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Autore: Soniabruni    07/02/2019    2 recensioni
Questa ff è ambientata a New York negli anni ’20.
Il primo capitolo serve ad inquadrare la situazione dei personaggi; avrete una bella sorpresa perché tutti i rampolli Andrew sono vivi, niente guerra e niente incidente a cavallo per Anthony...
Terence e Candy non si conoscono affatto! Terence ha lasciato la St. Paul School prima che arrivasse Candy.
Annie era a scuola prima che arrivasse Tuttelentiggini. Nessuno ha mai spifferato ai quattro venti che lei viene dalla Casa di Pony, conseguentemente la sua presa di coscienza sul fatto che non c’è nulla di cui vergognarsi sulle proprie origini non si è verificata.
All’inizio Annie è nella fase in cui le interessa soprattutto condiscendere la madre e diventare una signorina raffinata ed elegante, nessuno sa che è stata adottata. La maturazione del rapporto tra le due orfanelle deve ancora avvenire.
La prima parte della storia è riservata alla nascita del sentimento tra i due protagonisti ma da un certo punto in avanti arriveranno i guai e il tema delle sorelle, che dà il titolo alla storia, diverrà sempre più importante ed interessante… e soprattutto tutto fuorché scontato!
Chi sono queste sorelle? Semplicemente Annie e Candy???
Non ne sarei molto sicura...
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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New York 7 maggio 1920


I primi di maggio… l’aria era piacevolmente tiepida, le giornate più lunghe e soleggiate, la primavera era finalmente sbocciata in tutto il suo splendore…
Terence si rimetteva in fretta, aveva cominciato ad usare le stampelle; Candy lo accompagnava sempre in giardino a fare pratica.
A dire il vero quando lui si appoggiava a lei sentiva il cuore fare le capriole e lui fingeva di cadere molto più spesso del dovuto per appiccicarsi a lei.
Terry dissimulava senza troppa convinzione in realtà, era dannatamente attratto da quella ragazza e potevano pure accorgersene anche i sassi, non glie ne sarebbe importato un fico secco!

“È incorreggibile” pensava divertita lei.

Candy stava riaccompagnando Terence in camera quando una delle sue colleghe le corse incontro con un gigantesco mazzo di rose.
“Candy! E’ arrivato questo per te!”

“Oh!… le rose dolce Candy! E’ sicuramente il mio Anthony!”

Quei fiori avevano avuto il potere di mutare in un istante l’umore di Terence… e poi quel “mio Anthony” gli era andato proprio di traverso.
“Terry! Che ne pensi, non sono bellissime? Queste le ha create Anthony per me quando ero bambina!”

“Per te? Beh! Avrebbe dovuto fare in modo che avessero mille puntini come la tua faccia allora! Non mi pare il tuo Anthony abbia fatto un gran lavoro.
Comunque io ODIO le rose! Non mi sono mai piaciute…” quanto bruscamente le aveva parlato!

“Io le trovo meravigliose invece, Anthony è un vero tesoro, non scorda mai il mio compleanno; spero di vederlo nel week end per ringraziarlo a dovere”.

Il giovane si era rabbuiato e non le aveva più rivolto la parola.

“Che gli è preso adesso? Accidenti a lui! Quando fa così lo ucciderei!” pensò lei.

L’attore accelerò il passo ma non aveva ancora molta pratica e rischiò di inciampare; Candy corse subito in suo aiuto a sorreggerlo, lasciando cadere a terra incurante i suoi fiori.

“Sei un testone, che ti è preso? Devi prestare più attenzione!
Accidenti! il mio bel regalo…” il suo luminoso sorriso si era smorzato.

“Era così felice per le sue rose… Terence maledizione! Tu sei geloso! GE-LO-SO!” mormorò lui tra sé e sé…

Non si era mai sentito così per una ragazza; in primis perché di solito doveva fuggire dalle loro attenzioni, poi perché nessuna fanciulla gli era mai interessata per davvero.
A dir la verità aveva sempre pensato che la gelosia non fosse sentimento che potesse annidarsi nel suo animo e adesso non sapeva proprio come gestire questa cosa che lo faceva andare fuori dai gangheri come poche altre.
Questa nuova sensazione l’aveva letteralmente disarmato…
Si rendeva conto che era assurdo ma avrebbe tanto voluto prendere quel maledetto mazzo di fiori e buttarlo dalla finestra, ma avrebbe solo finito per litigare di nuovo con lei e allontanarla ed era l’esatto contrario di ciò che voleva accadesse.
Alla fine però aveva comunque finito per rovinare il suo dono.
“Mi rincresce per il tuo regalo…” le disse per scusarsi, ma il tono lo tradiva.

