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Autore: MaryFangirl    11/02/2019    2 recensioni
[Sequel di 'Little moments']
Kaori è tornata a casa, Ryo si è dichiarato...ma non sono i soli ad aver sofferto per tutto quello che è accaduto. La relazione Falcon/Miki sopravvivrà alle menzogne? E come progredirà quella della nuova coppia formata da City Hunter? E invece, Mick...ecco come quello che è successo a Kaori ha cambiato la sua vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Miki, Ryo Saeba, Umibozu/Falco
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Per l'ennesima volta da quando lui l'aveva trovata al mattino davanti al Cat's Eye, lei arrossì. Il fatto che avesse chiuso a chiave la porta non era di per sé problematico, era il modo con cui gliel'aveva annunciato. Era entrato in cucina in silenzio, nascondendo la sua aura, per abbracciarla, e le aveva detto di aver chiuso la porta a chiave mentre le baciava il collo. Apparentemente, lo sweeper numero 1 del Giappone, Ryo Saeba, aveva un debole per il suo collo...lei cercò di girarsi fra le sue braccia per guardarlo in faccia, ma non ci riuscì, così si approcciò al problema con pazienza, appoggiandosi a lui, facendolo sospirare contro il suo collo. Ma a proposito...
 
"Com'è che Mick se n'è andato così di fretta?"
 
Ma lui non le rispose. Non direttamente, comunque...lo sentì gemere sulla schiena prima che sorridesse contro la sua pelle.
 
"Ryo...cos'hai fatto a Mick?"
"Niente di niente. Aveva altro da fare, tutto qui"
"E cos'aveva da fare per non avere il tempo di salutare o prendere un caffè?"
 
La domanda lo fece sorridere di nuovo e le morse la spalla attraverso la camicia. Certo non ci aveva messo molto prima di liberarsi dell'americano. Non aveva fatto nulla, però, per farlo scappare. Mick stesso aveva detto che lui stava diventando geloso, quindi non era realmente responsabile, no? Beh, d'accordo, forse era colpa sua, ma anche del suo compare. Non era il solo da biasimare. Da tempo, il suo amico avrebbe dovuto sapere di non spingersi troppo oltre nei confronti di Kaori. Soprattutto ora che la loro relazione aveva cambiato direzione. Lui si sarebbe permesso di fare osservazioni, gesti o sguardi inappropriati sulle donne dei suoi amici?
 
Beh, sì, forse se lo permetteva un po', ma nel suo caso era diverso. Lui, quando tentava la sorte con Miki o Kazue, era single, ne aveva il diritto. E poi, saltare sulle ragazze gli permetteva di testare Kaori, finché lo appiattiva per terra con un martello, aveva la certezza che fosse gelosa...Ma Mick, lui era impegnato, con quale diritto si permetteva di guardare la donna del suo migliore amico? Ok, lo aveva sempre fatto, ma allora lei era single, e Ryo sapeva che l'americano non toccava mai le single. Ancora meno donne single che non avevano mai conosciuto un uomo. Anche se sapeva che Mick avrebbe fatto un'eccezione con Kaori se lei lo avesse voluto...
 
Ma ora, lei non era più single o illibata e Mick lo sapeva, avrebbe dovuto smetterla di guardarla con gli occhi pieni di cuoricini...
Ryo l'aveva presa male, perché Kaori non era più single e Mick aveva un passato notevole riguardante le donne impegnate. E anche se conosceva abbastanza bene il suo migliore amico, anche se aveva fiducia in lui per ciò che concerneva Kaori, non aveva potuto fare a meno di mettere i puntini sulle 'i'. Certo, l'americano aveva sorriso e solleticato un po'.
 
"Non solo stai diventando sempre più geloso, ma stai iniziando a invecchiare, amico mio"
"Cosa cerchi di insinuare con questo?"
"Beh...prima, la siesta, conoscendoti non ti saresti dovuto limitare a un semplice sonnellino...lei avrebbe dovuto reagire in maniera più violenta, se capisci cosa intendo"
 
Capiva esattamente cosa intendeva. Ma che significava che stava invecchiando? Non gli era permesso di godersi un momento di dolcezza con la sua donna? Non le sarebbe saltato addosso appena varcata la soglia, era Kaori...Kaori, che lui aveva passato anni a evitare di toccare, Kaori a cui aveva confessato i suoi sentimenti solo una settimana prima, Kaori che aveva perso la verginità solo il giorno precedente...era così strano che volesse solo abbracciarla? Beh, ok, non era l'unica cosa che voleva fare con lei, ma era così strano che scegliesse di darle un po' di tempo? Aveva potuto fare l'amore con lei, mentre fino al giorno prima si era trattata di pura fantasia...aveva il diritto di assaporare il fatto di poterla toccare senza fare altro...
 
