Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Yellow Daffodil    31/01/2019    3 recensioni
Nicole e Giulio si conoscono e si odiano sin da quando erano bambini, ma specialmente da quando, durante l'estate, Giulio ha "aiutato" Nicole ad organizzare un'esplosiva (è il termine giusto) festa a casa sua. Lei nemmeno ricorda come sia finita, ma ora è in punizione fino a Capodanno, mentre Giulio continua bellamente ad essere allenato dal suo severo ed ignaro padre. Proprio sul più bello delle loro rigide esistenze, Nicole e Giulio scoprono di essere accomunati da una storia d'amore... no, non la loro, non scherziamo! Quella mai nata tra Andrea e Serena, che porterà molto più scompiglio di quanto non abbia già portato quel maledetto giorno dell'autostop. Chi sono Andrea e Serena? Perché sono invischiati con Nicole e Giulio e perché Nicole e Giulio hanno deciso di invischiarli? Ma soprattutto chi, di loro quattro, rimarrà più invischiato in questa storia?
Seguito delle due OS "Autostop" e "Una notte da dimenticare" presenti sia su Wattpad che su EFP sulla pagina autore di Yellow Daffodil!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
IPLF 4

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.



Invischiati per le feste

.

.

Image and
video hosting by TinyPic

4. Sbavature nel piano

"Oh no, non ci credo." Giulio aprì la porta di casa Lucich con il suo paio di chiavi personalizzate, ma appena vide chi altri Nicole aveva invitato al comitato organizzativo per la grande festa, girò i tacchi e fece per andarsene di nuovo.

"Altolà, sua magnificenza, questa non è la tua reggia." Nicole lo bloccò subito, girando il chiavistello con autorità. "Intanto hai veramente stancato con questa storia che tu mi entri in casa senza nemmeno avere la decenza di suonare, e poi non decidi da solo come organizzare l'evento. Avevamo già chiarito questo punto."

Giulio le fece una smorfia regale, mentre lei agitò la mano per sospingerlo a sedersi.

Attorno alla tavola rotonda comparivano, belli come il sole, Maria, Alessio e la fidanzata di quest'ultimo. Giulio poteva giurare di averci già parlato alla festa di quell'estate, ma non ricordava affatto come si chiamasse.

"Piacere, sono Valentina." disse tutta emozionata, alzandosi in piedi come un soldatino. "Ma in realtà già mi conosci, ci siamo visti-"

"Qui... mi ricordo." le sorrise gentilmente, ma in modo molto più disinteressato di quanto lei sperasse. Poi i suoi occhi nocciola finirono su Alessio: "Vedo che non ti sei mai ripresa da quel giorno."

Il ragazzo alzò una mano: "Princeps!" lo salutò, senza nemmeno essersi reso conto della velata presa in giro. Ad Alessio Giulio piaceva: era tutto quello che lui, nerd impacciato e impopolare, sognava di poter essere. Ma poi si ricordava che da sei mesi stava con Valentina e pensava che Giulio, invece, non aveva una fidanzata così... nemmeno una fidanzata, se era per questo, e si sentiva subito un po' meglio.

"Vergine Maria..." disse poi Giulio in un melenso sorriso alla migliore amica di Nicole. Tutti la chiamavano vergine per scherzo: Maria era di tutto, fuorché vergine.

"Ciao, Giu." lei gli dedicò un occhiolino allegro. 

Anche a lei Giulio piaceva: se lo era spesso ritrovato tra i piedi quando i suoi la portavano a giocare da Nicole, nei pomeriggi di elementari. Solitamente arrivava assieme ad Antonio Lucich dopo qualche allenamento, perché già ai tempi lui si era accorto che quello fosse il più talentuoso tra i suoi pulcini, e si era dedicato a trasformarlo nel fiero gallo da combattimento che era ora. Gli dava un passaggio prima o dopo gli allenamenti, gliene faceva di personalizzati per affinare la sua tecnica e tra l'una e l'altra occupazione, gli concedeva pure di assaggiare qualche biscotto di Ramona e giocare con la figlia e le sue amiche a casa Lucich.

Ricordava che Nicole non poteva sopportarlo: era come un infiltrato indesiderato nella sua vita. Poteva mangiare più biscotti di lei, guardare la tv più a lungo di lei e persino fare il bagno in piscina quando a lei era stato vietato per punizione. Quel che era peggio, è che godeva addirittura di molte più attenzioni di lei. Suo padre si era affezionato tanto a quel bambino, aveva deciso di renderlo un mini lui, come non aveva mai potuto fare con Sandro, perché era un caso umano, e successivamente con Nicole, perché era troppo diversa dalle sue aspettative.

