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Autore: BrunaS    06/02/2019    1 recensioni
"Quando tutti furono stramazzati al suolo, Charlie uscì, stravolta, dal suo nascondiglio. Il ragazzo si girò verso di lei e la fulminò con il verde innaturale dei suoi occhi: “Beh, non ringraziarmi.”
Lei lo guardò attentamente. In teoria, sapeva cos’era quello che aveva appena visto ma non vi aveva mai assistito dal vivo prima di allora: “Tu sei… un vampiro?”
Lui le sorrise, ma di un sorriso che faceva paura."
Storia a più capitoli, romantica e a volte crudele, che si svolge nell'immaginaria cittadina americana di Inverary, dove vive una giovane cacciatrice di vampiri. La mitologia è originale ma, sicuramente, strizza l'occhio a tanti romanzi e serie tv sull'argomento. Buona lettura, a chi vorrà!
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al tavolo di un bar un ragazzo e una ragazza flirtavano con intenso trasporto: sorrisi, contatti, battutine. Tutto sembrava ormai pronto a far scoccare la scintilla. Uscirono abbracciati nella notte di settembre. La serata era calda ma la via che percorrevano deserta. Tra una risata e l’altra si fermarono l’uno di fronte all’altra. Lui le diede un bacio lieve e poi, con passione, prese a passarle la lingua sul collo. La ragazza tirò indietro la testa e sospirò. In quel momento gli occhi di lui divennero rossi come il sangue e i suoi denti bianchissimi rivelarono due minacciosi canini pronti a mordere il collo della malcapitata. Il vampiro non fece in tempo a fare una sola mossa: sentì un colpo alla schiena, abbassò gli occhi al petto e riuscì solo a rendersi conto del paletto di legno che gli traforava il cuore. Cadde in un tonfo, ai piedi della ragazza che aveva appena baciato. Dietro di lui, un’altra tipa, vestita di scuro.
“Questa è l’ultima volta che faccio da esca” protestò l’altra.
La ragazza vestita di scuro sorrise: “Dai, Lily, in fondo è divertente”.
Le due furono raggiunte da un ragazzo alto e biondo che caricò il corpo del vampiro sul retro di un furgoncino.
Lily protestava: “Certo, Charlie, è fantastico rischiare di diventare la cena di un crudele vampiro quasi tutti i giorni della mia vita!”
La sua amica Charlie ridacchiava. Il ragazzo prese posto alla guida del veicolo e le salutò.
“Buonanotte, Sean” disse Charlie, poi si girò verso Lily: “A casa ora. Hai dimenticato che succede domani?”
La ragazza sbuffò: “Come potrei dimenticarlo? È il primo giorno di scuola!”
 
Con la luce del mattino Charlie e Lily sembravano due normalissime liceali, carine e ben vestite. Passeggiavano per il cortile della scuola, salutando i vecchi compagni.
Un tipo belloccio si avvicinò e baciò Charlie sulle labbra: “Ehi, che fine hai fatto ieri sera?”
Lei non si scompose: “Lily aveva bisogno di me. È uscita con un cretino, come suo solito…”
Lily fece una risatina acida.
“Beh, ci vediamo in classe” disse il ragazzo. “Devo passare in segreteria per delle pratiche”.
Rimaste sole, Lily apostrofò l’amica: “Un cretino, eh? Quando ti deciderai a dire a Ryan la verità?” Charlie rispose con un’alzata di spalle: “Forse mai. Cosa dovrei dirgli? Scusa tesoro, ma la tua normalissima fidanzata è in realtà una cacciatrice di vampiri e la sua strampalata migliore amica fa da esca?”
Lily ci pensò su poi suggerì: “È un’idea!”
Charlie la guardò storto e riprese a camminare, esclamando: “Andiamo… e non dimenticare che dopo scuola c’è la riunione con Pete. Hai studiato?”
