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Autore: Maraealfy3    29/01/2019    1 recensioni
Sono cresciuta con dragon ball. Avevo 5 anni quando l’ho scoperto, e crescendo mi sono innamorata sempre di più della coppia GohanxVidel. Ed e per questo che ho deciso di raccontare la mia storia tramite loro due. E grazie a dragon ball se nei miei momenti di tristezza ho avuto la forza di rialzarmi.
Oggi ho quasi 22 anni. Un po’ grandicella penserete. Ma cosa posso farci se amo questo anime così tanto? :)
Per me non è un semplice cartone animato, è un insieme di emozioni che non tutti possono capire.
Apparentemente può sembrare lontana anni luce dalla storia originale, ma dopotutto nessuno sa veramente come si sono fidanzati questi due tesori. Spero veramente che vi piaccia.
Ho voluto specificare da subito la questione perché sono una che ama le storie realistiche, odio pensare a cose così strane. Amo seguire il corso degli eventi stravolgendolo di poco, ma questa che leggerete non è finzione ma solo realtà, camuffata dal mio anime preferito. :)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erasa, Gohan, Nuovo personaggio, Sharpner, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano passati diversi mesi da quel pomeriggio insieme. E le uscite tra di noi erano sempre più frequenti.

Erasa però, cominciava a lamentarsi con me del fatto che Gohan non sembrava mai rivelarsi e dichiararsi. Stava quasi impazzendo.

In cuor mio pensai che una ragazza come lei non era il tipo di Gohan, ma non avevo nessuna intenzione di scoraggiarla. Volevo aiutarla. Era quella la mia missione. Lei voleva stare con Gohan e io l’avrei fatto accadete, fosse stata l’ultima cosa che avrei fatto!

Studiavo notte e giorno, su come avrei dovuto fare a farlo cedere. E sopratutto se non fosse stata il suo tipo, in qualche modo farglielo diventare. Pregavo che tutto andasse bene. Non volevo che Erasa prendesse una delusione. Lei era brava a darle le delusioni, non a riceverle. E poi questa volta sembrava una cosa seria, non era da lei. Si era davvero affezionata a Gohan, e io non potevo permettere che gli sfuggisse un occasione così. 

Il suono del mio cellulare mi fece destare dai pensieri, era un messaggio. Di Gohan.

Lo lessi:

-Ciao Videl. Come stai? Spero bene. Beh, ecco, mi chiedevo se ti andava di venire a pranzo da me, sai la mamma ti adora e vorrebbe rivederti, è molto che non ci vedete. Anche il piccolo Goten e papà non fanno che chiedere di te. Però se hai da fare tranquilla, lo capisco, nessun problema!”

Sorrisi leggendo, Gohan era sempre lo stesso, si imbarazzava per tutto, e le paranoie per lui erano al ordine del giorno. Aveva sempre paura di sbagliare, anche solo aprendo la bocca per parlare.

-Ma certo, Gohan. Sarei davvero felice di incontrare tutti voi. Anche io ho voglia di riabbracciare Goten, mi manca tanto quel tenero cucciolo. Ci sarò assolutamente. Grazie!-

-Oh grazie a te, Videl. Sono davvero felice che tu abbia accettato! Ci vediamo dopo allora.-

-A dopo Gohan!-

Riposato il cellulare, decisi che era il momento di avvisare papà della mia assenza al pranzo, così scesi giù ma improvvisamente sentii la porta di casa suonare. Il maggiordomo andò ad aprire e la vidi, era Erasa.

Oh no, e ora? Come avrei fatto adesso? Non potevo mentirle ma non potevo nemmeno portarla con me, almeno credo!

“Erasa! Come mai qui? Non ti aspettavo, ma sono contenta della tua visita.”

“Oh Videl, grazie al cielo sei a casa, sai ero da sola  e ho deciso di fare una passeggiata, ma poi mi sono ritrovata qua e ho pensato di passarti a salutare. Sono veramente in crisi, aiutami!” Mi rispose con una faccia estremamente disperata.

Caspita! Questo era un problema vero è proprio! Come faccio a dirle che tra poco uscito per andare a pranzo da..Gohan? Evidentemente la causa della sua disperazione!

Forza e coraggio, Videl. In qualche modo farai.

“Beh! Io in verità non resto a pranzo qui, ma pranzerò fuori.”

“Cosa?! Nooo! Ma come? Da sola? Vuoi che pranziamo insieme? Non dovrai mica incontrarti con qualche bel imbusto di cui ancora non mi hai parlato?”

Un raffica di domande senza senso, pensai.

“No, Erasa! Ma ti pare? Dovresti conoscermi!”

“Già è vero quasi scordavo. La monaca di clausura Satan Videl è desiderata al portone di ingresso.” Mi prese in giro. Come sempre.

