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Autore: Ramabear    01/02/2019    0 recensioni
Tsukauchi ha per le mani un caso insolito: qualcuno o qualcosa continua a lasciare in giro per la città delle chiazze di sangue. Senza nessuna traccia del corpo, non può definirlo con sicurezza un suicidio.
Senza nessun altro danno che alla sensibilità dei testimoni non può nemmeno definirlo crimine, in effetti.
Nonostante tutto, per ogni eventualità, mette insieme i pezzi del puzzle. In una città piena di quirk non si si sa mai quando un semplice caso bizzarro può diventare qualcosa di incredibile solo con un nuovo indizio.
2° parte della Ajin!AU
Genere: Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Naomasa Tsukauchi, Nuovo personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti
- Questa storia fa parte della serie 'Standing in awe of death'
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Note autrice: in questa fic ho un po’ giocato con il POV e lo stile narrativo. C’è anche una parte che sarebbe l’annotazione della dichiarazione di un testimone. In generale questo è un intermezzo, da dove abbiamo lasciato i nostri ragazzi fino a qualche anno più tardi. Vi ringrazio per la lettura e, come sempre, i vostri commenti sono i benvenuti! <3
 
 
Le luci delle volanti lampeggiavano di blu e rosso un po’ dappertutto sulla scena dell’incidente. Si stava avvicinando il crepuscolo, rendendo quelle luci abbaglianti ancora più fastidiose mentre saettavano sulle facce di chi si trovava attorno ai binari.

“Detective Naomasa.” Il saluto proveniva da una donna che stava cautamente scendendo sui binari ferroviari. La luce blu appariva particolarmente strana sul suo viso, dando alla sua pelle grigiastra un aspetto inquietante mentre si lasciava cadere, atterrando in modo perfetto. La ghiaia scricchiolò sotto le suole dei suoi stivali mentre gli si avvicinava un passo alla volta.

Tsukauchi si spazzò via un po’ di ghiaino dal ginocchio mentre si tirava in piedi. “Hematess, benvenuta. Sono sollevato che sia riuscita a venire.” Si assicurò di non muoversi più di tanto, anche se questo significava non poter salutare in maniera appropriata l’eroina.

Non sembrava importarle. Lo superò, concentrando la sua attenzione sul macello per terra. “Tutto qui?” Chiese, guardandosi intorno. “Non c’è nient’altro?”
Tsukauchi scosse la testa. “No. Solo sangue. La chiazza è un po’ più grande rispetto ai precedenti casi, ma non è rimasto nulla a parte questo.”

Hematess si inginocchiò, mantenendosi in equilibrio sulle piante dei piedi. Strofinò le dita tra di loro, poi le allungò per toccare il sangue. La sua pelle si illuminò leggermente a causa dell’uso del suo quirk. “Gruppo sanguigno 0. Maschio.” Ritirò le dita, mettendosi i polpastrelli in bocca e leccando via il sangue. “Mmm.”

Mentre aspettava pazientemente che analizzasse il sangue, Tsukauchi lasciò che il suo sguardo vagasse sul terreno di fronte a loro. I binari del treno erano chiazzati di sangue da una parte all’altra. Alcune gocce avevano raggiunto una fermata vicina, dove alcuni poliziotti stavano tenendo d’occhio il perimetro. Doveva ipotizzare che fossero state causate dall’impatto, visto che il treno aveva impattato contro la persona – o almeno un grosso contenitore di sangue – almeno a cinquanta chilometri orari.

La piattaforma era stata chiusa al pubblico per una settimana prima di quell’incidente, dal momento che c’erano stati danni considerevoli causati da un villain e aveva bisogno di riparazioni. I treni passavano alla loro normale velocità, anche se Tsukauchi aveva letto nei rapporti che molti rallentavano istintivamente a quella fermata.

Il treno della notte precedente, invece, no. Il conducente era noto per non risparmiare sul gas, per la sua velocità e per arrivare dove doveva arrivare nel tempo prestabilito.

Tsukauchi corrucciò lo sguardo mentre pensava. I suoi occhi fissarono vacuamente la pozzanghera di sangue. Era sia familiare che terrificante da vedere.
Sapeva che un’emorragia del genere significava morte certa, eppure non c’era traccia del corpo. Che qualcuno avesse semplicemente messo un contenitore sui binari? E se anche fosse, non ci sarebbero dovuti esserci dei resti? La gomma di un palloncino o la plastica di un bidone?

