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Autore: LadyBlack3    03/02/2019    0 recensioni
E se un Dio della distruzione di nostra conoscenza si innamorasse? Cosa accadrebbe?
E se avesse una bambina?
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Kita dovrà fare i conti con un potente nemico che vuole ucciderla per arrivare ai suoi malvagi scopi.
Lei e i guerrieri Z uniranno le forze per sconfiggere lui e il suo alleato, il Daishinkan in persona.
Riuscirà la piccola Distruttrice a contrastarli?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Champa, Hit, Lord Bills, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kita era in trepidante attesa da ormai troppe ore. L’euforia e allo stesso tempo la paura di diventare sorella maggiore le fece passare l’appetito, e mentre guardava impaziente quella porta a braccia conserte e seduta su una scomoda sedia, da dietro si sentì toccare la spalla. Accanto a Kita c’era suo zio che come lei teneva fisso lo sguardo davanti alla sala dove sua cognata doveva partorire il suo secondo figlio.
Non era sicuro di sapere cosa provasse in quegl’istanti; non aveva mai vissuto un’esperienza del genere. Nemmeno con Kita perché Champa stupidamente gli aveva tenuto nascosto il fatto di essere diventato padre e lui di conseguenza zio, quindi non ebbe la possibilità di essere presente alla nascita della sua nipotina. Il cuore di entrambi batteva nel petto a ritmo incessante e continuo.
Kita gli dedicò un leggero sorriso e lo abbracciò.
-Come ti senti?- chiese dolcemente, sciogliendo l’abbraccio.
-Nervosa…- rispose sincera la castana.
-Anche io se devo dirti la verità- confessò Lord Beerus in tono pacato.
In risposta, la mezza Dea si voltò divertita.
-E’ perché, non hai mai visto un bambino nascere?-
Beerus arrossì di colpo: -Non è questo il motivo…- sospirò fino a quando gli occhi pece di lui non incontrarono gli smeraldi curiosi di lei –è la prima volta che assisto alla nascita di un mio nipote-
Il sorriso di Kita sfumò e il suo volto s’incupì all’improvviso in un vortice di tristezza. Guardò dispiaciuta il Dio della distruzione che cercava di evitare il suo sguardo, ma la Dea sapeva quanto fosse dura ancora per Beerus digerire il torto subìto dal fratello.
-Sai una cosa, zio Beerus? Io sarei stata felice di conoscerti prima. Papà è stato uno stupido, mi ha privato di una delle cose più belle della mia vita!-
A quelle parole il felino ebbe un sussulto e avvampò non appena gli si buttò a capofitto e lo strinse tra le sue braccia.
-Dì che sono la tua preferita, zietto!-
-Non saprei, per ora sei solo tu che disturbi i miei pisolini…- fece sarcastico il Dio.
-Ahahahahahah! Attento che forse ce ne sarà un altro!- scoppiò a ridere Kita.
-Spero proprio di no…- sbuffò ironico l’altro -secondo te sarà maschio o femmina?- le chiese per cambiare argomento. Infatti Champa e Yurin avevano deciso di non fare il test per scoprire il sesso del bambino in modo che fosse stata una sorpresa per tutti.
-Non lo so, ma preferisco sia femmina- rispose decisa la nipotina.
-Perché “preferisci”?-
-Perché i maschi sono stupidi- disse Kita guadagnandosi un’occhiata finta offesa da Beerus.
-Questa è bella, quindi mi ritieni stupido?-
La castana subito rimediò: -no no! Ehm… tu, papà e Whis vi salvate ahahahah!-
-Così va meglio- rise il Dio.
-Beh… forse non è importante se sarà maschietto o femminuccia- continuò Kita mentre Beerus la guardò perplesso.
-Lui o lei mi ha aiutato con Gram sai, quando ero svenuta… mi ha prestato la sua energia spirituale di sua spontanea volontà nonostante avesse pochi giorni di vita-
Il Dio accennò a un sorriso dopo aver intravisto un luccichio negli smeraldi della bambina, una luce di gratitudine e amore verso quell’esserino dal sesso sconosciuto che presto sarebbe venuto al mondo.
-Quindi mi sono ripromessa che anche io lo farò… proteggerò mio fratello o mia sorella ad ogni costo, anche se dovessi scontrarmi con il più forte degli universi- terminò con sospiro la Dea, dedicando un ultimo abbraccio a Lord Beerus che provò solo ammirazione per le sue parole.
