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Autore: 33NaLu33    03/02/2019    10 recensioni
Questo è in assoluto l'ultima occasione per Natsu, se verrà espulso anche questa volta saranno guai, dei guai veramente grossi, ma il problema è proprio questo per il ragazzo, lui e i guai sono letteralmente una cosa sola.
Suo fratello l'ha messo in guarda: non deve aiutare nessuno, eppure quando un improbabile bionda finirà sul suo cammino i disastri si susseguiranno uno dopo l'altro.
-*-
-No- sbotta esasperata. –Devi aiutarmi a trovargli una ragazza-
Sollevando le sopracciglia la guardo allibito: -Vuoi che faccia Cupido? – le chiedo scettico –dico, mi hai visto? –
[...]
-Come si chiama tuo fratello? – le domando alla fine.
–Si chiama Gray, Gray Fullbuster-
[AU] [scolastica con un pizzico di fantasy] [Nalu, Gale, Gerza, Gruvia e tante altre]
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajeel/Levy, Gerard, Gerard/Erza, Gray/Juvia, Mavis, Natsu, Natsu/Lucy, Zeref, Zeref/Mavis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Rivale in amore!
 
 
 
 


Seguire, per non dire stalkerare, Gray Fullbuster per l’esattezza di due giorni scolastici, bhe, non mi ha portato da nessunissima parte: decisamente non ad approcciarlo, non a trovargli una ragazza, ne tantomeno a ritrovare Lucy.
Possibile che la terra si sia aperta e l’abbia risucchiata via con se quella ragazza? penso scarabocchiando l’ennesimo disegnino. Quest’ultimo ritrae un drago stilizzato all’angolo di quello che dovrebbe essere il mio: “quaderno degli appunti” generosamente tiratomi in faccia il giorno prima da Zeref.
 
Alzando lo sguardo noto numeri su numeri di equazioni matematiche mai studiate in vita mia, e devo ammettere che anche da solo a volte mi chiedo seriamente come ci sono effettivamente arrivato in quarto superiore.
È l’ultima ora penso facendomi coraggio, altri… guardo l’orologio alla parete mentre stancamente appoggio la testa sul palmo della mano venticinque minuti e sarò fuori da qui.
 
Sospirando sposto la mia attenzione fuori dalla finestra lanciando distrattamente un’occhiata al cortile in cui una bionda con una minigonna sta facendo una ruota, per poi riportare lo sguardo sul foglio che sto martoriando di disegni.
-Lucy! – urlo alzandomi in piedi tornando a guardare fuori, rendendomi conto che: uno, quella fuori è Lucy e, due, tutti i presenti si sono voltati verso di me.
-Come scusa? – chiede Gray che coi suoi occhi di ghiaccio mi fissa. Accidenti medito, a rigor di logica io sua sorella non dovrei minimamente conoscerla, figurarsi gridare il suo nome nel bel mezzo della lezione.
-Luce- mi correggo subito –c’è una bellissima luce oggi non trovi? – affermo sfoderando il più finto sorriso nel mio repertorio.
Lanciando un’occhiata di sfuggita al suo compagno di banco capellone e tutto piercing, Gray torna a guardarmi storto.
-E questa: “bellissima luce” le da il diritto di interrompere la mia lezione signor Dragneel? – domanda questa volta il professore tra l’irritato e in sarcastico.
-Nope- affermo facendo il giro del banco alternando lo sguardo tra Gray, il prof e Lucy che nel frattempo è ancora fuori –ha perfettamente ragione, ma devo veramente andare in bagno-
-Si può sapere questo cosa c’entra? –
-Assolutamente niente- dico continuando a sorridere –posso andare? – insisto.
-Siamo nel bel mezzo della lezione- mi fa notare.
-È una questione di una vitale, vitale importanza-
-Non può aspettare? –
-Incontinenza- affermo iniziando a fare avanti e indietro per il nervoso. Se entro dieci secondi non sono fuori di qui giuro che mi butto fuori dalla finestra.
-Non ti sembra di essere un po’ giovane per avere problemi alla prostata? –
-Lo riferirò sicuramente al mio medico- insisto senza demordere e senza smetterla di muovermi.
-Vai- dice alla fine, ma non ha nemmeno il tempo di finire per bene la parola che io mi sono già precipitato in corridoio e poi giù per le scale.
 
