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Autore: _thantophobia    02/02/2019    2 recensioni
-Non mi ucciderai.- ride. –Voi Eroi avete così tante regole… -
-I bravi Eroi, quelli degni di questo nome, non hanno bisogno di regole. [...] Spero non arrivi mai il giorno in cui si capirà perché io me ne sono imposte così tante.-
[OC | Bakugou Katsuki | un po' tutti] [parental!Bakugou Katsuki (no, non sto scherzando) | IzuOcha, TodoMomo, KamiJirou + altre?] [future!fic | death!fic | possibili spoiler | probabili trigger] [ooc perché non si sa mai]
[il capitolo 14 partecipa al Writober2019 con la lista di prompt di Fanwriter.it | prompt/traccia: flashback]
[capitolo 18 - In difesa di Caino][questo capitolo partecipa al Writober2020 con la lista di prompt di Fanwriter.it | prompt/traccia: backstory]
[capitolo 19 - ]
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Hopeless wanderers

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I primi passi del cucciolo

[o della convivenza]

 

 

 

 

 

26 novembre [One For All: 0%]

Nonostante le premesse non fossero delle migliori, Katsuki impara in fretta a dividere casa sua con altre due persone e presto tutti e tre riescono a incastrare tra loro le diverse abitudini, creando un ingranaggio che scricchiola un po’ ma è abbastanza funzionante: Mina ha comprato un piccolo mobiletto con dei cassetti da mettere nella sua camera, così da restituire a Katsuki il suo ripiano dei medicinali – e lui la ringrazia per non aver fatto domande davanti ai vasetti di tranquillanti e ai sonniferi – mentre Katsuki ha smontato gli attrezzi da palestra per lasciare l’altra stanza a Ryu e così tutti hanno di nuovo i loro spazi.

La cosa bella è che il suo frigo, da quando Mina ha preso possesso della cucina, sembra quello di un ristorante a cinque stelle. E anche quella mattina, come tutte le mattine da quando la ragazza si è trasferita in pianta stabile in casa sua, c’è un foglietto appeso al frigo e fermato con un magnete a forma di elefantino rosa. Katsuki solleva il magnete per leggere meglio il messaggio.

 

Oggi sono di pattuglia a Ikebukuro, nel frigo c’è il pranzo da scaldare e sul tavolo la colazione.

Ci vediamo stasera! Fate i bravi, mi raccomando

 

Katsuki non riesce a trattenere uno sbuffo infastidito, mentre accartoccia il foglietto e lo incenerisce con un movimento impercettibile delle dita, togliendo poi la pellicola che protegge i piatti lasciati sul tavolo.

Bene, ora deve svegliare Ryu.

In quei pochi giorni di convivenza, Katsuki ha scoperto alcuni aspetti interessanti del ragazzo: è sempre molto attento ma silenzioso, cerca di non dare nell’occhio e ci riesce così bene che a volte Katsuki si dimentica di lui; ma soprattutto ha il sonno pesantissimo. Tutte le mattine, per svegliarlo ci vogliono dieci minuti, e lui non ha tutta questa pazienza.

Per questo di solito si limita a spalancare la porta della sua camera e urlare: -Giù dalla branda, principessa!-

Ryu scatta seduto come colpito da un fulmine. -Che? Come? Cosa? Che ore sono?-

-È ora di muovere il culo e darsi una mossa, abbiamo troppe cose da fare e poco tempo.- Katsuki torna indietro, lasciando la porta aperta. –Se non sei in cucina tra cinque minuti ti vengo a prendere per le orecchie.-

Per fortuna – dei suoi nervi, di Ryu, dei vicini – il ragazzino è in cucina in quattro minuti e mezzo, così assonnato che quasi manca la sedia e rischia di piantare un culata sul pavimento.

-Sei di nuovo stato sveglio tutta la notte?- gli chiede, posandogli davanti la colazione preparata da Mina. Ryu solleva le spalle.

