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Autore: Elena Des    04/02/2019    1 recensioni
La nave stava salpando. Georgie si allontanava sempre di più dalla terra d'origine, Londra. C'era sempre la solita nebbia, i ricordi di Londra non erano molto piacevoli da ricordare ma aveva anche regalato momenti di amore. Era partita per l'Australia con il suo Abel Jr., la creatura nata da lei ed Abel. Tornava in Australia per cercare di far ritornare nel suo cuore la serenità e la spensieratezza di una volta, della sua infanzia. Georgie ancora non sapeva che nella valle del Sole si trovava Arthur, il suo caro "fratello"
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arthur Butman, Georgie Gerald
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Georgie non credeva ancora di aver ritrovato il suo caro Arthur, il suo dolce "fratello". Erano tutti dallo zio Kevin ed era pomeriggio. Per Arthur quella di rivederla dopo tanto tempo, anni, era la cosa più bella del mondo. Georgie era diventata una donna. Arthur aveva riconosciuto Abel nel piccolo bambino. Gli era sembrato un sogno dopo tutto ciò che aveva dovuto subire e che stava ancora subendo. Arthur non riusciva a toglierle gli occhi di dosso ma doveva farlo perché non vedeva che lo notassero. Lo zio Kevin spiegava perché Arthur si trovasse lì

-Cadde nel Tamigi e dei marinai inglesi lo portarono sulla nave. Erano diretti in Australia. Andai un giorno al porto e lo riconobbi scendere dalla nave. Lo portai qui ma mi accorsi che era in gravi condizioni psicologiche
-Oh, Arthur. È per quello che hai subito a Londra, vero?
A Georgie doleva il cuore per essere stata impotente davanti all'inferno che aveva dovuto subire in Inghilterra come prigioniero
-In questi anni l'ho curato e sembra essere migliorato molto, ma ha ancora qualche allucinazione e incubo
-L'aria dell'Australia mi ha fatto star bene- spiegò Arthur che non aveva ancora parlato -Poi ero sicuro che tu e Abel eravate al sicuro in Inghilterra
Georgie distolse lo sguardo imbarazzata come lo era stata con lo zio Kevin
-Ragazzi, volete andare a fare una passeggiata?- domandò lo zio Kevin per deviare la domanda, o almeno consentire a Georgie di rispondergli in privato
-Sì. Zio Kevin potresti occuparti tu del bambino?- chiese Georgie
-Ma certo. Sarà un piacere avere questo bel nipotino con me- sorrise rivolto al bambino che battè le mani
Georgie rise ma ad un tratto il bambino chiamò Arthur tirandogli un po' il pantalone:- papà
Georgie rimase pietrificata davanti a quella parola e nessuno credeva alle proprie orecchie. Suo figlio aveva scambiato Arthur, che era suo zio, per il suo papà. Arthur non sapeva che rispondere ma lo prese in braccio e lo abbracciò
-Torna presto
Il bambino era la tenerezza personificata. Georgie non sapeva che fare ma Arthur gli sorrise e gli disse:- certo che torno presto. E stasera per festeggiare il nostro ritrovamento la mamma fa una buona crostata di marmellata, eh?
Il bambino emise un grido di entusiasmo e Arthur lo porse a Zio Kevin per poi uscire di casa
-Scusa per questa situazione imbarazzante...- iniziò Georgie camminando per il sentiero
-Georgie... chi è il bambino? Somiglia molto ad Abel, anzi ne è quasi uguale
Si fermarono sotto un albero vicino ad un ruscello e iniziarono a conversare sull'argomento
-Il bambino si chiama Abel Junior
-Abel Junior?
Georgie annuì e continuò sempre rivolgendo lo sguardo altrove:- Arthur tu sei salvo perché Abel prese il tuo posto in cella, ricordi?
