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Autore: Najara    31/01/2019    6 recensioni
"Un passo, un respiro, un altro passo, respirare di nuovo.
Spalle e schiena rigida, testa ben dritta, non mostrare i propri sentimenti, non mostrare la paura.
Inchino. Elegante, profondo, ma non troppo.
Parole vengono pronunciate. Promesse solenni scambiate.
Sedersi, ascoltare le parole vuote di tutti, sorridere, annuire.
E finalmente finisce."
Una storia SuperCorp!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 Sfiorarsi e poi...

 

La neve aveva finalmente ricoperto ogni cosa, Lena osservò le colline ammantate ispirando l’aria fredda e pungente del mattino.

Nel cortile, spazzato dalla servitù, vi era un intenso via vai di persone, cavalli e carretti.

La corte era chiamata a raccolta, la grande serata era arrivata, il ballo di mezz’inverno era quella sera stessa e il castello era in fermento.

Miele era cresciuta un poco nell’ultimo mese, Lena passò una mano sul morbido pelo della gatta che si stirò compiaciuta.

Il ballo.

Aveva sempre sognato la grande festa degli El quando era a Castel Luthor, ne ricordava i racconti di Lex: le luci, le musiche, i regali, i nobili eleganti nei loro abiti bianchi prima e poi colorati, i falò e i giochi attorno ad essi.

Jess stava preparando i due abiti che avrebbe indossato, anche lei preda della frenesia generale, ma Lena sentiva la tensione crescere.

Lei e Kara, quella notte, avrebbero saltato assieme sul fuoco di mezz’inverso, le mani congiunte, i cuori aperti. Si diceva che un amore sancito in quel modo durava tutta la vita. Una mera tradizione per ogni coppia di Promessi, un formalità che lei avrebbe adempiuto senza pensarci troppo se pensieri sciocchi non avessero iniziato a percorrere la sua mente e il suo corpo non avesse iniziato ad avere reazioni strane ogni volta che Kara la guardava o le sorrideva.

Un leggero bussare fece scattare Miele dalle sue gambe e Lena seppe di chi si trattava prima ancora che Jess aprisse la porta e le annunciasse la presenza di Kara.

“Buona festa di mezz’inverno!” Esclamò la giovane, piegandosi e sollevando la gatta tra le braccia. “Perché non siete vestita? Ieri avete acconsentito a venire con noi per formare i falò!” Le ricordò.

“Credevo steste scherzando.” Si ritrovò a controbattere.

“Assolutamente no.” Chiarì Kara. I suoi occhi brillavano di gioia e Lena si morse il labbro.

“Posso ritrattare?” Le mani che la ragazza mise sui fianchi erano eloquenti. “Va bene, lasciatemi il tempo di indossare abiti consoni al lavoro e vi raggiungerò.”

“Ottimo!” Esclamò lei e poi si sedette su di una poltrona, accarezzando Miele che pretendeva più attenzione di quanto la giovane gliene avesse data fino a quel momento.

Lena si rassegnò e andò a cambiarsi, scegliendo un abbigliamento simile a quello indossato dalla ragazza: pantaloni, camicia e giubba. Infilò degli stivali e tornò da Kara che abbandonata la gatta ora osservava uno dei suoi nuovi progetti.

“Non mi avete parlato di questo.” Le fece notare. “Sembra una cupola di vetro…”

È solo un abbozzo di idea.” La redarguì lei, togliendo il foglio dalle mani della giovane.

“Mi piacciono i vostri abbozzi di idea!” Protestò Kara.

“Vi mostrerò questo un’altra volta.”

I loro momenti in biblioteca erano diventati un’abitudine consolidata, ma si erano interrotti durante gli ultimi giorni essendo il castello pieno di ospiti e i momenti formali che richiedevano la presenza di entrambe triplicati, ma non era per quello che non aveva mostrato quel preciso disegno a Kara.

“Va bene, andiamo, Alex, Sam e Ruby ci stanno aspettando.”