In più quella era solo l’ultima di una serie di incidenti dove compariva una quantità simile di sangue senza un corpo a giustificarla.

Hematess si alzò, interrompendo i pensieri di Tsukauchi. Tirò fuori un fazzoletto dalla tasca e si pulì il resto del sangue dalla mano. “È lo stesso.”

“Cosa?” chiese, rispondendo istintivamente.

 Lei gli rifilò uno sguardo irritato e Tsukauchi abbassò la testa in segno di scuse. Incrociando le braccia al petto, Hematess guardò la pozza di sangue e comunicò la sua diagnosi. “I livelli di glucosio e colesterolo sono gli stessi. Non ci sono marker tumorali né di quirk. Ha esattamente lo stesso profilo dei campioni che mi avete dato in precedenza.”

Tsukauchi la fissò a bocca aperta.

Hematess aggrottò la fronte. “Non c’è nemmeno un pezzo del corpo? Che mi dici di un contenitore? Vetro o una borsa o simili?”

“Nulla a parte il sangue.” Rispose Tsukauchi. “Esattamente come le altre volte.” Voleva chiederle se fosse assolutamente sicura della sua analisi, ma aveva imparato che era meglio non farle delle domande quando aveva quell’espressione irritata e concentrata.

“E quante ce ne sono state, cinque? Sei?”

“Sei, a quanto ne sappiamo.” disse Tsukauchi. “Non c’è nessuno schema. Nessuna frase accompagnatoria. Appaiono e basta in posti casuali dell’area circostante. Prima una scuola media, poi un edificio adibito a uffici. Il terzo era vicino al promontorio e il quarto e il quinto erano altri due incidenti con veicoli. Questo è stato il primo treno, però.”

“Detective, detective!” lo chiamò una voce familiare, interrompendo la loro conversazione.

Tsukauchi si girò e vide Sancha sulla piattaforma sopra di loro. “Il conducente può parlare con lei adesso.”

“Grazie. Arrivo subito.” Fece un passo verso Sancha ma poi dovette fermarsi. Hematess gli aveva afferrato il gomito con una mano. Gli si avvicinò, guardandolo dritto negli occhi. Gli occhi di Hematess non erano propriamente umani, come non lo era la sua pelle. La sclera era gialla, facendola apparire costantemente incattivita. Le iridi erano azzurre come il ghiaccio, come quelle di un cane da caccia.

“Tutti e sei i luoghi avevano lo stesso sangue.” Disse Hematess parlando piano ma scandendo chiaramente le parole. Le dita si strinsero attorno al suo braccio. “Tutti e sei. E ad ogni scena era presente una quantità di sangue da risultare fatale per la vittima. Mi hai chiamata per analizzarlo, Naomasa, e ti sto dicendo che non solo non c’è nessuna differenza nel sangue, ma che non ci sono conservanti di alcun tipo. Questo è sangue fresco, appena versato. Capisci?”

“Capisco.”

“Non so cosa stiate cercando, esattamente.” Disse lei. “Ma quando lo troverete, voglio vederlo anch’io.” Il suo sguardo gli si piantò nella carne del viso e Tsukauchi sentì un brivido scendergli giù per la schiena mentre lei mormorava. “Voglio vedere cosa può sanguinare così tanto e non morire.”
“Terrò il tuo numero a portata di mano.” Le promise Tsukauchi. Hematess annuì e gli lasciò il braccio. La lasciò in piedi di fianco alla pozza di sangue mentre tornava indietro per arrampicarsi sulla piattaforma.

Sancha fece correre lo sguardo tra lui e Hematess. “Cos’ha detto?”

“È lo stesso sangue. Lo faremo controllare in laboratorio per sicurezza, ma…” Tsukauchi si strinse nelle spalle. “Avrà sicuramente ragione. Ha sempre ragione.”

Sancha annuì. Si girò e gesticolò verso il muro vicino. “Siamo finalmente riusciti a calmare il conducente. Possiede un quirk che causa vibrazioni che vanno fuori fase quando è emotivo ed è piuttosto turbato riguardo all’accaduto, signore.”