-Di quella sera non ricordo molto. Irwin mi aveva drogato per non farmi tentare di scappare
-Immagino... Beh, comunque Abel ha involontariamente ucciso Irwin ed è stato condannato a morte con fucilazione
-Come?!- esclamò Arthur spalancando gli occhi 
Per Georgie arrivò la parte più difficile 
-Io e Abel... insomma... la notte precedente con l'aiuto di Maria sono riuscito a parlargli per un'ultima volta e... sono rimasta incinta
Ad Arthur gli si gelò il cuore. Pensare che l'avesse fatto già con qualcuno, per di più suo fratello, era un duro colpo. Non pensava che Abel potesse riuscirci un giorno
-Avevo capito in quel momento che lo amavo e non me ne ero mai accorta. Facemmo di tutto per salvarlo ma fu sparato dal duca Dangering, il quale fu giustiziato per traffico di droghe e crimini contro la Regina. Sono riuscito a rivelare ad Abel soltanto che aspettavo un bambino, lui è morto
Georgie a ripensarci come sempre pianse e ad Arthur sfuggirono lacrime che cercava di trattenere
-Arthur, sfogati. Non puoi soffrire e tenerti tutto dentro- gli consigliò Georgie
Arthur era sempre stato calmo e prudente, non si era mai comportato come quella volta. Ad occhio di uno sconosciuto poteva sembrare un pazzo ma Georgie lo comprendeva, capiva quanto soffrisse. Gridava e piangeva come nel tentativo di chiamarlo. Strappava l'erba e tirava pugni all'albero come per incolparlo di aver preso il suo posto e avergli salvato la vita. Dopo l'ennesimo pugno le mani diventarono rosse e si lasciò cadere a terra tra le braccia di Goergie, l'unica persona che riusciva ad amare fortemente ancora
-Io non potevo fare niente
Arthur riprese pian piano a calmarsi come se Georgie glielo avesse ordinato. Forse perché tra le sue braccia si sentiva bene e amato
-Arthur caro, anche io non potevo fare niente. Cosa potevo? Ero una ragazza di soli 16 anni... ho provato a salvarlo ma proprio in quel momento l'hanno sparato. Dangering in persona l'ha fatto
-Voglio vederlo all'inferno!- esclamò Arthur -Vorrei che passasse le mie pene e molto di più. Vorrei poterlo uccidere con le mie stesse mani. Abel aveva fatto bene ad uccidere Irwin!
Georgie pianse e lo accarezzò sempre tra le sue braccia, come faceva con Abel Jr.
-Arthur non fare così ti prego, non sei tu... Arthur non si comporterebbe in questo modo. Cerca di calmarti, ti prego. Non abbiamo potuto fare niente per Abel però abbiamo Abel Junior, identico a lui, e questa è una felicità. Pensi che io non abbia sofferto in questi anni? Volevo morire, lasciarmi andare, ma poi ho capito che non ne sarebbe valsa la pena. Che c'era una vita dentro me, quella di me e Abel, che doveva nascere per mostrarla un giorno alla luce del sole, ad Abel, dal cielo, e dirgli che quella creatura lo assomigliasse tanto
-Georgie...- riprese a parlare Arthur riuscendo a calmarsi -Abel Jr. mi considera suo padre, mi considera Abel per la mia somiglianza
-Sì, è vero, Arthur. Gli mostrai dei quadri che lo raffiguravano
-Quando ci siamo incontrati io e lui nel bosco... mi ha chiamato "papà"- Arthur sorrise -Sono rimasto sorpreso, pensai che si fosse confuso il bambino, ma poi si avvicinò e mi tese le mani così lo presi in braccio e sentii Abel accanto a me abbracciarmi
-Oh, Arthur- Georgie poggiò la testa sulla sua spalla
-Non m'interessa che non sia il mio vero figlio. Voglio prendermene cura come avrebbe fatto Abel
La determinazione di Arthur lasciò di stucco Georgie. Non aveva mai visto Arthur così determinato e sicuro di sè. Era sempre stato Abel quello deciso e testardo. Georgie sorrise felice e lo abbracciò ringraziandolo. Quell'abbraccio rese felice anche Arthur per averla ritrovata, quella creatura dai capelli biondi e dorati e dagli occhi azzurri, paragonabile ad una ninfa
   
 
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