Preparare i falò era una tradizione, il castello ne avrebbe avuti decine, sparsi nel grande spiazzo e nei giardini. I giardinieri e gli stallieri avevano preparato il terreno che li avrebbe accolti ricoprendolo di lastre di pietra, a loro rimaneva il compito di raccogliere la legna e sistemarla nello spazio scelto.

Il bosco risuonava di risa e schiamazzi, ogni nobile sveglio era lì attorno a saccheggiare le cataste preparate proprio per quello scopo. Ruby, la figlia di cinque anni di Lady Samantha, era un vulcano e saltellava di qua e di là felice. Sua madre e Alex, invece, più calme, sembravano incapaci di lasciare andare la mano una dell’altra, chiacchieravano piano e ridevano.

È bello vederle così felici.” Fece notare Kara, mentre metteva sulla loro piccola slitta una fascina di legna.

“Sì.” Ammise Lena, mentre una punta amara le bruciava il cuore, per se stessa, per Kara. Loro non potevano condividere quel sentimento, quegli sguardi, quei tocchi leggeri… quel bacio…

Gli occhi della ragazza erano su di lei quando distolse lo sguardo dalla coppia e la guardò. Kara arrossì e tornò ad occuparsi della legna, sembrava l’unica decisa a lavorare.

“Vi siete mai chiesta come ci si sente quando si è innamorati?” Le chiese dopo un po’, osservandola spostare rami e rametti.

“Spesso.” Kara non la guardava questa volta. “Quando ero una bambina e guardavo i miei genitori e poi quando ho visto Kal innamorarsi di Lois.”

Rimasero in silenzio, Lena si decise a raccogliere qualche ramo e lo appoggiò sulla loro slitta. Quella di Sam e Alex aveva sopra solo una montagna di neve messa lì da Ruby.

“Me lo chiedevo quando passavo del tempo con Lex.” Aggiunse piano Kara, lanciandole uno sguardo. “E ora me lo chiedo quando guardo voi.” Il cuore di Lena sobbalzò.

Kara mise altra legna sulla slitta.

“Kara…” Si ritrovò a dire senza sapere come continuare.

Avrebbe saputo dare forma di parole ad un sentimento che non riusciva neanche a immaginare? Eppure la giovane davanti a lei sembrava suggerire…

“Abbiamo quasi finito, credo sia il caso di dare una mano anche a Sam e Alex.” Riempì il silenzio Kara.

“Certo.” Mormorò allora lei, frustrata per la sua stessa incapacità di mantenere la conversazione su quel punto, di dare alla sua Promessa qualcosa di più su quello che occupava la sua mente da…

La mano di Kara sfiorò la sua mentre camminavano nella neve e Lena provò un brivido, ma non per il freddo. Allungò appena le dita ed eccola di nuovo. Il dorso della mano di Kara era caldo contro il suo. Il cuore le batteva veloce, durò solo un istante poi le loro mani si separarono nel raggiungere le due donne e la bambina.

Lena sentiva le guance calde, mentre cercava di guardare di sottecchi Kara.

Non erano forse anche le sue guance rosse? E quel sorriso, era per lei?

Tornarono al castello con Kara e Alex che tiravano i loro bottini, sulla slitta di Alex vi era Ruby che incitava la ragazza con entusiasmo.

Lena, come succedeva dall’ultima mezz’ora, si chiese, ancora una volta, se avesse sognato.

Le loro mani si erano davvero cercate e trovate? E cosa significava?

Scelsero uno degli spiazzi e lo riempirono della legna raccolta, poi andarono a pranzare tutte assieme.

“Lady Luthor.” Le disse Kara scostandole la sedia, i suoi occhi brillavano e Lena sorrise abbassando lo sguardo e sedendosi a tavola.

Fu strano, era come se dopo tutti quei mesi avessero finalmente lasciato andare il respiro, le loro labbra sorridevano quando i loro occhi si incontravano e, più di una volta, Kara esitò nel passarle qualche pietanza, sfiorando le sue mani per un tempo molto più lungo del necessario. Era strano, nuovo e in qualche modo terribilmente eccitante.

