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Autore: LaMacchiaNera    29/01/2019    1 recensioni
Pandòria, la città degli USA dove ogni anno registra il più alto tasso di eventi paranormali al mondo e dove, sempre secondo le dicerie, governi, servizi segreti, organizzazioni criminali, Illuminati e misteriosi culti esoterici si danno battaglia nell'ombra per assumerne il controllo.
Ma cosa desta così tanto interesse in questa città? Quali segreti nasconde? Chi si cela dietro agli intrighi per cui Pandòria è diventata famosa? Qual è il suo scopo ultimo?
Sette abitanti della città molto diversi tra loro si impegneranno a svelarne i segreti e a portarne alla luce le verità sepolte, intraprendendo un percorso di maturazione che li renderà in grado di compiere il destino per cui sono nati.
Si tratta di un ciclo di racconti per la maggior parte autoconclusivi ma con elementi comuni che andranno a alimentare la trama orizzontale dell'opera. Saranno pubblicati stagionalmente, perciò rimanete sintonizzati!
Genere: Horror, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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1x06 - L'Altare della Scienza p2




Mi ci volle quasi un'ora e mezza prima di decidere ma alla fine uscì dal salotto con tutti i moduli di accettazione firmati. Nei giorni successivi, dovetti fare altri test per verificare non solo le mie conoscenze ma anche la mia resistenza agli stress fisici e psicologici e anche qualche test per valutare la mia etica. Li superai tutti divenni un membro effettivo dell’organizzazione entrando a far parte del personale di classe E, che raccoglieva tutto il personale in attesa di essere ricollocate o ancora in prova.

Come primo incarico dovevo assistere un ricercatore veterano della Fondazione che aveva il compito d’istruirmi. Il nostro primo lavoro consisteva nello studiare uno dei tanti esseri impossibili rinchiusi nel sito e catalogato come SCP-016. Secondo la documentazione, si trattava di un patogeno ematico che quando infettava le sue vittime si manifestava come un comune raffreddore, poi 48 ore dopo il contagio, sviluppa una febbre emorragica; seguita da un sanguinamento da ogni orifizio corporeo che se non arrestato diventava letale. La cosa sorprendente del patogeno, e anche la caratteristica che lo ha sottoposto all'attenzione della Fondazione, era la sua capacità di rispondere agli stress. Se infatti l'ospite si trova in condizioni estremamente stressanti come in pericolo di vita, il batterio è in grado di apportare grosse modifiche al DNA causando mutazioni notevoli al corpo dell'ospite.

Di seguito il referto parlava di alcuni test che sono stati realmente fatti su SCP-016 all'interno della Fondazione. Nel primo esperimento hanno lentamente riempito la cella di un uomo condannato a morte d'acqua e il patogeno lo ha trasformato in un animale ibrido adatto alla vita marina; una volta terminato, l'autopsia ha rivelato che i suoi polmoni erano diventate branchie. Il test è stato ripetuto ma questa volta il virus ha donato una forza fisica sovrumana all'uomo che ha usato per sfondare la porta, fallendo e morendo annegato.

Nella terza ripetizione dell'esperimento, invece, all'uomo è cresciuto uno strano organo sul torace che ha continuato ad ingigantirsi finché una guardia non ha intuito l'intenzione di SCP-016 di creare una bomba e ha ucciso l'uomo infetto poco prima della detonazione. Nel quarto esperimento un uomo è stato infettato e gli è stato chiesto di concentrarsi sul voler farsi crescere delle ali. Non è stato applicato nessuno stress. Al soggetto non sono cresciute delle ali come ipotizzato ed è morto di febbre emorragica. Nell'ultimo esperimento riportato, un uomo infetto era stato rinchiuso in una cassa sospesa a 305 metri e una piccola bomba avrebbe dovuto rompere il cavo che la teneva appesa. SCP-016 ha sviluppato un tentacolo sul polso del soggetto che secerneva seta; non gli è stato di grande aiuto e l'infetto è morto a causa della bomba.

Ero scioccato! Mi avevano spiegato che alla Fondazione SCP erano state concesse speciali leggi interne, ma non potevo credere che in questo posto facessero veramente esperimenti di questo tipo sugli esseri umani e senza alcun ritegno per giunta; quando lo feci notare al mio supervisore, rimasi sorpreso, dalle sue parole non traspariva alcun genere di emozione come se della vita di quegli uomini non gli importasse e aggiunse che quei test risalivano agli inizi degli anni 2000, ma ora era stato creato un ceppo di SCP-016 che funzionava solo sugli animali e che da diversi anni facevano esperimenti solo su di loro. Mi sentì più sollevato, ecco la cara vecchia sperimentazione animale che ci salva dal dover testare gli effetti di farmaci e malattie su noi stessi.

