Hopeless
wanderers
I primi passi del cucciolo
[o della convivenza]
26
novembre [One For All: 0%]
Nonostante le premesse non fossero
delle migliori, Katsuki impara in fretta a dividere
casa sua con altre due persone e presto tutti e tre riescono a incastrare tra
loro le diverse abitudini, creando un ingranaggio che scricchiola un po’ ma è abbastanza
funzionante: Mina ha comprato un piccolo mobiletto con dei cassetti da mettere
nella sua camera, così da restituire a Katsuki il suo
ripiano dei medicinali – e lui la ringrazia per non aver fatto domande davanti
ai vasetti di tranquillanti e ai sonniferi – mentre Katsuki
ha smontato gli attrezzi da palestra per lasciare l’altra stanza a Ryu e così tutti hanno di nuovo i loro spazi.
La cosa bella è che il suo frigo,
da quando Mina ha preso possesso della cucina, sembra quello di un ristorante a
cinque stelle. E anche quella mattina, come tutte le mattine da quando la
ragazza si è trasferita in pianta stabile in casa sua, c’è un foglietto appeso
al frigo e fermato con un magnete a forma di elefantino rosa. Katsuki solleva il magnete per leggere meglio il messaggio.
Oggi sono
di pattuglia a Ikebukuro, nel frigo c’è il pranzo da
scaldare e sul tavolo la colazione.
Ci vediamo
stasera! Fate i bravi, mi raccomando ♥
Katsuki
non riesce a trattenere uno sbuffo infastidito, mentre accartoccia il foglietto
e lo incenerisce con un movimento impercettibile delle dita, togliendo poi la
pellicola che protegge i piatti lasciati sul tavolo.
Bene, ora deve svegliare Ryu.
In quei pochi giorni di convivenza,
Katsuki ha scoperto alcuni aspetti interessanti del ragazzo:
è sempre molto attento ma silenzioso, cerca di non dare nell’occhio e ci riesce
così bene che a volte Katsuki si dimentica di lui; ma
soprattutto ha il sonno pesantissimo. Tutte le mattine, per svegliarlo ci
vogliono dieci minuti, e lui non ha tutta questa pazienza.
Per questo di solito si limita a
spalancare la porta della sua camera e urlare: -Giù dalla branda, principessa!-
Ryu
scatta seduto come colpito da un fulmine. -Che? Come? Cosa? Che ore sono?-
-È ora di muovere il culo e darsi
una mossa, abbiamo troppe cose da fare e poco tempo.- Katsuki torna indietro, lasciando la porta aperta. –Se non
sei in cucina tra cinque minuti ti vengo a prendere per le orecchie.-
Per fortuna – dei suoi nervi, di Ryu, dei vicini – il ragazzino è in cucina in quattro
minuti e mezzo, così assonnato che quasi manca la sedia e rischia di piantare
un culata sul pavimento.
-Sei di nuovo stato sveglio tutta
la notte?- gli chiede, posandogli davanti la colazione
preparata da Mina. Ryu solleva le spalle.
-Non posso farci nulla. È come… -
tenta di spiegare. –È come se ci fosse troppa energia in circolo… Non un
sovraccarico… Non so come spiegarlo… -
Katsuki
annuisce: anche Deku dormiva poco, glielo aveva
accennato un paio di volte, quando capitava che anche lui restasse sveglio per
colpa degli incubi che lo seguono da ormai quindici anni. Capitava più spesso
di quanto fossero disposti ad ammetterlo di ritrovarsi sui divani della sala
comune a orari improponibili della notte, uno sveglio a causa di sogni che
spesso non ricordava e l’altro per tutta l’energia del One For All.
-Vedrai che quando inizieremo
l’allenamento dormirai come un sasso.- lo rassicura.
