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Autore: Daerys the Drow    03/02/2019    0 recensioni
[Ctrl-Z](Winter Fairy è il prologo di questa storia, se ne consiglia la lettura per comprendere la situazione iniziale)
Nelle steppe a nord-ovest la vita scorre tranquilla per la giovane coppia e sembra non avere nuvole all'orizzonte... ma nulla è così facile come sembra, quando il destino decide di intrecciare i fili delle vite dei mortali e li conduce lungo una via oscura.
Un mistero inquietante che si svelerà essere una delle più antiche profezie del mondo: per i sei compagni la strada verso il pericolo è ormai l'unica certezza.
Genere: Comico, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Avventura

 

-Necromanzia…?- Dani tremò leggermente, guardando gli altri.

-È quello che temiamo. Abbiamo riportato il caso al nostro superiore e al centro religioso cittadino… sai che hanno detto? Di occuparcene noi! Dovremmo andare lì a scoprire da dove cazzo vengono! Noi due!-

Etan mise una mano sulla spalla di Hugo, cercando di calmarlo:-In realtà ci hanno consigliato di mettere insieme un gruppo…-

-Non ho bisogno di un gruppo di gente per fare il mio lavoro! Sono perfetto da solo!-

-Allora vai a investigare.- rispose tranquillamente Greyl. Il silenzio calò mentre tutti guardavano Hugo, che non sapeva come rispondere.

-Se sei bravo come dici, non dovresti aver problemi; altrimenti ammetti che hai bisogno di un aiuto- proseguì imperterrito il contadino misantropo. -E scegli in fretta. Devo andare prima che…-

Fu interrotto dalla porta che veniva scardinata da un calcio, seguito dallo svolazzare di boccoli rossi e schegge: -FRATELLONE! QUELLO CHE DICEVA IL VENDITORE DI MELONI ERA VERO! SEI TORNATO!-

La ragazzina che saltò al collo di Greyl sembrava una Riccioli d’Oro, se non fosse stato per il colore delle lunghe ciocche ben curate. Le braccine da adolescente erano allacciate saldamente al collo del fratello, senza dargli possibilità di fuggire, così il povero umano dovette sorbirsi anche l’arrivo di altri due imprevisti: i genitori.

-Greyl, bambino mio! Sapevo che prima o poi saresti tornato! Ti siamo mancati tanto, vero? Hai letto le nostre lettere?-

Una donna si avvicinò subito unendosi all’abbraccio della figlia, raggiunte da un uomo sulla cinquantina con gli stessi occhi di Greyl: -Figliolo, quanto tempo! Come si sta nelle steppe?-

L’espressione di disappunto di Greyl quasi trapelò da sotto la sua maschera di imperturbabilità, arrendendosi sotto il fuoco nemico di domande nell’attesa che la madre si accorgesse degli altri ospiti.

Non che dovesse attendere molto, ma quel poco per lui era già troppo.

Finalmente Lilian si rivolse agli altri presenti con un affascinante sorriso di scuse: -Accidenti, che maleducati che siamo stati! Siamo entrati di fretta e non vi abbiamo neanche salutato come si deve! Hugo, Etan, è bello vedervi qui; chi sono i vostri amici?-

-Si figuri, signora Greco, sappiamo che Greyl non si fa vedere in giro spesso. Loro sono Simon e Daniel, ci siamo conosciuti… poco fa.-

-Io sono Lilian, la madre di Greyl; lui è mio marito Scott e questa bellissima principessa è Eliantho, la nostra figlia più piccola e sorellina di Greyl! Piacere di conoscervi, ragazzi!-

-P-piacere mio, signora! È un onore conoscere la famiglia del mio… c-cioè, di Greyl!- Dani sentiva le ghiandole sudoripare lavorare come pazze, tremando per l’agitazione. Quelli erano i genitori del suo ragazzo! Cioè i suoi futuri suoceri! Cosa avrebbero pensato di lui? Cosa avevano pensato appena l’avevano visto? Come l’avrebbero trattato?