-Non posso farci nulla. È come… - tenta di spiegare. –È come se ci fosse troppa energia in circolo… Non un sovraccarico… Non so come spiegarlo… -

Katsuki annuisce: anche Deku dormiva poco, glielo aveva accennato un paio di volte, quando capitava che anche lui restasse sveglio per colpa degli incubi che lo seguono da ormai quindici anni. Capitava più spesso di quanto fossero disposti ad ammetterlo di ritrovarsi sui divani della sala comune a orari improponibili della notte, uno sveglio a causa di sogni che spesso non ricordava e l’altro per tutta l’energia del One For All.

-Vedrai che quando inizieremo l’allenamento dormirai come un sasso.- lo rassicura. -…anche se, a ben pensarci, già lo fai.-

-Spero almeno di riuscire a dormire qualche ora in più… - Ryu sospira, masticando lentamente un boccone. –Però approfitto delle notti insonni per cercare qualche informazione in più.-

Katsuki inarca un sopracciglio. –Informazioni su cosa?-

Ryu scrolla le spalle. –Un po’ di tutto. Sulla UA, su All Might, su Deku… cercavo qualcosa sul One For All, credo, anche se ho come l’impressione che non troverei nulla. Ho letto anche qualche articolo su di te, a volte sono stati veramente cattivi nei tuoi confronti.-

Katsuki incassa la testa nelle spalle, sbuffando. -Diciamo che ci metto anche del mio e mi faccio odiare con molta facilità… -

-Se Deku mi ha affidato a te un motivo ci sarà, non credi?- Ryu ha le sopracciglia inarcate e la testa reclinata di lato, ma non sembra aspettare una risposta da parte sua. –Senti, non ne abbiamo mai davvero parlato, ma come devo chiamarti? Non mi piace l’idea di chiamarti Ground Zero, in fondo sei il mio tutore… -

-Chiamami come ti pare.- per lui non fa alcuna differenza.

-Deku ti chiamava Kacchan… -

-Okay, no, chiamami come ti pare ma non così.- per quanto trovi insopportabile quel soprannome da più o meno ventisette anni di vita, quello è il nome che solo Deku aveva il permesso di usare. –E ora muoviti, abbiamo un appuntamento e non mi piace arrivare in ritardo.-

-Katsuki va bene?- Ryu lo segue. –E dove dobbiamo andare?-

-Ti iscriviamo a scuola.- risponde, come se fosse un’ovvietà. Ma forse non lo era per Ryu.

-…aspetta, cosa? Ma da quando? Ehy, non ignorarmi!-

 

-Okay, ho un paio di domande.- mormora il ragazzino, appena scende dalla moto.

-Solo un paio? È un progresso.- Katsuki si sfila il casco.

-…forse più di un paio. Va bene comunque?-

–Dai, spara.-

Ryu alza il dito indice. -Numero Uno: chi ha avuto il coraggio di darti la patente? Sei un pericolo pubblico, non è che l’hai comprata?–

-Senti, stronzetto… !-

Ma non gli lascia il tempo di rispondere. –Numero Due: perché hai parcheggiato così lontano? Credevo fossimo in ritardo.-

-Sospettavo che avresti voluto qualche spiegazione, e così possiamo parlare in pace.- risponde, infilando le mani nelle tasche del giubbotto. –E poi, arrivare in moto fin davanti a scuola attirerebbe troppo l’attenzione.-

Ryu annuisce. –Numero Tre: perché non abbiamo preso la metro? Avremmo fatto prima ed è molto più comoda.-

Katsuki scrolla le spalle. –Odio usare i mezzi pubblici, tutto qui. Le poche volte che ho dovuto farlo per forza è stato un cazzo di incubo.-

-Numero Quattro: perché mi vuoi iscrivere a scuola? Non che non abbia voglia di andarci o che, ma… -

-Per diversi motivi.- ribatte, continuando a camminare a passo spedito. –Perché non puoi restare a casa fare niente, perché forzare l’allenamento sarebbe controproducente, perché per entrare alla UA ci vogliono anche dei voti decenti, perché ti farà bene stare con i tuoi simili… -