“Ah ah ah, poco divertente. Comunque no, io sono a pranzo da...” mi bloccai. Dovevo dirglielo! 

“Da?” Mi chiese curiosa.

“Gohan!” Risposi d’un fiato. Ecco era fatta!

“Cosaaa??? Ma Videl..” la sua voce era un filino delusa dalla mia risposta, ma d’altronde dovevo aspettarmelo.

“Ascoltami Erasa, lo sai che con Gohan ho un rapporto fraterno oramai, la sua famiglia mi conosce bene, non ci vedevamo da un bel pò e mi hanno chiesto se mi andava di passare un pranzo con loro come ai vecchi tempi. Tutto qui.” Risposi con la massima calma e sincerità.

“Lo so lo so, figurati non è questo. È solo che, ecco...posso venire con te ti prego?” Mi fece quasi in supplica.

Spalancai gli occhi. Come avrei fatto ora?

La situazione stava degenerando.

“Ma Erasa, io sarei contentissima di portarti con me, ma non mi sembra corretto nei confronti di Gohan e la sua famiglia, presentarmi con un ospite senza preavviso. Cerca di capirmi.”

“Oh Videl te ne prego. Nessuno ha detto senza preavviso, ovviamente lo informerai anche della mia presenza. È o non è il tuo migliore amico? E sopratutto sono o non sono la tua migliore amica?”

Voglio morire! Che casino.

Sbuffai rassegnata.

“E va bene, Erasa. Ora lo chiamo” risposi molto incerta ma oramai non potevo tornare indietro.

Lei saltava di gioia e mi abbracciava, saltandomi al collo e ringraziandomi.

Presi il cellulare e composi il numero.

Pochi secondi e la voce dal altro lato, si fece sentire:

“Pronto, Videl?”

“Oh ciao Gohan. Scusami ti disturbo?”

“Oh no macché, figurati. Spero non sia successo qualcosa?”

“Ehm! No, ecco..volevo chiederti una cosa riguardo il pranzo di oggi..”

“Oh certo dimmi pure!” Mi rispose cordiale e gentile come sempre.

“Beh ecco, mi chiedevo se potessi portare con me anche Erasa. Sai è comparsa qui a casa mia, e da sola e non sapeva dove andare, e poi non mi andava di rinunciare al pranzo dai tuoi.”

Pochi secondi di silenzio mi fecero pensare al peggio.

“Ehm, no va benissimo, figurati!” Mi rispose educatamente, ma con un filo di sospetto nella voce.

E certo, di punto in bianco mi porto Erasa con me, che non conosce nessuno dei suoi. Come dargli torto. 

“Grazie mille Gohan, sei un amico a tra poco.”

“A tra poco” riattaccò.

Guardai Erasa, che soddisfatta mi disse:

“Perfetto, Videl. Ora corriamo un attimo a casa mia e poi procediamo per casa di Gohan. Dobbiamo avviarci da ora se vogliamo arrivare in orario, lo sai meglio di me quanto sia distante.”

“Casa tua? E per quale motivo?” Le chiesi curiosa.

“Ma che domande fai, Videl? Devo assolutamente cambiarmi. Voglio essere perfetta ai suoi occhi.”

La guardai stranita. Ma infondo la conoscevo bene, Erasa era così. Poco da stupirsi.

Andai su per cambiarmi e insieme ci avviamo verso casa di Erasa.

Ci mise ben 1 ora per scegliere cosa indossare. Non ne potevo più, non vedevo l’ora di uscire da quella maledetta casa.

Finalmente si decise, e opto per una mini gonna con un top celeste, che ha confronto al mio outfit super comodo, sembrava uscita da una trasmissione di veline.

Ci accomodammo nel mio aereo e volammo verso i monti Paoz.

Arrivammo dopo 4 lunghissime ore. Mi maledissi mentalmente ancora per aver accettato, con lei appreso di certo non avrei potuto volare e quindi ho triplicato le ore impiegate ad arrivare, ma vederla così felice mi fece scordare tutto. Credevo in lei, nel amore che provava per Gohan, perché secondo me più che una cotta era veramente amore, e sopratutto credevo nella loro storia.

Scendemmo dal aereo e venimmo accolte dal un sorridente e imbarazzato Gohan, e un salterellante e allegro Goten, che non appena mi vide mi salto in braccio tempestandomi di baci.

“Sorellonaaaaa! Sono così contento di vederti, mi sei mancata tantissimo! Gohan è cattivo, non ti porta mai qui!” Mi urlo nelle orecchie.

Sorrisi di cuore e dopo avergli stampato un bacio sonoro sulla guancia gli risposi:

“No, Goten. Non è vero! Non è colpa di Gohan, sono io che sono stata un po’ impegnata. Anche tu mi sei mancato piccolo.”