Lo scopo degli esperimenti che avrei dovuto condurre era quello di infettare volontariamente degli animali con il microrganismo modificato e osservare come li avrebbe modificati allo scopo di rendere le interazioni di SCP-016 sempre più prevedibili e, in futuro, una volta compreso il meccanismo con cui genera le mutazioni, usarlo per la cura di malattie in fase terminale.

Quello che il mio supervisore mi chiese di fare non differiva molto da ciò che avevo letto nel documento: dovevo iniettare il ceppo modificato di SCP-016 in alcuni animali tra ratti e scimmie, metterli in pericolo di vita e vedere come il patogeno avrebbe reagito. Nelle settimane successive, dovetti solo prendermi cura degli animali da sacrificare nei test, in attesa che la commissione etica della Fondazione ci desse l'okay.
Quando la commissione ci fece sapere che il numero di animali richiesto era accettabile per perseguire i nostri scopi, iniettai una soluzione contenente SCP-016 e attendemmo che facesse il suo corso. Il giorno dopo, presi tutti gli animali uno ad uno per poi metterli nelle gabbie dei test.

Nel primo esperimento un ratto è stato messo in una bacinella in grado di riempirsi lentamente di acqua; vidi il roditore che all'inizio cercava solo di stare lontano dell'acqua ma quando sul fondo della gabbia se ne formò uno strato, l'animale cominciò ad agitarsi finché quella trappola non si era riempita così tanto che il topo non riusciva più a toccare il fondo, allora, con tutta la foga che aveva in corpo cercò di arrampicarsi sulle pareti. Ero così terrificato e in pena per quell'animale che volevo interrompere l'esperimento, ma non potevo, ormai non avrebbe più avuto senso! Alla fine, il ratto si lasciò andare e annegò ma fu proprio in quel momento che si accorse di poter respirare sott'acqua. Ero contento che si fosse salvato!

Il secondo esperimento era al fine di vedere come trasformava un soggetto infetto di SCP-016 agli stimoli elettrici. Un topo fu messo in una gabbia con una griglia elettrica sul fondo e quando l'operatore voleva faceva passare la corrente ad intensità variabile. All'inizio il ratto sembrava contento di avere una casetta più grossa della precedente, tant'è che si era messo a correre in lungo e in largo; ma le cose cambiarono quando il mio supervisore diede la prima scarica. Il ratto si agitò e iniziò a correre in giro spaventato, dopo aver aspettato che l'animale si calmasse, gli venne data un'altra scarica con lo stesso risultato. L'esperimento continuò così per cinque minuti e il superiore iniziò a spazientirsi e ad aumentare progressivamente l'intensità della corrente. L'animale sembrava sempre più stordito dalle cariche e gli ci voleva sempre più tempo per riprendersi dallo shock, poi ad un tratto, nonostante il mio capo gli aveva già dato diverse scosse potenzialmente letali, tornò a uno stato di esagitazione iniziale come se non le sentisse più, mi sentì sollevato ma morì poco dopo. Le cause pensavo fossero ovvie, ma dall'autopsia emerse che SCP-016 aveva inizialmente reso le zampe dei pessimi conduttori di corrente ma poi il suo effetto si è esteso anche al resto del corpo, e il corpo è continuamente attraversato da un debole filo di corrente che serve a regolare l'attività delle cellule e senza il topolino è morto.

Il terzo esperimento prevedeva che al topo infettato gli venisse somministrata la dose letale di un farmaco che non ero autorizzato a conoscere per vedere se era in grado di contrastarne gli effetti. L'SCP non sembrò dare effetto e il povero animale dimostrava sia i sintomi del patogeno che quelli di overdose del farmaco oltre al mostrarsi sempre più stanco, scoordinato nei movimenti, incapace di ragionare e la gotta. Ha vomitato per tutta la gabbia e di continuo prima di morire. Secondo le analisi, l'SCP aveva modificato il DNA delle cellule del timo dandogli lo scopo di produrre una molecola in grado di reagire con il farmaco e renderlo inerte. Il problema era che suddetta molecola reagiva anche con la maggior parte delle sostanze presenti nel sangue.

