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Autore: ElfaNike    05/02/2019    1 recensioni
"A mille ce n'è...
nel mio cuore di fiabe da narrar...
Venite con me...
nel mio mondo incantato per sognar..."

Uno spin off della fan fiction "Rise of the Brave Tangled Drangons". E' inverno e i nostri grandi quattro trovano un modo interessante per passare il tempo. Situato in un momento random del capitolo "Inverno"
Mettere gli avvertimenti è un po' complicato, perchè in certi momenti sono ooc, in altri no, ogni tanto è AU, ogni tanto no...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nel camino il fuoco scoppiettava, alla finestra il vento ululava, e nella stanzetta i quattro giovani si erano sistemati comodi fra cuscini e coperte, per terra intorno alle fiamme. Anche Jack, che più che del calore si godeva la morbidezza e la compagnia.
-Un’altra storia?- chiese Merida -Però magari non deprimente come quella di Jack!-
Hiccup scrollò le spalle: -A me è piaciuta. Proprio perché è piena di pericoli, trovo che la fine sia bellissima.-
-Sì, sì. Qualche altra idea?-
-Io ne ho una.- disse allora Rapunzel.
-Un'altra dai tuoi libri?-
-Era in uno di quelli che avevo quand'ero piccola. Ora non ce l'ho più. Mi è stato... portato via.-
-E di cosa parla?-