“Beh! Non mi pare ti dispiaccia poi tanto!” gli aveva risposto lei visibilmente seccata.

Nel tardo pomeriggio dalla finestra della sua stanza l’attore aveva notato Anthony che attendeva all’ingresso.
“Ma che bella sorpresa! Non è riuscito ad aspettare il week end e stasera è tutta sua! Dannazione!"

Strinse il pugno sulla tenda e d’istinto con uno strattone procurò un’evidente strappo sulla tela prima di tirarla nervosamente per evitare ai suoi occhi lo spettacolo penoso che si sarebbe offerto loro di lì a poco.

Il giorno dopo Candy prese servizio nel pomeriggio…
Quando fu in giardino si sentì richiamare dal piccolo Jimmy dalla finestra.
“CANDY! CANDY! VIENI DA NOI UN ATTIMO! SUBITO!”

La ragazza corse nella sala ricreativa, era in anticipo come al solito sull’orario di inizio del suo turno e passare un po’ di tempo con quei bambini le piaceva.
Fu sorpresa nel ritrovarsi accerchiata da quei monelli con cappellini a punta e trombette.
Sul tavolo una meravigliosa torta al cioccolato e una scatola con un bel fiocco rosso e un bigliettino:

“Mi dispiace davvero…
Sono imperdonabile…
Terry”

“Tanti auguri Candy!” i bambini erano elettrizzati! Non avevano mai fatto una festa in quel posto, alcuni di loro una festa e una torta come quella non l’avevano proprio mai vista nemmeno in fotografia.

“Oh! Terry! Hai organizzato tutto per me… Ma perché tu non sei qui con loro?” pensò la ragazza.

Mentre quelle allegre canaglie cantavano e mangiavano golosamente, lei emozionata apriva il pacchetto
“Romeo e Giulietta” di W. Shakespeare…
C’era anche una scatola di cioccolatini…

“Questi li voglio mangiare stasera con te”
Dopo cena Candy passò da lui…

“Non avevo alcun diritto di rovinare i tuoi fiori…” le ripeté nuovamente.

Era semplicemente adorabile il modo in cui lo stava dicendo e Candy era completamente spiazzata.
Le rose? Quali rose? Le aveva completamente dimenticate!
“Ma... perché non ti sei fatto vedere alla festicciola?”

“Perché non volevo rischiare di rovinare pure quella!” le rispose.
La gelosia lo aveva tenuto sveglio sino all’alba e aveva temuto di fare qualche altro scivolone se fosse intervenuto.

“Sono molto golosa sai? I cioccolatini mi piacciono più dei fiori, ma non mi va di mangiarli da sola”.

Cominciarono a ridere e scartare dolcetti. Lui mangiava con discrezione ma la ragazza era buffissima con le guance sempre gonfie…
“Sei impossibile Candy! Quanti riesci a metterne in bocca in una volta?” era così spontanea!
“E dove li metti poi! Sei perfetta…” si rese conto troppo tardi dell’apprezzamento che aveva appena fatto alla giovane donna che rimase visibilmente scossa.

Terence si accorse che nella scatola era rimasto un solo cioccolatino e, per rompere l’imbarazzo del momento, si avventò su di esso esclamando:
“Giù le mani golosona! Questo è MIO!”

Sembrava una sfida e lei non voleva perderla quindi allungò il braccio nello stesso istante del ragazzo.
La mano di lui arrivò contemporaneamente a quella di lei su quel dolcetto, lui passò lentamente le dita tra quelle della ragazza che si ritrasse tremante, mentre un brivido le percorreva la schiena.

“Facciamo a metà con questo! Vuoi?” propose lui.
Lo scartò e le posò l’invitante bocconcino sulla bocca…


Era molto più dolce degli altri questo… chissà perché… forse era il tocco dei polpastrelli di lui…
Terry approfittò del momento per accarezzarle il labbro inferiore con il pollice.

