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Autore: Ghost Writer TNCS    02/02/2019    2 recensioni
Da quando la sua famiglia è stata uccisa, Tenko ha combattuto ogni giorno, decisa a sopravvivere solo per compiere la sua vendetta. Ma il suo nemico è il Clero, la più potente istituzione del mondo, fondata dagli dei per garantire pace e prosperità a tutti i popoli.
Vessata dal destino, Tenko dovrà affrontare i suoi sbagli, le sue paure così come i suoi nemici, per scoprire che – forse – un modo esiste per distruggere il Clero: svelare le vere origini del loro mondo, Raémia.
Ma dimostrare le menzogne degli dei non sarà facile. Il Clero è pronto a schierare tutte le sue forze per difendere la dottrina, e gli dei stessi non si faranno scrupoli a distruggere chiunque metta in dubbio la loro verità.
La sua è una guerra persa, un suicidio, o peggio. Ma che importa? Quando ti tolgono tutto, non hai più nulla da perdere.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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19. Il viaggio continua

Zabar, terrorizzato dall’assembramento di guardie, cercò istintivamente di nascondersi dietro Tenko. In passato aveva già fatto ricerche pericolose, abbastanza da valergli una condanna a morte se fosse stato scoperto, ma non si era mai trovato in una situazione del genere. Non sapeva cosa fare.

«Gettate le armi!» ordinò il capo dei militari.

Il chierico era quasi tentato di dargli retta, ma la sua compagna non ebbe il minimo tentennamento. Da una tasca della cintura aveva preso una specie di rozzo contenitore di legno, abbastanza piccolo da starle in una mano. Ruotò una delle metà e dopo pochi istanti una barriera di energia avvolse i due demoni, come una cupola diafana.

Alcuni versi di sconcerto si diramarono tra le guardie.

«Wow…» esalò Zabar, chiaramente ammirato. «Che cos’è?»

«Non lo so» fu la schietta risposta di Tenko. «Me l’ha dato Chi-sai-tu: diceva che può creare scudi.»

«Beh, direi che funziona!»

«Ma non durerà per sempre. Tra quanto arriva?»

«Spero a momenti» affermò Zabar, adesso un po’ più fiducioso.

La giovane non si fece contagiare dall’ottimismo del chierico. «La speranza non è il mio forte.»

Nel frattempo i militari, dopo qualche momento di incertezza, vennero riportati all’ordine dal loro leader: «È solo uno scudo!» gridò con voce imperiosa. «Distruggetelo!»

Rinvigoriti dalle parole del capitano, i maghi cominciarono a scagliare incantesimi, mentre gli altri uomini si fecero avanti con le armi in pugno. La barriera incassò i primi colpi, ma ben presto il suo volume cominciò a ridursi. La superficie, dapprima limpida e fluida, si fece man mano più rada, incerta: stava cedendo.

«Arriva o no?!» imprecò Tenko, che già aveva sguainato la spada. Se doveva morire, l’avrebbe fatto combattendo.

«Sta arriva-»

La risposta di Zabar venne interrotta da un verso acuto, seguito da una raffica di vento che sbilanciò diverse guardie.

«Te lo dicevo che stava arrivando!» affermò il chierico, fiero del suo compagno pennuto.

«Alla buon’ora!» ribatté la giovane, molto meno entusiasta di quell’arrivo all’ultimo momento.

Il grifone si fece largo tra le guardie con dei potenti battiti d’ala, così forti da mettere in difficoltà anche gli uomini più robusti e pesantemente armati.

Tenko rinfoderò la spada. «Pronto?»

Zabar cercò di farsi coraggio con un rapido sospiro. «Servirebbe dire di no?»

La giovane ruotò nuovamente la metà del piccolo cilindro e lo scudo svanì di colpo. Il grifone atterrò davanti a loro e i due gli saltarono subito in groppa. In un attimo l’animale spiccò il volo e finalmente superarono le mura, diretti verso il cielo stellato e le sue due lune.

«Ti prego, non facciamolo mai più» ansimò il chierico, improvvisamente esausto. Ora che il terrore si era attenuato, il peso della fatica e della tensione avevano preso il sopravvento.

Tenko, decisamente più abituata a quelle situazioni “spiacevoli”, rimase concentrata sulla foresta. Il giorno prima uno dei servi di Icarus le aveva mostrato la posizione del secondo laboratorio: era situato in una grotta naturale, perfettamente nascosto tra la vegetazione, ma lei era convinta di riuscire a ritrovarlo senza problemi.

