Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: MaryFangirl    07/02/2019    3 recensioni
[Sequel di 'Little moments']
Kaori è tornata a casa, Ryo si è dichiarato...ma non sono i soli ad aver sofferto per tutto quello che è accaduto. La relazione Falcon/Miki sopravvivrà alle menzogne? E come progredirà quella della nuova coppia formata da City Hunter? E invece, Mick...ecco come quello che è successo a Kaori ha cambiato la sua vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Miki, Ryo Saeba, Umibozu/Falco
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Destandosi dolcemente dal suo torpore, Kaori aprì gli occhi con difficoltà, cercando ciò che aveva potuto svegliarla...ma c'era solo un dolce silenzio che regnava nel loro salotto, ne era certa, tuttavia qualcosa l'aveva svegliata...un rumore che le era scivolato nelle orecchie, ma ancora mezza addormentata, aveva fatica a riportare il cervello in modalità operativa o i suoi sensi all'erta...Non era mai stata molto brava nel risveglio. Ryo la sorprendeva ogni volta. Come poteva essere così efficace non appena apriva gli occhi? Ok, efficace quando qualcuno, ovvero un nemico, lo sorprendeva a dormire; perché quando era lei a svegliarlo, si prendeva tutto il suo tempo per rimettersi in moto.
 
"Mia amata Kaori, ci sei?"
 
Perché improvvisamente Ryo la chiamava così? Anche se si era dichiarato, non riusciva a immaginare il suo amante che la chiamava 'Mia amata Kaori', lui la chiamava 'Sugar'. Soprannome che adorava perché, più di ogni altra cosa, mostrava i legami che li univano. E il fatto che Ryo non aggiungesse più 'Boy' in seguito mostrava che ai suoi occhi era una donna. Se avesse ancora avuto bisogno di prove, ciò l'avrebbe convinta. Guardò l'uomo sdraiato su di lei, ma non era lui ad aver parlato, visto che stava ancora dormendo apparentemente...sembrava esausto in quel momento, ma lei conosceva la ragione. Conoscendo Ryo, non aveva dovuto chiudere molto gli occhi durante il suo ricovero in ospedale...no, Ryo non era il tipo di uomo che la chiamava 'Mia amata Kaori', anche se l'aveva sorpresa negli ultimi giorni, mentre invece, un'altra persona non si disturbava affatto a chiamarla così.
 
"Sono sicuro che quell'idiota del tuo partner ti abbia fatto disperare, mia cara. Sono venuto per salvarti"
 
Lei gemette per la frustrazione sentendo quella voce. Sì, un solo uomo la chiamava 'Mia amata Kaori'...Mick Angel...lo adorava, sicuramente era diventato il suo migliore amico maschio, dopo Ryo naturalmente. No, Mick aveva piuttosto preso il posto di suo fratello maggiore nel suo cuore, in qualche modo. Ma doveva venire a svegliarli? Scosse la testa, no, non doveva pensare in quel modo, Mick era adorabile ed era lì per farle visita dato che non lo vedeva da quando aveva lasciato l'ospedale. E poi, era passato in mattinata a lasciarle un mazzo di elicrisi, ma lei non c'era...doveva aver notato che erano tornati vedendo la Mini parcheggiata nel garage, decidendo di raggiungerli per avere qualche notizia...
 
Dopotutto, era anche colpa di Ryo, che aveva avuto l'idea di sdraiarsi in pieno pomeriggio...e ancora una volta si era lasciato dietro la porta aperta. Quante volte gli aveva detto di chiuderla? Ma ogni volta lui le rispondeva che, se qualcuno voleva davvero forzare l'ingresso del loro appartamento, la porta non li avrebbe fermati. Preferiva risparmiare sul costo di riparazione. Lei gli aveva detto che almeno, se la porta fosse stata chiusa, avrebbero potuto sentire il rumore nel caso venisse forzata, il suo partner le rispondeva che era in grado di sentire le aure dei loro nemici anche prima che fossero sul pianerottolo...
 