Ignaro dei complessi esistenziali del povero elfo, il mezzorco non era messo molto meglio: da quando aveva visto la giovinetta dai bei boccoli era come raggelato, sentendo qualcosa sciogliersi dentro di sé.

-P-piacere… felice di… fare la vostra conoscenza…-

Eliantho si staccò dal fratello per cercare di raggiungere Hugo in un abbraccio stritolatore, ma le sue effusioni furono brutalmente stroncate da Greyl che, finalmente libero, le tagliò la strada per raggiungere il gruppo.

-Avete fatto conoscenza, adesso possiamo andarcene.-

-Ma… Greyl, non restate neanche per cena? È da così tanto che non stai un po’ con noi…-

-Non posso, mamma.- si girò per guardare i suoi famigliari, con uno sguardo più serio che mai. -L’equilibrio universale ha bisogno di noi.-

 

-Però, Greyl! Che figata quella frase ad effetto che hai detto poco prima di trascinarci fuori da casa tua! Come ti è venuta in mente?- Etan conteneva a malapena l’entusiasmo mentre il gruppo usciva dalla città per dirigersi verso la foresta.

Il cammino sarebbe stato noioso, così Hugo decise di avvicinarsi a Dani per capire cosa ci fosse tra quell’elfo e il suo amico d’infanzia.

-Allora, come vi siete conosciuti?-

Il biondo sobbalzò leggermente, sorpreso. -Chi? Oh, i-io e Greyl? Ehm… m-mi ha salvato un paio di volte… era inverno e ero caduto in un fiume, nella steppa, lui mi ha recuperato, mi ha dato un posto in cui stare e io ho cercato di sdebitarmi aiutandolo come potevo.-

-E che rapporto c’è tra voi adesso?-

Hugo prese nota del rossore che invase immediatamente il volto dell’altro, che adesso non sapeva bene dove guardare e si era messo a torturare il cuoio della tracolla.

-N-noi? Niente di che! Siamo… conviventi! Sai, tipo sotto lo stesso tetto! E ci aiutiamo a vicenda! Ma non è niente di particolare! Assolutamente!-

-Io non ho insinuato niente…- Hugo fu interrotto da Greyl che chiamò l’elfo per fargli proseguire il cammino accanto a sé, spiegandogli qualcosa sulla foresta nei pressi della città in modo che sapesse cosa aspettarsi.

 

Hugo e Etan guidarono il gruppo verso il loro rifugio nella foresta e aprirono la ghiacciaia dove avevano conservato i primi cadaveri decapitati.

-Ma… non è possibile! Come hanno fatto?-

La ghiacciaia era vuota, a parte le fettine che i due ranger avevano lasciato come riserva, e dei corpi non si vedeva neanche l’ombra. Greyl soppesò la tavola in legno che doveva chiudere il vano di conservazione.

-Questo coperchio è pesante, non possono essere usciti da soli. Qualcuno è entrato nel vostro rifugio.-

-Quindi sanno cosa stiamo facendo.-

-Probabilmente. E chiunque sia, è anche probabile che abbia deciso di accelerare i tempi del suo piano, sapendo che qualcuno sta investigando.-

-Il che vuol dire che dobbiamo accelerare anche noi. Troviamo quel bastardo che sta facendo questo e fermiamolo.-

-Ma la foresta è grande…- interruppe Dani. -Come troviamo qualcuno se non sappiamo neanche chi è?-

Ci fu un attimo di silenzio mentre tutti ponderavano la situazione, alla fine Hugo alzò lo sguardo sui suoi compagni: -Ci serve un piano.-

 

-Preferivo il piano in cui spaccavo tutto.- grugnì il mezzorco mentre il gruppo avanzava nella vegetazione che si faceva sempre più fitta.

Daniel aveva sfruttato la sua percezione del male e dei non morti per individuare il probabile covo del necromante responsabile dei cadaveri decapitati che gironzolavano nella selva: si trattava di una grotta a nord-ovest, sul limitare della foresta, e gli avventurieri si erano incamminati attraverso la vegetazione sempre più fitta, stranamente senza incontrare non morti.