-…con miei simili intendi altri adolescenti?-

-E perché anche io non posso starmene a casa a fare niente e dovrò ricominciare a fare le ronde, presto o tardi.- continua, guardandolo con la coda dell’occhio. –E quando ricomincerò a fare le ronde tu sarai da solo, e lasciarti da solo sapendo che qualcuno ha cercato di rapirti non mi fa stare tranquillo. Almeno saperti a scuola con altre persone mi eviterà una buona fetta di paranoie.-

-Ma c’è zia Mina.-

Katsuki scuote la testa. –Anche a lei capiterà una ronda in contemporanea con la mia e tu saresti da solo. Io cercherò di prendere quelle del mattino, e il pomeriggio lo sfrutteremo per l’allenamento.-

-Okay, Numero Cinque, giuro che è l’ultima: prima hai detto che quando inizierò ad allenarmi riuscirò a dormire di più. Che intendi dire?-

-Hai mai provato a mettere la vaschetta delle lasagne nel forno senza togliere la pellicola che la chiude?- perché lui conosce qualcuno che l’ha fatto - come siano riusciti a sopravvivere rimane un mistero.

-No, ma… - Ryu si ferma e ci pensa un attimo. –Dovrebbe esplodOh.-

-Perché se non trovi un modo per liberare almeno una parte di tutta l’energia del One For All stai pur certo che farai la fine della lasagna.- Katsuki sorride. –E noi non vogliamo che tu faccia la fine della lasagna, vero?-

-…decisamente, sì.- Ryu annuisce vigorosamente, pallido come un lenzuolo, raggiungendolo proprio mentre sta entrando nel cortile della scuola. Devono essere arrivati durante un intervallo o un cambio d’ora, perché ci sono un sacco di studenti nei corridoi, che subito si precipitano alle finestre per guardare chi sia arrivato.

Ryu si guarda intorno quasi intimorito, inciampando nei suoi stessi piedi un paio di volte, mentre Katsuki continua a tenere lo sguardo dritto davanti a sé, una mano in tasca e l’altra a reggere i casco.

-Oddio, ma è Ground Zero!-

Succede tutto così in fretta e all’improvviso, che Ryu si spaventa. Gran parte degli studenti si precipitano verso il cortile, urlando come delle groupie davanti alla loro star preferita.

-Cosa?!-

-Dove?!-

-…adesso capisci perché non abbiamo preso la metro e ho parcheggiato lontano da qui.- Katsuki sbuffa, continuando a camminare. –Passi lunghi e ben tirati, principessa!-

Ryu lo segue immediatamente e può permettersi di fermarsi solo quando raggiungono lo studio del preside: Katsuki bussa un paio di volte, mentre il ragazzino si accascia esausto su una delle sedie vicino alla porta.

La porta si socchiude e Katsuki porge a Ryu il suo casco, fulminandolo con lo sguardo. –Tu stai qui. Non ti muovere, chiaro?-

Ryu annuisce.

-E se te lo chiedono, tu non sai dove sono e non mi hai nemmeno mai visto.-

-Tranquillo, sarò muto come un pesce.-

-Conto su di te.- Katsuki ghigna, chiudendosi la porta alle spalle.

 

Nella busta arancione che Deku aveva lasciato alla madre, insieme ai documenti per l’adozione di Ryu, Katsuki aveva trovato anche un modulo d’iscrizione alla stessa scuola media che avevano frequentato loro, anche quello già perfettamente compilato in ogni suo campo e firmato, e cinque buste sigillate.

Nonostante gli anni, Katsuki continua a stupirsi della capacità di Deku di prevedere gli eventi – comincia addirittura a pensare che abbia architettato tutto fin dall’inizio.

-Perché, Deku? Hai paura di tirare le cuoia?-

-In tutta onestà, sì.-

A distanza di un mese, deve ancora capire cosa passasse per la testa del nerd, quella sera.

Che abbia sempre sospettato che prima o poi qualcuno avrebbe cercato di farlo fuori? Possibile, perché proprio come è stato per All Might prima di lui tutti i Villains avevano un po’ paura di Deku.