Bella la storia dell'aura. Qualcuno era nel loro appartamento e il signorino dormiva, sereno e lei era contenta che lui non le sbavasse addosso...ma forse la questione dell'aura funzionava nel sonno solo contro i nemici? Quindi sarebbe stato comprensibile che lui non avesse sentito l'arrivo di Mick. Ma nel frattempo, perché dormiva ancora? La voce dell'americano proseguiva e non l'aveva svegliato di un millimetro...doveva essere davvero esausto. La giovane donna tentò di alzarsi per salutare il visitatore in maniera presentabile, posando un braccio sul bracciolo per aiutarsi. Non poteva ignorarlo quando lui era sempre stato così gentile con lei...ma il corpo di Ryo che giaceva su metà del suo ostacolava i suoi movimenti. Questa volta, era riuscito nel suo intento, non avrebbe potuto alzarsi prima di lui. Steso sulla pancia e con la testa appoggiata alla sua, lei era inchiodata al divano.
 
Cercò di scappare di nuovo sentendo Mick che si avvicinava. Doveva averla sentita, ma l'unica cosa che poteva fare era gemere. Le mani di Ryo, sentendo i suoi movimenti nel sonno, si erano sollevate sotto la sua canottiera per posarsi sui suoi seni e chiudersi su di essi. La giovane donna gemette di nuovo prima di mordersi le labbra, questa volta era sicura che il loro ospite a sorpresa l'avesse sentita. Tornò a guardare il suo compagno. Dormiva davvero o lo faceva apposta? Non ne aveva idea...ma al tempo stesso, non era sicura che Ryo si sarebbe permesso di farlo con Mick nella stessa stanza, conosceva il suo pudore morboso. Ovviamente Mick non si sarebbe infastidito troppo...ma d'altra parte, Ryo era talmente provocatore da essere in grado di farlo, tutto sommato...quindi, non aveva modo di sapere se stesse agendo nel sonno, o se fosse sveglio e lo facesse apposta.
 
Ma non ebbe il tempo per farsi domande perché all'improvviso sentì la presenza di Mick molto più vicina di prima. Molto lentamente, quasi con paura, inclinò la testa indietro per confermare o meno le sue supposizioni. E il suo sguardo incontrò la visione di un volto dai tratti invertiti a causa della sua posizione, ma che in realtà sembravano di essere quelli di un Mick Angel più che sorpreso e divertito. C'era tutto: capelli biondi e angelici, occhi color del cielo, sorriso beffardo...
 
Sì, era Mick Angel, lo sweeper numero 1 degli Stati Uniti ed ex socio del suo torturatore. Lo avrebbe ucciso...Ryo...se solo avesse imparato a chiudere quella maledetta porta...eppure, riportandola dall'ospedale, aveva dimostrato di saperlo fare. Allora perché non l'aveva fatto quella volta?
 
Se avesse avuto quel piccolo riflesso, lei non sarebbe stata in quella posizione, mezza scarmigliata di fronte a un amico. Si sentiva in imbarazzo mentre lo fissava silenziosamente, non sapendo cosa dire in tali circostanze...se quell'idiota avesse chiuso la porta, non avrebbe dovuto subire il sorriso di Mick. E l'idiota la torturava dormendo, per di più...si morse un labbro per soffocare un altro gemito e automaticamente mise la mano su quella di Ryo per fermare i suoi movimenti. Non avrebbe dovuto avere quel riflesso, poté vedere lo sguardo azzurro del suo amico seguire l'azione e andare alla scoperta del luogo in cui Ryo aveva messo le mani, gli occhi che si allargavano in modo sognante...lo avrebbe ucciso. Sebbene avesse confessato i suoi sentimenti, sebbene le avesse offerto la notte migliore della sua vita, stavolta lo avrebbe ucciso. Si accigliò vedendo Mick che iniziava a sbavare e infilò le unghie nella mano di Ryo per fermarlo. Era impossibile che stesse ancora dormendo. Per tutta risposta, lui ringhiò. Lei decise dunque di parlare per distogliere l'attenzione del loro amico, sperando che il suono di una conversazione avrebbe risvegliato il suo compagno.
 