“No, non l’ho fatto” protestò l’altra “visto che d’ora in poi dovrò studiare per i miei test, i miei compiti a casa, le mie verifiche, e non per cacciare vamp-“
Charlie la fulminò con lo sguardo e Lily si schiaffò una mano alla bocca come per zittirsi da sola. Poi proseguì più a bassa voce: “Io sono pronta, Charlie! So tutto ciò che c’è da sapere e cioè che i vampiri sono dei pericolosi succhiasangue da annientare, e questo è tutto!”
“Non per Pete…” Charlie sorrise e salutò l’amica, girando per il corridoio opposto. Nel frattempo, proprio il nome di Pete risuonava dagli altoparlanti della scuola, e una voce femminile cominciava ad intervistarlo per un programma radiofonico di istituto: “Bentrovati ascoltatori! Oggi siamo on air con Pete Sanders, autore del celebre romanzo Vita segreta di un vampiro. Pete, non è la prima volta che tratti l’argomento vampiri e hai già scritto diversi trattati sul soprannaturale… Come mai questi strani interessi?”
La voce di Pete parlò con calma e chiarezza: “Beh, sono un antropologo… I miei studi si sono sempre concentrati su folklore, mitologia e il soprannaturale ha elementi in comune in moltissime culture…” L’intervistatrice incalzò: “è vero che dirigi un team di ricerche sul soprannaturale di cui fanno parte anche alcuni studenti della nostra scuola?”
Pete confermò e l’interlocutrice chiese: “Ed è vero che ne fa parte anche la figlia di Charles Meyers, il suo stimato collega di cui da alcuni anni non si hanno notizie?”
Charlie, che nel frattempo stava prendendo dei libri dal suo armadietto, si accorse che, a sentir nominare suo padre, gli occhi dei compagni le si erano puntati addosso. Nessuno di loro immaginava, però, che nell’apparentemente tranquilla cittadina di Inverary ci fosse stato davvero bisogno di una squadra disposta a combattere il soprannaturale. Eppure era stato, ed era ancora così. Charlie Meyers, omonimo e padre di Charlie, era stato uno dei pochi cacciatori di vampiri d’America. Aveva collaborato a lungo con Pete Sanders, sedicente scrittore di romanzi horror e, alla sua morte, aveva lasciato a Pete la guida della squadra; e alla sua unica figlia il suo grande segreto. Suo padre era morto per mano dei vampiri e Charlie aveva giurato di partecipare con tutte le sue forze alla difesa del mondo “umano”. Era perfettamente addestrata; una macchina da guerra. Sentiva su di lei il peso di essere l’unica discendente del migliore e non avrebbe mai deluso suo padre che, secondo la versione a tutti conosciuta, era semplicemente svanito nel nulla due anni prima; una delle tante persone scomparse d’America. Nemmeno sua madre conosceva la verità: né sul marito, né tantomeno sulla figlia. La scusa ufficiale era questa fantomatica squadra di ricerche sul soprannaturale coordinata da Sanders e composta, oltre che da lui e Charlie, da un’altra manciata di persone: Frank, il più anziano, presente da almeno una decina d’anni; Sean, uno studente universitario, assistente di Pete; inoltre, da poco, si era aggiunta Lily, la migliore amica di Charlie che, avendone scoperto il segreto aveva manifestato il suo interesse a diventare a sua volta una cacciatrice.
 Ad ogni modo quello era un periodo tranquillo. La squadra si occupava di perlustrare la zona e, di tanto in tanto, faceva fuori uno di quei vampiri che, in gergo, chiamavano “metropolitani”. Creature isolate e di poco conto.
I pensieri di Charlie furono interrotti da Ryan che le chiedeva di pranzare insieme. Per l’ennesima volta si ritrovò a desistere, dispiacendosene non poco: “Vado via con Lily. Pete ci aspetta…”.