Stava immaginando ogni cosa? Era solo l’aria di festa a rendere Kara così felice e lei così sensibile a gesti solo fortuiti?

 

Nel pomeriggio Kara dovette partecipare ai rituali di purificazione di Rao e Lena si ritirò nella sue stanze dove regnava la calma, se si escludeva Miele che saltellava a destra e a sinistra e Jess che preparava gli ultimi dettagli per quella sera. Lavorò su qualche progetto, ma le era estremamente difficile concentrarsi. Kara occupava i suoi pensieri, torturandola in un modo nuovo.

Quello di cui avevano parlato, le loro mani che si erano sfiorate in modo così intimo, gli sguardi, i sorrisi…

Poteva sperare che, da quell’unione forzata, nascesse qualcosa di vero? Poteva permettersi di credere che, quello che provava, fosse ricambiato? Il solo ammettere che, lei, provasse qualcosa le fece girare la testa, ma ora poteva osare, no?

Prima di quanto immaginasse fu l’ora di indossare l’abito bianco.

Quando bussarono alla sua porta il cuore le prese di nuovo a battere veloce. Aveva congedato Jess perché potesse approfittare a sua volta dei festeggiamenti, così fu lei ad aprire e si ritrovò davanti Kara, meravigliosa nel lungo abito bianco con cui voleva omaggiare l’inverno.

“Buonasera, Lady Luthor.” La salutò, il respiro un poco corto. “Siete splendida.” Aggiunse abbassando un po’ gli occhi.

“Anche voi lo siete, Kara.” Mormorò.

Avrebbe osato?

Come se lo avesse sempre fatto, le tese la mano. Kara arrossì nel prenderla e stringerla, gli occhi che brillavano, lo sguardo che adesso osava sostenere il suo.

Aveva osato e il suo cuore stava impazzendo.

Scesero le scale in silenzio, le mani strette una all’altra, e si immersero nella festa. Gli ospiti erano centinaia, tutti vestiti di bianco, la stanza, decorata quel pomeriggio, brillava per le mille candele, l’intera corte riunita risplendeva e la musica risuonava.

Salutarono i reali poi gli altri ospiti, passando da un gruppo all’altro, a Lois non sfuggirono le loro mani intrecciate, ma questa volta Kara non separò le loro dita, anzi, sembrò stringere ancora un poco.  Conversarono e chiacchierarono fino a quando non fu il momento di accendere i fuochi.

L’intera folla di nobili uscì all’esterno nella notte guidati dai sovrani che, le mani giunte, accesero il primo falò e la folla applaudì per la perfetta riuscita.

Kal tese la torcia a Kara e le sussurrò qualcosa, la ragazza annuì, poi insieme a Lena si spostò al falò preparato quella mattina e la guardò.

“Che l’amore come il fuoco d’inverno ci tenga al caldo. ” Mormorò, poi abbassò la mano e diede fuoco alla legna che arse rapida attirando un nuovo applauso.

Kara passò la torcia ad Alex, poi strinse la sua mano.

“Siete pronta?” Chiese piano.

Lena annuì e, insieme, saltarono oltre il fuoco. Di nuovo i nobili applaudirono e, per una volta, Lena non sentì su di sé l’ostilità che il suo nome e la sua situazione portava. Per una volta Lena, guardava solo Kara.

La torcia fu passata di mano in mano, i Promessi saltarono i falò gli altri ne osservarono felici le fiamme che, lentamente, si consumarono, poi, quando le fiamme si esaurirono tutti tornarono nelle loro stanze.

L’inverno era stato salutato, era ora di dedicarsi alla primavera, agli abiti colorati e alle danze.

Kara salì le scale con Lena, le loro mani si erano raramente separate ed ora erano strette una all’altra.

Davanti alla porta della sua stanza Lena esitò.

“Tornerò a prendervi non appena avrò indossato gli abiti della primavera.” Le assicurò Kara.

“Lo so.” Mormorò lei. Ma vi era un pensiero che la sua mente continuava a riproporle.

“Quali pensieri affollano la vostra mente?” Domandò Kara, un sorriso sulle labbra, mentre allungava la mano e le sfiorava la fronte.