Che qualcuno sia venuto a conoscenza del One For All e fosse disposto a uccidere per ottenerlo? A Katsuki sembra impossibile, perché le persone che sanno della vera natura di quel Quirk – tolto lui e Ryu – sono purtroppo passate a miglior vita o chi è ancora vivo non parlerebbe nemmeno sotto tortura.

Che sia stato tutto un caso, una disgrazia, una fatalità? Ancora più impossibile, agli occhi di Katsuki: Deku era sì previdente e molto prudente, ma non avrebbe organizzato tutto questo se non si fosse sentito minacciato. Il fatto che abbia coinvolto anche lui in questo processo lo fa incazzare, ma purtroppo dovrà aspettare di tirare le cuoia a sua volta prima di poter sfogare la sua rabbia. E non ha intenzione di farlo a breve.

-Sì, mi era stato accennato di questa situazione… - mormora il preside, leggendo velocemente la lettera che Deku aveva scritto e indirizzato a lui. Ne ha scritte cinque, a cinque persone diverse, cinque persone in qualche modo fondamentali nel futuro di Ryu o che almeno meritano una spiegazione. Katsuki non ha ancora avuto il coraggio di leggere la propria.

Il preside appoggia la lettera sulla scrivania, osservando Katsuki da sopra le lenti tonde degli occhiali – quando era un po’ più giovane, gli aveva sempre ricordato un po’ John Lennon. –A questo punto direi che è più logico farlo iniziare con l’anno nuovo, visto che siamo a novembre.-

-Certo.- annuisce.

-Spero non sarà un problema per te, dover essere tu a stare con lui fino ad aprile… -

–Per quanto mi scocci ammetterlo, Deku l’ha affidato a me. Non ho alternative.- Katsuki schiocca la lingua. –E poi non sono propriamente da solo… -

L’uomo annuisce, comprensivo. –Meglio così. Non che non mi fidi di te, ma potrebbe essere un compito troppo grande per una persona sola. Sei ancora così giovane, Bakugou… -

E forse anche la persona meno adatta a prendersi cura di un ragazzino, ma non ha avuto scelta.

Quando esce dallo studio del preside, Ryu non è più seduto sulla sedia vicino alla porta.

Katsuki sente il cuore salirgli in gola. –Ryu?-

-Sono qui.- mormora appena il ragazzino, attirando la sua attenzione. Ryu si è spostato di qualche metro: sta osservando con gli occhi lucidi una foto posta nella bacheca dei trofei vinti dagli alunni della scuola, risalente a dieci anni prima e ritagliata da un articolo del giornale scolastico.

IL GRANDE VANTO DELLA NOSTRA SCUOLA: I MIGLIORI EROI DI SEMPRE.

Katsuki se la ricorda, quella foto: Deku l’aveva letteralmente trascinato a quel meeting, probabilmente usando anche il One For All per impedirgli di ribellarsi, esclamando che gli avrebbe di sicuro sollevato il morale stare un po’ con altre persone. Ma era Deku, quello amato dalla folla, non lui, lui li ha sempre e solo spaventati.

In quello scatto Katsuki ha le braccia incrociate al petto e le labbra tirate in un ringhio incazzato, lo sguardo rivolto di lato, mentre Deku sorride e solleva le dita in segno di vittoria verso l’obbiettivo.

Posa una mano sulla testa di Ryu e gli scompiglia i capelli, mentre il ragazzino si asciuga velocemente gli occhi.

-Sembra stia sorridendo proprio a noi… - mormora, senza davvero guardare la foto per non piangere ancora.

-…già.- Katsuki riprende il casco. –Andiamo. Qui abbiamo finito.-

Deku sembrava stesse sorridendo proprio a loro, è vero, ma Katsuki si è sentito terribilmente giudicato da quello sguardo.

 

Stanno ancora mangiando il pranzo preparato da Mina, quando suona il campanello.

-…zia Mina è già tornata?- mormora Ryu, sollevando appena la testa per incontrare gli occhi di Katsuki.

-No, è troppo presto.- risponde, irrigidendo i muscoli e voltando lentamente la testa verso l’ingresso. –E poi ha le chiavi.-

Si scambiano uno sguardo veloce, poi Katsuki, con un gesto della mano, gli indica la porta della sua stanza. –Fila in camera tua e chiuditi dentro.-

Il citofono suona di nuovo.

