Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: paige95    08/02/2019    8 recensioni
"Non riesci a vedere che non è importante ciò che si è alla nascita, ma ciò che si diventa?"
(Albus Silente)
|----------------------------------------------------------------------|
“Mamma, ma perché ci chiamiamo Purosangue, Mezzosangue e Babbani?”
Ron ed Hermione non riuscirono a capire quella domanda, si scambiarono una nuova occhiata, sperando che il coniuge avesse una risposta pronta, ma entrambi sembravano essere in difficoltà. Rose non notò la titubanza dei genitori e proseguì ad esprimere con semplicità e naturalezza il suo pensiero.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arthur Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley, Rose Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Maghi si nasce, umani si diventa



 
La mattina a casa Granger-Weasley non era sempre caotica come si potesse pensare. In realtà, all’inizio di quella giornata, Ron ed Hermione si stavano godendo la colazione in silenzio, prima di raggiungere il Ministero. Con quella pace e serenità non fu affatto difficile per Rose irrompere in quel clima, salutando con tutta l’energia che aveva in corpo, dall’alto dei suoi otto anni, i genitori.
 
“Mamma! Papà!”
 
“Ehi, buongiorno, signorina. Fai colazione con noi?”
 
Hermione allontanò una sedia dal tavolo per farla sedere, ma lei preferì accomodarsi sulle gambe del padre. Hermione alzò gli occhi al cielo con invidia, mentre Ron le sorrise quasi imbarazzato per essere stato preferito dalla figlia.
 
“Rosie, ma non sei un po’ grande per stare in braccio a papà?”
 
La bambina la ignorò ed entusiasta iniziò ad aggiornare Ron su tutte le novità che lui quasi sicuramente con il lavoro doveva essersi perso.
 
“Papà, sai che nonno Arthur mi ha regalato un gioco nuovo?”
 
“Davvero? E cosa ti ha regalato, una bambola?”
 
“No, mi ha regalato un gioco babbano, ma non so cosa voglia dire. Tu lo sai?”
 
Ron fermò a mezzaria una fetta di pane, prima di addentarla e si rivolse con un filo di voce alla figlia, quasi spaventato per aver sfiorato quell’argomento.
 
“Sì, certo che lo so”
 
Hermione intervenne, andando in soccorso del marito, ma in realtà temeva anche che lui, così poco afferrato in tutto ciò che riguardasse i sentimenti, potesse affrontare il tema nel modo più inopportuno.
 
“… ma ora è tardi per le spiegazioni, tesoro, io e papà dobbiamo andare al lavoro”
 
Si era alzata con uno scatto per avvalorare quell’urgenza. Iniziò a sparecchiare velocemente la tavola, prima ancora che suo marito finisse di fare colazione e sua figlia potesse iniziare. Ripose tutto e mise nel lavello il piatto vuoto di Ron, lasciandolo con la sua fetta di pane in mano, non prendendo minimamente in considerazione che potesse non aver finito. L’emergenza che si era accesa in lei come una miccia non le aveva nemmeno consentito di valutare l’abituale appetito di suo marito. Rose e Ron la fissarono senza fiatare. Lei, sentendosi osservata, se ne accorse e degnò i due di una furtiva occhiata.
 
“Che c’è?”
 
“Nulla, cara, figurati”
 
“Rose, preparati, ti accompagno insieme a Hugo dai nonni. Fate colazione da loro, ora è tardi”
 
La bambina si alzò un po’ delusa, ma obbedì come sempre e si diresse nuovamente verso le scale. Quella riunione di famiglia mattutina si era conclusa velocemente e a Ron non poté sfuggire il repentino cambiamento d’umore della moglie.  Hermione continuava ad ignorare il suo sguardo dubbioso e proseguiva a riordinare la cucina, rigorosamente senza l’uso della magia, come era solita fare ogni volta che doveva sfogare qualche frustrazione.
 
“Hermione, si può sapere cos’hai?”
 
“Nulla”
 
Per tutta risposta passò con energia una spugna sul tavolo, obbligandolo ad alzare rapidamente i gomiti per non essere travolto dalla sua foga.
 