"Inizi davvero, ma davvero a darmi sui nervi oggi, Mick"
 
Oh no, lei aveva aperto la bocca per parlare con l'americano, ma non fu la sua voce a risuonare nella stanza. Rimase qualche secondo a fissare il biondo, con la bocca aperta per parlargli prima di battere le palpebre ripetutamente per guardare finalmente il bruno che non si era mosso di un centimetro. Era rimasto esattamente nello stesso punto, al millimetro, non aveva nemmeno aperto gli occhi. Eppure, lei aveva appena sentito la sua voce. Lentamente poté vedere i suoi occhi aprirsi prima di alzarsi su Mick, senza preoccuparsi di muoversi.
 
"È la seconda volta, oggi. Non potresti trovare altre persone da svegliare? O ti piace tanto rovinarmi la vita?"
 
Il traditore aveva apparentemente deciso che stavano bene così com'erano. Ma non poteva almeno togliere le mani? Come a rispondere a quella domanda, le dita di Ryo si mossero e questa volta lei non riuscì a trattenere il suono che il gesto le fece nascere...cosa che attirò l'attenzione dei due uomini verso di lei, facendola arrossire due volte di più, lo avrebbe davvero sventrato...solo che Ryo non l'aveva fatto di proposito stavolta. La guardò prima di abbassarsi sulla mano, che lei ancora artigliava, ma sogghignò mentre la fissava, prima di togliere le mani molto lentamente da sotto la canottiera della donna. Così lentamente da poterne approfittare per carezzare ogni millimetro di pelle al suo passaggio. Ma poteva capire l'imbarazzo della donna, dopotutto c'era un ospite a sorpresa.
 
"Non mi lancerai un martello, eh? Non ci ho fatto caso...non l'ho fatto apposta, Sugar"
"Spostati, Ryo"
"No...no, no, no, no, no...se ti permetto di alzarti, sono sicuro che mi spiaccicherai. Finché non puoi muoverti, non puoi tirarne fuori uno...non mi muoverò"
 
La giovane donna sospirò prima di sorridere. Lui pensava che lei non capisse il suo giochetto. Stava cercando di distrarla in modo da dimenticare l'imbarazzo...,ma in fondo, non avevano fatto niente davanti a Mick che potesse metterla in imbarazzo. Certo, se avessero seguito l'idea di Ryo, sarebbe stato un altro paio di maniche. Solo a pensarci, il suo viso avvampò e spinse leggermente indietro il suo compagno. Ryo capì il messaggio e si alzò lentamente. Sotto lo sguardo di un Mick più che compiaciuto, dovette rimettere a posto la canottiera che Ryo aveva sollevato sotto i seni prima di riprendere la camicia che lui le aveva tolto una volta arrivati a casa. Adorava Mick, ma non le piacevano quegli sguardi, la mettevano più che a disagio...non che lui la fissasse davvero con la sua aria da pervertito, quella era una cosa che sapeva come gestire. Ma era proprio quello sguardo, quello con cui la divorava mentre sorrideva sognante...non sapeva come affrontare quell'espressione di Mick. Senza dire una parola, si rifugiò nella sua cucina, per preparare delle tazze di caffè...non chiese loro nemmeno se ne volevano, non le importava, doveva tenersi un po' occupata per fermare il vortice dei pensieri che erano sul punto di causarle un mal di testa.
 
"Mick...quante volte devo ripetermi perché tu capisca?"
 
L'americano riportò gli occhi sulla metà maschile di City Hunter, molto meno attraente, almeno per lui. Ma non appena incontrò le pupille scure e arrabbiate, divenne di nuovo calmo e serio.
 
"Diventi geloso, Ryo...rettifico, sei sempre stato geloso, solo che prima riuscivi a nasconderlo, mentre ora, è chiaro come il sole...se ora non si può nemmeno più sognare...cos'hai intenzione di fare a quelli che la guardano mentre cammina per strada?"
 
Ma lo sweeper non rispose alla sua provocazione, lo sapeva che era geloso. Lo sapeva meglio di chiunque altro. Sapeva anche di esserlo sempre stato...ma era un suo diritto, no? Dopotutto, era la sua donna, aveva diritto di essere geloso, aveva diritto di essere protettivo, aveva diritto di volerla tenere solo per sé...quel pensiero lo fece sorridere, all'improvviso aveva il diritto a un sacco di cose. Dato che aveva passato gli ultimi anni a trattenersi, all'improvviso si ritrovava con il diritto di tenerla solo per sé...era un suo solenne diritto, e lo avrebbe assaporato per sopperire alla sua stupidità del passato. Per quanto riguardava i tizi che si sarebbero permessi di guardare la sua donna, non sarebbero durati a lungo se fosse dipeso da lui. Era contento che Kaori non se ne accorgesse.
 