“Va bene, ma cerca di venire più spesso, dobbiamo giocare insieme noi.”

“Certo!” Gli risposi sorridente.

Il bimbo si girò verso quella nuova figura accanto a me.

“Hey sorellona e lei chi diavolo è? Non l’ho mai vista!” Indicando Erasa.

“Oh piccolo, lascia che ti presenti Erasa, un amica mia e di Gohan. Sai lei viene a scuola con noi.”

“Piacere mio piccolino. Quanto sei tenero!” Cerco di avvicinarsi a Goten, il quale di tutta risposta si buttò ancora di più addosso a me e rispose con un timido ciao.

Gohan assistette alla scena divertito, per poi intervenire:

“Beh, non vorrete pranzare qui fuori, il pranzo lo facciamo dal altro lato del giardino, la mamma ci sta aspettando, su vieni Goten.” 

“Arrivo fratelloneeee!”

Si divincolò delicatamente da me e corse verso Gohan.

“Allora ragazze, seguitemi!”

Ci ordinò con estrema cordialità.

Lo seguimmo.

Arrivammo dal altra parte, dove da sempre abbiamo cenato insieme, ogni volta che mi fermavo da mangiare da loro. 

Un profumino delizioso proveniva dalla cucina, dove già sapevo si nascondesse indaffaratissima la mia amata Chichi.

Si perché io adoravo Chichi. Era come una mamma per me, io che non l’ho mai avuta veramente, purtroppo.

“Buongiorno” le sussurrai sorridendo.

“Oh Videl, che piacere vederti. Sei sempre bellissima. Vieni qua fatti dare un bacio.”

Mi rispose con la massima dolcezza.

Era una donna forte e temeraria ma con cuore profondo, che apriva veramente solo a chi amava.

Ci abbracciamo forte sotto lo sguardo intenerito di Gohan e curioso di Erasa.

“Ehilà! Buongiorno a tutti! Però Chichi che profumino, io ho una gran fame! Quando si mangia, eh?” La simpatica voce di Goku, comparso dal nulla si fece sentire nella piccola cucina, seguito dalla sua sagoma.

“Oh insomma, Goku. Sei sempre il solito scimmione! Non vedi che abbiamo ospiti, non farmi arrabbiare o ti lascerò a digiuno per una settimana minimo!” Lo minaccio la moglie.

“Eddai Chichina mia, lo vedo che abbiamo ospiti, non c’è bisogno di prendersela così. Videl oramai è di famiglia.” Affermò Goku giustificandosi amorevolmente con la moglie.

Il suo sguardo si soffermò su Erasa.

“Eh! E tu chi saresti?” Domando sorpreso della visita di quella ragazza mia vista.

“Ehm ehm, ecco io...sono Erasa!” Rispose la bionda, evidentemente imbarazzata.

“Papà, mamma, lei è Erasa una compagna di scuola mia e di Videl. Le ho inviate entrambe oggi per pranzo.”

“Ah, beh, in questo caso, benvenuta tra noi. Prego seguitemi ci sentiamo a tavola!”

È così facemmo. 

Tra risate e sfuriate di Chichi nei confronti del povero marito e i due figlioletti, che ovviamente non guastarono il pranzo. 

Si stava proprio bene in quella casa. Adoravo sentirne l’odore. Si respirava il vero profumo della famiglia.

Già la famiglia. Quella che io non avevo. E forse un giorno avrei creato.

Per il momento la mia famiglia erano solo i miei amici.

Finito il pranzo ci spostammo fuori in giardino, dove tutti e tre ci mettemmo a parlare del più e del meno.

Felice di aver accontentato Erasa, mi allontanai per cercare Goten, era un ottima occasione per lasciarli ancora da soli, e poi avevo voglia di stritolare un po’ quel mocciosetto tenero ma per nulla indifeso.

Lo trovai intendo a rincorrere una farfalla.

“Hey piccolo!” Lo richiamai con dolcezza.

“Sorellona. Prendimi in braccio.”

Mi salto al collo ancora una volta 

“Sai sorellona, la vostra amica è un po’ strana!”

“Ah si, Goten? E perché mai?” Sorrisi incuriosita.

“Non lo so è strana e basta!” Mi rispose con un accenno di Disprezzo.

Curiosa di sapere l’evolversi della situazione che avevo lasciato dal altro lato, mi avvicinai tenendo Goten con me e cercando di trovare qualche indizio che mi desse soddisfazione e mi facesse capire che le cose procedevano bene.

Quello che mi ritrovai davanti gli occhi era un Erasa che abbracciata a Gohan gli accarezzava i capelli e un Gohan che rosso in viso cercava di non guardarla.

Forse c’è la stavamo facendo sul serio. Sorrisi. Forse c’è la farai amica mia.

 

 

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