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Autore: OcaPenna    02/02/2019    1 recensioni
Madlene non sarebbe mai stata una Douglas. Riuscirà a trovare se stessa a Nassau?
Gates/NuovoPersonaggio
Prequel di "Maschere e catene" (coming soon, link in storia)
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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A New Hope

di Oca Penna

 
 
 

Benvenuti!
Come se la caverà la piccola Madlene a Nassau? Continuate a leggere per saperlo ;) E ricordate che state leggendo il prequel di Maschere e Catene e per questo resterà incompiuta. 
Divertitevi e fatemi sapere cosa ne pensate! 


 

Il volto di Idelle si scomponeva tutto quando rideva. Madlene non aveva mai visto nessuno ridere a quel modo, con il suono che usciva profondo dal petto e faceva sobbalzare i seni e arrossare le gote. Nemmeno Hope o sua madre ridevano a quel modo. Seguendo un istinto primordiale aveva abbassato gli occhi arrossendo a quell’ondata di energia.

«Ecco brava, tu tieni questo visetto da bambina che poi te lo spiegano loro come si fa» l’aveva presa in giro per le sue domande, ma poi aveva spiegato  con dovizia di particolari. Soprattutto aveva insistito su cosa non lasciargli fare: «mai, che poi prendono il vizio!».

Continuava a non capire perché Idelle si desse tanta pena di spiegarle, ma per non essere in debito aveva deciso di cucirle un vestito nuovo, bello come uno di quelli di broccato che aveva Daisy.

«Cerchiamo la stoffa al mercato, che ti vedano e giri la voce di un nuovo arrivo. Vedrai che ressa questa sera al bordello!» Idelle le aveva messo in testa la parrucca di riccioli scuri, proprio uguali ai suoi, e un vestito verde scuro, povero, fuori moda e un po’ lacero, ma che le faceva risaltare il seno come niente che avesse mai indossato prima.

«Devi stare attenta al sole tu» si era raccomandata premurosa Idelle «sei di quelle che diventano scure appena le tocca» ma Madlene si era rifiutata di prendere l’ombrellino. Era arrivata fino a lì per non vergognarsi più di quella pelle, e ora se voleva scurirsi l’avrebbe lasciata fare.

Ora che la vedeva con la luce, Nassau la innamorava di più della sera prima. Grida di gabbiani, polvere, sole, la distesa del mare che s’intravedeva dietro le case, ovunque quei volti di marinai che scrutavano, addocchiavano e ridevano perfino. Giocando a immaginare quali di quegli sguardi avrebbe rivisto al bordello quella sera, le salivano brividi lungo la schiena. I dettagli di Idelle e i racconti degli uomini sul mercantile non le avevano tolto il fascino dell’ignoto e nemmeno la sensazione di star conquistando qualcosa di suo, di assolutamente suo. Chissà sua madre cos’avrebbe detto a sapere che sua figlia era incapace di qualsivoglia timore morale al pensiero d’essere una meretrice al servizio di pirati. Le veniva da ridere con l’euforia e l’adrenalina di quando il mercantile era salpato lasciando il porto di Londra.

«Che hai da sorridere?» Idelle le prendeva dalle mani la stoffa, curiosa di cercare nella trama il motivo di quella luce nei suoi occhi.

«È una bella mussolina, e il rosso ti starebbe bene».

 

Hope aveva un sorriso potente, di quelli che fanno perdere la testa agli uomini, e due occhi scuri, profondi. E poi era giovane, almeno quattro anni meno di lei, un bel corpo, flessuoso, pieno, che sarebbe rimasto giovane più a lungo del suo. Non poteva batterla se non con l’esperienza, doveva ottenere che si fidasse di lei, tenerla sotto la propria ala per poterla soffocare. Ma quegli occhi le sfuggivano sempre senza lasciarsi afferrare, anche adesso si era già voltata.

«Chi sono quelli?»

Tre uomini parlottavano piano in mezzo al mercato, guardandosi intorno con occhi furtivi.

«Due della ciurma di Flint e il signor Gates, il quartiermastro» la voce di Idelle si era assottigliata in un sussurro complice.

«Quale, quello basso?» l’altra annuiva e Madlene guardava con più attenzione. I racconti sul grande pirata, il capitano Flint, erano spaventosi e sublimi. I mercantili assaltati, gli uomini trucidati a sangue freddo, la ferocia e l’astuzia. E ora lei era lì, a un passo dalla sua ciurma, dal quartiermastro. Rimase a fissare la figura di quell’uomo: pelato, un tatuaggio dietro la testa, ma non basso come le era sembrato, solo con le spalle così larghe che l’altezza non pareva sufficiente, e un ventre tondo e grosso sotto la camicia, aperta su un collo tozzo e taurino che ben rispecchiava le proporzioni intere della figura. Madlene aveva fatto appena in tempo a incrociare la vista di quel volto serio, contratto, che già se ne andava portandosi via gli altri due. Era bastato per farle correre un brivido nella schiena.

«Loro vengono al bordello?» aveva domandato cercando di non dare a vedere il proprio turbamento.

«Chi, Flint? Quello ha la sua megera nell’entroterra e corre da lei per farsi fare le sue fatture. Singleton, uno dei suoi, quello ci viene eccome. Anche altri, ma da Singleton non ci andare mai, a quello piace alzare le mani e tanto»

«E il quartiermastro?»

«E cos’è questa curiosità che ti ha presa?» già Idelle tornava a parlare forte e a ridere dandole uno spintone per scherzare.

«Dimenticalo quello: non ha mai soldi e con gli ultimi bottini… Flint sta cadendo in disgrazia, te lo dico io, e il signor Gates avrà il suo bel lavoro da fare a tenere la ciurma al suo posto»

Madlene aveva abbassato gli occhi arrossendo, più per esercitarsi nella mossa che altro, e intanto pensava a quella sensazione che inziava a riconoscere, la sensazione che la vita le stesse mettendo di fronte qualcosa su cui potesse valere la pena soffermarsi.

 

 

   
 
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