-Siamo stati lontani giusto due giorni e guarda in che stato si è ridotto questo posto…- Etan sembrava seriamente preoccupato mentre con la balestra cercava di falciare le foglie e i rami che impedivano il passaggio. -Sembra tutto così… ostile.-

-Se cerca di tenerci lontani, probabilmente siamo sulla strada giusta.-

Raggiunsero una radura miracolosamente libera di sterpaglie e si trovarono davanti un muro con al centro un’arcata.

-...perché un muro è tra gli alberi?- Skull fu il primo ad esprimere il dubbio dell’intero gruppo, ma né Hugo né Etan sapevano rispondere.

-Non ho mai trovato tracce di residenze umane come questa nella foresta.-

Greyl si avvicinò tranquillamente alla parete e la toccò con il bastone.

-Paljastaa.-(Rivela)

Da punto su cui era appoggiato il legno si dipanarono decine di fili luminosi lungo tutta la superficie, per poi svanire lentamente, lasciando visibili delle frasi.
-Se passeremo oltre questo muro, il nemico saprà con certezza dove ci troviamo.-

-E allora cosa aspettiamo?- il mezzorco non attese la risposta degli altri e oltrepassò la costruzione, costringendo i compagni a seguirlo, ma appena superata la soglia dell’arco, Dani sentì le forze abbandonargli le gambe e crollò in ginocchio.

Greyl gli fu subito accanto: -Dani, cosa ti succede?-

-L’aria… la foresta è pervasa da… un’aura di malvagità… è potente, Greyl.- l’elfo gli strinse la mano, guardandolo preoccupato.

-Ce la faremo.-

Lo aiutò ad alzarsi e proseguirono guardinghi: avevano tutti avvertito la presenza del male e adesso avanzavano con i nervi tesi, le mani sulle armi. Bastarono pochi passi perché si trovassero faccia a collo con alcuni dei cadaveri ambulanti.

Dagli alberi spuntarono quelli che dovevano essere stati dei cervi, che li caricarono cercando di travolgerli con gli zoccoli. Skull tagliò i legamenti delle ginocchia al primo con un colpo delle sue lame, Hugo reagì con una raffica di dardi, la cui metà mancò il bersaglio, Etan ruppe la sua balestra sul moncone della creatura e Dani sollevò il suo simbolo sacro, urlando a squarciagola: -TUHOTA!-(Distruggi)

I cadaveri animati vennero subito avvolti da fiamme argentate e in un paio di secondi divennero innocua polvere davanti agli occhi sbigottiti dei due ranger e del mezzorco. Greyl rimase impassibile come suo solito.

-Però, che potenza! Ottima idea portare un chierico per affrontare un necromante.-

-N-non è niente… ma Etan, la tua balestra…-

-Oh, non preoccuparti! Ne ho sempre quattro di scorta!-

-Muoviamoci.- Greyl ignorò l’atmosfera di sorpresa e proseguì come se non fosse accaduto nulla. Poteva apparire imperturbabile, ma a Dani sembrò che fosse nervoso.

Il gruppo continuò a camminare in silenzio, distruggendo gli altri non morti che incrociarono.

Arrivarono alla grotta e Dani dovette prendere un respiro profondo per impedirsi di urlare: qualunque cosa stesse succedendo nelle viscere di quel luogo rendeva l’aria così pregna di malvagità che gli faceva girare la testa, ma sugli altri non sembrava avere lo stesso effetto. Sostenne l’ennesima occhiata di Greyl per convincerlo che potesse farcela e finalmente entrarono nell’oscurità.

I cunicoli si diramavano in numerosi condotti che proseguivano nella loro discesa verso il buio, aprendosi in inaspettati atri e avvolgendosi l’uno sull’altro con svolte improvvise, ma i ranger conoscevano la strada e guidavano il gruppo.

Arrivarono infine alla cava principale, con stalattiti, stalagmiti e colonne che scintillavano in maniera sinistra sotto i bulbi di luce che avevano evocato.

-Questo è il punto più profondo di tutta la grotta, da qui si può solo tornare in superficie.-

Le parole di Hugo vennero interrotte dal suono di cose che si avvicinavano. Molte cose. Di diverse dimensioni.