Ryan protestò: “Ancora? Anche adesso che c'è scuola perderete tempo dietro le sue strampalate ricerche sul soprannaturale?”
“Già” sorrise debolmente lei: “Il nuovo romanzo ha bisogno di idee”.
Ryan non sembrava convinto ma fu interrotto da un’avvenente bionda, molto truccata: “Ehy Charlie, al programma radiofonico hanno intervistato il tuo amico scrittore. Hanno parlato anche di tuo padre... Una storia incredibile...”
Charlie annuì ma non rispose e la bionda passò oltre. Ryan sussurrò:  “Che stronza…” e Lily, apparsa dietro di loro, rincarò la dose: “Tiffany Williams? La prenderei a calci in culo... Che ti ha detto?”
Charlie alzò le spalle: “Che alla radio si parlava di mio padre…”
Lily proseguì: “Non avrà mica detto ancora che è scappato con un'amante?”
”No, quello lo dice solo alle mie spalle...”
“Beh, di me diceva che ero incinta di George Uhlman... A quest'ora avrei un bambino di 18 mesi” ridacchiò Lily prima di andarsene.
Ryan non poté far altro che commentare: “è la tua migliore amica ma la delicatezza non è il suo forte!”
“è schietta. E fa bene così. Tu da quando stiamo insieme non me l'hai mai chiesto… se so, o perlomeno immagino, che fine abbia fatto mio padre”.
Ryan rispose deciso: “Tuo padre è una persona scomparsa Charlie, come milioni di altre persone in America... Ci sono delle indagini in corso e io mi limito a questo dato di fatto.”
Charlie avrebbe voluto dirgli che le indagini non avrebbero portato da nessuna parte perché suo padre, in realtà, era bello che morto. Ma ovviamente si trattenne e si limitò a salutarlo per raggiungere Lily allo studio di Pete. Il professore non era ancora arrivato e l’amica cominciò velocemente a ripassare le informazioni in suo possesso, sapendo che Pete le avrebbe fatto il terzo grado: “Dunque... I vampiri sono una razza maledetta. Presupponiamo la loro origine sia... Mmmh… C'è di mezzo una morte violenta... Una morte violenta e qualcosa col numero sette…”
Charlie tagliò corto: “Settimo figlio di settimo figlio…”
“Perché?” chiese Lily come se ignorasse perfettamente l’informazione appena ricevuta. Charlie alzò gli occhi al cielo pronta a ripetere, per l’ennesima volta, la lezione sull’origine dei vampiri alla sua amica ma in quel momento entrò Pete. Ordinò a Charlie di organizzare i turni di ronda sulla mappa e cominciò ad interrogare Lily:
“Allora... Caratteristiche principali dei vampiri metropolitani...” Lily aprì la bocca per parlare ma Pete la interruppe: “Escluse immortalità e non invecchiamento, che sono scontate.”
La ragazza sembrò effettivamente un po’ delusa ma provò comunque a rispondere: “Rigenerazione... Sensi più sviluppati, velocità... E queste sono cose parecchio fighe…”
Pete e Charlie la fulminarono con lo sguardo e lei si giustificò allargando le braccia: “Beh, scusate ma lo sono!”
“Va' avanti...” intimò Pete.
“Sì, ok... Ecco, la storia della luce del sole non l'ho mai capita!”
Lui spiegò: “Sono semplicemente fotofobici, non c'è molto da capire”.
Lily chiese ancora: “Ma  non si dissolvono al primo raggio di sole?”
“No, non amano il sole ma non si dissolvono, purtroppo per noi. Cosa li indebolisce?”
Lily ci pensò qualche istante: “Un paletto nel cuore?”
“Quello lì uccide. Charlie?”
Charlie rispose con naturalezza: “Il sangue di morto, se non più fresco da tempo… l’argento… e il biancospino.”
“E cosa li uccide, oltre al paletto nel cuore?”