-…anche se, a ben pensarci, già lo fai.-
-Spero almeno di riuscire a dormire
qualche ora in più… - Ryu sospira, masticando
lentamente un boccone. –Però approfitto delle notti insonni per cercare qualche
informazione in più.-
Katsuki
inarca un sopracciglio. –Informazioni su cosa?-
Ryu
scrolla le spalle. –Un po’ di tutto. Sulla UA, su All
Might, su Deku… cercavo
qualcosa sul One For All,
credo, anche se ho come l’impressione che non troverei nulla. Ho letto anche
qualche articolo su di te, a volte sono stati veramente cattivi nei tuoi confronti.-
Katsuki
incassa la testa nelle spalle, sbuffando. -Diciamo che ci metto anche del mio e
mi faccio odiare con molta facilità… -
-Se Deku
mi ha affidato a te un motivo ci sarà, non credi?- Ryu ha le sopracciglia inarcate e la testa reclinata di
lato, ma non sembra aspettare una risposta da parte sua. –Senti, non ne abbiamo
mai davvero parlato, ma come devo chiamarti? Non mi piace l’idea di chiamarti
Ground Zero, in fondo sei il mio tutore… -
-Chiamami come ti pare.- per lui non fa alcuna differenza.
-Deku ti
chiamava Kacchan… -
-Okay, no, chiamami come ti pare ma non così.-
per quanto trovi insopportabile quel soprannome da più o meno ventisette anni
di vita, quello è il nome che solo Deku aveva il
permesso di usare. –E ora muoviti, abbiamo un appuntamento e non mi piace
arrivare in ritardo.-
-Katsuki
va bene?- Ryu lo segue. –E
dove dobbiamo andare?-
-Ti iscriviamo a scuola.-
risponde, come se fosse un’ovvietà. Ma forse non lo era per Ryu.
-…aspetta, cosa? Ma da quando? Ehy, non ignorarmi!-
-Okay, ho un paio di domande.- mormora il ragazzino, appena scende dalla moto.
-Solo un paio? È un progresso.- Katsuki si sfila il
casco.
-…forse più di un paio. Va bene comunque?-
–Dai, spara.-
Ryu
alza il dito indice. -Numero Uno: chi ha avuto il coraggio di darti la patente?
Sei un pericolo pubblico, non è che l’hai comprata?–
-Senti, stronzetto… !-
Ma non gli lascia il tempo di
rispondere. –Numero Due: perché hai parcheggiato così lontano? Credevo fossimo
in ritardo.-
-Sospettavo che avresti voluto
qualche spiegazione, e così possiamo parlare in pace.-
risponde, infilando le mani nelle tasche del giubbotto. –E poi, arrivare in
moto fin davanti a scuola attirerebbe troppo l’attenzione.-
Ryu
annuisce. –Numero Tre: perché non abbiamo preso la metro? Avremmo fatto prima
ed è molto più comoda.-
Katsuki
scrolla le spalle. –Odio usare i mezzi pubblici, tutto qui. Le poche volte che
ho dovuto farlo per forza è stato un cazzo di incubo.-
-Numero Quattro: perché mi vuoi
iscrivere a scuola? Non che non abbia voglia di andarci o che, ma… -
-Per diversi motivi.-
ribatte, continuando a camminare a passo spedito. –Perché non puoi restare a
casa fare niente, perché forzare l’allenamento sarebbe controproducente, perché
per entrare alla UA ci vogliono anche dei voti decenti, perché ti farà bene
stare con i tuoi simili… -
-…con miei simili intendi altri adolescenti?-
-E perché anche io non posso
starmene a casa a fare niente e dovrò ricominciare a fare le ronde, presto o tardi.- continua, guardandolo con la coda dell’occhio. –E
quando ricomincerò a fare le ronde tu sarai da solo, e lasciarti da solo
sapendo che qualcuno ha cercato di rapirti non mi fa stare tranquillo. Almeno
saperti a scuola con altre persone mi eviterà una buona fetta di paranoie.-
-Ma c’è zia Mina.-
Katsuki
scuote la testa. –Anche a lei capiterà una ronda in contemporanea con la mia e
tu saresti da solo. Io cercherò di prendere quelle del mattino, e il pomeriggio
lo sfrutteremo per l’allenamento.-
-Okay, Numero Cinque, giuro che è
l’ultima: prima hai detto che quando inizierò ad allenarmi riuscirò a dormire
di più. Che intendi dire?-
-Hai mai provato a mettere la
vaschetta delle lasagne nel forno senza togliere la pellicola che la chiude?- perché lui conosce qualcuno che l’ha fatto - come
siano riusciti a sopravvivere rimane un mistero.