Zabar fece atterrare il grifone e i due demoni scesero a terra per proseguire a piedi. Di notte la foresta sembrava tranquilla, ma di tanto in tanto si udiva qualche leggero rumore; quasi sicuramente si trattava di piccoli animali: era improbabile che un grosso predatore vivesse così vicino a una grande città come Chalacyra.

La giovane si muoveva abbastanza sicura nonostante la poca luce, ma non era del tutto concentrata. Continuava a rimuginare su quanto successo in città, e sentiva il bisogno di dare voce ai suoi pensieri.

«Ehi…» iniziò in tono un po’ titubante. «Emh… Grazie.»

Zabar non capì. «Per cosa?»

«Per… beh… non esserti sacrificato… per me.»

«In che senso?» Poi si ricordò di quando, ancora nella città alta, le aveva detto di continuare a correre verso la grata. Lei sarebbe stata in grado di proseguire, ma lui non ce l’avrebbe mai fatta se non avesse usato la magia. «Non ti preoccupare, non ti lascerò. Starò con te fino alla fine.»

Tenko aggrottò la fronte. «Adesso non esagerare…»

Il viso di Zabar, da blu scuro, assunse una tonalità più viva. «No, io non intendevo…»

«Credo sia meglio finirla qui» affermò Tenko, anche lei imbarazzata. «Anzi, dimentica tutto. Dimenticalo.»

«Scusa, davvero, io non volevo…»

«Non farmelo ripetere» lo interruppe la demone in tono perentorio, quasi minaccioso.

Il chierico, intimorito, si zittì subito. A volte era davvero difficile parlare con Tenko.

La demone dal canto suo si chiuse nel silenzio e non aprì bocca fino a quando non raggiunsero la loro meta.

«Siamo arrivati» disse, lapidaria.

Zabar si guardò intorno senza capire. Davanti a loro si estendeva una parete rocciosa coperta di vegetazione, mentre ai lati e alle loro spalle si stagliavano i consueti alberi. «Davvero? Io non vedo niente…»

Tenko avanzò di qualche passo, scostò alcuni rampicanti e all’improvviso apparve uno stretto passaggio, grande appena il necessario a far passare una persona di corporatura robusta.

«Wow! È proprio vero che è nascosto bene!» riconobbe Zabar.

I due attraversarono il passaggio e si trovarono in una spaziosa grotta naturale. Alcune aperture in alto, forse artificiali, facevano passare la debole luce delle lune, rischiarando appena dei tavoli ingombri di fogli e artefatti di ogni forma e dimensione.

«Non ero mai stato qui» ammise il chierico, affascinato da quel luogo così carico di conoscenza, mistero e trasgressione.

Tenko non gli rispose. Mise giù il suo zaino e si sdraiò su uno spartano letto di foglie e pellicce. Si sentiva ancora in imbarazzo per ciò che aveva detto prima, quindi anche volendo non sarebbe riuscita a dire niente.

Zabar sbadigliò sonoramente, si liberò a sua volta della refurtiva e andò a sdraiarsi dalla parte opposta della grotta, sicuro che la giovane avrebbe apprezzato quel distacco. O forse no: ancora faticava a capire cosa le passava per la testa.

Sarebbe mai riuscito a entrare un po’ più in confidenza con lei? Non ebbe modo di rifletterci perché la stanchezza prese il sopravvento e cadde in un sonno calmo e profondo.

***

Quando Zabar aprì gli occhi, la caverna era avvolta da una luce tiepida e delicata. Ci mise qualche secondo per riconoscere il laboratorio di Icarus, e subito ne rimase nuovamente affascinato: la luce che penetrava dalle feritoie dava all’ambiente un’aura di mistero ancora più marcata e ogni congegno sembrava provenire da un mondo sconosciuto.

Dopo qualche secondo si rese conto di essere solo. In effetti l’alba sembrava passata da un pezzo, quindi non era strano che Tenko si fosse già svegliata. Andò verso l’uscita della caverna, scostò i rampicanti che celavano il passaggio, ma non osò andare oltre: sicuramente la demone sarebbe tornata a breve, e poi si erano accordati con Icarus di ritrovarsi lì. Non intendeva uscire e rischiare di perdersi, soprattutto se l’alternativa era poter dare un’occhiata al lavoro del faunomorfo.

Era ancora impegnato a guardarsi in giro quando un rumore di foglie smosse destò le sue orecchie da pipistrello. Subito si girò verso l’entrata e riconobbe Tenko.

Lei gli andò incontro e gli porse qualcosa: alcuni frutti di bosco.

«La colazione» gli disse senza nemmeno guardarlo negli occhi.