Il quarto esperimento prevedeva l'uso di SCP-016 su un topo malato di tumore in fase terminale per osservare se fosse stato in grado di combatterlo. All'inizio gli stessi sintomi dei precedenti poi apparve lo stato teriomorfo tipico del patogeno che aveva reso il ratto molto più forte e aggressivo del normale, sulla schiena si svilupparono anche dei tentacoli appiccicosi con cui tentò di scalare la parete del vetro ma che rimanevano continuamente attaccati. L'esperimento durò più giorni con il virus SCP-016 che continuava a aggiungere modifiche su modifiche al ratto. Oltre ai tentacoli aveva aggiunto zampe di ragno sui fianchi, trasformato le zampe posteriori in piedi palmari, aggiunto delle branchie e reso la coda in grado di iniettare veleno, tuttavia era sopravvissuto fino al momento in cui i membri del mio team non l'hanno abbattuto scoprendo che tutte quelle mutazioni erano solo un effetto collaterale in qualche modo avevano bloccato gli effetti del tumore.

Gli esperimenti sulle scimmie furono anche peggio, le condizioni di esecuzione erano le stesse, ma i primati erano più consapevoli della loro condizione e non appena capivano le nostre intenzioni si dimenavano come matti; al punto che quasi mi veniva da piangere mentre gli iniettavo il patogeno. Ancora più doloroso per me era vederle mentre cercavano in tutti i modi di salvarsi da quelle trappole mortali, senza sapere che, comunque, poco dopo sarebbero stati abbattuti e sezionati per fare delle analisi, e le loro urla e il loro sguardo di terrore? Così simili a quelli di noi umani!

Quell'esperienza mi insegnò molto. Ho sempre creduto che il sacrificio di animali fosse una cosa facile da praticare, in fondo era per un bene superiore, e poi, in mano agli scienziati, avrebbero ottenuto più cure e attenzioni che in mezzo alla natura, senza contare che una volta terminata la sperimentazione su di loro sarebbero stati dati in adozione; però veniva da chiedermi che diritto avevo io di decidere della vita di quegli animali? Fino al giorno prima degli esperimenti erano solo dei topolini che correvano in giro per le gabbie e delle scimmie che se ne stavano li tranquille a rosicchiare una banana! Meritavano davvero di soffrire e morire?

Fu allora che mi resi conto che l'università, si, mi aveva insegnato molto, ma c'erano ancora parecchie cose di cui ero all'oscuro, o meglio, non ero consapevole perché un professore vi può spiegare tutto di come le cellule da normali diventano tumorali e a questo punto ti sembra di sapere tutto ma prova a andare a vedere un malato di cancro che sceglie di sottoporsi a una sperimentazione clinica di fase 2 dopo che ha provato radioterapia, chemioterapia, farmaci in commercio vari e non ha più speranze di guarire. Ti dimentichi completamente del ruolo della telomerasi o della proteina mTor nella mutagenesi e l'unica cosa che vorresti fare è curarlo per farlo tornare ad una vita normale.

Avrei voluto che ci fosse un altro modo per scoprire nuovi farmaci. Un metodo che non costringesse nessun animale a sopportare quello che facevamo, ma non era possibile. Il progresso scientifico e lo sviluppo tecnologico lo esigevano e non accettare questo compromesso significava rendere il progresso estremamente lento mentre fuori dai laboratori un numero irriducibile di persone moriva o vedeva la propria vita rovinata a causa di una malattia che si sarebbe potuta curare prima se solo avessimo fatto sperimentazione sugli animali!

Ripensai a ciò che avevo detto riguardo la mia filosofia sull'altare della scienza al mio discorso di laurea, in particolare a quando erano stupidi i credenti delle antiche civiltà a pensare che uccidere degli animali e delle persone potesse placare l'ira di un dio che neanche esisteva e fu allora che intravidi un barlume di speranza che mi fece uscire dal mio dolore!
I popoli antichi sacrificavano animali agli dei perché non sapevano che esistevano metodi migliori per propiziare il raccolto o far si che le catastrofi facessero meno danni possibili a persone o cose. Noi ora non siamo molto diversi da quei popoli; non conosciamo nessun metodo migliore per sviluppare nuove cure se non quello di spendere miliardi di dollari in decenni di lavoro, sacrificando animali. Non è da escludere che in futuro qualcuno sviluppi un sistema che sia in grado di rendere completamente obsoleta la sperimentazione sugli animali ma fino ad allora somministrare i farmaci agli animali prima di testarli sull’uomo è il metodo migliore che conosciamo.
   
 
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