-No, ma… - Ryu
si ferma e ci pensa un attimo. –Dovrebbe esplod… Oh.-
-Perché se non trovi un modo per
liberare almeno una parte di tutta l’energia del One For All stai pur certo che farai la fine
della lasagna.- Katsuki
sorride. –E noi non vogliamo che tu faccia la fine della lasagna, vero?-
-…decisamente, sì.-
Ryu annuisce vigorosamente, pallido come un lenzuolo,
raggiungendolo proprio mentre sta entrando nel cortile della scuola. Devono
essere arrivati durante un intervallo o un cambio d’ora, perché ci sono un
sacco di studenti nei corridoi, che subito si precipitano alle finestre per
guardare chi sia arrivato.
Ryu
si guarda intorno quasi intimorito, inciampando nei suoi stessi piedi un paio
di volte, mentre Katsuki continua a tenere lo sguardo
dritto davanti a sé, una mano in tasca e l’altra a reggere i casco.
-Oddio, ma è Ground Zero!-
Succede tutto così in fretta e
all’improvviso, che Ryu si spaventa. Gran parte degli
studenti si precipitano verso il cortile, urlando come delle groupie davanti alla loro star preferita.
-Cosa?!-
-Dove?!-
-…adesso capisci perché non abbiamo
preso la metro e ho parcheggiato lontano da qui.- Katsuki sbuffa, continuando a camminare. –Passi lunghi e
ben tirati, principessa!-
Ryu
lo segue immediatamente e può permettersi di fermarsi solo quando raggiungono
lo studio del preside: Katsuki bussa un paio di
volte, mentre il ragazzino si accascia esausto su una delle sedie vicino alla
porta.
La porta si socchiude e Katsuki porge a Ryu il suo casco,
fulminandolo con lo sguardo. –Tu stai qui. Non ti
muovere, chiaro?-
Ryu
annuisce.
-E se te lo chiedono, tu non sai
dove sono e non mi hai nemmeno mai visto.-
-Tranquillo, sarò muto come un pesce.-
-Conto su di te.-
Katsuki ghigna, chiudendosi la porta alle spalle.
Nella busta arancione che Deku aveva lasciato alla madre, insieme ai documenti per
l’adozione di Ryu, Katsuki
aveva trovato anche un modulo d’iscrizione alla stessa scuola media che avevano
frequentato loro, anche quello già perfettamente compilato in ogni suo campo e
firmato, e cinque buste sigillate.
Nonostante gli anni, Katsuki continua a stupirsi della capacità di Deku di prevedere gli eventi – comincia addirittura a
pensare che abbia architettato tutto fin dall’inizio.
-Perché, Deku? Hai paura di tirare le cuoia?-
-In tutta onestà, sì.-
A distanza di un mese, deve ancora capire
cosa passasse per la testa del nerd, quella sera.
Che abbia sempre sospettato che prima o
poi qualcuno avrebbe cercato di farlo fuori? Possibile, perché proprio come è
stato per All Might prima
di lui tutti i Villains avevano un po’ paura di Deku.
Che qualcuno sia venuto a conoscenza del One For All e fosse
disposto a uccidere per ottenerlo? A Katsuki sembra
impossibile, perché le persone che sanno della vera natura di quel Quirk – tolto lui e Ryu – sono
purtroppo passate a miglior vita o chi è ancora vivo non parlerebbe nemmeno
sotto tortura.