Soprattutto visto che si trattava della sua partner, sempre così timida nonostante quello che avevano fatto, non una ragazza facile. No, non poteva proprio saltarle addosso.
 
"Oppure, è così divina a letto che ti ha sfinito. Dopotutto, con lei ce ne vuole prima di riprendersi, vado a proporle le mie manine per aiutarla"
 
Il biondo si era voltato verso la porta della cucina, ma non aveva fatto due passi prima che la canna di una Magnum fosse puntata contro la sua nuca.
 
"Tieni le tue mani per te e lontano dalla mia donna, Mick"
 
L'americano aveva alzato le braccia in segno di remissione.
 
"Va bene, va bene...era solo per ridere...non sei molto divertente quando sei geloso, amico mio...se è così andrò altrove dove sarò accolto meglio che qui. Saluta per me la mia amata Kaori, te lo lascio fare a modo tuo"
 
E senza aggiungere una parola, era uscito dall'appartamento. Lo sweeper giapponese si era preso il tempo di mettere via la pistola prima di dirigersi verso la porta d'ingresso per chiuderla a chiave. Si stava stancando di essere costantemente interrotto in quel modo. Ma era anche colpa sua, aveva abituato male i suoi amici. Sapevano che la sua porta era sempre aperta, e che lui era troppo pigro per andare a rispondere quando qualcuno bussava civilmente. Quindi avevano preso l'abitudine di andare a casa sua come se fosse un mulino a vento, anche dopo che Kaori si era trasferita. Quante volte gli aveva rotto i timpani urlandogli di chiudere a chiave la porta. Beh, finalmente sarebbe stata soddisfatta. Quella porta sarebbe rimasta chiusa per la maggior parte del tempo d'ora in poi. In quel modo, poteva godersi momenti di intimità con la sua piccola furia adorata.
 
Si era poi diretto in cucina per trovare la suddetta furia, persa nei suoi pensieri. Aveva fatto il minimo rumore possibile per sorprenderla, cosa che era diventata estremamente difficile nel tempo visto che la sua compagna era davvero migliorata nell'avvertire l'aura delle persone. Con le sue visite notturne ai clienti, aveva di che insegnare a tal proposito. Ora era assolutamente costretto a nascondere la propria aura se voleva sorprenderla, ma ciò lo rassicurava, perché se lui aveva difficoltà, allora i potenziali nemici non sarebbero stati in grado di farlo...
 
Era lontana dall'essere la ragazza incapace di reggersi sulle gambe dopo essere fuggita da un pericolo, con lui che si ritrovava a doverla portare sulle spalle. Quel pensiero lo fece sorridere, ma la voce della sua compagna improvvisamente lo tirò fuori dai suoi pensieri.
 
"Ryo? Ti ho fatto una domanda"
"Cosa ne so, io...non gliel'ho chiesto, non sono sua madre che io sappia"
"Dimmi se sbaglio, Mick Angel è venuto due volte oggi nel nostro appartamento, senza ragione, se n'è andato, senza fare né dire niente?"
"Sì, viene solo per impedirmi di dormire"
"Avrei creduto che passasse per trovare me, conoscendolo...non ho avuto nemmeno il tempo di ringraziarlo per i suoi fiori"
 
Lui la fece voltare bruscamente e le sollevò il mento per costringerla a guardarlo.
 
"Prima Umi, ora Mick...dovrei farmi delle domande, Sugar?"
"Non posso più interrogarmi sul comportamento dei miei amici?"
"Sì, certo...ma vuoi davvero parlare del comportamento di Mick, ora?"
 
Lei lo guardò e si morse il labbro e ancora una volta, il gesto catturò l'attenzione del suo compagno sulla sua bocca. Le strinse le braccia dietro la schiena per placcarla un po' di più contro di lui.
 
"Dovresti davvero smettere di farlo, Sugar. Un giorno ti causerà dei problemi"
"Fare cosa?"
 
Il peggio, pensò, era che lei non ne era davvero consapevole. Aveva incontrato un sacco di donne che lo facevano apposta per attirare la sua attenzione o per fargli certe domande, stuzzicandolo a ottenere una risposta, ma non lei. Per Kaori era un gesto automatico di quando non sapeva cosa dire o era commossa, intimidita o pensierosa. Era assolutamente inconsapevole di farlo, mentre a lui non sfuggiva mai. Per Kaori Makimura, il mordersi le labbra era solo un'espressione di pensieri positivi o confusi, proprio come il martello veniva usato istintivamente per esprimere un sentimento negativo o punitivo.
 