Facendo i gradini a due a due scendo le due paia di rampe che mi separano dal piano terra. Senza minimamente fermarmi supero l’atrio principale ed esco dalla scuola dirigendomi a passo di marcia verso il cortile, lì dove le finestre della mia classe si affacciano.
 
-Finalmente ti ho trovato- affermo vittorioso avvicinandomi a Lucy. Sorpresa dalla mia improvvisa apparizione perde l’equilibri nel bel mezzo della giravolta finendo culo a terra sul prato verde. –E non pensarci proprio di sparire, noi due dobbiamo parlare- concludo puntandole un dito contro.
-Natsu- squittisce non aspettandosi di vedermi, evidentemente in ansia per la mia reazione, e lo so che non dovrei essere così brusco, ma dopo averla cercata per due giorni ora deve solo starsi ferma ed ascoltarmi. –Speravo che fossi passato…-
-Passato oltre? – la interrompo concludendo la frase mentre la guardo rialzarsi e spolverarsi i vestiti che ovviamente non possono sporcarsi. –Non posso passare oltre perché di base non sono morto- affermo per l’ennesima volta sperando di riuscire a convincerla. Provo a fare un passo in avanti, ma nel momento in cui noto che lei ne fa uno indietro smetto subito di avanzare.
-Senti, lo so che sei sconvolto e molto probabilmente non ci credi ancora, anche io non ci credevo all’inizio e…-
-Oh Gesù- esclamo esasperato passandomi le mani tra i capelli. –Devo scrivermi sulla fronte “sono vivo” per fartelo capire una buona volta? –
-E che molto probabilmente mi odierai quando te ne sarai finalmente reso conto- continua imperterrita –ma mi dispiace così tanto, devi credermi. Ti sarei venuta a cercare dopo averti lasciato un po’ di tempo per capire-
-E mi lasciavi tempo per capire sparendo per due giorni e poi riapparendo sotto la finestra della mia classe facendo la ruota? –
-Ehi- si difende –fare la ruota mi distende i nervi –
A me sinceramente farebbe venire solo un gran bel mal di testa ma chi sono io per giudicare? penso.
-E poi che ne potevo sapere io che tu avresti comunque continuato a presentarti alle lezioni- continua incrociando le braccia al petto.
-Non che abbia molta…-
 
-Rivale in amore- afferma una voce alle mie spalle. Sorpreso mi volto. Quando accidenti è arrivata? medito. Dietro di me una ragazza, molto probabilmente della mia stessa età, con dei lunghi capelli blu, come quelli del mio professore di matematica, e occhi azzurri, vestita interamente… di blu mi fissa con astio.
-E tu chi sei? - chiedo sorpreso –il cosplay del grande puffo? –
-Juvia non è il cosplay di nessuno e tu…- dice indicandomi -Sei un rivale in amore- ripete guardandomi con occhi furenti –cosa vuoi dal mio Gray-sama? -
Rivale in amore?
Il suo Gray…sama?
Ma. Che. Cazzo?
 
Lancio un’occhiata di traverso a Lucy nella vana speranza che mi dica chi è Puffetta in versione integrale invece noto che se ne sta semplicemente a bocca aperta a fissarmi.
-Aspetta. Lei ti vede! - esclama affermando l’ovvio. Di scatto mi posa una mano sul braccio, che ovviamente mi passa attraverso, avendo il solo risultato di mandarmi un brivido freddo lungo la schiena.
-Ma non mi dire- boffonchio tra me e me.
 
-Juvia ha capito tutto! – dice invece convinta di se stessa la ragazza in blu e azzurro attirando di nuovo la nostra attenzione.
-Juvia ha capito cosa? – chiedo facendole il verso. Il massimo che può aver capito è che sono un pazzo squilibrato che parla da solo.
-Che il rivale in amore ama Gray-sama! -
-Cosa? – domando sconvolto: che cosa si è drogata per arrivare a trarre questa conclusione?
-Questo è… Boy love- afferma mettendosi le mani davanti alla bocca.
-Tu … -dico sconvolto -tu ti leggi troppi yaoi –
-E tu ti guardi troppi hentai! – esclama di rimando.
 