 


“Sei sporca di cioccolata” le disse; sebbene fosse un bravo attore la sua voce tradiva l’emozione del momento.
Non avrebbe mai creduto che uno sfioramento leggero potesse creargli tanto turbamento nell’animo, era una cosa nuova per lui… meravigliosamente nuova…
Candy sentì il cuore impazzire e percepì le labbra tremare a quel contatto; sperava con tutta se stessa che ciò che stava provando non risultasse troppo evidente, non riusciva quasi a tenere aperte le palpebre.

Infine lui mangiò il resto di quella leccornia.
“E’ un bacio indiretto questo!”, le disse strizzandole l’occhio, “sappi che non ho più fumato e non ho intenzione di farlo ancora!” aggiunse maliziosamente mentre la ragazza sussultava a quella chiara allusione.

Candy teneramente imbarazzata lo ringraziò anche del libro e lui le propose di leggerne un po’ insieme l’indomani in giardino prima che lei prendesse servizio.
Pian piano divenne un appuntamento fisso…

Era fine maggio oramai, la natura era esplosa in tutti i suoi profumi e colori e Terence si era seduto per terra con le spalle appoggiate ad un grande albero, ormai si muoveva molto bene.
Candy gli si accomodò di fianco con il libro in mano
“Leggi tu!” propose lei… “Sei molto più bravo e incisivo”.
Le piaceva ascoltarlo, la sua voce di velluto era così passionale….

Lui annuì accostandosi a lei:
“Va bene ma tu… vieni più vicino…”

Così dicendo il ragazzo l’aveva presa per la vita e l’aveva attirata delicatamente a sé in modo che lei si sistemasse in mezzo alle sue gambe. Poi aveva allungato le braccia su quelle di lei e aveva fatto passare le sue dita tra quelle di Candy per prendere il volumetto.
Quei tocchi delicati facevano fare le capriole al cuore della ragazza…
“Meno male che legge lui… io non ci riuscirei in questo momento…”

Terence aveva cominciato con la lettura ma si era fermato quasi subito.
“Non vedo… i tuoi riccioli dispettosi mi coprono la visuale! Facciamo così!” e, attirandola maggiormente ai sé, “stai più indietro! Appoggiati con la schiena sul mio petto così vedo meglio”.

L’imbarazzo di Candy le aveva impedito di abbandonarsi completamente in quella posizione ma… se era per farlo leggere meglio…
La ragazza si appoggiò alfine a lui, sentiva il calore del suo torace e il battito del suo cuore sulla schiena: era meraviglioso.

“Dio… che voglia che ho di stringerla forte a me, non riesco a starle vicino senza desiderare di toccarla! bacerei una ad una tutte le sue lentiggini se mi permettesse di farlo” pensava lui.
E, mentre leggeva, il giovane artista sentiva il minuto corpo di lei che si abbandonava sempre di più sul suo…

Ad un certo punto il ragazzo interruppe nuovamente la lettura, le tolse il fermaglio dai capelli, che poco riusciva a fare con quel mare di onde setose e ribelli.
Lo lasciò fare e, dopo aver concluso, lui le scostò la cascata di riccioli biondi su di una spalla sfiorandole il collo e lasciando completamente libera la guancia di lei più vicina al suo viso; poi vi ci appoggiò sopra la sua e continuò nella lettura del Bardo.
Candy aveva gli occhi chiusi, si faceva cullare dalla voce di Terence come fosse una ninna nanna; accoccolata così tra le sue gambe, guancia a guancia, le pareva di vivere una favola.
Il battito del cuore era talmente forte che la ragazza non sentiva neanche le parole, lui aveva fatto passare le braccia sotto quelle di lei così mentre reggeva il libro le cingeva la vita.
Ad un certo punto si accorse che si era fermato di nuovo…
“Che c’è ancora? Perché non leggi più?’” chiese.

“Ho finito l’atto… in che mondo sei? Non te ne sei accorta?” rispose lui divertito.
Scoppiò a ridere arrossendo e lui la strinse maggiormente e le posò un leggero bacio sul collo.

Il rintocco dell’orologio ruppe la tenerezza di quel momento e Candy scattò in piedi:
“Comincia il mio turno”, scappò via col cuore in gola.
Terry la seguì con gli occhi; la osservò mentre si allontanava velocemente e cercava di risistemare i lunghi capelli ribelli. Sospirò all’idea di passare le dita tra quei riccioli luminosi e la accarezzò con lo sguardo fino a che la sua graziosa figura non fu scomparsa.
Adorava il suo ingenuo imbarazzo, non aveva mai provato nulla di simile prima…

 

   
 
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