“Voi.” Ammise con semplicità. Sorrise appena, poi si voltò appoggiando la mano sulla maniglia della sua porta, ma, prima che potesse aprila, Kara posò la propria mano sulla sua fermandola.

Il corpo della giovane si avvicinò così tanto al suo che Lena poteva sentirne il calore sfiorare la sua schiena.

Non ci furono parole, mentre il respiro di Kara le sfiorava il collo lasciato nudo dall’alto chignon. Rabbrividì a quella vicinanza così intima a quel respiro caldo, al pensiero di quelle labbra così vicine alla sua pelle.

Per un lungo istante la ragazza rimase così, immobile.

“Avete detto che avreste fatto di tutto per rendermi felice, anche darmi la libertà.” Mormorò infine la donna, così piano da essere appena udibile. Lena annuì. “Allora sappiate che siete voi a rendermi felice, nessun altro, solo voi.” Lena chiuse gli occhi, il cuore batteva veloce nel suo petto, un respiro e Kara era di nuovo lontana. “Verrò a prendervi non appena indossato l’abito della primavera e, se vorrete, vorrei mostrarvi il mio dono di mezz’inverno.” Il tono della ragazza era cambiato, ma vi era ancora dell’emozione in esso.

Lena annuì, incapace di parlare, incapace di voltarsi e guardare la donna negli occhi.

Sentì i passi allontanarsi nel corridoio, aprì la porta ed entrò nelle sue stanze. Si accasciò contro la porta, un ampio sorriso sulle labbra.

Era vero! Lo aveva detto! Lei era la sua felicità! Doveva solo dirle che era reciproco, doveva solo farglielo capire e…

Iniziò a svestirsi e poi a rivestirsi dell’abito verde e oro che aveva scelto per omaggiare la primavera, il sorriso che non se ne andava, la gioia che non smetteva di farle battere veloce il cuore.

 

***

 

Kara saltellava felice nel corridoio, oltrepassò un nobile che la guardò perplesso e lei gli sorrise, che pensassero pure che la principessa El fosse pazza! Lei era felice e non lo avrebbe più nascosto.

Lo aveva sentito il suo cuore battere veloce, il suo respiro, il brivido che l’aveva percorsa! Anche Lena era innamorata di lei!

Salì di corsa le scale fino alle sue camere, poi si cambiò e tornò a scendere. Questa volta incontrò Lady Grant. La donna aveva varie cosa da comunicarle e Kara non riuscì a liberarsi di quella brillante, ma eccentrica, ambasciatrice prima di un tempo che a lei sembrò infinito.

Quando, finalmente, riuscì a salutarla quasi corse per raggiungere il corridoio che portava alle stanze di Lena.

La sua porta non era lontana, oltrepassò l’angolo e si bloccò di netto.

Lena era lì, davanti a lei… tra le braccia di un uomo.

Kara fece un passo indietro, poi un secondo, mentre l’orrore di quello che vendeva bruciava il suo cuore.

Non poteva essere, non poteva… ma dopo tutto Lena non aveva detto niente… e se avesse capito male? Se si fosse illusa? Se le reazioni che aveva creduto mostrare un sentimento d’amore fossero state solo dispiacere? Disgusto, orrore per le sue parole?

Mentre Lena alzava la mano e accarezzava la guancia a quell’uomo in un gesto intimo che mai si era permessa con lei, Kara ruotò su se stessa e se ne andò.

 

 

 

 

Note: Bene, prima di tutto vorrei ricordarvi che uccidere un autore non è una bella cosa, poi… le cose stavano andando così bene!!!! Maledizione autrice ti uccido!! Aspetta… ops? XD

Non era proprio il momento migliore per guadagnare uno spiraglio sulla mente di Kara…

Fatemi sapere cosa ne pensate!

 

“Miele e biscotti” è il titolo che si è conquistato il quarto capitolo: divertente, evocativo, ma senza spoiler!

Questo quinto capitolo, invece? Ricordo che: “A morte l’autrice” non vale.

  
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