C'era una volta un re, che aveva una moglie e una figlia che lui amava molto. Un giorno, purtroppo, la regina morì di malattia e lui rimase da solo con la sua bambina, la piccola Rapunzel.
Nonostante il dolore, lei crebbe in virtù e grazia e i due svilupparono un tenero rapporto di affetto. Quando divenne una fanciulla, il padre decise di riprendere moglie, pensando che questo potesse permettere alla principessa di trovare compagnia e una confidente.
Prese quindi per moglie una donna aristocratica ed elegante di nome Gothel, che però invidiava la bellezza e la purezza della ragazza. Si rivolse quindi al marito, chiedendogli di allontanare la principessa da palazzo. Addusse ogni scusa, trovò ogni argomento, e tanto disse e tanto fece che il re cedette, ma le intimò di occuparsene personalmente.
La regina allora mandò la principessa in un bel castello che era però in mezzo ad una foresta. Le procurò tutto quello di cui aveva bisogno, dalla servitù ai passatempi, e la lasciò lì.
Dopo qualche tempo, comunque, il re prese a chiedere alla consorte: -Come starà la mia bambina? Sarà felice? Starà bene?-
Così Gothel salì in carrozza e si diresse al castello nel bosco. Arrivò e scese dalla carrozza, bussò alla porta e chiese alla domestica che venne ad aprirle come procedeva la vita lì. Lei la rassicurò così la regina salì a vedere la principessa: -Allora, come te la passi? Ti vedo bene. Già, sembra proprio che tu ti diverta parecchio. Bene. Allora, arrivederci.- e così com'era venuta ripartì, e una volta a casa rassicurò il re che la fanciulla stava meravigliosamente.
In realtà la povera Rapunzel non si divertiva affatto, anzi, passava le sue giornate alla finestra a sospirare e fantasticare. Passava talmente tanto tempo appoggiata al davanzale che le sarebbero venuti i calli ai gomiti se non avesse pensato di mettervi un morbido cuscino.
Un giorno, sotto le sue finestre passò un bel giovane, principe del regno vicino, che era giunto fin lì a caccia. Si stupì molto a trovare un castello abitato, dalle finestre aperte e dai comignoli fumanti. Incontrò così lo sguardo della fanciulla alla finestra e rimase senza fiato a scoprirla di una bellezza incredibile. Con timidezza accennò un saluto e lei rispose con un gesto altrettanto timido. Troppo lontani per fare conversazione, passarono l'intero pomeriggio a scambiarsi sguardi languidi e occhiate innamorate.
Il giorno dopo, sempre con la scusa della caccia, il giovane si ripresentò sotto le finestre di Rapunzel, e i due giovani si scambiarono inchini e riverenze per ore.
Il terzo giorno passarono il tempo a mandarsi baci con la mano e a porsela sul cuore con sguardo dolce. Ad un certo punto Eugene, così si chiamava il principe, sentì ridere e dal sottobosco comparirono tre spiritelle, simili a tre ragazzine con la testa piena di trecce, che avevano osservato per tutti tempo i due a si erano divertite un sacco.
Il ragazzo le guardò contrariato, triste di non poter rivolgere direttamente la parola alla bella castellana. Allora loro, per ringraziarlo del divertimento, decisero di aiutarlo: si recarono alle porte del palazzo e lasciarono un libro per la principessa, dicendo che le avrebbe aiutata a passare il tempo.
Il libro fu recapitato a Rapunzel, che lo aprì e lesse, sulla prima pagina: "Se mi sfogli verso sinistra, l'uomo diventerà canarino, se invece mi sfogli verso destra, il canarino diventerà uomo".
Tutta eccitata, la ragazza corse alla finestra e sfogliò le pagine verso sinistra: il giovane si trasformò in canarino e spiccò il volo, venendo ad appoggiarsi al cuscino di Rapunzel. La giovane lo prese il mano e gli diede un leggero bacio sul capino, poi lo riposò sul davanzale e sfogliò il libro in senso inverso.
Fu così che Eugene riprese le sue sembianze da uomo e in ginocchio le dichiarò il suo amore. Passarono insieme tutto il pomeriggio, poi Rapunzel sfogliò il volume verso destra e Eugene ridivenne canarino e volò su un ramo ai piedi del castello. Rapunzel lo ritrasformò in uomo e lui si allontanando salutandola con la mano.
Iniziò quindi un periodo molto felice per Rapunzel, che riceveva la visita del principe praticamente tutti i giorni.
Qualche tempo dopo Gothel tornò a vedere come stava e si insospettì a vederla così allegra. Si guardò intorno con occhio attento. Vide perciò il principe avvicinarsi a cavallo e capì: "Adesso le insegno io a fare la smorfiosa con gli sconosciuti."
Mandò via Rapunzel con la scusa di volere un bicchiere d'acqua, e rimasta sola nella sua stanza si tolse cinque spilloni che nascose nel cuscino sul davanzale, facendo in modo che le punte fossero rivolte verso l'alto, ma che non sporgessero fuori e non si vedessero.
Salutò quindi rapidamente e riprese la via di casa. Appena la sua carrozza fu sparita alla vista giunse il principe.
Rapunzel corse a sfogliare le pagine del suo libro magico e il canarino volò fino al suo cuscino. Quale cinguettio straziato si levò! Quali sguardi di terrore! Il piccolo petto fu trafitto dagli spilloni e il canarino, in preda al dolore, volò di nuovo giù. Sconvolta, Rapunzel si affrettò a ritrasformarlo, nella speranza che le ferite sparissero, ma niente, il giovane giaceva per terra come morto, il petto tutto insanguinato. Gli altri cacciatori furono chiamati dai latrati dei cani e soccorsero il principe, lo presero e lo trasportarono al suo castello. Nessuno notò la fanciulla in cima al castello, pietrificata dallo spavento.
Il re chiamò ogni dottore e ogni sapiente del regno per cercare una cura alle ferite di Eugene, ma nessuno riuscì nell'impresa. Disperato, il sovrano diffuse un bando: "Chiunque guarirà il principe riceverà mille monete d'oro", ma nessuno si presentò.
Intanto, al castello nel bosco, Rapunzel decise che era il momento di lasciare quella prigione. Tagliò le lenzuola e ne fece una corda, e si calò giù fino a terra. Avvolta nel suo mantello, prese a camminare finché non giunse la sera e lei non si rifugiò nel tronco di una quercia per riposare.
Scese le notte.
D'improvviso, Rapunzel sentì sei fruscii come di passi fuori nella notte e si rannicchiò, ma tese l'orecchio per ascoltare.
Tre bruti, uno con un uncino al posto della mano, uno con la gotta alla strozza e uno piccolino, con la barba e l'aria beata dell'ubriaco, si erano trovati ai piedi della quercia e si scambiavano notizie dal mondo:
-Io ho visto il marajà dell'India e le sue trenta mogli.-
-Io ho visto l'imperatore della Cina con il suo codino lungo cinque metri.-
-Io ho visto il re del regno vicino disperato perché nessuno trova il rimedio al male del suo figlio, ma io so qual è.-
Gli altri due si avvicinarono tutti incuriositi per scoprire questo grande segreto, e anche Rapunzel tese l'orecchio a più non posso.
Il bruto si fece pregare per un po', poi si decise a sputare il rospo: -Nella stanza del giovane c'è una mattonella che balla. Sposti quella e sotto c'è un'ampolla piena di un unguento che, spalmato sulle ferite, le guarirà completamente.-
Rapunzel dovette trattenersi dal fare i salti di gioia a quella notizia e aspettò con impazienza che sorgesse il sole e i tre bruti se ne andassero. Appena le fu possibile saltò fuori dalla quercia e si diresse velocemente al regno del suo principe, dove comprò degli abiti da dottore e si recò a palazzo.
Qui giunta dichiarò di sapere come curare il principe e il re la condusse nelle sue stanze, nonostante la perplessità dei suoi consiglieri: -Tanto non potrebbe farlo stare peggio di così.-
Una volta lì, Rapunzel chiese di essere lasciata sola. Quando obbedirono, lei dovette trattenersi dal riempire di baci il suo amato e si concentrò sulla sua missione. Trovò la mattonella che ballava e la spostò, poi prese l'unguento e lo spalmò sulle ferite del giovane, che guarirono immediatamente, lasciandolo in un profondo sonno ristoratore.
Colma di felicità, Rapunzel chiamò il padre del principe e lui gli offrì qualunque cosa avesse desiderato per ringraziarla. La fanciulla allora chiese solo lo scudo del principe con il suo stemma sopra, la sua bandiera e il suo giubbetto giallo insanguinato.
Presa la sua ricompensa la fanciulla se ne andò e fece ritorno al suo castello.
Qualche tempo dopo il principe Eugene passò nuovamente sotto le finestre del castello di Rapunzel, ma non si degnò neppure di alzare lo sguardo.
La fanciulla allora riprese il libro e lo trasformò in canarino, che volò nella stanza. Quando fu fatto tornare uomo, il giovane esclamò: -Non ti basta avermi quasi ucciso una volta? Che cosa vuoi ancora da me?- e continuò così per almeno cinque minuti.
-Come puoi trattare così chi ti ha guarito?-
-Non sei stata tu a guarirmi, ma un sapiente giunto da lontano, che come ricompensa ha chiesto solo il mio scudo col mio stemma, la mia bandiera e il mio giubbetto insanguinato.-
Rapunzel allora, in lacrime, estrasse i tre oggetti e glieli mostrò: -Ero io quel dottore. Ero disperata per le tue ferite e sono venuta per salvarti!-
Alla loro vista allora il giovane si gettò ai suoi piedi e le chiese perdono per la sua cecità, ma la fanciulla era buona e dichiarò che tutto era già stato dimenticato.
Eugene allora la chiese in sposa e la condusse con sé nel suo palazzo, presentandola al padre come colei che lo aveva salvato. Raccontarono allora tutta la storia al re, ma lui si dimostrò contrario al matrimonio con una giovane che non era una principessa.
-Sposerò solo la donna che mi ha salvato la vita.- dichiarò Eugene. Il re allora acconsentì alle nozze e diede una gran festa, a cui furono invitati tutti i reali dei regni vicini.
Furono invitati anche Gothel e il padre il Rapunzel, che non credeva ai suoi occhi.
-Figlia mia!- esclamò correndo ad abbracciarla.
-Come, figlia vostra? Questa fanciulla era una principessa e non me l'ha detto?-
-Come potrei dichiararmi figlia vostra, quando voi mi avete abbandonato nelle mani di una perfida matrigna?-
Il re suo padre allora venne a sapere di tutto, della reclusione e delle sofferenze della figlia, e fece imprigionare subito la regina Gothel.
Così si celebrarono le nozze nella gioia di tutti, tranne di quella megera che si mangiava le mani.
E vissero tutti felici e contenti.