“Sei diventata nervosa però da quando Rose mi ha fatto quella domanda”
 
“Non sono nervosa, sono di fretta. Odio arrivare in ritardo, quindi sbrigati, se non vuoi che vada senza di te”
 
Si stava avviando a passo svelto in direzione delle scale, ma lui fu più rapido, si allungò dalla sedia e la bloccò prontamente per un braccio.
 
“Ron, ti ho appena detto che …”
 
“Perché non vuoi che glielo dica?”
 
Rimase spiazzata, non credeva lo cogliesse, sperava senza dubbio che la sua reazione passasse inosservata. Forse però era talmente esplicita, che chiunque avrebbe saputo interpretarla. Il dolce tocco di Ron, che ora scivolò sulla sua mano, diede modo alla tensione di manifestarsi più pacatamente.
 
“Perché la farà sentire diversa. So cosa significa, ci sono passata e non voglio che lo provi anche lei”
 
Ron non poté fare nulla di più che stringere la mano della moglie nella sua per provare a tranquillizzare i tormenti che sembravano essere riemersi dal passato.
 
“Rose sa già che i tuoi genitori non sono maghi, per lei è normale. Sa che esistono maghi e non maghi”
 
“Infatti, è normale. Non voglio che classifichi gli altri come Babbani, o peggio ancora, che si definisca lei una Mezzosangue”
 
“E se qualcuno dovesse definire lei Mezzosangue? Non credi sia giusto che sappia? Le spieghiamo solo il significato, nessuno le dice di Schiantare qualche Babbano”
 
Si sciolse infastidita dalla presa del marito. Ron si accorse tardi che l’umore della moglie era talmente pessimo da non dover azzardare nemmeno una battuta per provare a placare il nervosismo.
 
“Non ho voglia di scherzare!”
 
“Hermione, tenerla all’oscuro non la aiuterà ad affrontare la vita. È una Mezzosangue e questo non cambierà”
 
“Già”
 
Non servirono a nulla i tentativi più seri e profondi di farle cambiare idea. Demoralizzato, la seguì con lo sguardo, mentre proseguiva il suo cammino verso il piano superiore.
 
“Hermione, accompagni tu i bambini da mia madre?”
 
Non ricevette ovviamente alcuna risposta. Guardò la fetta di pane che teneva ancora tra le mani e la addentò abbattuto. A lui importava poco di arrivare in ritardo al Ministero, aveva solo fame. Sua moglie lo aveva rattristato e conosceva solo un modo efficace per rinvigorire il suo morale.
 
∞∞∞
 
Si dipinse un grande sorriso sul volto di Arthur, quando quella mattina arrivarono alla Tana Rose e Hugo, accompagnati dalla nuora. Adorava trascorrere le giornate con loro, mentre Ron ed Hermione erano impegnati al lavoro. Da quando si era ritirato dalla sua carica al Ministero, i suoi nipotini erano diventati il suo più bel e gioioso passatempo, una nuova ragione di vita che accompagnava le sue giornate. Si dilettava quella mattina in particolare in un nuovo gioco con Rose. Amava condividere tutto ciò che aveva imparato durante gli anni in cui aveva avuto il privilegio di sedere a capo dell’Ufficio per l'Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani e con una nuora Mezzosangue era persino riuscito ad estendere le sue conoscenze. Esaltato, anche in quella nuova occasione, insegnava alla bambina un’ennesima curiosità sull’affascinante mondo dei londinesi che non possedevano la magia. Guidava le mani di Rose, mentre concentrata armeggiava con gli ingranaggi di un orologio che non possedeva al suo interno nemmeno una goccia magica. Il nonno sembrava particolarmente soddisfatto per essere riuscito in quell’arduo compito e per aver coinvolto anche lei.
 
“Nonno?”
 
“Dimmi, tesoro”
 
“Perché mamma e papà non vogliono dirmi cosa significa Babbano?”
 
Arthur si bloccò e allontanò dagli occhi la lente di ingrandimento, di cui si stava servendo per smontare e rimontare quell’oggetto. A lui sembrò totalmente assurda quella notizia, non riusciva a trovare una motivazione plausibile, anzi era convinto che Rose e Hugo lo sapessero.
 