-Non ho mai visto un hentai in vita mia, e per di più non ci ho mai neanche parlato con il tuo “Gray-sama” - provo a difendermi.
-Juvia ti ha visto che lo pedinavi-
-E fammi indovinare, mi hai visto che lo pedinavo mentre lo pedinavi a tua volta -
-Pedinavi mio fratello? – chiede Lucy.
-Non provi neanche a negarlo- esclama nello stesso momento Puffetta.
 
Non so cosa sia peggio: rispondere al fantasma o smentire la pazza. In ogni caso mio fratello ha ragione: solo io riesco a finire tra incudine e martello senza ricordarmi come mi ci sono infilato in mezzo.
 
-Non posso crederci- affermo sospirando sconsolato.
-Juvia non permetterà al rivale in amore di portarle via il suo Gray-sama- dice la ragazza ponendosi con aria battagliera davanti a me.
-Caso mai vuoi dire: “salvarlo Gray-sama” da una pazza sciroccata come te-
-Juvia non è pazza-
-Juvia parla di se stessa in terza persona – sottolineo.
-Io la trovo adorabile- afferma Lucy beccandosi una mia occhiataccia, mentre imperterrita continua a attraversare il mio braccio con la sua mano ancora e ancora come per rassicurarsi del fatto che non può toccarmi.
-Il rivale in amore invece è strano- dice Juvia indicandomi.
-Beh sempre meglio strano che pazzo-
-Chissà cosa penserà il mio Gray una volta saputa la verità- esclama passandosi le mani sulle guance.
 
-Pensa che siete tutti e due da ricovero- afferma l’interpellato.
Cosa?
Alzando lo sguardo noto che Gray, che insieme a Capelli Fluenti Gajeel, al prof e a tutto il resto della nostra classe ci sta fissando e si stanno per giunta godendo la scena dalle finestre del secondo piano.
Nel momento esatto in cui però incrocio lo sguardo del professore di matematica so che sono fregato alla grandissima.
-Signor Dragneel- esordisce -signorina Lockser avete perso la strada per il bagno? –
-Magari volevano dare un’annaffiatina alle piante del cortile- sghignazza Gajeel facendo ridere tutti. 
-In presidenza- dice il prof senza nemmeno lasciarci il tempo di spiegare. Non che ci sia scusa che regga penso prima di dirigermi per l’ennesima volta, seguito da Juvia, verso punizione certa.
 
 
Dieci minuti dopo siamo davanti a Mavis, che spostando lo sguardo tra me e Puffetta, ci scruta aspettandosi molto probabilmente una spiegazione, mentre dietro di lei, Lucy saltella felice per il semplice fatto che non sono stato espulso ma soprattutto perché sono ancora vivo. Che dire medito riesce decisamente a trovare il lato positivo della situazione
-Potrebbe non chiamare mio fratello, per favore? – chiedo invece a Mavis speranzoso –l’ultima cosa che voglio fare è morire per mano sua. Cioè – mi correggo –non che lui mi ucciderebbe veramente, non è uno violento ma…-
-Ti stai scavando la fossa da solo- puntualizza Lucy voltandosi verso di me.
-Non ce ne sarà bisogno- dice invece la preside dandomi speranza –sarete troppo impegnati a stare in punizione perché tu possa anche solo vederlo-
Non che sperassi di essere graziato, ma ehi, pensarlo non nuoce di sicuro.
 
-Deve sapere che Juvia è mortificata di questo comportamento- afferma tutto d’un tratto, parlando per la prima volta la Ragazza in Blu, che seduta accanto a me, sta giocherellando con l’orlo della sua maglietta.
In effetto penso distraendomi ho dato più soprannomi a lei che conosco da meno di un’ora che a mio fratello che conosco da tutta una vita… o quasi.
-Lo so Juvia- dice Mavis riottenendo la mia attenzione –sei una brava allieva ma ciò non toglie che verrai punita esattamente come Natsu- 
-Juvia capisce- risponde abbassando la testa.
-Bene- concorda Mavis –come punizione dovrete sistemerete e pulirete tutte le classi del secondo piano, e mi raccomando, non voglio più venire a sapere che siete usciti dalla vostra classe durante la lezione per andare in giro per l’istituto- conclude congedandoci.
Silenziosamente ci alziamo in piedi dirigendoci verso l’uscita.
-Ah, Natsu- mi richiama la preside.
-Si? - chiedo voltandomi mentre guardo Juvia andare via.
-Mi raccomando per domani-
-Certo- esclamo –non si preoccupi, sarò puntualissimo- affermo uscendo a mia volta e chiudendomi la porta alle spalle.
 