Che sia stato tutto un caso, una
disgrazia, una fatalità? Ancora più impossibile, agli occhi di Katsuki: Deku era sì previdente e
molto prudente, ma non avrebbe organizzato tutto questo se non si fosse sentito
minacciato. Il fatto che abbia coinvolto anche lui in questo processo lo fa
incazzare, ma purtroppo dovrà aspettare di tirare le cuoia a sua volta prima di
poter sfogare la sua rabbia. E non ha intenzione di farlo a breve.
-Sì, mi era stato accennato di questa
situazione… - mormora il preside, leggendo velocemente la lettera che Deku aveva scritto e indirizzato a lui. Ne ha scritte
cinque, a cinque persone diverse, cinque persone in qualche modo fondamentali
nel futuro di Ryu o che almeno meritano una
spiegazione. Katsuki non ha ancora avuto il coraggio
di leggere la propria.
Il preside appoggia la lettera sulla
scrivania, osservando Katsuki da sopra le lenti tonde
degli occhiali – quando era un po’ più giovane, gli aveva sempre ricordato un
po’ John Lennon. –A questo punto direi che è più logico farlo iniziare con
l’anno nuovo, visto che siamo a novembre.-
-Certo.-
annuisce.
-Spero non sarà un problema per te, dover
essere tu a stare con lui fino ad aprile… -
–Per quanto mi scocci ammetterlo, Deku l’ha affidato a me. Non ho alternative.-
Katsuki schiocca la lingua. –E poi non sono
propriamente da solo… -
L’uomo annuisce, comprensivo. –Meglio così.
Non che non mi fidi di te, ma potrebbe essere un compito troppo grande per una
persona sola. Sei ancora così giovane, Bakugou… -
E forse anche la persona meno adatta a
prendersi cura di un ragazzino, ma non ha avuto scelta.
Quando esce dallo studio del preside, Ryu non è più seduto sulla sedia vicino alla porta.
Katsuki sente il cuore salirgli
in gola. –Ryu?-
-Sono qui.-
mormora appena il ragazzino, attirando la sua attenzione. Ryu
si è spostato di qualche metro: sta osservando con gli occhi lucidi una foto
posta nella bacheca dei trofei vinti dagli alunni della scuola, risalente a
dieci anni prima e ritagliata da un articolo del giornale scolastico.
IL GRANDE VANTO DELLA NOSTRA SCUOLA: I MIGLIORI EROI DI SEMPRE.
Katsuki se la ricorda, quella
foto: Deku l’aveva letteralmente trascinato a quel
meeting, probabilmente usando anche il One For All per impedirgli di ribellarsi, esclamando che gli
avrebbe di sicuro sollevato il morale stare un po’ con altre persone. Ma era Deku, quello amato dalla folla, non lui, lui li ha sempre e
solo spaventati.
In quello scatto Katsuki
ha le braccia incrociate al petto e le labbra tirate in un ringhio incazzato,
lo sguardo rivolto di lato, mentre Deku sorride e
solleva le dita in segno di vittoria verso l’obbiettivo.
Posa una mano sulla testa di Ryu e gli scompiglia i capelli, mentre il ragazzino si
asciuga velocemente gli occhi.
-Sembra stia sorridendo proprio a noi… -
mormora, senza davvero guardare la foto per non piangere ancora.
-…già.- Katsuki riprende il casco. –Andiamo. Qui abbiamo finito.-
Deku sembrava stesse
sorridendo proprio a loro, è vero, ma Katsuki si è
sentito terribilmente giudicato da quello sguardo.
Stanno ancora mangiando il pranzo
preparato da Mina, quando suona il campanello.
-…zia Mina è già tornata?-
mormora Ryu, sollevando appena la testa per
incontrare gli occhi di Katsuki.
-No, è troppo presto.-
risponde, irrigidendo i muscoli e voltando lentamente la testa verso
l’ingresso. –E poi ha le chiavi.-
Si scambiano uno sguardo veloce, poi Katsuki, con un gesto della mano, gli indica la porta della
sua stanza. –Fila in camera tua e chiuditi dentro.-
Il citofono suona di nuovo.