Dopo che Rapunzel ebbe finito di parlare aspettò che gli altri tre metabolizzassero bene tutti i passaggi. Poi arrivò la prima domanda:
-E perché la principessa non se n'è andata subito?- domandò Merida.
-Perché era una principessa ubbidiente.- rispose candidamente Rapunzel, meritandosi una linguaccia.
-E perché dopo aver salvato il principe è tornata al castello?-
-Forse perché sperava che il principe ripassasse sotto la sua finestra, proprio come è successo, per potergli parlare ancora.-
-Ma il principe non poteva portarsela via subito?-
-Hai sentito che il re era riluttante a far sposare suo figlio con una che non era una principessa, no?- intervenne Hiccup -Suppongo che il motivo per cui l'abbia portata via dopo è perché lei gli ha salvato la vita.-
Jack ascoltava assorto. Rapunzel gli sorrise, e lui mormorò: -Una principessa che scappa dal suo palazzo nel bosco? Adesso capisco perché appena se n'è accorta te l'ha portato via.-
I tre ragazzi si scaldavano tra le coperte e i cuscini davanti al caminetto. Fuori il vento ululava gelido.

 




Angolino dell'autrice:
Una fiaba, secondo la raccolta dove l'ho letta, di origine Torinese. Non so quanti la conoscano ma io l'ho sempre amata particolarmente. Chi sarà il/la prossimo/a a raccontare?

A presto
Nike
  
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