-Cosa fai domani? – chiede Lucy apparendomi dal nulla davanti.
-Fammi capire, è così difficile attraversare il muro o la porta? –
Facendo spallucce ignora la mia domanda: -allora? – insiste.
Scuotendo la testa mi incammino, nella scuola ormai deserta a causa della fine delle lezioni, verso il secondo piano.
-La preside come punizione per la rissa mi ha imposto di fare i provini per entrare nella squadra di basket, che si terranno domani pomeriggio-
-Io facevo parte delle cheerleader- esclama sorridendo –e Gray è stato per tre anni di fila nella squadra, molto probabilmente lo vedrai domani- conclude allegra.
Questo spiega molte cose penso ricordando invece le capriole e giravolte che faceva nel cortile.
-Senti- dice però fermandosi di botto sulle scale e facendo sparire il sorriso sulle labbra. –Mi dispiace tantissimo- afferma per l’ennesima volta –ero…-
-Tranquilla- la interrompo sinceramente, si è scusata così tante volte che l’ho capito che le dispiace. Per di più non è stata tutta colpa sua, anche io potevo gestire le cose diversamente, potevo evitare di iniziare una rissa.
-Lasciami finire- dice riportando lo sguardo su di me –Ero così felice di poter finalmente parlare con qualcuno che ti ho praticamente costretto ad aiutarmi, quando tu sin dall’inizio sapevi che sarebbe andata male. Sono stata un ipocrita a non darti retta e mi dispiace tantissimo. Sappi solo che non voglio più il tuo aiuto, sei libero dal nostro accordo-
-Rifiuto l’offerta- dico semplicemente voltandomi e tornando a salire le scale.
-Cosa? – chiede sorpresa seguendomi –la mia non era una domanda-
-Invece guarda caso la mia è un’affermazione-
-Ma…-
-Non ho passato gli ultimi due giorni a pedinare tuo fratello perché sono un “rivale in amore” o come cavolo dice Juvia-
-E questo cosa c’entra? –
-Stavo cercando te. Ti ho fatto una promessa e io mantengo sempre le mie promesse. E per di più- affermo prima che lei possa interrompermi –nessuno mi costringe a fare qualcosa che non voglio fare, fidati su questo. Noi possiamo farcela. Questo era solo un piccolo incidente di percorso, diciamo così, poi se dici che tuo fratello farà quasi sicuramente parte della squadra di basket se ne entro a far parte anch’io avrò finalmente una scusa per approcciarlo- concludo contento della mia perfetta deduzione. Infondo la soluzione a un problema non mi si è mai presentata più facile come invece sta succedendo questa volta.
Voltando lo sguardo noto che Lucy è tornata a sorridere di un sorriso contagioso come pochi.
-Noi possiamo farcela! – ripete.
 
 
Arrivato al piano invece trovo tutto l’occorrente; tra scope, stracci e bustoni neri della spazzatura, appoggiato contro la parete. Molto probabilmente lasciati lì da Juvia per non dover fare avanti e indietro fino allo sgabuzzino del bidello.
-Natsu? - mi richiama Lucy.
-si? – chiedo voltandomi a guardarla.
-Come hai fatto a toccarmi? perché è successo ne sono sicura, non me lo sono sognata-
Non che lei possa dormire comunque penso.
Afferrando una scopa e capovolgendola me la appoggio contro la spalla iniziando ad andare verso la classe più vicina.
-È una lunga storia fidati- dico evasivo scacciando via i brutti ricordi -chissà prima o poi forse te la racconto, sappi solo che se per caso ci saranno momenti in cui potrai toccarmi, non andare nel panico. Non sarò morto- concludo, e so che vorrebbe farmi altre domande, ma senza lasciargliene il tempo varco la soglia dell’aula.
 