Lui li prese. «Ti ringrazio molto» rispose con un sorriso sincero. Probabilmente quello era il modo della giovane per essere gentile: un po’ rozzo, ma comunque apprezzato.

Zabar aveva ormai finito di mangiare quando dei nuovi rumori giunsero dall’esterno: questa volta si trattava di Icarus, che subito si congratulò con loro per il furto e la successiva fuga.

«Siete stati incredibili!» esclamò. «In realtà non vi ho visti, ma lo siete stati sicuramente dato che siete qui! Le avete prese? E il mio congegno ha funzionato? Quante guardie avete affrontato?»

«Una cosa per volta, amico mio» rispose Zabar, divertito dall’entusiasmo del faunomorfo. «Ecco le bacchette polivalenti: dovrebbero essere sufficienti.»

«Più che sufficienti!» confermò Icarus, felice come un bambino. «Come promesso, mi metto subito all’opera sulla frusta. Hai già scelto la bacchetta, mia cara?»

La demone annuì e gli porse l’artefatto: così come le bacchette normali, anche le bacchette polivalenti erano tutte diverse una dall’altra. In base alle caratteristiche del mostro da cui erano presi i materiali, la bacchetta poteva dare accesso a una gamma più o meno vasta di incantesimi. Essendo abituata a usare i fulmini, Tenko aveva scelto le migliori fra quelle che mantenevano questa caratteristica: una l’avrebbe tenuta come bacchetta vera e propria, e l’altra l’avrebbe integrata nella frusta.

«Ottima scelta. Sarà pronta in un attimo.»

Il faunomorfo si mise ad armeggiare con i suoi strumenti, smontò la bacchetta in questione e ne infilò il pezzo centrale all’interno dell’impugnatura della frusta. Sigillò accuratamente il tutto e poi porse l’arma alla legittima proprietaria.

«Ecco a te, mia cara» disse con tutta l’enfasi di cui un abile mercante come lui era capace, «la frusta polivalente

Questa volta Tenko non riuscì a celare la propria emozione e la sua mano tremò leggermente nello stringere la presa sul manico.

«Magari ci vorrà un po’ per prenderci la mano, ma ti assicurò che sentirai subito la differenza.»

La demone mosse l’arma lentamente, attenta a non colpire nulla, ma decisa a trarne le prime sensazioni. Dal punto di vista della mobilità non avvertiva particolari differenze, in compenso quando provò a farvi fluire un po’ di magia, la frusta si accese di un bagliore elettrico e cominciò a sprizzare piccole saette. Non si era mai sentita così estasiata, e la sua espressione ne era prova evidente.

Zabar sorrise davanti a una scena del genere: era bello sapere che, nonostante tutto quello che aveva passato, Tenko era ancora capace di emozionarsi e di provare una gioia sincera e profonda.

«Vorrei che restaste, ma immagino vorrete partire» disse Icarus.

«La verità sul mondo ci aspetta» confermò il chierico, impaziente di scoprire il segreto più importante della Storia.

«Beh, spero tornerete a trovarmi» affermò il faunomorfo. Porse loro una piccola sacca. «Intanto vi ho preparato qualche altro scudo portatile: sono sicuro che vi tornerà utile.»

«Grazie, sei un vero amico» rispose Zabar abbracciandolo. «A presto.»

«A presto. E portatemi qualche oggetto raro.»

«Contaci» annuì il chierico prima di uscire dalla caverna insieme a Tenko.

Raggiunsero una zona libera dagli alberi e chiamarono il grifone, che in poco tempo atterrò davanti a loro.

«Pronta a scoprire la verità sul mondo?» chiese Zabar, che adesso era il più eccitato.

Lei non si scompose: «Sono pronta a cambiarlo.»


Note dell’autore

Tenko e Zabar hanno rischiato grosso, ma grazie a un po’ d’aiuto sono riusciti a scappare dalla città. I congegni inventati da Icarus hanno sorpreso le guardie e perfino Zabar, mentre il fido grifone si è rivelato ancora una volta un alleato decisivo.

Giorno dopo giorno, il rapporto tra i due demoni sta cominciando a migliorare, tuttavia la giovane ha ancora qualche problema ha interagire con gli altri senza usare la frusta XD

A proposito di frusta, grazie alle bacchette polivalenti Tenko ha ottenuto un notevole power-up per la sua arma distintiva, che di sicuro non mancherà di rivelarsi utile.

Per i due demoni è giunto il momento di riprendere il viaggio alla scoperta della verità su Raémia, nel prossimo capitolo però torneremo da Persephone e Leonidas: la loro caccia agli eretici è solo all’inizio.

A presto! ^.^


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