Kita stava crescendo a vista d’occhio, e a parer suo troppo velocemente, voleva godersi la sua infanzia il più possibile ma era consapevole del fatto che il tempo vola nei momenti più belli.
Forse la nascita del nuovo bebè era ciò che gli serviva.
-Ti dispiace se ti lascio solo? Whis non lo vedo bene con Bra, Pan e gli altri- chiese indicandogli divertita il povero Angelo accerchiato dai ragazzini.
Quando Kita raggiunse gli amici, Whis si trovava in mezzo ai ragazzi che non la smettevano di discutere su chi doveva essere il primo a vedere il nuovo arrivato.
-Guardate che non è una gara- sottolineò con stupore la Dea mentre lanciava un’occhiata compassionevole all’Angelo.
-Ma io voglio scoprire se è maschio o femmina!- protestò Pan facendo il broncio.
-Lo scopriremo tutti a prescindere eh ahahahahah!-
Whis sbatté le braccia lungo i fianchi esasperato e bofonchiando tra sé e sé: -perché non sono voluto andare con Vados a fare compagnia a Yurin?-
-Cavoli, come sono emozionata! La famiglia piano piano si sta allargando!- fece la mezza saiyan ad occhi sognanti e rivolti alla castana.
-Già, è vero. Secondo me questa nascita ci voleva, dopo tutto quello che è successo solo pochi mesi fa…- rifletté Trunks per poi incrociare lo sguardo di Kita che lo ricambiò con un’alzata di smeraldi al cielo. Eppure glielo aveva detto mille volte di non accennare a quel maledetto discorso.
-Sai che mamma ha già fatto il corredo completo per il bambino?- intervenne d’un tratto Goten attirando l’attenzione della bambina.
-Wow, davvero? Ma se non sappiamo il sesso del bambino di che colore lo ha fatto?- chiese, sinceramente incuriosita.
Il secondogenito di Goku sorrise altezzoso: -gliel’ho suggerito io il colore perché so esattamente di che sesso sarà-
Gli altri rimasero allibiti.
-Sei scemo o cosa? E se non avessi ragione? La nonna avrebbe lavorato per nulla!- disse Pan allo zio in tono di rimprovero.
-Io ho sempre ragione, nipotina!- ribatté il moro sempre sorridente.
Kita scosse la testa, senza parole.
-Solo tu puoi fare certe cose…-
-Sempre il solito ahahah!- rise il lillà dandogli una pacca sulla spalla.
All’improvviso si sentì la porta della sala d’attesa spalancarsi di botto per far entrare un Goku alquanto provato da una corsa estenuante.
-Eccomi eccomi! È già nato, sono in ritardo??- chiese a raffica il saiyan senza dare il tempo agli interlocutori di dargli una risposta.
-Goku!- esclamò festosa Kita appena lo vide –finalmente, ti stavo aspettando!-
-S-Sì ma… il bimbo è nato?!- domandò agitato l’uomo.
-Certo che no! Siamo ancora tutti qui, non vedi? Lì c’è Whis e laggiù sulla panca c’è zio Beerus- spiegò la castana per poi vedere Goku tirare un sospiro di sollievo.
-Menomale, pensavo di essere in ritardo come al solito…-
-Mamma non era con te?- fece Goten accorgendosi dell’assenza di Chichi.
-No, io vengo direttamente dall’allenamento con Ub, lei dovrebbe arrivare insieme a Bulma e Vegeta, o almeno così mi è parso di capire…-
-A proposito Goku!- Kita prese la sua mano e lo trascinò poco distante dai ragazzini per parlare da sola col saiyan –mi parli di questo Ub? Com’è, è forte?-
Goku percepì dal luccichio dei suoi occhi la voglia di saperne di più su quel personaggio che lei non aveva ancora avuto il piacere di incontrare.
-Puoi scommetterci che è forte!- disse allegro il saiyan ricevendo un sorriso euforico da parte della Dea.
-Forte quanto il super saiyan Blue??-
-Ehm non esageriamo… non è ancora a quei livelli!- rispose Goku.
A quel punto Kita aggrottò le sopracciglia e incrociò le braccia: -mi avevi promesso un combattimento con lui.-
-E lo avrai, stai tranquilla- alzò le mani il moro in tono scherzoso.
