“Yoon—” la voce gli si spezzò, come il respiro che cercò vanamente di esalare, un paio di mani ossute ad ancorargli il bacino contro la superficie rigida del banco.
“Se non impari le buone maniere non puoi ricevere alcuna ricompensa,” lo voce profonda, così vicina, a penetrargli nelle orecchie e nella carne, a sconvolgergli i polmoni, il petto incastrato sotto il peso di un gemito che gli portò via l’ossigeno quando fuoriuscì dalle sue labbra come un grido, gli dilaniò le corde vocali, un lamento straziato che lo fece tremare, i muscoli delle cosce tesi e spalancati, esigenti e pronti ad essere afferrati, stretti tra mani imperdonabili.
[Yoonmin]