 
 
In cucina, mentre guardava il caffè che si scaldava, la giovane donna stava cercando di calmarsi. Era davvero troppo timida. Mick non aveva sorpreso nulla di così imbarazzante, ma allo stesso tempo, quello che le faceva girare la testa, erano state le reazioni di Ryo...
 
Non avrebbe mai pensato che lui fosse a suo agio per mostrarsi tenero con lei fino a quel punto, soprattutto in pubblico. Il bacio di quella mattina per strada era stato più che sorprendente. Conoscendolo, si era aspettata che lui le dicesse che preferiva mantenere la loro relazione segreta per proteggerla da possibili nemici. Invece, aveva scelto di esporsi...ma non era l'unica cosa che la stupiva...il sesso, per esempio. Il sesso aveva un ruolo molto importante nella vita di Ryo, un ruolo primordiale...
 
Aveva sempre pensato che, se si fossero messi insieme, lui le sarebbe saltato addosso in qualsiasi momento...mentre faceva tutto il contrario...quell'uomo era un enigma, anche per lei. La prima notte nell'appartamento, aveva voluto dormire con lei, semplicemente dormire stringendola a sé e lei si era deliziata della sua tenerezza. La mattina dopo lei aveva banchettato con la sua passione e dolcezza, offrendogli il suo corpo quando lui aveva fatto l'amore con lei per la prima volta...ma da allora, Ryo non aveva provato a insistere, non aveva provato a ripetere l'esperienza. Erano diventati amanti solo da ventiquattr'ore? Erano passate davvero ventiquattr'ore da quando avevano fatto l'amore? E tutto ciò che Ryo aveva chiesto erano stati dei baci e lui sembrava essere in visibilio per il fatto di poterla toccare in quel modo. Come se il solo fatto di sapere che finalmente poteva farlo lo spingesse ad assaporare ogni momento, ogni carezza, ogni bacio, ogni sguardo. Non c'erano parole, solo semplici gesti e silenzio, ma lei lo adorava. Ryo era l'unica persona con cui amava condividere il silenzio...ma lui l'aveva davvero sorpresa non tentando nulla di più, tornando a casa.
 
Era una cosa stupida, ma al ritorno dalla sua visita improvvisata a Falcon, entrando nella loro casa, per un momento si era intimidita. Avevano fatto l'amore per la prima volta proprio il giorno precedente, e non avevano più parlato da allora, non realmente in ogni caso. Ricordava di essersi svegliata e di avergli parlato del suo sogno più segreto, quello che l'aveva perseguitata da quando era uscita dall'ospedale. Aveva sempre fatto quel sogno, quello di un ragazzino vivace che assomigliava tanto a Ryo. Ma dopo il coma, l'inizio del suo sogno era cambiato. Ora, all'inizio, sentiva la voce attutita di Ryo che le diceva che anche lui voleva che ciò si realizzasse...non capiva comunque perché faceva quel sogno. Ma quando l'aveva detto a Ryo, lui aveva solo sorriso in silenzio, non sembrando contrario all'idea.
 
Aveva detto di doversi mettere al lavoro per realizzare il sogno, ma non l'aveva realmente fatto, l'aveva sì sfinita, ma poi non l'aveva più fatto, accontentandosi di denudare di nuovo il suo corpo...
 