“Non vogliono dirtelo?”
 
“No. Oggi papà sembrava intenzionato a farlo, poi però mamma lo ha fermato e anche lui ha cambiato idea”
 
“Forse non c’era tempo”
 
“Non credo fosse quello il problema, nonno”
 
“Non ci sono altre spiegazioni, piccola”
 
Per quanto Rose fosse molto giovane, Arthur non riusciva davvero a capire qualche fosse il problema che evidentemente suo figlio e sua nuora trovavano. Era stato sincero con la sua nipotina, per lui non c’erano altre motivazioni.
 
“E tu non puoi dirmelo?”
 
Fosse dipeso da lui e quella bambina fosse stata sua figlia, gliene avrebbe parlato per ore, ma non se la sentiva di scavalcare i suoi genitori.
 
“Non lo so … però posso ugualmente raccontarti qualcosa di loro. Al Ministero ho studiato per anni i Babbani e li trovo molto affascinanti”
 
“Nonno, ma io sono una Babbana?”
 
“Ma certo che no!”
 
Era chiaro che Rose iniziasse a giungere da sola a delle conclusioni. Aveva sempre creduto che quella bambina fosse arguta, nonostante la giovane età, e ogni occasione era buona per dimostrare di aver ereditato lo stesso intelletto della madre.
 
“Tu lo sei?”
 
“Neppure io lo sono, ma non ti nego che non mi dispiacerebbe esserlo”
 
“Nemmeno mamma e papà lo sono?”
 
“Nemmeno loro”
 
Non stava prendendo in considerazione, per fortuna di Arthur, le persone giuste o forse era troppo sveglia per non pensarci prima o poi.
 
“Che differenza c’è tra noi e i Babbani, allora?”
 
“Rose”
 
“Nonno, ti prego. Se tu li trovi affascinanti, significa che sono delle brave persone”
 
“Sì, lo sono, o almeno, possono essere malvagi tanto quanto noi”
 
“E conosco qualcuno di questi Babbani?”
 
Era decisamente troppo simile ad Hermione, da suo figlio aveva ereditato ben poco intelletto. Sembrava quasi una domanda retorica, Arthur sentiva che stava arrivando da sola molto vicina alla risposta.
 
∞∞∞
 
Non fu difficile per Rose, al ritorno a casa, rimanere qualche minuto da sola con Hermione. Il suo fratellino, insieme a tutti i capricci che portava dietro di sé, era voluto restare alla Tana e Arthur per non lasciarlo piangere disperato lo aveva accontentato. Per tutto il giorno nella mente della bambina continuavano a rimbombare le stesse domande ed ora si era presentata finalmente l’occasione per esternare tutti i suoi dubbi, con la speranza che la madre fosse più propensa rispetto a quella mattina. Era intenta a preparare la cena per loro e Ron, quando sua figlia le comparve alle spalle con passo felpato, facendole avere un sussulto per il silenzio con cui era apparsa. Senza troppi preamboli la figlia, prima ancora che Hermione riuscisse a chiederle il motivo di quell’espressione contratta, prese coraggio ed esternò la conclusione a cui era giunta.
 
“I nonni sono Babbani, vero, mamma? Lo so, non c’è bisogno che tu me lo nasconda. Non hanno poteri magici”
 
“E’ stato tuo padre a dirtelo, vero? Non mi ascolta mai”
 
“No. L’ho capito da sola. Allora io cosa sono, se i nonni non sono maghi? Come sono definita, se loro sono Babbani?”
 
