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Autore: Yurha    04/02/2019    1 recensioni
Il Natale era ormai alle porte nella città di New York.
Tutto si trasformò, infondendo un'atmosfera di gioia e festa in ogni suo abitante ma, sfortunatamente, un serial killer chiamato dalla polizia 'lo Strangolatore' fece la sua comparsa in una notte di inizio Dicembre, esattamente come un predatore in cerca delle sue prede indifese.
I Detective Lupo e Bernard, insieme ai Procuratori Cutter e Rubirosa, riusciranno a catturarlo prima che mieta altre vite e prima della Magica Notte dell'Avvento?
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 20

«Allora, questo Carl Regan ha detto qualcosa? Ti prego, dimmi che lo ha fatto..» disse Mike guardandola supplicante.
«Non ancora. I Detective hanno detto che si è chiuso a riccio.» rispose aggiornandolo anche su ciò che rinvennero nella sua proprietà.
«Accidenti.. Abbiamo fatto il colpo grosso a quanto pare.»
«La proverbiale ‘pistola fumante’.. o 'braghe calate', scegli tu l'eufemismo..» rispose sorridendo e appoggiandosi allo schienale della sedia. «Ora il problema sono tutte le scarpe chiuse nel nostro deposito prove. Dovremo chiarire se ci sono altre vittime di cui non sappiamo e questo agita per bene delle acque già molto torbide.»
«Se posso essere un pochino ottimista, non posso pensare che ognuna di quelle rappresenti un omicidio irrisolto. Diventerebbe un caso federale e i federali adorano essere un prima pagina con i serial killer ed io non ho intenzione di cederlo senza combattere.» rispose lui, lanciando in aria la sua pallina da baseball bianca.
«Lo so.» disse lei. «Ma se vuoi davvero essere ottimista fino in fondo, dovresti aggiungere che magari non sono omicidi irrisolti ma ha solo un feticcio per le scarpe da tennis e i calzini da donna.»
«Comunque, tutto ciò non fa di lui un uomo innocente. Potrebbe anche avere un feticcio ma, ad un certo punto, potrebbe essersi benissimo spinto troppo oltre, non credi?»
«Non saprei ma sembra che questo caso finirà in aula molto presto se Regan non ci darà delle spiegazioni.»
«No, prima dobbiamo unire tutti i pezzi del nostro puzzle. I Detective avranno davvero un bel daffare..» rispose lui mettendosi a camminare per il suo ufficio poi si fermò e sospirò. «Troppe domande senza risposte e tutto ciò che abbiamo in mano lo dobbiamo solo a Leonard Higgins, sempre se non abbia tirto dentro Regan per incastrarlo.» disse ancora, lanciando e riprendendo la pallina.
Connie guardò il soffitto, sospirando. «Ed eccoci di nuovo a questo punto..» disse a bassa voce. «Mike, quando t’impunti su qualcosa non esiste modo per farti cambiare idea, sei incredibile.»
La guardò. «In che senso, scusa?»
«Tu pensi che Higgins sia inevitabilmente implicato o addirittura complice dello Strangolatore e che si sia fatto avanti per i soldi della ricompensa.»
«Certo che lo penso! E se avessi ragione, potrei finalmente farlo arrestare ed il mio Natale sarebbe molto più allegro.» ammise sorridendo poi tornò verso la scrivania ed indossò il cappotto. «Mi dispiace ma per quanto mi diverta stare qui a fare congetture con te, l’avvocato della vedova Wei mi aspetta per il patteggiamento della pena.»
«Vuoi che venga con te? Ho un pò di tempo libero.» chiese guardandolo annodarsi la sciarpa.
«Non è necessario che tu prenda freddo inutilmente e poi, se vuoi prenderti dei giorni per festeggiare il Natale e Capodanno, dovresti portarti avanti col lavoro.»
«Okay, allora seguirò il tuo consiglio. Buona fortuna!» rispose lui guardandolo prendere la ventiquattrore rossa e metterci dei documenti per il patteggiamento. «Grazie.»
Fece il giro della scrivania e cominciò ad avviarsi verso l’uscita.
«Mike, aspetta.» disse facendo un cenno con la mano, fermandolo proprio di fianco a sè, quindi si alzò dalla sedia. «Hai notato che ti si sta staccando il primo bottone del cappotto?» chiese ancora, mantenendo un tono amichevole.
«Davvero? Non mi ero proprio accorto..» rispose lui guardando in basso.
Connie fece un gesto, indicando il punto preciso. «Proprio questo.»
Lui guardò poi tornò a guardare su di sè. «Ah, accidenti..» disse lui, aprendo poi la giacca e, come la mano andò a cercare di arrotolare il filo al bottone, la mente di Connie immaginò la sua stessa mano sul petto di lui, le dita che lentamente passavano sulla sua pelle, sulla leggera peluria solleticarle i polpastrelli, sentendo su ogni millimetro del palmo tutto il suo calore.
Le tornarono immediatamente le farfalle nello stomaco solo ad immaginare tutto questo.
Fu un breve ma intenso momento che le fece venire voglia di dimenticare l’accordo preso la sera prima.
«Grazie Connie, figuraccia evitata.» disse poi lui, regalandole un sorriso mentre si andava a richiudere il pesante cappotto nero.
Lei ricambiò, cercando di cancellare dalla sua mente ciò che immaginò poco prima. «Di.. Nulla. A dopo.»
Lui annuì e se ne andò ma quella sensazione rimase.
Se doveva essere sincera con sè stessa, si sentì triste al pensiero che lui se ne stesse andando senza di lei al seguito.
"Ma andiamo Connie, fa un veloce patteggiamento e torna indietro, non va mica in guerra!” pensò strizzandosi gli occhi con le dita e sospirando.

Forse, in fondo, l’idea di fare un viaggio alle Maldive non era così male.

  
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