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Autore: LaSignorinaRotterMaier    03/02/2019    3 recensioni
[4 Classificata al contest il contest del fluff indetto da wurugas sul forum di efp. ]
Sono un fifone, Victor. Non ho un briciolo di coraggio per affrontare questi sentimenti che provo per te. Mi rinchiudo in una gabbia di insicurezze e da questo mio carcere mentale proprio non riesco ad uscirne. Io ho la necessità di avere i tuoi occhi sempre fissi su di me, che appagano la mia insensata voglia delle tue attenzioni!
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’amore per un cielo terso.






 
 
 
 
 
 
 
 
 
Mi sono sempre domandato: se la vita fosse fatta di ricordi, quale rimarrebbe per sempre inciso nel mio cuore? Bè, ora come ora, rispetto a qualche mese fa, conosco perfettamente la risposta: penserò per sempre al momento in cui ho completamente perso la testa per Victor.
È proprio così che stanno le cose; mi sono innamorato di lui e se qualcuno mi dovesse chiedere: come è successo tutto questo? Non saprei proprio cosa dire! In effetti, non so se l’amore sia sbocciato dal primo momento in cui lo visto, o se è stata la seconda, oppure la terza… Ma nell’attimo in cui ho guardato i suoi occhi, fissi nei miei, mescolati l’un l’altro, come due colori acrilici in un dipinto, tutto ha iniziato a splendere di luce propria. Nel brillare, queste emozioni hanno acceso la mia vita di una nuova alba.
Non mi è mai capitato nulla del genere… di così tanto magnifico! Trovarsi qualcuno di fronte e rendersi conto che quella persona è la mia persona, quella che aspetto da una vita. Se considerassi il me di tanto tempo fa e, precisamente, prima di incontrare Victor, non faceva altro altro che buttarsi giù per qualsiasi cosa gli venisse detta. Rimanevo per tanto tempo chiuso in me stesso, a deprimermi, nella mia disordinata camera da letto. Non è che la mia stanza sia cambiata molto da allora ma, se qualcuno ora mi insultasse, o che cercasse in qualsiasi modo di umiliarmi, io riesco con più facilità ad ignorare quelle perfide parole. D’altro canto, devo ammettere che la mia crescita, la mia maturazione regredisce quando entrano in gioco i miei sentimenti per Victor.
Mi lamento spesso del fatto di non riuscire a dare voce al mio amore per lui. Invento giustificazioni inutili perché nella mia testa non è mai il momento giusto per condividere con la persona che amo, ciò che provo dal profondo del mio cuore. Ma, la verità è che sono un vile, un codardo, un fallito e anche permaloso! Ogni volta che Phicit mi faceva notare questo mio atteggiamento sbagliato, mi arrabbiavo e me la prendevo con lui perché ero consapevole del fatto che avesse perfettamente ragione. Fino a poco tempo fa, io pretendevo che gli altri mi comprendessero, che provassero a mettersi nei miei panni: di un ragazzo timido e terrorizzato da qualunque cosa. Non riuscivo mai a godermi la semplicità di un’emozione diretta e questo mi faceva apparire come un’inguaribile narcisista attento a non deludere le aspettative che gli altri cucivano su di me.

Prendo un bel respiro e impongo alla mia mente di non valicare più il confine tra il Yuri di ora e quello di allora. Non voglio di certo tornare indietro sui miei passi!
Mi irrigidisco sulla sedia che è posta affianco al letto su cui Victor riposa beatamente. A furia di andare a zonzo con questo gelo, si è beccato l’influenza. Certo, la Russia ha decisamente un clima più gelido rispetto al Giappone ma questo non lo rende incolume da qualsiasi malattia! Per di più, dopo il Grand Prix, Victor ha deciso di stabilirsi per un po' di tempo qui, a Hasetsu, affittando un piccolo appartamento. Abituato al lusso, è comprensibile che ora lui si trovi impacciato in questa nuova situazione; ragion per cui non riesco proprio a lasciarlo da solo!