Ma nonostante tutto, a Maria piaceva. Era un compagno di giochi simpatico. Un po' troppo figo, ma simpatico. E poi era palese quanto Nicole subisse il suo fascino, anche se non aveva mai smesso di odiarlo dalla terza elementare in poi.

"Sono felice di notare che il gruppo sfigati anonimi è al completo. Quando si inizia, capo?" Giulio si rivolse, saccente, a Nicole, e lei gli fece il verso.

"Noi abbiamo già iniziato." cinguettò, porgendogli dei fogli pieni di appunti e altro pattume vario. "Abbiamo deciso che Alessio si occuperà di far esplodere i fuochi, Maria di creare la playlist e Valentina di aiutarmi con le decorazioni. Abbiamo anche già pensato al tema, che sarà bianco e oro, abbiamo detto a Ramona che cosa preparare e abbiamo architettato come distrarre mio fratello per poter attuare il piano madre."

"Cioè?"

"So che lui ha sempre avuto una deviazione per le tette di Maria."

Giulio trasalì per lo schifo (non in quanto alle tette di Maria, che non erano male, ma quanto più nell'immaginare un Sandro adolescente che si trastulla guardando il seno dell'amichetta di sua sorella... aveva sempre detestato quell'uomo!).

"Quindi Mary si butterà una bella scollatura e, mentre io starò chiacchierando con Serena, chiederà a Sandro se per caso ha mai visto Star Wars." continuò a spiegare Nicole. "A quel punto lui si gonfierà il petto esultando perché sì, oh mio Dio, lui è il fan numero uno di Star Wars, e le proporrà di salire in camera sua a vedere la collezione."

Giulio si voltò verso Maria: "Sei sicura che vuoi sacrificarti così?"

"Non lo farei neanche per soldi." alzò le mani. "Ma abbiamo pensato che, una volta in camera, Sandro e io verremo 'sorpresi'-" virgolettò quel participio passato. "Dalla presenza di due che ci danno dentro nel suo letto." 

Quindi Maria puntò il dito verso Alessio e Valentina, che sarebbero stati gli 'intrusi' nella stanza: lui si esibì con un'orgogliosa dab e lei, invece, arrossì d'imbarazzo.

Giulio era perplesso: "Nic, dici di me, ma voi siete profondamente disturbati."

"Dovresti solo ringraziarci, Pizzi, abbiamo messo in piedi un piano infallibile. Sandro si incazzerà da morire, prenderà a litigare con Alessio e Valentina e nel frattempo, Maria si farà venire una crisi di pianto così da trattenere tutti lì, finché noi non avremo finito le nostre cose."

"Beh, se avete già ideato tutto, allora che ci faccio qui?"

"Sei venuto per risolvere il problema più grosso. Come invischiamo Serena e Andrea?"

Giulio schioccò la lingua, come se gli fosse stato chiesto come si gioca a rugby: "Li chiudiamo in bagno, no?"

"E se poi non va a finire bene come vogliamo? Se litigano o... che so, non si vogliono più vedere per qualcosa che è successo? Se non ci vogliono stare in bagno insieme?"

"Beh, non credo che butterebbero giù la porta. È più probabile che Andrea si faccia del male provandoci o che muoia dissanguato nella vasca per esserci caduto per errore."

"Ok, ma a noi non basta che sopravvivano. Noi vogliamo che arrivino a ricongiungersi." illustrò Nicole, unendo con le dita due punti immaginari. "Come facciamo?"

"Non puoi farlo." dichiarò Giulio, elementare.

Allora Nicole alzò un sopracciglio: "Lo possiamo fare, lo sappiamo fare e lo dobbiamo fare. Per il bene di tuo fratello e mia cognata."

"Che non sarà più tua cognata, se si mette con mio fratello."

"Oddio, non ci avevo pensato!" realizzò all'improvviso Nicole, sbattendosi una mano sulla fronte. Nooo, quello era un vero peccato! Però, meglio non avere legami, se questi dovevano coinvolgere quell'ingrato di Sandro.

Sì, era giusto così, si disse, dispiaciuta, Nicole, prendendo atto che avrebbe perso la cognata più dolce del mondo.

"Non potete semplicemente dir loro di parlarsi?" osservò Valentina.

"No!" esclamarono Nicole e Giulio contemporaneamente.

"Perché no?"