Lily si affrettò ad esclamare: “Questa la so! Fuoco o decapitazione. “
“E perché?” la interrogò ancora Pete.
La ragazza si ammutolì e si mise in attesa della risposta a braccia conserte, così l’uomo proseguì: “Perché la maledizione ha colpito il cuore, il cervello e l'anima. L'emozione, la ragione e l'essenza. I tre capisaldi dell'umanità.”
L’interrogatorio si concluse e Pete chiese a Charlie se fossero pronti i turni, asserendo che Lily non era ancora pronta per partecipare alle ronde individuali che, a quel punto, rimanevano assegnate a Charlie, Frank e Sean.
 
A Charlie toccò una vecchia casa abbandonata che spesso i vampiri metropolitani prendevano come rifugio non avendo il problema di essere invitati ad entrare. In serata Charlie si recò, un po’ annoiata, al luogo che le era toccato ma, nel momento in cui si avvicinò all’abitazione, sentì che c’era qualcosa che non andava.
Chiamò Sean al telefono: “Credo che in Regent Street ci sia un po' di movimento, tu come sei messo?”
Il ragazzo, dall’altro capo, rispose: “Ai vecchi magazzini tutto tace. Se lì da te ci si diverte fammi un fischio”.
Lei rimaneva circospetta ma si apprestava comunque ad entrare in casa. Prima di riagganciare disse a Sean: “Perlustro la zona e ti aggiorno sul da farsi.”
Con cautela varcò la porta d’ingresso. Avanzando nella penombra, e cercando di essere il più discreta possibile, si rese conto che la casa era abitata da tanti, troppi vampiri. Non l’aveva previsto. Non era abbastanza equipaggiata. Ne intravide molti in una grande sala da pranzo e altri che venivano nella sua direzione. Prontamente, si infilò in una specie di armadio a muro, trattenendo il respiro. Dal suo nascondiglio li spiò per qualche secondo poi, rassegnata a dover restare lì per un po’, si addentrò meglio che poteva nello spazio che le si apriva di fronte e digitò un veloce SMS per Sean: “Sono troppi. Almeno otto, cerco di svignarmela appena posso e vi aspetto fuori”.
 Quando rialzò la testa dallo schermo del cellulare, però, si ritrovò faccia a faccia, vicinissima, con un ragazzo. Il suo viso era al buio. Solo un fascio di luce esterna gli tagliava il volto in prossimità delle labbra. Trattenne il fiato non capendo chi si trovava di fronte. Quelle labbra illuminate e bellissime sorrisero poi il ragazzo si portò un dito alla bocca e le fece cenno di tacere.
Un secondo dopo era fuori di lì. Lei lo seguì con lo sguardo. Vide i vampiri accorgersi della sua presenza e lui che rispondeva con un semplice gesto della mano destra, tesa, a palmo aperto. In quel momento tutti i vampiri si bloccarono come pietrificati. A velocità supersonica il ragazzo li passò in rassegna uno ad uno, strappando loro il cuore. Quando tutti furono stramazzati al suolo, Charlie uscì, stravolta, dal suo nascondiglio. Il ragazzo si girò verso di lei e la fulminò con il verde innaturale dei suoi occhi: “Beh, non ringraziarmi.”
Lei lo guardò attentamente. In teoria, sapeva cos’era quello che aveva appena visto ma non vi aveva mai assistito dal vivo prima di allora: “Tu sei… un vampiro?”
Lui le sorrise, ma di un sorriso che faceva paura: “Già, e tu una cacciatrice, giusto?” Le si avvicinò e lei non riuscì a reagire, come ipnotizzata dall’intensità del suo sguardo.
Lui la scrutò con attenzione poi disse: “Dovresti cercare di uccidermi, ma non te lo consiglio.” Poi, senza distogliere lo sguardo da lei, le rivolse un ultimo sorrisetto beffardo:  “Ti saluto”
E improvvisamente era sparito.
  
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