-Sei sicuro?-
-Vai, veloce.- Katsuki si alza in piedi e Ryu,
in punta d’alluci, si allontana velocemente dal tavolo. I palmi di Katsuki iniziano a fumare, piccole esplosioni pronte a
scoppiare sulle punte delle dita, mentre si avvicina lentamente alla porta.
-Mamma mia, quanto pesano… !-
-Non capisco perché non hai voluto che li
portassi io, visto che pesano così tanto… -
Katsuki si rilassa, fermo in
mezzo al corridoio, voltandosi per dare un colpo leggero alla porta di Ryu. –Nessun pericolo, vieni fuo...-
Ryu è esattamente dietro di
lui e gli sta tirando l’orlo della maglia. Katsuki
aggrotta le sopracciglia e Ryu scuote le spalle, come
per dirgli di lasciar perdere. Poi Katsuki spalanca
la porta e i due nuovi arrivati sobbalzano per lo spavento.
-Faccia Tonda. RoboCop.- li saluta,
fulminandoli con lo sguardo. –A cosa devo la visita?-
-Me l’hai chiesto tu di portarti questi!- sbuffa Uraraka,
sollevando lo scatolone che ha tra le braccia. –Prego, comunque. È stato un piacere.-
-Non credevo me li avresti portati subito.- si giustifica lui, prendendo lo scatolone dalle
braccia della ragazza e facendosi da parte per farli entrare. –Sono tutti?-
Iida annuisce. –Tutti. Non
capisco a cosa ti possano servire, però… -
-Cazzi miei.-
sbotta, zittendolo immediatamente, mentre Ryu corre
ad abbracciare Faccia Tonda. Katsuki e Iida posano gli scatoloni sul tavolino davanti al divano e
vicino alla poltrona – sono veramente tanti, Katsuki
è impressionato.
-Cosa sono, Katsuki?- Ryu solleva il coperchio di una delle scatole, curioso, e
corruccia la fronte quando scopre il suo contenuto. -…quaderni?-
-Sono gli appunti di Deku.- ribatte, e Ryu sembra non capire: lo liquida con un cenno della mano,
gli spiegherà tutto quando saranno da soli. Poi si volta verso Uraraka. –Aspetta un attimo.-
Lei annuisce e attende: Katsuki torna verso la sua camera, prendendo la busta
arancione e tirando fuori due delle tre buste bianche sigillate ancora
all’interno. Gliele porge lentamente, quasi avesse paura della sua reazione.
-Le ha scritte Deku.
Erano nella busta arancione, insieme ai documenti di Ryu.- spiega, mentre Faccia
Tonda le prende delicatamente tra le mani. -Sono indirizzate a cinque persone diverse.-
Quelle due sono indirizzate a sua madre e
a lei.
Non comprende la strana luce negli occhi
della ragazza, quando lo guarda. Non ha bisogno, forse, che le dica che anche
lui ne ha ricevuta una. -Tu hai già letto la tua?-
Il suo silenzio vale più di mille parole,
perché Uraraka annuisce mestamente e si congeda,
seguita da un Iida stranamente silenzioso e rigido.
Ryu, seduto a gambe
incrociate per terra, continua a fissare i quaderni di Deku
con curiosità senza però osare toccarli.
Katsuki spera di trovare
qualcosa di utile, in quegli appunti.
D.P.P.: Deliri Post Partum
Vediamo se
indovinate chi è che ha tentato di mettere una vaschetta di lasagne nel forno
senza togliere la pellicola. Sono aperte le scommesse!
È iniziato
febbraio and here we are again, se tutto va per il verso giusto stasera arriva anche
il capitolo di Of Monsters and Men, dipende tutto da
quanto tempo passerò a casa di amici a giocare a Kingdom Hearts
III sperando di non piangere qualsiasi cosa perché sono tredici anni che aspettavo questo momento prima di
andare a vedere Dragon Trainer al cinema.
Voi restate
sintonizzati(?), ci rivedremo al più presto!
Maki