Lei non cercava nemmeno più di comprendere perché lui avesse scelto di rimanere lì, quando avevano già fatto l'amore in precedenza durante la giornata. A un certo punto, lui si era limitato a guardarla e sorridere prima di baciarla sul naso e di dirle di dormire...
Mai lei avrebbe creduto che Ryo ne fosse capace, non in quel campo. Le aveva donato piacere, senza cercare di prenderlo per sé...ma lei non si sentiva ancora capace di incitarlo. Non era abbastanza sicura di sé per fare il primo passo...e il sorriso di Ryo l'aveva fermata nelle sue riflessioni. Mai lo aveva visto sorridere come faceva da quando si era svegliata in ospedale. Allora si era abbassata contro di lui per riaddormentarsi. Non gli aveva più realmente parlato da allora, a parte in strada davanti al Cat's Eye.
Quando erano rientrati, lei non sapeva cosa attendersi. Ryo le aveva preso la mano uscendo dalla macchina, e non gliel'aveva lasciata entrando nell'appartamento. Appena dentro, aveva catturato la sua bocca con la propria, prendendole il viso fra le mani, e lei non aveva potuto fare niente.
 
No...non aveva voluto fare niente. Soltanto circondare la sua vita con le braccia per incollarsi a lui e rispondergli. Non si era resa conto che lui si stava muovendo, portandola con sé. No, se n'era accorto solo quando i loro corpi si erano rovesciati sul bracciolo del divano. Aveva smesso di baciarlo per la sorpresa, guardandolo. Disteso sotto di lei, Ryo l'aveva guardata con una smorfia provocante, fiero di sé. Poi aveva sentito le sue mani scivolare tra i loro corpi prima che che si attaccassero sui bottoni della sua camicia, senza dire una parola, senza lasciare i suoi occhi con i propri.
 
"Questa è la mia camicia, Sugar...dopo tutte le volte in cui ti ho detto di usare i miei vestiti e che tu mi hai sgridato, pensi di poterti servire così senza chiedere?"
 
La giovane donna era arrossita. Non poteva dirgli che in tutti quegli anni aveva voluto prendere le sue cose. Non poteva dirgli che quella mattina, quando si era svegliata, aveva avuto difficoltà a lasciarlo benché volesse andare a trovare Miki. E si era imbattuta sulla sua camicia...o forse sì, poteva dirglielo, lui le aveva confessato così tante cose. La camicia era scivolata dalle sue braccia prima che trovasse il coraggio di dirglielo. E Ryo aveva sorriso di fronte alla sua canottiera azzurra.
 
"Sì...ti preferisco decisamente così"
 
E lei era arrossita vedendo i suoi occhi guardarle il petto. La pelle della cicatrice lasciata dal pugnale era ancora sensibile, quindi non portava niente sotto la canottiera...e ciò non era sfuggito alla vista di Ryo Saeba. Lui aveva recuperato la camicia, mettendola sullo schienale del divano prima di cambiare posizione in un gesto agile. La giovane donna era arrossita di nuovo, trovando i suoi occhi che la divoravano da sopra.
 
"Perché rubi le mie cose, Sugar? Non avevi più camicie? O c'è una ragione nascosta, Kaori?"
 
La giovane donna aveva voltato la testa mordendosi le labbra, che Dio la maledicesse per il fatto che ogni volta arrossisse in quel modo.
 
"Aveva il tuo odore..."
 
Lui aveva sorriso teneramente prima di lasciar correre le mani sul suo ventre, per poi metterle sotto la canottiera per toccarle la pelle.
 
"Non è giusto, io non avevo niente del genere con me"
 
Aveva sollevato la canottiera fin sotto i seni prima di scivolare leggermente sul divano, e su di lei al tempo stesso, per poter appoggiare la testa sul suo stomaco prima di chiudere gli occhi.
 
"Ryo?"
"Ssh...ti perdono questo furto e ti presterò la camicia se rimani buona e non ti muovi più"
"Ma Ryo..."
"Silenzio, Sugar...Ryo è stanco, si è svegliato all'alba e tu non c'eri nemmeno. Per non parlare del fatto che la prima cosa che ho visto è stata la faccia idiota di quello stupido di Mick...quindi, silenzio"
 
Lei non aveva detto niente e prima che se ne rendessero conto, entrambi si erano addormentati tranquillamente...poi lei si era svegliata ai rumori provocati dall'americano...
La giovane donna sobbalzò sentendo un braccio intorno alla vita.
 
"Non serve il caffè, il tuo ammiratore se n'è andato"
Lei avrebbe voluto riprenderlo per la scelta delle sue parole, ma tacque mentre spegneva il caffé, appoggiandosi a lui.
 
"E ho anche chiuso la porta a chiave."
  
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