-Sono proprio curiosa… da come ne parli sembra un tipo interessante- cambiò umore la Dea nel giro di pochi attimi, sentendo dentro di sé una irrefrenabile voglia di conoscere la reincarnazione di Majin Boo. Se il saiyan lo riteneva abbastanza in gamba da sostituirlo eventualmente per proteggere la Terra, allora valeva la pena confrontarsi con lui, pensò.
Il rumore di una porta spalancata li destò da ciò che stavano facendo.
Sulla soglia apparvero Vegeta (non esattamente contento di essere lì), Chichi che aveva in mano il regalo per Yurin e il futuro bebè, Gariel e Bulma, la quale teneva tra le mani uno scatolone pieno di bandierine.
-Buongiorno!- li salutò euforica la turchina mentre riceveva un’occhiata di stizza dal marito, occupato a raggiungere il muro ed appoggiarvisi con aria disinteressata.
-Ciao a tutti!- ricambiò Goku, sorridente –di buon mattino oggi, eh?- chiese retorico poi.
-A chi lo dici Goku, non vedo l’ora che nasca questo bambino. Ci voleva proprio una ventata di aria fresca!- esclamò la scienziata posando a terra la scatola.
Gariel, che parve piuttosto di fretta, ebbe giusto il tempo di salutare affettuosamente la nipotina che si precipitò da Yurin, per sistemare le ultime cose che le sarebbero servite ad affrontare al meglio il periodo post-parto in ospedale.
Kita si avvicinò alla madre di Bra con sguardo incuriosito: -Bulma, perché queste bandierine?- chiese la piccola.
L’interpellata rise leggermente e disse: -se volete scommettere sul sesso del piccolo, prendete queste. Chi perde paga pegno!-
Nella scatola infatti c’erano bandierine di colore blu e alcune di colore rosa. Chi credeva nascesse una femmina doveva prenderne una rosa, blu se votava per il maschietto.
Una serie di sospiri si levò nella sala. Vi furono soltanto un borbottio da parte del principe che recitava “che razza di idiozie.”, e il grido di sconcerto da parte di Chichi.
-Un attimo, non si sa ancora il sesso??- sbottò la moglie di Goku.
-Chichi, lo sai meglio di me che Yurin ha voluto fosse una sorpresa…- roteò gli occhi Bulma, pensando che l’amica avesse un vuoto di memoria. Ma lei se le ricordava fin troppo bene le parole della bionda, il problema era che il suo secondogenito le aveva assicurato con fermezza che a nascere sarebbe stato un maschio.
-GOTEN!- gli gridò contro la mora, facendolo sudare freddo.
Pan lo guardò come a dire “te lo avevo detto” mentre Trunks e Bra se la risero sotto i baffi.
-Ehehehe scusa mamma-
Tutti quanti scoppiarono a ridere.
-Non fa niente Chichi, magari tuo figlio ci ha azzeccato pure- la tranquillizzò divertita, Bulma.
L’amica la guardò infuriata: -lo spero! Altrimenti farò una bruttissima figura!-
-Addirittura…- commentò non troppo serio il marito –allora, possiamo prenderle?- chiese alla scienziata, iniziando già a protendere una mano.
Bulma annuì con entusiasmo e subito si buttarono a capofitto sullo scatolone: Pan e Trunks scelsero nello stesso momento di prendere la bandierina rosa, fiduciosi di veder venire alla luce una meravigliosa femminuccia; Bra invece optò per il colore blu, il motivo era che la turchina da grande avrebbe desiderato tanto avere un figlio maschio e se anche il fratello di Kita fosse stato maschio ne sarebbe stata molto felice. Non appena lo prese si accorse che anche Goten, dopo di lei, aveva scelto la bandiera blu. Non sapeva perché ma lo considerò un segno.
Chichi prese il blu (sperava con tutta se stessa che Goten non si fosse sbagliato) e Goku il rosa.
-Posso anch’io?- Beerus comparve dal nulla alla spalle della povera Bulma, intenta ad afferrare una bandierina blu.
-Prego, Lord Beerus-
Kita lo vide prendere una bandierina rosa.
-Secondo me è un maschio!- esclamò soave Whis sventolando tra le mani la sua bandiera blu –ci sono troppe donne in giro- scherzò guardando sottecchi la piccola Kita.
-Ah ah! Che ridere…- poi la Dea guardò lo scatolone e ne prese una di colore rosa –ma purtroppo per te ce ne sarà una in più!-
-Già… non sono mai troppe- lo corresse Beerus che fece l’occhiolino alla nipote.