Sbuffo rumorosamente, finché non vedo Victor voltarsi verso la mia direzione, mostrandomi un viso lievemente arrossato per la febbre. Afferro un panno pulito e lo immergo nella bacinella con l’acqua tiepida, la strizzo per bene e gliela appoggio sulla fronte. Considerato che qualche giorno fa non riusciva nemmeno a girarsi tanto che era alta la temperatura, direi che sta decisamente migliorando! Questa nostra vicinanza però non fa affatto bene al mio già fragile cuore. Non riesco a staccare gli occhi da quel suo bellissimo volto. Questo davvero non è il momento giusto per cadere ai suoi piedi come una pera cotta. Devo riprendermi ma, nonostante cerchi con tutte le mie forze di non lasciarmi travolgere dal sentimento di quel momento, non riesco a fare diversamente. Sono pessimo. Ho avuto tempo e anche il modo per dichiarare il mio amore per lui e ora perché ho l’irrefrenabile desiderio di dirgli tutto?
Spalanco gli occhi dall’unica risposta che sono riuscito a darmi: io, in realtà, non sono affatto cambiato.
Se ora gli parlassi e mettessi a nudo i miei sentimenti per Victor, lui non si ricorderebbe delle mie parole. Questo è un buon modo per scaricarmi di questa angosciante tensione, che proprio non riesco più a tollerare. Abbasso il capo, mordendomi il labbro inferiore dal nervosismo, conscio del fatto di essere un buono a nulla cronico.
 
<< V-Victor >> dico, calandomi con le ginocchia sul pavimento e appoggiando la testa sulle braccia, rette dal morbido materasso.
<< Sono innamorato di te >>
 
La mia voce inizia improvvisamente a tremare e questo mi pietrifica, rendendomi incapace di continuare quella mia ridicola dichiarazione d’amore. Ma, la sua bellezza, così seducente, così ammaliante da rimanerne affascinati, mi conduce ad un metro di distanza dal suo volto.
Sono un fifone, Victor. Non ho un briciolo di coraggio per affrontare questi sentimenti che provo per te. Mi rinchiudo in una gabbia di insicurezze e da questo mio carcere mentale proprio non riesco ad uscirne. Io ho la necessità di avere i tuoi occhi sempre fissi su di me, che appagano la mia insensata voglia delle tue attenzioni! È questa la verità, Victor: non importa dove io corra, finirò sempre con il fare i conti con questi miei sentimenti per te.
Accarezzo delicatamente la sua guancia e chiudo gli occhi. Ho la pelle d’oca mentre la mia bocca si avvicina alla sua.
 
<< Yuri? >>
 
Le palpebre si aprono di scatto all’udire della sua voce. I miei occhi scuri si riflettono in quelli di Victor e incapace di trattenerle, le lacrime prendono possesso di me, impietosendo ancora di più quella mia espressione segnata dalla vergogna. Mi allontano immediatamente da lui e la tachicardia colpisce irrimediabilmente il mio cuore, rendendo il fiato corto come se avessi corso per chilometri ma sono ancora con lui, in quella dannata stanza. Gli lancio un’ultima occhiata prima di voltarmi e scappare via da lì ma qualcosa mi afferra il polso, impedendomi di scappare. Victor mi afferra per il colletto del maglione e mi ruba un bacio. Dannazione… Sono così pieno di questi sentimenti che riescono a destabilizzare ogni mio senso. Sento la sua lingua penetrarmi la bocca e inconsciamente seguo il suo movimento impetuoso dentro di me. Victor si stacca dalle mie labbra per riprendere fiato e racchiude tra i palmi delle sue grandi mani, il mio viso arrossito di eccitazione.
 
<< Anche io sono innamorato di te, stupido Yuri >> mi dice, sorridendomi dolcemente.
 
Le lacrime percorrono le mie gote senza riuscire a darmi più nessun contegno.
Ho sempre avuto paura di tutto e questi miei timori non mi hanno abbandonato nemmeno prima, mentre me ne stavo andando via. Ma, tu, afferrandomi, hai stretto a te tutte le mie insicurezze e le hai strappate, gettandole in aria come tanti coriandoli colorati. Sei riuscito a mostrarmi un cielo terso e non più coperto da tante nuvole scure. Hai rischiarato un’anima grigia e tetra, illuminandola di candida luce. Il tuo petto accoglie la mia testa alleggerita di tanti pensieri e finalmente mi sento al sicuro. Nel luogo in cui sento di appartenere.
 
   
 
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