Nicole incrociò le braccia con ovvietà: "Serena capirebbe che è una trappola e si rifiuterebbe, sapendo che Sandro è nei paraggi. E comunque, non ne avrebbe per niente il coraggio: ci si deve trovare completamente invischiata, per l'appunto, immersa fino al collo nella situazione. Come quel giorno dell'autostop."

"Andrea invece è un po' cazzaro." Giulio delineò la situazione con semplicità. "Non puoi dirgli una cosa del genere con preavviso, perché avrà tempo di organizzarsi e quindi farà saltare tutto. È una sua dote innata."

"Allora inventate qualcosa di più elaborato. Tipo che non possono uscire dal bagno finché non si baciano." propose Alessio, quello più deviato di tutti.

"Quella è coercizione, genio." evidenziò Giulio.

"Ho un'idea!" saltò su Maria, ma poi ci ripensò. "No, no... avete detto niente alcol, quindi no."

"No." confermarono Giulio e Nicole, di nuovo in coro.

"Senti, tu sei quello che sa sempre come ci si diverte." Nicole passò all'attacco, indicando Giulio con stizza. "Non puoi inventare qualcosa? Qualche ballo caraibico per coppie? Qualche gioco svergognato tipico delle tue feste da rimorchio?"

Perché tutti etichettavano gli eventi a cui partecipava come 'da rimorchio'? Va bene, era sempre stato il re delle feste, con la maggior parte della presenza femminile ai suoi piedi, senza nemmeno dover fare tutti gli sforzi di Luca Ciambelli. Però, al contrario di quest'ultimo, non passava mai il suo tempo in una stanza con la fila fuori; si divertiva quando si doveva divertire, sennò gli piaceva pure ballare, chiacchierare, mangiare...

Lo dipingevano davvero molto più stronzo di quanto fosse e lui aveva il leggero sospetto che fosse in parte colpa sua e in parte, alla lontana, del mitico coach Lucich.

Giulio si grattò la testa, sempre più stanco e sempre meno convinto di tutta quella storia: "Non posso, se vuoi mantenere il livello della serata a pari con la tombolata di nonno Arturo in ospizio. Ma è Capodanno, giusto? Piazza del vischio in giro, così se proprio va male li possiamo invischiare nel vero senso del termine."

Nicole fissò per un attimo Giulio, tutti gli altri si erano zittiti.

Sembrava una stupidaggine, ma non era poi così scontata.

"Ok." decretò infine. "Mi piace. Sarà il nostro piano B, nel caso il bagno non sortisca effetti positivi."

"Perfetto." Giulio si alzò dalla tavola e imbracciò il suo borsone di rugby. "Me ne posso andare, ora?"

"Aspetta..." lo fermò Nicole, raccogliendo un vassoio mezzo vuoto alle sue spalle. "Lo vuoi un biscotto? L'ha fatto Ramona, te l'abbiamo tenuto."

Giulio si sorprese dell'offerta. Rimase per qualche secondo rapito dal biscotto, poi alzò gli occhi su Nicole e non riuscì a trattenere un sorriso spontaneo.

"Grazie." prese il biscotto e se ne andò.

Ma quando sorpassò Nicole, portando con sé un po' del suo familiare odore, lei ebbe come un déjà-vu e arrossì di colpo. Non aveva mai capito che ci stesse facendo, la mattina dopo la festa di quell'estate, distesa accanto a lui con la sua camicia indosso, ma ricordava che sapeva di quel profumo.

Giulio le aveva detto che era rovinata su di lui in condizioni pietose e che si era trovato costretto a coprirla con ciò che aveva per non dover guardare le sue deformi nudità. Nicole era morta di imbarazzo e in quel momento le stava ricapitando, perché non aveva mai ammesso a se stessa che risvegliarsi così, sotto sotto, non le era per niente dispiaciuto.

"E quello cos'era?" ocheggiò Maria, non appena la porta di chiuse alle spalle di Giulio.

"Quello cosa?"

"Il biscotto? Il mini-infarto? Il sospiro?" proseguì Maria animandosi tutta. "Sei innamorata di Giulio Pizzi?"

"Che cosa?? No! Che schifo!"

 certamente innamorata di Giulio." confermò Valentina.

"Io l'ho sempre pensato." fu il colpo di grazia di Alessio.

Ramona sbucò dalla cucina: "Anch'io."

E Nicole non poté che mandare tutti al diavolo, compresa quella maledetta notte d'estate, che per fortuna aveva mezzo dimenticato.

*

Serena si passò attentamente il rossetto sul labbro superiore, poi serrò la bocca e premette per farlo aderire anche sotto. Ripassò il tutto con meticolosità, usando il mignolo solo per correggere l'angolo destro, poi poté finalmente ritenersi soddisfatta.