Quando ormai la scatolo era stato svuotato e tutti avevano scommesso tranne Vegeta che si rifiutò categoricamente, Goku si guardò intorno grattandosi la nuca.
-Crilin e C18 non vengono?-
-Loro vengono oggi pomeriggio, adesso sono impegnati- rispose prontamente Bulma.
Kita gli rivolse un sorriso: -sì, anche Marron me lo ha assicurato- disse, per poi voltarsi verso lo zio –abbiamo invitato anche Hit ma non è potuto venire- il timbro della sua voce sembrò assumere un tono di malinconia.
-Starà uccidendo qualcuno su commissione, niente di nuovo.- rispose il felino.
La castana si morse il labbro inferiore e arrossì non appena Beerus incrociò il suo sguardo. In fondo ci teneva a una visita di Hit in quel giorno per lei tanto speciale… Pazienza, pensò. Occasioni per rivederlo ce ne erano a bizzeffe.
Passò qualche altro minuto in cui l’ansiometro di Kita e il Dio della distruzione del settimo universo salì a livelli massimi.
Si stava facendo tardi e il bambino probabilmente doveva essere già nato… aspettavano solo l’autorizzazione dall’infermiera di poter entrare. Il motivo per cui le urla della madre partoriente non si udivano era che le mura dell’edificio erano enormi e insonorizzate, frutto della tecnologia all’avanguardia della Capsule Corp.
L’attesa si stava facendo snervante e Kita per tutto il tempo non fece altro che stritolare la mano dello zio per l’agitazione.
Verso l’ora di pranzo, finalmente, qualcuno si presentò in sala d’attesa.
-Siete qui per la signora Yurin?- chiese una donna col camice e uno stetoscopio intorno al collo.
Gli amici della bionda si precipitarono emozionati dalla dottoressa e confermarono. Kita e i ragazzini non riuscivano a smettere di saltellare sul posto e quando la donna gli diede il permesso di entrare, la castana prese ancora una volta per mano Lord Beerus e sospirò.
Sarai una sorellona perfetta, andrà tutto bene…
La porta si aprì. Bulma aveva gentilmente offerto all’amica una sala privata tutta per lei, in modo da non confondere le altre future mamme sull’aspetto di Champa e sulla presenza dell’Angelo Vados, che era stata accanto a Yurin per darle forza durante il parto.
Il pianto di un neonato irruppe come un treno in corsa; Kita vide Vados ammirare con dolcezza la scena del proprio Protetto baciare la fronte della moglie e accarezzare la testa del piccolo appena nato. Vicino a loro, il nonno Gariel sorrideva e, la Dea ne era certa, non nascondeva alcune lacrime gioiose scendere sulle sue guance.
I medici si erano allontanati dai neogenitori per fargli assaporare quel bellissimo momento in compagnia dei loro cari, i quali si erano fermati per la commozione.
Solo qualche secondo dopo Yurin si accorse della loro presenza, poiché tutta presa a cullare il neonato e ad immergersi nei suoi occhioni innocenti. Champa sollevò lo sguardo e assunse un’espressione di fierezza, quasi a voler dire “ho fatto un capolavoro” e su questo, almeno per una volta, Beerus era assolutamente d’accordo. Cosa poteva essere più soddisfacente della creazione di una nuova vita? Nulla, si rispose, anche se il merito andava ad entrambi, era ovvio.
-Cosa fate lì impalati? Forza venite!- esclamò con un sorriso smagliante Yurin, nonostante la stanchezza a causa della notte in bianco che aveva passato per il travaglio.
Bra e Kita corsero più veloci della luce verso il letto che ospitava la mamma. Seguirono tutti gli altri che sventolavano in mano la propria bandierina, speranzosi di poter vincere la scommessa.
Kita fu la prima a raggiungere Yurin e ad abbracciarla, poi lentamente intorno a letto si accerchiò il resto dei presenti, col fiato sospeso.
-Congratulazioni Yurin!- dissero in coro gli adulti.
La bionda rise leggermente: -vi ringrazio tanto!- disse prima di vedere la sua primogenita allungare il collo per osservare il piccolo.
-Allora, allora?- fece su di giri quest’ultima.
Beerus ghignò: -maschietto o femminuccia?- non sembrava ma in realtà il Dio era molto emozionato.
Yurin lanciò un’occhiata complice a Champa e Gariel e scoppiarono in una fragorosa risata.
