaste prigioniere della sua gola per troppo tempo e solo in quel momento avessero trovato la forza per uscire. Thor non sapeva nemmeno perché le avesse dette, o se potessero servire ad appianare i contrasti che c'erano stati tra loro.

«È un modo confusionario per fare la pace?»

«Credo lo sia.»

«Bene, pace fatta,» decretò allora Loki con un sorriso, prima di bagnarsi le labbra come se stesse pregustando l'idea di dominare davvero dei mondi interi. E difatti, subito dopo, proseguì: «Voglio Midgard e Álfheim.»

In risposta, Thor si finse pensieroso, prima di fare una smorfia indecisa. «Mmm... Midgard piaceva a me.» Appena vide l'altro inarcare un sopracciglio in attesa, sorrise e annuì. «D'accordo. Puoi averli.»

«Così va bene. Ora diamoci un bacio e chiudiamo la partita.»

Sul momento gli uscì spontanea una debole risata a quell'affermazione pronunciata con un sorrisino ironico. Una risata che però si spense quasi subito in un sospiro quando vide sul volto del fratello un velo di tensione. Ma non era solo quello, no. C'era qualcosa in quegli occhi spalancati e leggermente lucidi che lo fissavano e che lui, a sua volta, non riusciva a smettere di guardare. Attesa, curiosità, sfida, malizia... desiderio. Poteva davvero essere quello anche per lui? Oltre tutti i litigi, le provocazioni, le minacce. Un impulso sbagliato che li accomunava in quei pensieri sconvolgenti e distruttivi.
Avvertì un fremito improvviso e ardente lungo il corpo al solo immaginare una cosa simile, e abbassò lo sguardo sulla bocca del fratello, portando il viso più vicino al suo.

Come se gli avesse letto nei pensieri, Loki deglutì, senza però muoversi dalla posizione in cui si trovava. «Non avvicinarti troppo, potrebbe non piacerti ciò che vedrai.» Fu solo un bisbiglio sommesso tra le labbra appena dischiuse che, al contrario, suonò come un allettante invito.

Il Dio del Tuono accennò un sorriso. «Sono già... troppo vicino.» I respiri di entrambi erano più veloci di quanto avrebbero dovuto essere normalmente. Ed erano davvero vicini, scivolavano l'uno nell'altro in quell'instabile momento di mezzo tra ciò che non doveva succedere e ciò che non avrebbero più potuto evitare.

«Non stiamo più giocando, Thor.»

Una lama nel petto, nel cuore, nei sensi. Ma non fu il dolore a penetrargli attraverso il corpo nell'udire il suono del proprio nome sfiorare quella bocca a un soffio dalla propria.
Perse ogni cosa: la dignità, la fierezza, l'arroganza, la forza. Riuscì solo a baciare Loki.
Di scatto, quasi che quello fosse l'unico attimo che avrebbe avuto a disposizione per farlo.
Mosse le labbra sulle sue, senza però osare altro, in una carezza rude e istintiva che durò troppo poco.
Fece per discostarsi, mosso dal timore di aver rovinato ogni cosa, ma appena provò a rialzare la testa, sentì quella di Loki seguire il suo movimento per mantenere il lieve contatto tra le loro bocche. Nemmeno se avesse posseduto ancora un po' di volontà avrebbe potuto spezzare quel bacio. E la sua volontà, ora, sapeva soltanto di quelle labbra bagnate dal sapore dell'uva e del respiro caldo che gli sfiorava la guancia.
Gli mise la mano dietro al collo per trattenerlo, le dita ferme alla base della nuca per sentire ancora quella pelle liscia e le ciocche di capelli sulle nocche, e scese ancora a premere la bocca sulla sua, in un tocco altalenante e continuo. Percepì un lieve gemito e con la coda dell'occhio intravide la mano dell'altro che si alzava, restando però a indugiare a mezz'aria, senza appoggiarsi in nessun punto del suo corpo. Non sapeva di aver bisogno così tanto di sentirla su di sé fino a quel momento.
Voleva essere toccato da lui, voleva follemente la carnalità che riusciva solo a scorgere nei suoi occhi, quella promessa di qualcosa di proibito e immorale che si celava dietro all'apparente innocenza dei suoi sguardi.
Voleva di più, perché quel solo lambire e sfiorarsi non era abbastanza.
Il suo corpo agì irrazionalmente e si spostò contro quello di Loki, una gamba tra le sue.
Avvertì le labbra dell'altro socchiudersi in un sospiro sotto le proprie, così scostò di un soffio la bocca per aprirla timidamente contro la sua. Nemmeno durante il suo primo bacio era stato così esitante dal prendersi quel piacere, tuttavia la cosa, invece di imbarazzarlo, gli fece solo battere il cuore più forte.
Sentì il suo respiro frenetico mischiarsi al proprio, ma prima di poter approfondire quel bacio, Loki si spostò improvvisamente da lui e si rimise in piedi.

«No... Thor... no.»

«Mi dispiace... non...» Thor avvertì un'inspiegabile ondata di panico travolgerlo. Si rialzò seduto e allungò un braccio verso di lui. Le mani gli tremarono. Le mani di un Dio, sempre così ferme in battaglia, stavano tremando per il rimorso di un bacio. «Loki...»

«Va bene. Io...» Il Dio dell'Inganno si passò le dita tra i capelli scuri e poi scosse la testa con una risatina nervosa, come a voler ironizzare in quel modo su quello che era successo. «Va bene così. Non è niente. Io sono comunque qui. È solo un gioco.»

Thor restò immobile, ubriaco di emozioni contrastanti, ma consapevole che non fosse più solo un gioco da tempo. Qualunque cosa fosse iniziata tra loro, qualunque egoista, prorompente e sbagliato desiderio avesse iniziato a muovere le loro azioni, era molto più di un gioco.

Loki gli diede le spalle e mentre si allontanava a passo svelto, aggiunse soltanto: «Dimenticalo.»

** Continua **

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: Enedhil