“Sì? Non sono sorpreso.” Tsukauchi camminò con Sancha fino alla parte coperta della piattaforma. C’era una pesante tenda di plastica a causa dei lavori di riparazione e dietro di essa c’erano il conducente e un altro poliziotto, parlando a bassa voce. Alzò una mano per salutare il collega e mormorò a Sancha prima di dividersi: “Tieni d’occhio Hematess. Non abbastanza vicino da infastidirla; semplicemente osservala. Questo caso ha suscitato il suo interesse e voglio sapere quello che sa a riguardo.”

Sancha concordò e si girò per obbedire. Tsukauchi salutò il poliziotto con un cenno di gratitudine, poi si avvicinò al conducente per ascoltare la sua storia.
Per i successivi quarantacinque minuti circa, Tsukauchi mise per iscritto la testimonianza del capotreno Montaro con domande accuratamente preparate per stimolare la memoria oggettiva e non fargli inventare una nuova storia. Aveva sfoderato il suo quadernino, prendendo appunti mentre l’altro poliziotto teneva alzato un apparecchio per registrare l’intera testimonianza.

Parte della storia, per quanto riguardava Montaro, era andata più o meno così:
 
Montaro: Stavo procedendo lungo il tracciato, andando alla solita velocità. Non troppo veloce, ma nemmeno rallentavo, capisce? Perché perdere tempo quando non c’è motivo di fermarsi? La fermata era chiusa e la gente del posto sa che nessuno si sarebbe fermato per le prossime due settimane per dare tempo ai lavori di sistemare tutto.

Tsukauchi: A che velocità ha detto che stava andando?

Montaro: Non più di 75 chilometri orari. Veloce, ma non così veloce.

Tsukauchi: Ho capito. Prego, continui.

Montaro: Stavo percorrendo i binari, le mie luci erano accese e anche le luci della fermata si accendevano ancora quindi potevo vedere la strada perfettamente, capisce? Non c’era nulla da nessuna parte e non avevo nessuna distrazione. Ero per conto mio per il resto dell’ora, tranquillo come non mai.

Montaro: Ma appena giro l’angolo del binario, lo vedo. Vedo questa strana forma muoversi. Era bianca come un fantasma, signore. Voglio dire, io ho pensato fosse un fantasma! Qualche volta si possono vedere sulle rotaie, specialmente in posti del genere.

Tsukauchi: Che aspetto aveva di preciso?

Montaro: Beh, aveva i capelli scuri e la pelle bianca. Ma poteva essere anche solo la luce dei fari, capisce? Io non lo so. Tutto quello di cui sono sicuro è che ho visto qualcosa bianco e nero saltare dalla piattaforma del binario proprio mentre passavo. E splat.

Ci fu il suono di un unico e rumoroso applauso mentre Montaro sbatteva i palmi delle mani tra di loro per mimare l’impatto. Le sue mani stavano visibilmente tremando mentre le teneva sollevate. Montaro lo notò e le abbassò velocemente, strofinandole sui pantaloni e tenendole lungo i fianchi.

Montaro: Ha colpito il muso del treno dritto per dritto. La finestra si è tinta immediatamente di rosso e, buon dio, potevo vedere pezzetti del suo corpo. Pezzi di pelle bianca e ossa, immagino. Non indossava nulla quando ha saltato. Ecco perché era bianco. Era nudo.

Tsukauchi: Continua a chiamarlo “lui”. Cosa le fa pensare che fosse un maschio?

Montaro: Signore, si è spiaccicato sul mio treno senza manco una pezza addosso. Piatto come un’asse da stiro con un pisellino minuscolo che dondolava al vento. E, diavolo, ho pestato il freno più che ho potuto ma era già troppo tardi. C’era così tanto sangue. Tantissimo. Ha colpito il parabrezza come un dannatissimo insetto. Splat.

Montaro restò in silenzio per un minuto o due. Stava guardando verso la tenda, scuotendo leggermente la testa. Tsukauchi stava scrivendo; poi aspettò.

Tsukauchi: C’è nient’altro che ha notato?