"Questo"
 
Per chiarire la sua risposta, passò il pollice sulle labbra della giovane donna. Non appena lei capì a cosa si stava riferendo, si morse di nuovo, incapace di controllarsi, e arrossì quando se ne rese conto. Tranne che questa volta, i suoi denti non si presero il labbro ma il pollice che vi era ancora sopra. Il suo compagno avvicinò il viso al suo, sogghignando, prima di sollevarla con le braccia che le passò dietro.
 
"Ryo! Ma cosa stai facendo?"
 
Lui si girò, fece qualche passo e la posò sul tavolo della cucina, costringendola a sedersi mentre lei rideva. Poi mise le mani sul tavolo, su ciascun lato dei fianchi della sua partner, per impedirle di muoversi se avesse voluto, poi piantò gli occhi nei suoi.
 
"Vedi, non mi ascolti mai, Sugar"
 
Era veramente più forte di lei. Sedendosi sul tavolo e vedendo lo sguardo provocatorio di Ryo su di sé, che attendeva la sua reazione, lei non poté impedirsi di rifarlo. E il sorriso di Ryo crebbe ancora un po', alzando un sopracciglio.
 
"Non lo faccio apposta"
"Ma lo so, Sugar. Ciò non impedisce che ti metterà nei guai"
"Non vedo come il mordermi le labbra possa mettermi nei guai. È una cosa stupida, Ryo"
 
Senza una parola, lui portò le mani dal tavolo ai suoi fianchi, prima di abbassarsi sul suo orecchio.
 
"Non se mi fa venire voglia di morderle al tuo posto, Kaori"
 
Istintivamente, lei volle incontrare il suo sguardo, così girò la testa verso di lui e poté improvvisamente sentire il respiro del suo compagno sulle labbra. Gli occhi scuri di Ryo la fissarono, senza muoversi, allora lei gli avvolse il collo con le braccia per attirarlo vicino, sempre più vicino. Quando finalmente le loro labbra si toccarono, lei sospirò.
 
Erano passate ore da quando lui l'aveva baciata. Ryo sorrise contro le sue labbra mentre sentiva quel sospiro prima di mordicchiarle, in fondo l'aveva messa in guardia, ma lei non lo lasciò fare e aprì le labbra per impedirglielo. Peggio per lei, se non poteva giocare con le sue labbra, lo avrebbe fatto con la sua lingua. Quando si impadronì della sua bocca, le mani dello sweeper le lasciarono i fianchi per carezzarla lungo la parte esterna delle cosce prima di risalire, poi di riscendere...perché aveva solo due mani? Voleva poterla toccare ovunque nello stesso momento, ma aveva solo dieci dita. Non era giusto. Pressando sui fianchi, la fece scivolare sul tavolo per incollarla a sé, erano davvero troppo lontani per i suoi gusti.
 
Quando le sue ginocchia entrarono in contatto con le cosce di Ryo, la giovane donna allargò le gambe per permettere al suo compagno di avvicinarsi. Lui non sprecò un secondo per rispondere all'invito e appiattirsi contro di lei, le mani che volteggiavano sui suoi fianchi per atterrare sulla parte bassa della schiena, tenendola contro di sé e facendola gemere al passaggio. Dio, quanto poteva adorare quel suono che usciva dalla sua gola. Un suono solo per lui, che nessun altro avrebbe sentito, non finché lui fosse stato vivo. Non potendola accarezzare dappertutto nello stesso momento, lasciò le labbra per abbassarsi sul suo collo che mordicchiò a sua volta.
 
Sentendola gemere di nuovo mentre le sue mani femminili si perdevano tra i capelli scuri di lui e le sue cosce chiuse intorno ai fianchi, Ryo sollevò la testa per appoggiare sulle sue labbra alcuni baci leggeri.
Spostò leggermente il viso dal suo per guardarla prima di posare la fronte a quella della donna, sospirando, cercando di riprendere il controllo dei sensi. Quella donna lo rendeva davvero pazzo...sentendo il suo respiro e il suo movimento, Kaori sollevò le palpebre per fissarlo di nuovo e ciò che vide nei suoi occhi che la divoravano la fece arrossire ancora...eppure non aveva bisogno di vederlo per capirlo, non data la loro posizione.
 
Sapeva già cosa significava quello sguardo, ne aveva finalmente capito il significato la prima volta in cui l'aveva baciata dopo il coma. Dopo anni in cui l'aveva sorpreso di tanto in tanto quando a guardarla in quel modo, finalmente sapeva cosa significavano quegli occhi...
Ma lo sweeper sussurrò la risposta con voce strozzata, nel caso lei non l'avesse ancora capito.
 
"Ho voglia di te, Kaori"
 
In replica, un semplice brivido attraversò il corpo di lei nel sentire quelle parole.
  
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