Si staccò dallo specchio con circospezione e aria critica.

Non si truccava spesso, quindi si sorprendeva sempre del risultato, quelle poche volte in cui si vedeva diversa. Ma per lo stesso motivo, sapeva di non essere pratica e temeva di aver esagerato o di aver sbagliato qualche proporzione.

Continuò per un po' a fare avanti e indietro allo specchio, poi si mise di profilo e controllò anche l'abito.

Nicole le aveva detto che il tema era bianco e oro, ma lei aveva solo due vestiti: uno verde, al ginocchio, e uno violetto, lungo. Provandosi quello al ginocchio, si era accorta di come evidenziasse le sue gambe grosse e storte, quindi alla fine la scelta era ricaduta sul viola.

Era un abito molto umile, a tinta unita e con le coppe a goccia che un po' le ravvivavano la piattezza del seno. Aveva qualche filo di paillettes viola scuro che piovevano dalla vita verso il basso e poi finiva in un'orlatura morbida, che le permetteva di essere comoda e di non dover indossare scarpe troppo vistose, ché tanto sarebbero rimaste nascoste.

Non sarebbe stata la punta di diamante delle invitate, però si piaceva.

Abituata com'era ai maglioni a collo alto, o le t-shirt monocolore con l'ormai antica scritta United Colors of Benetton, quello era quasi uno shock per i suoi standard. E poi ci aveva ragionato bene: aveva abbinato al look un copri spalle bianco (almeno poco poco si sarebbe avvicinata al tema della serata) e un rossetto tenue. Si era tinta le unghie mangiucchiate per farle sembrare più in ordine e aveva curato i capelli affinché potessero restarsene sciolti senza sembrare paglia bruciata.

Ecco, ci era voluto un po' di lavoro, ma in quelle tre orette prese per sé, si era sentita davvero benissimo.

E ora, anche se sapeva di non essere una make-up artist né di aver scelto un outfit superbo, si poteva dire contenta del riflesso che le rimandava il suo specchio.

Un colpo di tosse alle sue spalle la fece trasalire.

Lei si voltò emozionata verso Sandro e gli sorrise: "Allora?"

"Hai idea di dove siano finiti i miei boxer rossi?"

Tutta la spuma che si era creata attorno a Serena si smontò come albumi mescolati male.

"...no." biascicò. "Non ricordo di averli buttati in lavatrice."

"Ah."

Sandro sparì di nuovo dietro alla porta e Serena ributtò l'occhio su se stessa, stavolta con gli angoli della bocca rivolti all'ingiù. Ecco, non si piaceva più.

Non ci sarebbe voluto praticamente nulla per farla sentire apprezzata, eppure era bastato un nulla per distruggere un altro pezzettino del suo cuore.

E aveva sbavato pure l'angolo sinistro di rossetto.

*

Quando la portiera dell'auto si aprì, entrò prima il rispettabile freddo del 31 dicembre, e solo poi fu il turno dei fratelli Pizzi.

"Oh, dai che si gela!" si lamentò il passeggero del sedile anteriore.

"Puttana, Giu, muoviti!" Andrea spinse Giulio per velocizzare il processo della salita, ma la macchina era piena di cianfrusaglie e quindi i due si ritrovarono praticamente abbracciati quando chiusero la porta.

"Che macchina di merda, Luca." osservò Giulio, divincolandosi dai capelli di Andrea sul suo naso.

"Comunque grazie del passaggio." rimediò Andrea, che almeno un po' di cortesia da sua madre l'aveva imparata.

"Angelico, tu lo conosci già fin troppo bene, mentre Luca, ti presento mio fratello Andrea." Giulio fece gli onori di casa, mentre Luca si ruotava indietro dal posto del conducente e Andrea allungava un pugno dal suo angolino del sedile dietro: "Ciao, bomber."

Giulio sospirò: "Andre, facciamo rugby, non calcio."

"E che devo dire: ciao, pilone? Ciao, mediano? Ciao, seconda linea?"

"Tallonatore." lo indottrinò Luca, con un sorriso da falso modesto, come se avesse appena detto: brutta capra, io sono praticamente quello che insegue il boccino d'oro, non lo sai?

Infatti, come Giulio aveva previsto nella sua testa, il loro cocchiere attaccò a spiegare tronfiamente: "Il tallonatore, nel rugby, è quel giocatore che, tra le altre cose, ha la responsabilità di calciare la palla nel canale quando ci sono le touch. Robe da niente, eh, solo il compito cruciale quando sta per finire tutto a puttane." se la rise con compiacenza, ignorando che persino il custode del campo fosse più bravo di lui in quel ruolo. 