-Sei sicuro?-

-Vai, veloce.- Katsuki si alza in piedi e Ryu, in punta d’alluci, si allontana velocemente dal tavolo. I palmi di Katsuki iniziano a fumare, piccole esplosioni pronte a scoppiare sulle punte delle dita, mentre si avvicina lentamente alla porta.

-Mamma mia, quanto pesano… !-

-Non capisco perché non hai voluto che li portassi io, visto che pesano così tanto… -

Katsuki si rilassa, fermo in mezzo al corridoio, voltandosi per dare un colpo leggero alla porta di Ryu. –Nessun pericolo, vieni fuo...-

Ryu è esattamente dietro di lui e gli sta tirando l’orlo della maglia. Katsuki aggrotta le sopracciglia e Ryu scuote le spalle, come per dirgli di lasciar perdere. Poi Katsuki spalanca la porta e i due nuovi arrivati sobbalzano per lo spavento.

-Faccia Tonda. RoboCop.- li saluta, fulminandoli con lo sguardo. –A cosa devo la visita?-

-Me l’hai chiesto tu di portarti questi!- sbuffa Uraraka, sollevando lo scatolone che ha tra le braccia. –Prego, comunque. È stato un piacere.-

-Non credevo me li avresti portati subito.- si giustifica lui, prendendo lo scatolone dalle braccia della ragazza e facendosi da parte per farli entrare. –Sono tutti?-

Iida annuisce. –Tutti. Non capisco a cosa ti possano servire, però… -

-Cazzi miei.- sbotta, zittendolo immediatamente, mentre Ryu corre ad abbracciare Faccia Tonda. Katsuki e Iida posano gli scatoloni sul tavolino davanti al divano e vicino alla poltrona – sono veramente tanti, Katsuki è impressionato.

-Cosa sono, Katsuki?- Ryu solleva il coperchio di una delle scatole, curioso, e corruccia la fronte quando scopre il suo contenuto. -…quaderni?-

-Sono gli appunti di Deku.- ribatte, e Ryu sembra non capire: lo liquida con un cenno della mano, gli spiegherà tutto quando saranno da soli. Poi si volta verso Uraraka. –Aspetta un attimo.-

Lei annuisce e attende: Katsuki torna verso la sua camera, prendendo la busta arancione e tirando fuori due delle tre buste bianche sigillate ancora all’interno. Gliele porge lentamente, quasi avesse paura della sua reazione.

-Le ha scritte Deku. Erano nella busta arancione, insieme ai documenti di Ryu.- spiega, mentre Faccia Tonda le prende delicatamente tra le mani. -Sono indirizzate a cinque persone diverse.-

Quelle due sono indirizzate a sua madre e a lei.

Non comprende la strana luce negli occhi della ragazza, quando lo guarda. Non ha bisogno, forse, che le dica che anche lui ne ha ricevuta una. -Tu hai già letto la tua?-

Il suo silenzio vale più di mille parole, perché Uraraka annuisce mestamente e si congeda, seguita da un Iida stranamente silenzioso e rigido.

Ryu, seduto a gambe incrociate per terra, continua a fissare i quaderni di Deku con curiosità senza però osare toccarli.

Katsuki spera di trovare qualcosa di utile, in quegli appunti.

 

 

 

 

 

D.P.P.: Deliri Post Partum

Vediamo se indovinate chi è che ha tentato di mettere una vaschetta di lasagne nel forno senza togliere la pellicola. Sono aperte le scommesse!

È iniziato febbraio and here we are again, se tutto va per il verso giusto stasera arriva anche il capitolo di Of Monsters and Men, dipende tutto da quanto tempo passerò a casa di amici a giocare a Kingdom Hearts III sperando di non piangere qualsiasi cosa perché sono tredici anni che aspettavo questo momento prima di andare a vedere Dragon Trainer al cinema.

Voi restate sintonizzati(?), ci rivedremo al più presto!

Maki

  
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