Proprio in quel momento le due furono raggiunte anche da Ron, che aveva sentito chiaramente la domanda della figlia. I coniugi si scambiarono un’occhiata complice, ma, nonostante l’evidente sintonia con la moglie, lui non si azzardò a fiatare, conoscendo già la sua opinione a riguardo. Preferì limitarsi ad accomodare a tavola per cenare e lasciare a lei l’onere di rispondere a Rose. La bambina si voltò anch’essa verso il padre, sperando finalmente in una risposta, dopotutto chiedeva solo un approfondimento su ciò che lei aveva già capito. Non avevano più ragione di tenerla all’oscuro, li aveva privati quasi sicuramente di un peso, o forse il peggio doveva ancora arrivare e lei non sospettava nemmeno quale potesse essere. Hermione si sedette a tavola, ma prima di cenare, si preparò a parlare con la figlia. Si premurò di spostare il piatto davanti a sé per rendere quella conversazione maggiormente solenne e Ron capì subito che stava per affrontare il tema tanto temuto da lei. La giovane mamma prese un respiro e si rivolse con discrezione alla figlia, cercando le parole più adeguate.
 
“Vedi, tesoro, sei quello che sono io, sei …”
 
“Una bellissima persona”
 
Ron intervenne quasi d’istinto, andando in soccorso della moglie. Hermione non seppe se rimproverarlo per aver avuto la malsana idea di interromperla proprio in un momento tanto delicato, quando era finalmente riuscita a mettere insieme una frase adatta, o se essere commossa per quella dolce considerazione. Una volta attirata l’attenzione di entrambe le donne di casa Weasley, trovò opportuno proseguire, rivolgendosi nuovamente alla bambina.
 
“… tu e la mamma siete streghe a tutti gli effetti”
 
“Cosa intendi per a tutti gli effetti?”
 
Hermione guardò Ron come a lasciargli intendere che i suoi tentativi erano presto falliti. Il ragazzo si concentrò così sul suo piatto per evitare di fare danni.
 
“E poi, papà, significa che i Babbani non sono belle persone?”
 
O forse il danno era già stato fatto. Sperò che sua moglie non lo fulminasse per la sfortunata idea che aveva avuto a parlare senza un minimo di riflessione in una circostanza così delicata, invece, per grazia di Ron, Hermione si rivolse decisa alla figlia per dissipare ogni suo dubbio.
 
“Ma certo che non è così, Rose!”
 
“E allora com’è? Io sapevo che i nonni non erano maghi, ma non sapevo fossero definiti Babbani”
 
“Tesoro, essere Babbani non è dispregiativo”
 
“Dipende solo da chi lo dice”
 
“Ronald!”
 
Si era accorto tardi di aver parlato nuovamente troppo e ricominciò a dedicarsi alla sua cena, anche se gli stava salendo l’ansia e, in via del tutto eccezionale, lo stomaco si stava chiudendo. Hermione tentò di recuperare, suo marito non riusciva ancora a capire, dopo otto anni, che con la loro figlia le parole andavano misurate più che con qualunque altro bambino, che fosse indistintamente Babbano, Mezzosangue o Purosangue.
 
“Per noi non è dispregiativo”
 
“Mamma, io cosa sono esattamente, se non sono né strega né Babbana?”
 
“Sei la nostra bambina”
 
Ron tentò di recuperare tutte le gaffe fatte, ma stavolta si guardò bene dal seguire le orme della moglie, per non sbagliare nuovamente.
 
“… sei nostra figlia, ti vogliamo bene ed ora devi mangiare”
 
Le avvicinò maggiormente il piatto con la zuppa, ma la bambina, invece che prendere il cucchiaio ed iniziare serenamente a cenare, si soffermò a guardare il suo riflesso che ondeggiava sul fondo di quel brodo caldo. Hermione lo notò e lei per prima non riuscì preoccupata ad iniziare a mangiare. Era evidente per tutti che quella conversazione non fosse ancora giunta al termine e Rose non fosse per nulla soddisfatta di come si fosse conclusa.
 
“Tesoro, che c’è? È da quando il nonno ti ha regalato quel gioco che sei pensierosa”
 
“Io sono una Weasley, ma sono anche una Granger … non posso essere una strega a tutti gli effetti. Vero, papà?”
 
Ron le stava rispondendo, ma stavolta fu Hermione a rubargli inaspettatamente le parole di bocca.
 
“Sei una Mezzosangue, Rosie … hai il sangue misto, perché io sono una Nata Babbana”
 
Vide come la moglie lo disse, si sentiva chiaramente in colpa per aver dato involontariamente in eredità alla figlia quell’incombenza e la bambina, notando la reazione della madre, rischiava davvero di interpretare male. Ron tentò di sdrammatizzare la notizia con un sorriso.
 