Andrea lo fissava con sguardo vago, annuendo lentamente: non aveva capito una singola parola, o meglio, non gli interessava. Giulio dovette soffocare una risata: suo fratello stava sicuramente pensando a Baby Spice che sculetta o a come aggiustare quella sua vecchia fisarmonica che teneva sotto il cuscino perché un indiano della fiera d'ottobre gli aveva detto che portava fortuna.

"A te, Ange, come ti devo chiamare?" Andrea si sporse verso il sedile del passeggero e sbatté il pugno con Angelico.

Lui e Angelico si conoscevano da una vita. Qualche volta avevano fatto partite di calciorugbyhockeybandierina a casa loro, perché lui e Giulio erano migliori amici e quindi si condivideva tutto. Casa, sport, palloni... tutto, senza troppi problemi, quando si poteva.

"Ange va bene." rise il ragazzo, che era tanto grosso quanto Luca, ma almeno non completamente vuoto nell'area cerebrale.

"Si parte?" fece Luca, mettendo in moto la Golf.

A Giulio urtava tantissimo che anche lui venisse alla festa, ma l'invito gliel'aveva mandato personalmente, quindi di che si lamentava?

Almeno aveva accettato di dare un passaggio ai Pizzi. A casa loro c'era solo un'automobile, la Cinquecento di mamma Roberta, e non sempre era disponibile all'uso.

Comunque Giulio non aveva ancora ben capito perché ultimamente gli stesse così sulle palle Ciambelli: erano compagni di squadra, e se un messaggio ben chiaro gli era sempre arrivato dall'allenatore Lucich, era che si doveva andar d'accordo tra compagni di squadra. In più lui era capitano (per quanto Luca ritenesse che il ruolo di capitano non fosse comunque tanto importante come quello del tallonatore), ragion per cui doveva, più di chiunque altro, avere una buona considerazione del suo team.

Con Lucich ci lavoravano spesso a questo concetto: dirsi le cose, elaborare i problemi... e che cosa avrebbe dovuto dirgli, allora? Che Luca gli sembrava solo un pompato tutto fumo e niente arrosto? Che non sapeva giocare a rugby come si vantava di fare solo per piacere alle ragazze? Che gli stava sul cazzo che avesse trattato Nicole come un pezzo di carne, all'ultima festa a cui avevano partecipato? 

Ah, era questo, allora.

Era questo che Giulio non voleva ammettere con se stesso.

Beh, in qualsiasi caso, non avrebbe nemmeno dovuto pensarlo, dato che Nicole era la fottuta figlia di Lucich.

Che poi, Lucich era sempre più preso dai suoi colloqui con soci e allenatori vari, nella speranza di salire nelle classifiche facendo pubblici lecchinaggi, quindi manco c'era nei paraggi, per ricoprire veramente il suo ruolo di guida tecnica e spirituale dei ragazzi. I suoi compagni, dunque, erano sempre più rincretiniti dal sogno di essere i migliori, e lui sempre più oberato di incarichi.

Lucich gli aveva affidato la squadra, gli allenamenti, la responsabilità di vincere la partita, praticamente ogni pressione che potesse esserci su questa finale di campionato, da cui dipendeva il loro avanzamento come divisone oppure un altro anno di arrancata. Lucich aveva sempre fatto così e per un po' Giulio aveva creduto che fosse la cosa più figa del mondo, che lo rendesse la persona più figa del mondo! Si sentiva potente, protetto... suo padre era orgoglioso per questo, sua madre era fiera che lui avesse trovato tale vocazione, i suoi amici lo rispettavano e lo stimavano e lui, per tanti anni, aveva vaneggiato in preda ai fiumi dell'euforia.

Poi, dall'oggi al domani, si era accorto di essere molto stanco.

Quando era successo quel casino con Nicole - e Dio doveva essere lodato per aver fatto sì che lei non lo ricordasse - agli occhi di Giulio si era mostrata una rivelazione. Lui non poteva fare niente senza che gli si ritorcesse contro da parte di Lucich, lui non poteva aver colpi di testa come tutti, senza che Antonio gliela facesse pagare cara, lui non poteva cadere in umani scivoloni senza deludere aspettative e subire ramanzine.

Lui non era perfetto... ma doveva esserlo. Sempre.

Amava essere capitano, sul serio. Ma adesso forse non si sentiva più all'altezza, perché si stava accorgendo che pure lui aveva delle debolezze... per quanto fosse davvero difficile da credere.