Solo dopo essere entrato noto però Juvia con aria triste e un panno bagnato in mano che pulisce il gesso dalla lavagna.
 
-Mi dispiace - affermo d’istinto beccandomi un’occhiata interrogativa da entrambe le ragazze –di solito non sono abituato a trascinare nei miei casini persone che non c’entrano niente- mi affretto a spiegare –ma poi come facevi a sapere che ero uscito? –
-Juvia e il rivale in amore vanno in classe insieme- risponde la ragazza con un’alzata di spalle.
-Davvero? -
-Si-
-Non ti ho mai vista- affermo sinceramente.
-A Juvia piace stare nell’ombra, non è molto appariscente-
Lanciando un’occhiata a Lucy capisco che anche per lei è difficile crederci, difficile ma vero. Oltre al fatto di essere tutta blu dalla testa ai piedi colore di pelle escluso è veramente una bella ragazza, eppure in tre giorni di scuola non ho mai fatto caso a lei nemmeno una volta.
-Ma non ha importanza- dice sconsolata –chissà cosa pensa adesso di me Gray-
-Hai una cotta per lui? – chiede Lucy –è per questo che stai dando a Natsu del rivale in amore? Perché Natsu si sta avvicinando a lui? –
Ovviamente Juvia non può sentirla.
-È per questo che mi dai del rivale in amore? –domando a mia volta- Perché l’ho seguito per due giorni e tu hai una cotta per lui? -
-Juvia non ha una cotta- risponde offesa –Juvia ama Gray-
Ed è una risposta che non lascia spiazzato solo me, ma anche Lucy, che a giudicare dall’espressione della sua faccia non ne aveva assolutamente idea.
-Perché? – chiede.
-Perché? – ripeto a mia volta, e sinceramente sono veramente curioso di saperlo anche io.
-Gray ha salvato Juvia, ma Juvia non lo ama sono per questo. Gray è un bravo ragazzo che le ha mostrato la strada. Lui ha creduto in me- afferma usando per la prima volta la prima persona –quando nessun altro lo ha mai fatto. E Juvia non permetterà a nessuno di portarglielo via, combatterà per Gray e per il suo amore- conclude solenne, lanciandomi uno sguardo di aperta sfida che mi lascia sorpreso. Nessuno mai, dopo aver saputo che sono uno che dalle risse esce vincitore mi ha mai sfidato in questo modo, tanto meno una ragazza. Che poi non picchierei mai una donna penso ma questo loro non lo sanno.  
 
-Voglio aiutarla- dice d’un tratto Lucy facendomi voltare verso di lei.
-Cosa? – chiedo attirando l’attenzione dell’altra ragazza.
-Come hai detto non posso impossessarmi di Erza o Lisanna o Mira o di chiunque altra ed organizzarle un appuntamento o a costringerla ad andarci. All’inizio penavo che fosse un’idea geniale ma hai visto com’è andata a finire. Lei invece lo ama e sono sicura che sarebbe disposta a provarci. Vuole combattere per lui e anche se la conosco quanto te non mi sembra cattiva, ed è strano lo ammetto ma dobbiamo solo darle una possibilità, alla fine sarà pur sempre Gray a scegliere se vuole stare con lei o no-
Spostando lo sguardo da Lucy a Juvia penso che in effetti la bionda non ha tutti i torti.
-Bene – decido alla fine –ti aiuterò grande puffo-
-Cosa? – chiede Juvia interdetta –perché il rivale in amore dovrebbe aiutare? – domanda guardinga.
-Perché non sono un tuo rivale, perché ho una missione da compiere e perché ho un asso nella manica- dico guardando Lucy. Se c’è qualcuno che conosce Gray di sicuro questa è lei. –Allora? vuoi conquistare Gray o no? – la incalzo.
-Si- afferma decisa guardandomi a lungo, evidentemente indecisa se fidarsi oppure no –ma sei strano- esclama alla fine.
-Lo so- dico sorridendo – me lo dicono sempre tutti-
 
Ebbe così inizio: “l’operazione Juvia!”
 
 
 
 


Nel prossimo capitolo:
-Ah Juvia? - la richiamo per l’ennesima volta guardando tutti i ragazzi e le ragazze raggruppati in palestra.
-Si? –
-Come si gioca a basket? -

 
 
   
 
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