“Ma non è grave, anzi, sai che io non avrei mai sposato la mamma, se fosse stata una Purosangue?”
 
“Purosangue? Tu sei un Purosangue, papà?”
 
“Sì, Rose”
 
La bambina rifletté un istante sulle parole dei genitori e arrivò senza alcuna malizia, senza l’evidente intenzione di ferire qualcuno, ad una nuova triste conclusione. L’ingenuità della sua età era emersa prepotentemente e non le mostrava di vedere ciò che in realtà era evidente, come lo erano stati in quegli anni gli insegnamenti della sua famiglia, ma che probabilmente aveva solo bisogno di un piccolo incentivo da parte dei suoi genitori in quel momento.
 
“Allora farò schifo ad Hogwarts, io non sono una strega vera
 
“No, amore mio, non devi nemmeno pensarlo”
 
Hermione avrebbe voluto afferrarle velocemente le mani per tranquillizzarla, ma non ci arrivava, il tavolo le divideva e la bambina teneva le braccia nascoste alla sua vista. Ron invece fu più agevolato dalla posizione, era accanto alla figlia e non ebbe bisogno di alcun incentivo per agire. Afferrò il cucchiaio a lato del piatto di Rose e glielo mise in mano con la forza.
 
“Ad Hogwarts non metti nemmeno piede, se non mangi subito la zuppa che la mamma ti ha preparato”
 
Lo accontentò demoralizzata e affondò il cucchiaio nel piatto.
 
“Rose, la mamma è una Mezzosangue e, nonostante ciò, è la strega più brillante che io conosca, immagina quanto possa essere straordinaria tu”
 
Gli accennò un sorriso, il primo durante quella sofferta cena. Hermione si sentiva terribilmente mortificata per aver causato a Rose quella delusione.
 
“Mi dispiace, tesoro, non avrei mai voluto che ne soffrissero anche i miei bambini”

“Mamma, ma perché ci chiamiamo Purosangue, Mezzosangue e Babbani?”
 
Ron ed Hermione non riuscirono a capire quella domanda, si scambiarono una nuova occhiata, sperando che il coniuge avesse una risposta pronta, ma entrambi sembravano essere in difficoltà. Rose non notò la titubanza dei genitori e proseguì ad esprimere con semplicità e naturalezza il suo pensiero.
 
“Non possiamo chiamarci semplicemente Umani? Tu e papà non avete niente di diverso l’uno dall’altra”
 
Rimasero totalmente sbalorditi davanti a quella considerazione e solo Ron sembrava riuscire a reagire.
 
“Miseriaccia, questa non può essere mia figlia! È troppo intelligente per la sua età”
 
Gli brillavano gli occhi dall’orgoglio, rendendoli di un azzurro ancora più vivo e intenso. Hermione stessa si commosse e le parole di Rose contribuirono a renderle il cuore più leggero e a sentirsi immensamente fortunata per la famiglia che era riuscita a costruire.
 
“E invece è proprio tua figlia, Ron. Solo una Weasley avrebbe potuto parlare così”
 
 
 


Ciao a tutti, cari lettori e care lettrici!
 
Con le mille storie “in corso” qualcuno di voi si chiederà (quasi) sicuramente perché perda tempo anche a scrivere OS XD Avete tutte le ragioni del mondo! Ma a mia difesa posso portare almeno un paio di argomentazioni. La prima è che adoro la famiglia Weasley e quindi quando l’ispirazione chiama è difficile non ascoltarla *.* :D E la seconda è l’incipit che mi ha dato la meravigliosa storia di Inzaghina su questa famiglia, colgo l’occasione per ringraziarla <3
 
Consentitemi anche un ringraziamento a HarryPotter394, Shanley e Longriffiths, senza le quali probabilmente metà delle cose ho scritto non sarebbero state pubblicate <3
 
Con la speranza che abbiate gradito almeno un pochino questa storiella, ringrazio tutti coloro che sono arrivati a leggere fin qui! 😊
 
Baci
-Vale
   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: paige95