"Ohi, ma quindi ci sarà o no?"

Non si era reso conto di come, ma erano quasi arrivati a casa di Nicole e stavano pure parlando con lui.

"Ci sarà chi?"

Andrea si voltò a guardarlo, accorgendosi subito della sua insolita aria cogitabonda.

"La vergine Maria!" rispose Luca, ovvio. "Di chi stiamo parlando sennò, da dieci minuti buoni?"

"Ah, sì, ci sarà, ma credo avrà abbastanza da fare."

"Con chi?" si allarmò Angelico.

"Storia lunga." tossicchiò Giulio.

"Beh, peccato." fu il commento di Luca. "Quest'estate me l'ero passata, ma non come avrei voluto. Mi sono fatto-fatto solo Caterina e Teresa, invece Maria è stata tutto il tempo insieme ad altri; abbiamo semplicemente limonato e a un certo punto, non so quando, le ho palpato le tette. Belle tette, comunque."

"Ma altri chi, scusa?" domandò Angelico, sorprendentemente più interessato a quel dettaglio che alle tette.

"Beh, non tu, dato che eri così fatto che ti sei passato metà serata appeso al lampadario." Luca lo squadrò dall'alto in basso. "Ci si deve mettere d'impegno alle feste, sennò quando cucchi? Dovresti imparare dal maestro. Pensa che l'avevo quasi fatta pure con Nicole Lucich, che sfortuna che non siamo arrivati fino in fondo..."

Giulio sentì arrivare una botta di rabbia dritta nello stomaco e stava per sporgesi in avanti in preda a strani istinti, quando la botta arrivò davvero, da suo fratello.

"Frena!" 

Chiaramente l'ordine verbale era rivolto a Luca, ma tutta l'ingombrante stazza di Andrea si era imposta sull'abitacolo per sporgersi verso qualcosa che aveva attirato la sua attenzione fuori dal finestrino.

Ok, casa Lucich era una signora casa, ma Giulio non ci trovava nulla di valido uno schizzo di pazzia.

Luca inchiodò con mille bestemmie e Angelico iniziò ad ansiarsi: "Che hai visto? Che c'è? Abbiamo tirato sotto qualcuno?"

Giulio seguì la traiettoria dello sguardo di Andrea e capì a cosa stava puntando. Tra le varie auto parcheggiate fuori di casa, l'aveva fatto ammattire la punto blu mezza ammaccata che se ne stava nel vialetto, accanto alla salma di uno gnometto da giardino.

"Puttana..." sfiatò Andre, con gli occhi enormi. "Ho bisogno di una paglia."

Senza troppi complimenti, smontò dalla Golf di Luca e si sbatté la portiera alle spalle, inciampando subito poi e urlando "Ma che cazzo!". 

Le sue gesta da squilibrato generarono ulteriore scompiglio: "Che minchia ha tuo fratello?"

Giulio sospirò: "Parcheggiate ed entrate pure. Noi vi raggiungiamo fra poco."

Scese a sua volta e aspettò che la Golf si allontanasse. Poi attraversò la strada e raggiunse il fratello che in tutto quel tempo non era nemmeno riuscito a far girare la rotella dell'accendino. Andrea era un fumatore da nervosismo, ma ogni volta che era nervoso non riusciva ad accendere dal nervoso, quindi Giulio si chiedeva se avesse mai veramente fumato.

"Hai le tue cose, Andre?"

Ovviamente Giulio aveva già fatto due più due: aveva visto quella stessa auto qualche giorno prima andando a prendere le registrazioni a casa Lucich, ed era stata l'occasione in cui Nicole gli aveva presentato Serena. Ovviamente, per non far saltare la copertura, Giulio finse di non sapere nulla, ma mandò a Nicole un messaggio di nascosto: Magari far venire Serena con una macchina diversa, genio?

Cazzo non ci avevo pensato! fu l'immediata risposta. Siete già qui? Siete fuori?

"No, è che ho visto l'auto di una persona." fece Andrea, imbronciato e sulle spine.

"Di chi?"

"Di una che non vorrei che ci fosse. Puttana, questo accendino di merda..." Andrea più che girare la rotellina, la stava estraendo con un'incisione a losanga.

"Dai qua, o ci fai esplodere." Giulio si appropriò del corredo necessario ed accese la sigaretta per lui. "Toh, e ripigliati, magari."

"Grazie, vuoi una anche te?"

Giulio si mise le mani in tasca, sentendo il cellulare vibrare nervosamente ad altri messaggi di Nicole e ponderando per qualche secondo: "Ma sì, va."