Dall'ombra delle formazioni calcaree apparvero tassi, serpenti, volpi, cervi, lupi, cinghiali, orsi. Tutti gli animali che non avevano incontrato prima dovevano essersi radunati lì, ma al contrario delle creature in superficie, queste avevano ancora la testa. Tuttavia, gli occhi opachi, qualche osso che spuntava, segni di decomposizione e cose simili a cuciture sui colli fecero capire subito che anche questi non erano altro che cadaveri redivivi.

-Dani, distruggili!-

L'elfo urlò la parola di comando, con l'unico effetto di far tremare la volta sopra di loro per via della vibrazioni.

-N-non ha funzionato… il necromante ha un controllo più forte su questi esemplari.-

-Allora faremo in un altro modo.- Greyl tese avanti a sé il bastone proprio mentre delle creature si lanciavano contro di lui ed evocò dei fulmini. Gli animali, carbonizzati, caddero a terra senza più vita.

Il combattimento esplose e animali non morti cadevano uno dopo l'altro, falciati, mutilati o bruciati. Skull fornì un ottimo esempio su come disarticolare efficacemente diversi tipi di giunture e sminuzzare alla perfezione della carne mezza putrefatta; Etan prendeva a balestrate qualsiasi cosa gli capitasse a tiro, anche Hugo, facendogli sbagliare ancora più tiri della norma; Dani si diede da fare con quanti più incantesimi potesse lanciare, mentre Greyl sembrava aver deciso di non fare uso del proprio potere

Alla fine solo i cinque avventurieri rimasero in piedi, al centro di quel massacro di cadaveri.

Il suono di applausi riecheggiò tra le stalattiti, attirando l'attenzione dei ragazzi.

In fondo alla caverna, su una sorta di podio naturale, si ergeva un uomo calvo con un mantello nero da cui spuntavano solo le mani grinzose e con le vene nere

-I miei complimenti, avventurieri, siete riusciti a sopravvivere fino ad ora. Peccato che sia stato tutto inutile.-

-Tu sei il necromante che ha fatto tutto questo, vero?- urlò rabbiosamente Dani. -Sei stato tu a violare i figli della natura e a dissacrare i loro corpi! Pagherai per l'operato della tua empia magia, mostro!-

La risata del necromante fece gelare il sangue ai componenti del gruppo:-Che parole coraggiose, piccolo chierico di Elhonna! Coraggiose… e stupide. Il regno della tua dea è lontano da qui e tu non hai la forza per sconfiggermi!-

-Il regno di Elhonna è ovunque siano flora e fauna!-

-E dimmi, quanti pini riesci a contare qui sotto, figlio dei fiori?-

Dani percepì una nuova ondata di puro male investirlo e cadde sulle ginocchia, annaspando. Quel maledetto aveva ragione: lui non aveva potere lì. Non c'era speranza…

-E cosa ti fa credere che non ti sconfiggeremo?- gli urlò contro Hugo, preparando la sua balestra.

-Tanto per cominciare, un gruppetto di pivelli come voi non è assolutamente niente in confronto al mio potere. Il vostro chierico si è arreso, due di voi non sanno combattere a distanza, avete un umano che combatte con un rametto di frassino e tu non riesci a colpire un bersaglio fermo.-

Hugo divenne rosso: -Lo vedremo!-

Cercò di scagliare il dardo, ma la balestra fece un deludente “clack” e il proiettile rimase lì.

-Hugo, non hai tolto la sicura.- gli fece notare Etan.

-Cazzo!-

-E soprattutto- proseguì il necromante, un filino irritato per essere stato interrotto. -Non potete nulla contro… un demone!-

Il pelato sollevò la mano tenendo qualcosa di luccicante che somigliava a una banana squadrata rosa e aprì la bocca per iniziare una qualche formula di evocazione, ma il momento successivo una palla di fuoco lo investì.

Il necromante urlò per la sorpresa e lasciò l'oggetto che aveva in mano, agitandosi per combattere le fiamme, ma nel farlo mise un piede oltre il bordo della roccia, cadde e finì impalato su una stalagmite lì sotto.

   
 
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