Montaro: Non poteva essere adulto… Era una cosina microscopica. Diavolo. Diventano sempre più giovani ogni anno che passa.

Tsukauchi: Chi?

Montaro: Come prego?

Tsukauchi: Chi diventa più giovane ogni anno che passa?

Montaro: Quelli che si buttano.
 
 
Fermando la registrazione prima che giungesse alla fine, Tsukauchi si sedette sul bordo di un tavolo nella stanza dove lui e molti altri detective esponevano i loro casi per visualizzarli meglio. Al momento stava fissando la bacheca con il titolo Caso: Chiazza di sangue scritto su un pezzo di carta e attaccato in cima.
Sotto c’erano le foto di sei differenti scene del crimine e una lista di quello che Tsukauchi sapeva per certo riguardo ogni evento.

Sei luoghi.

Una scuola media. Il sangue è stato scoperto di mattina dal corpo docenti dopo che si era seccato in una macchia rosso scuro. Brandelli di tessuto nero, forse di una divisa, sono stati ritrovati in mezzo al sangue secco. Inizialmente Era stato attribuito ad un tentativo di suicidio, ma quando tutti gli studenti sono stati contati presenti a scuola il giorno dopo è stato accantonato come un fatto strano.

Un palazzo industriale. Il sangue è stato rinvenuto ancora appiccicoso e fresco. Un bottone è stato trovato nella pozza, ma nient’altro. Inizialmente non era stato connesso all’incidente alla scuola media finché non si è scoperto che entrambi gli eventi erano probabilmente avvenuti lo stesso giorno con un intervallo di qualche ora l’uno dall’altro. Un secondo tentato suicidio era fallito dopo quello alla scuola?

Il promontorio. Due testimoni per la caduta, nessuno per l’impatto. Il primo era una donna che stava facendo una corsa lungo un sentiero vicino al mare, il secondo un ragazzino che cercava pietre e conchiglie. Del sangue si è accumulato nella risacca. Nessun tessuto o altre sostanze sono state rinvenute.

Il primo incidente stradale: una piccola macchina. Quello con la quantità minore di sangue. Un guidatore ubriaco che non si ricorda nulla. Anche questo inizialmente non collegato al caso finché, dopo aver seguito l’istinto, il sangue è stato confrontato con quello dei casi precedenti. Dei residui di vernice sul veicolo suggeriscono che ci fosse altro sulla scena, non un’altra macchina ma qualcosa di più piccolo, forse una moto. Nessuna moto è stata trovata. Nessun testimone. L’incidente non è stato scoperto se non ore dopo.

Il secondo incidente stradale: un camion. Alcuni testimoni hanno visto qualcuno lanciarsi nel traffico davanti a un camion a un semaforo. Il colpevole non è stato identificato ma aveva capelli scuri ed era abbastanza basso; un bambino? Il camion ha bloccato la maggior parte della visuale ma il sangue era rimasto, di nuovo. Sono stati ritrovati brandelli di vestiti, ma impossibili da analizzare.

Infine, il treno.

“Perché era nudo?” Si chiese Tsukauchi. “È arrivato fin lì nudo? Si è portato dei vestiti con cui cambiarsi? Perché pensare a salvare i vestiti se stava cercando di uccidersi, se è davvero questa la sua intenzione?”

Qualcuno bussò alla porta. Tsukauchi alzò lo sguardo e vide uno degli altri detective. “Il capitano vuole vedere tutti quanti. Abbiamo un altro caso collegato a Stain, l’Assassino di Eroi.”

Tsukauchi chiuse gli occhi e si strofinò la fronte. Si allontanò dal tavolo e andò verso la porta. “Arrivo.” Non c’era nulla da archiviare riguardo il suo caso splatter a parte la registrazione, che stava dentro un apparecchio che si fece scivolare in tasca.

A parte il testimone traumatizzato, nessuno era stato ferito dal colpevole, rendendo l’elemento criminale del caso parecchio opinabile. Mentre spegneva la luce della stanza, Tsukauchi ebbe il presentimento che quello sarebbe stato uno di quei casi insoliti di cui si parlava, mai dimenticati, a cui però non si sarebbe trovata una risposta.

Tsukauchi fece una smorfia. A Hematess non sarebbe andato per niente a genio.
   
 
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