"Ma se non fumi."

"Beh, stasera sì."

"Il tuo allenatore ti ammazza, se sa che fumi."

"E allora che cazzo me la offri? Dammi 'sta sigaretta, dai, non mi rompere le palle."

Ancora una volta, Giulio strappò l'accendino e le sigarette di mano ad Andrea e, guardandolo male, se ne accese una: "Chi è la tipa che non vuoi vedere?"

"Si chiama Serena, l'ho incontrata il giorno prima dell'incidente, prima di essere scaricato da Lucia. Lì per lì ho pensato che fosse stato il colpo di fulmine della mia vita, sai tipo il classico miracolo che pone fine a tutte le sofferenze, eccetera eccetera, poi col tempo, ho capito che invece quella donna non è altro che l'origine del male."

"Puoi parlare in italiano, per favore?"

"Ci siamo baciati, solo baciati." disse allora Andrea, scrollando la cenere sul marciapiedi, con i nervi a fior di pelle. "E, tra parentesi, il bomber di prima fa proprio cagare come persona." aggiunse, tirando il collo verso la Golf di Luca ormai parcheggiata.

"Concordo." Giulio fece un tiro e tossì immediatamente. Non era per niente abituato al fumo, ma approfittò del suo stesso trambusto per leggere l'ansia di Nicole: Ha cambiato idea? Siete tornati a casa? Giulio dimmi qualcosa! L'hai convinto a restare comunque????

Ci sto provando. digitò con occhi e schermo anche troppo appannati.

E poi gli diceva pure che non si impegnava... tss.

"Ma il fatto è che mi è piaciuta sin da subito un casino." sospirò Andrea. "Ci si può innamorare in un quarto d'ora?"

"Andre, non sono io che mi guardo l'intera programmazione di Real Time in divano con la mamma. Chiedile a lei 'ste cose, no? O al massimo acculturati con quelle cagate."

"Ma te non sei mai stato innamorato?"

Giulio guardò Andrea tra i vortici grigi con finto sdegno: perché era fuori come una mina? Perché parlava di grandi concetti così a caso? Perché faceva sempre le domande sbagliate?

"Boh."

"Beh, credo che a me sia successo, perché nel giro di sei mesi mi è crollato il mondo addosso. E no, non solo perché, di fatto, mi è venuta addosso un'auto rompendomi le ossa, ma perché ho perso le mie convinzioni, il mio buon umore, il senso di sicurezza, sai... tutti capisaldi che fino a quel momento c'erano. Lei mi ha cambiato. E ci siamo solo baciati, figurati se avessimo fatto l'amore lì nel retro, come avrei voluto." indicò la Punto blu con la sigaretta e a Giulio venne un conato di vomito.

No, suo fratello in atti osceni proprio no, eh.

Ti prego Giulio, ti prego, salva la situazione! vibrò ancora il suo telefono.

"Senti, non voglio nemmeno sapere perché poi è finito tutto in svacco, dato che prenderesti a commiserarti per la tua inqualificabile sfortuna e mi romperesti le palle con frasi filosofiche a caso." disse Giulio, intento a propinare a suo fratello un discorso motivazionale coi fiocchi.

Ma Andrea lo spiazzò comunque, con un elementare riassunto non richiesto: "Lei è tornata con il suo spauracchio di fidanzato e non è venuta a cercare me."

"Bene." riprese, allora, Giulio. "Scommetto che in realtà non voleva, che quello è un viscido e che se non è venuta a cercare te, è ancora sana di mente."

"Grazie."

"Quindi avrà avuto un buon motivo, Andre." lo incoraggiò Giulio, buttando a terra il mozzicone ancora a metà e pestandolo con un leggero senso di colpa per aver fatto male ai suoi polmoni d'atleta (il senso di colpa... suo grandissimo amico, ormai). "Stasera la cerchi, te lo fai spiegare e poi ve ne andate nella Punto a finire quanto iniziato in estate. Solo che a me non devi raccontare nessun dettaglio, capito? Nessun - dettaglio."

Giulio sapeva che gliel'avrebbe raccontato comunque e, in ogni caso, se proprio Andrea se la fosse fatta sotto senza ascoltare un minimo di consiglio - cosa che sarebbe accaduta, ormai lo conosceva - lui e Nicole avevano il piano. E lei lo avrebbero messo in atto cascasse il mondo, perché conosceva anche la cocciutaggine di Nicole.

"Non sono sicuro di volerlo fare; l'ultima volta che mi sono dato per una relazione morente ci sono quasi morto io."