-Andiamo, non ci tenete sulle spine!- elargì Whis, fiducioso di poter dare il benvenuto a un maschietto.
-Già, non aspettiamo altro!- li incoraggiò a parlare Goku mentre accanto a lui, sua moglie pregava mentalmente: “fa che sia maschio, fa che sia maschio”.
-Okay, okay… ahahahah! Sto ridendo perché stavolta ho avuto ragione io- spiegò Yurin a labbra inarcate. Infatti Champa avrebbe voluto un’altra femminuccia ma, al contrario, fu la moglie ad essere accontentata. La Dea, come gli altri, esibì una faccia perplessa.
La donna porse alla piccola il fagotto, esclamando: -saluta il tuo fratellino, tesoro-
-Siiiii! È un maschietto!- gridò Bra stringendo forte il migliore amico Goten. Entrambi infatti avevano scelto il colore blu.
-Davvero??- sospirarono con allegria i ragazzini che si ammassarono su Kita per vederlo meglio.
Coloro che avevano scelto il rosa, sì erano contenti, ma dovettero buttare la bandierina e pagare pegno.
Chichi cadde letteralmente sulle ginocchia: -CAVOLI MENOMALE!- poi rispose alle risate di Bulma –stavo per morire!-
Per sua fortuna Goten le aveva detto di regalare a Yurin un corredino azzurro, altrimenti avrebbe fatto una figuraccia stratosferica.
I mezzi saiyan lasciarono a Kita il tempo per studiare il suo fratellino. Aveva detto a zio Beerus che per lei era indifferente il sesso del nascituro, e in effetti così fu, perché incrociando i suoi occhi lucenti e puri il cuore della Dea venne pervaso da un sentimento che lei chiamò amore.
Il piccolo rise leggermente alla vista della sorella. Il colore delle grosse iridi era identico a quello di Kita, di uno stupendo verde smeraldo. Notò con piacevole sorpresa che le sue buffe orecchie sbucavano dall’asciugamano nel quale era avvolto: il suo aspetto era uguale a quello di Champa e Beerus, un gattino viola chiaro con una codina ancora troppo corta e i dentini e gli artigli già sviluppati.
Kita gli rivolse uno sguardo carico d’affetto. Il bebè che teneva tra le braccia, quando era agli esordi della sua esistenza nel ventre della madre, le aveva salvato la vita regalandole la propria energia, per affrontare Gram. Sentiva che sarebbero andati molto d’accordo e lei lo avrebbe amato come nessun’altro prima. In qualità di sorella maggiore doveva proteggerlo e custodirlo, e così avrebbe fatto.
-Ciao fratellino- sussurrò, cullandolo e baciandolo sulla testa.
-È uguale al papà, non c’è che dire!- esalò la scienziata.
-Wow! Che carino! Ciao, io sono Goku- lo salutò il saiyan in modo che il bimbo potesse afferrare il suo dito.
-Vacci piano- disse Kita scherzosa ma con una nota protettiva nelle labbra.
A poco a poco i presenti, a parte Vegeta che si isolò completamente, ebbero il piacere di tenere in braccio e di conoscere il piccolo.
-Quanto è tenerooo- fece Bra, giocando a fargli le smorfie.
-Benvenuto in famiglia!- disse allegro Trunks facendo attenzione a come prenderlo.
-Complimenti Yurin, è davvero bellissimo!- commentò Chichi che alla fine lo diede a Bulma e Whis.
-Gli occhi però sono della madre!- esclamò soave l’Angelo di Beerus a mo di complimento, guadagnandosi il sorriso di Yurin e il ghigno di Champa.
-Va bene, cosa abbiamo qui?- ora il turno era di Lord Beerus, dopo aver atteso parecchi minuti, finalmente poté anche lui fare la conoscenza del nuovo nipotino.
Se lo mise davanti, tenendolo da sotto le ascelle. Il piccolo sbatté le palpebre e prese a scrutarlo con i suoi dolci occhioni verdi.
-Assomigli a quel bastardo di tuo padre- disse in tono ironico il Dio generando un moto di riso.
-Ehi!- protestò il fratello del sesto universo mentre le budella di Kita quasi rischiarono di esplodere.
Il felino appena nato passò i successivi secondi a squadrarlo confuso, finché all’improvviso, e senza un apparente ragione, scoppiò a ridergli in faccia.
-Cosa c’è da ridere??- sbottò Beerus contro il neonato che però non accennava a smettere.
