Cap 6: Sospetti
Mentre ancora aveva lo sguardo perso
nel vuoto, la coda appoggiata al ventre
gli fremette di frustrazione ricordando
quella sera in cui aveva incontrato
Martin per la prima volta.
Tutto sommato, visto dall'esterno, avevano
passato una serata rilassata e piacevole.
Dal suo punto di vista invece, l'esatto
contrario: nessuno dei discorsi successivi
gli diede qualche altro spunto per troncare
sul nascere il rapporto tra i due conigli.
L'unica nota positiva era che, dovuto
parzialmente alle scoperte fatte quella
sera, e parzialmente dal fatto che per lei
era stata una bella serata, Judy non lo
uccise: si limitò a lussargli leggermente
la spalla sinistra con un pugno ben
assestato intimandogli di non farlo più,
MAI più.
Ah, avesse avuto una vaga idea delle
vere intenzioni di quel leporide all'epoca!
L'unica cosa che aveva in mano erano dei
profondi sospetti, che si rivelarono poi
totalmente sbagliati. Mentalmente chiese
scusa alla sua Carotina per l'ennesima
volta, mentre, immerso nelle tenebre,
osservava la polvere,
illuminata dallo strettissimo spiraglio di
luce proveniente dalla finestra, agitarsi
in seguito ad un suo sbuffo.
Gli era sempre piaciuto, il buio: quando la luce scarseggia, l'aspetto esteriore delle cose e dei mammiferi sfuma, assumendo contorni incerti e rivelandone la vera essenza; le cose cambiano, i sentimenti si mescolano in maniera imprevedibile, senza freni né remore, rivelando gli istinti che li scatenano. Chiunque, al buio e con la giusta atmosfera, tende a rivelare aspetti di sé che neanche il migliore amico avrebbe mai potuto sospettare, cosa che fatta alla luce del sole non accadrebbe mai: quando le tenebre ti avvolgono, in parte soffocandoti e in parte coccolandoti, tutte le ansie si diradano, lasciando libero spazio all'anima per esprimersi, senza timore di essere giudicata.
Il suo sguardo vagò nuovamente per la
stanza, disordinata come sempre, si
posò velocemente sul telefono, che gli
ricordò come Judith si rifiutasse
di parlargli da ben una settimana
ormai, e si
fermò poi sul divano posto davanti al
televisore, sicuramente non ultimo
modello, ma comunque più che decente.
Sorrise ricordando la sera in cui Judy,
che era andata da lui per guardare un
film assieme, era inciampata su un
vestito abbandonato lì a terra al
suo destino da almeno un paio di settimane,
ritrovandosi dopo una mezza capriola
seduta sulle zampe posteriori di Nick,
che la aspettava già seduto sul divano.
"E chi se l'avrebbe mai detto che i conigli
avessero un didietro così morbido e
soffice!" aveva pensato, basito, mentre
la coniglietta si spostava scusandosi.
Ridacchiò tra sé e sé: quell'episodio
era stato veramente piacevole e divertente,
quanto era diventata rossa...
La risatina si spense lentamente mentre
con la mente passava ad un altro episodio,
ovvero quando era stato incastrato per
la seconda volta in vita sua da un
coniglio. Forse Carotina aveva ragione
tutto sommato, e lui non era altro che
una volpe ottusa.
"E pensare che ero convinto di avere
io il controllo..." sussurrò, stringendo
le zampe a pugno, tirando poi un sospiro.
In seguito a quella cena, aveva avuto
altre occasioni di incontrare Martin,
a volte perché saltuariamente era venuto
in centrale ad incontrare Judy quando
staccavano dal turno, altre volte invece
avevano fatto delle uscite a tre,
sotto insistenza del coniglio stesso.
Avevano passato un mese e mezzo così,
e i sospetti di Nicholas si erano fatti
sempre più fondati: non era ancora riuscito a
farsi dire con precisione che lavoro
facesse il padre di Marty quando si erano
trasferiti a Zootropolis, il fatto che
insitesse per uscire anche con lui era
un poco strano (in particolare lo mandava
ai matti il non caprirne il motivo
dietro), ma soprattutto, aveva intercettato
altre volte quel fugace sguardo di cui aveva
avuto un assaggio alla prima cena.
Ricordava quasi la gelosia, ma era allo
stesso tempo diverso, un mix di emozioni
strano che non riusciva a ricostruire:
tra l'altro la gelosia sembrava in contrasto
con le altre cose sospette, qualcosa
non tornava per niente.
Dopo questo mese e mezzo di giochi infruttuosi, aveva quindi deciso di affrontare la questione di petto: alla prima occasione avrebbe provato a prenderlo in contropiede.
Angolo autore
E con la scusa del culetto soffice,
un'altra citazione è andata :D
Bene, in questo capitolo siamo tornati
al presente, con Nick che si macera
dentro al buio, maledicendosi per le
cose successe. La coniglietta non gli
rivolge la parola già da un po', e
stiamo per scoprire come si
è aperto il vaso di pandora.
Spero abbiate apprezzato la parte
introspettiva, non è venuta al
millimetro come speravo, ma mi accontento.
Al prossimo capitolo! \o. Zamy