"Beh, ma almeno goditi la festa!" ovviò il piccolo Pizzi. "Vuoi davvero tornare da mamma senza nulla da raccontarle?"

Andrea sorrise, buttò la sigaretta e imboccarono il vialetto.

*

Quando suonò il campanello, Nicole si fiondò alla porta, quasi spiaccicandocisi contro.

Sinceratasi di chi vi fosse al di là, non solo la aprì, ma la spalancò con l'enfasi di un bambino che spacchetta il regalo richiesto per Natale.

"Giulio! Sei qui!"

Non era mai stata così felice di vederlo.

Lo era talmente tanto, in quel momento, che senza soffermarsi a far battute sul suo ego smisurato, prese la rincorsa e lo abbracciò come fosse un mega peluche.

Il freddo e il suo odore le entrarono nelle narici, di botto, e diedero al suo cervello una scossa così dolorosa che si pentì immediatamente di essersi lasciata andare a un'effusione così atipica della loro relazione.

Fu come qualche giorno prima: si sentiva fuori dal binario della sua vita e accadeva sempre più spesso, quando si trovava con Giulio.

C'era qualcosa che non tornava... era forse quella cotta di cui parlava Maria?

Una cotta per Giulio?

Sul serio?

"Nicole." annunciò lui, togliendosela diplomaticamente di dosso. "Mi sono permesso di portare anche mio fratello, spero che non ti dispiaccia."

Lei fece un sorriso diabolico, stando alla farsa concordata: "Assolutamente."

"Vi sarete visti un milione di volte, ma forse non vi ho mai presentati. Nicole, Andrea, Andrea, Nicole, la padrona di casa."

Andrea le sorrise in quella calorosità pizziana che le era concesso vedere così poco e lei immediatamente capì come aveva fatto Serena ad innamorarsi in un solo quarto d'ora.

"Che piacere, Andrea." cinguettò Nicole, eccitatissima per le prospettive di quella serata.

Lui le porse il pugno: "Ciao, bomber."

***


ANGOLO AUTRICE

Ciao bombers! Come state?

Mi sto stupendo un sacco della regolarità delle mie pubblicazioni. Finora direi che sono riuscita seguire il calendario con successo e chi mi conosce sa che per me è davvero insolito XD Coooomunque, per questo cap non ho molte dichiarazioni da rilasciare; diciamo che è stato molto simpatico da scrivere, specialmente nella parte finale. Andrea è davvero folgorato, ma... non vi ricorda un po' Nelli? XD

Le sbavature nel piano alla fine non sono state così disastrose, ma ho una brutta notizia: non sono finite qui. Nel prossimo capitolo entreremo, come si suol dire, nel vivo della festa, con una Nicole molto ansiosa e un Andrea ancora più ansioso! Come vi aspettate che andrà il mitico piano Pizzi-Lucich? Serena e Andrea si ricongiungeranno finalmente? Che succederà in un ipotetico incontro trai due?

Prima di salutarvi voglio far tesoro di questo spazietto per fare un ANNUNCIO IMPORTANTE:

Come ho detto anche sui miei social, gennaio è ormai finito e con l'arrivo di febbraio nuove bellissime sorprese ci attendono: il 6 febbraio inizierà (sia qui su EFP che sul mio profilo Wattpad) una nuova storia, che è in realtà una cosiddetta storia a quattro mani, ovvero... una collaborazione!!! Per ora l'autore che sta collaborando con me è segreto, ma se mi seguirete sui vari social, in questi giorni avrete un indizio quotidiano per sapere di più sia su di l*i che sulla storia stessa.

Finora posso solo dirvi che:
- la storia sarà composta di capitoli che alternano due punti di vista differenti;
- il capitolo che uscirà il 6, cioè il prologo, è opera dell'autore segreto di cui sopra;
- due elementi caratterizzanti della storia sono: la lettera H e i cuoricini viola di Whatsapp.

Allora, che ne pensate? Siete curiosi?

Vi aspetto dunque lunedì 4 febbraio per l'aggiornamento di IPLF e conseguente fiestaaaa! Mi raccomando, segnatevele tutte queste date, e non dimenticate di lasciarmi un commentino o una recensione con i vostri pareri <3

Alla prossima,


Daffy




***


Contatti:

Facebook

Gruppo "Grammaticalmente Scorretti" di Facebook

Wattpad

Ask

Goodreads

Instagram (cercate daffyefp)

Amazon (per comprare "Io e te è grammaticalmente scorretto" cartaceo o Kindle), seguiti gratuitamente disponibili in Wattpad ed EFP

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Yellow Daffodil