-gah..ahah..gaahahah-
Yurin, Gariel, Vados e Champa non poterono credere a ciò che stavano vedendo ma cercarono di trattenersi.
-Ahahahah Lord Beerus, vedo che gli sta simpatico!- esclamò sprizzante Goku mentre il felino iniziò a mostrare i nervi pulsanti sulle tempie.
-Uffa finiscila!- ripeté il Dio spazientito verso il bebè.
Vados e Whis si coprirono la bocca per evitare di cedere alle risate.
Gariel a quel punto decise finalmente di parlare, comprendendo il disagio del Distruttore.
-Dallo a me…- disse il nonno del piccolo che non aveva ancora avuto l’onore di prenderlo.
-Sì, volentieri!- rispose infastidito Beerus che glielo porse senza obbiettare. Forse lo fece apposta ma appena Gariel afferrò il neonato, smise di ridacchiare e tornò il silenzio.
-Non mi esprimo che è meglio…-
-Dai, zio Beerus, non fare così ahahahah!-
Il felino incrociò le braccia e aggrottò le sopracciglia: -è decisamente uguale al padre-
La cognata alzò gli occhi al cielo, pensando a quanto si possa essere stupidi nell’offendersi per dei versi di un bimbo. Guardò il padre e protese le braccia verso di lui.
-Papà, dammelo-
Con un espressione mista tra l’offeso e il contrariato per via del pochissimo tempo datogli a disposizione, l’uomo le restituì il piccolo.
-Siamo davvero felici per voi. E, Yurin, questo è da parte mia!- Chichi si fece avanti e le consegnò il fantomatico corredo azzurro, accuratamente incartato.
La donna lo prese: -grazie mille Chichi!- e lo appoggiò sul comodino accanto al suo letto.
-Avete già deciso il nome da dargli?- chiese Pan, saltellando per ammirare di nuovo il neonato.
Champa rispose all’istante: -certo che sì!-
La coppia si scambiò un’occhiata complice e Kita attese impaziente la risposta.
-Si chiamerà Kami!- esclamarono insieme i coniugi. Sospiri accordanti si sollevarono in aria, anche quello di Lord Beerus ormai con la rabbia sfumata.
-Mi piace!- approvò la mezza Dea con convinzione.
-Anche a me!- aggiunse Trunks annuendo.
-Kami… suona bene Kami!- disse Vados, radiosa.
-Grazie, l’ho scelto io!- li informò solenne Champa che assunse una smorfia compiaciuta.
Beerus sghignazzò: -stranamente mi piace- e lanciò la frecciatina al fratello.
-Divertente…- disse a denti stretti il Distruttore del sesto universo provocando ennesime risate da parte dei presenti.
Ma Kita non badava alle battute dello zio. Fin dall’inizio non riusciva a togliere gli occhi di dosso dal suo nuovo fratellino. Si immaginò un futuro pieno di urla, genitori con le occhiaie, giochini e pannolini sparsi per la casa, la prima parola, i primi passi di Kami, i suoi abbracci, i suoi sorrisi… il suo primo combattimento. Chissà se sarebbe diventato forte come lei; chissà se la madre gli avrebbe imposto di trattenere la sua aura divina… Di una cosa era certa, Kita non glielo avrebbe mai permesso, ma forse non c’era bisogno nemmeno di pensarlo visto che la bionda aveva imparato la lezione.
Mai reprimere il potenziale di una divinità.
In futuro Kita si sarebbe occupata del suo potere, facendolo crescere in serenità e senza inutili costrizioni imposte da qualcun altro.
“Non temere, ci sono io qui” pensò la bambina mentre fissava Kami nei profondi smeraldi. Quegli smeraldi così simili ai suoi.
Erano un tutt’uno, un’unica anima e un unico spirito. Nessuno al mondo li avrebbe separati.
  

ANGOLO AUTRICE: Ed eccomi di nuovo qui! Spero non siate arrabbiati con me per la lunga assenza, ma dopo la fine di Dragon ball Super non avevo più ispirazione e in più sono all’ultimo anno di liceo, quindi immaginate i tempi come sono pochi…
Con questo capitolo si chiude definitivamente la mia storia e sono felicissima di aver fatto nascere tale personaggio che apparirà anche nel sequel! Ovviamente sperando di avere abbastanza tempo per scriverlo ^^’ cercherò di mantenere la mia promessa!
Mi farò perdonare, tranquilli!
Ci riscriviamo, baciii :*
   
 
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