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Autore: vanessie    08/02/2019    1 recensioni
La storia sviluppa alcuni personaggi di mia invenzione presentati nella fanfiction "Sunlight's Ray".
Una vicenda ricca d'amicizia, amore e problemi della vita quotidiana con cui ogni adolescente si trova a fare i conti...narrati da una prospettiva femminile e maschile. Non mancherà un pizzico di fantasy e un richiamo ai personaggi originali della Meyer!
Per avere una migliore visione delle cose sarebbe meglio aver letto Sunlight's Ray 1-2-3, in caso contrario potete comunque avventurarvi in Following a Star!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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FOLLOWING A STAR

 

Capitolo 148

“Inganno”

 

 

POV Kevin

Avevo raccontato a Evelyn del mio incontro con Esther. Stavamo per sposarci ed io non volevo nessun segreto tra noi. Lei ci era rimasta malissimo, non tanto per il fatto che la cugina di sua madre avesse legami con il soprannaturale, quanto perché aveva agito di nascosto e mi aveva avvicinato con il preciso scopo di farmi desistere dall’idea di volermi sposare. Ecco perché la madre di Evy l’aveva tenuta a distanza da sua figlia! Aveva un’indole cattiva e chissà qual era la sua natura! Avevo rassicurato Evelyn dicendole che per me non cambiava proprio niente, i miei sentimenti erano sinceri e non mi importava di una profezia. Inoltre come faceva Esther ad essere sicura che le iniziali E.B. non erano quelle di Evelyn ma le sue? Non mi importava granchè, volevo soltanto che ci lasciasse in pace e che non interferisse nella mia vita.

La soluzione migliore era quella di metterla a tacere con un incantesimo, che facesse scordare a Esther quell’assurda idea di lei ed io insieme. Avevo cercato qualcosa sul libro degli incantesimi di mia madre. Quel libro me lo aveva affidato quando ero partito per l’Irlanda anni prima, ma non avevo mai avuto bisogno di consultarlo. Credevo di aver trovato qualcosa di appropriato ed ero deciso a metterlo in atto, visto che la sera successiva ci sarebbe stata la luna nuova. I miei poteri, infatti, avevano un limite, potevo utilizzarli solo nelle sere delle otto fasi lunari. L’incantesimo le avrebbe cancellato il ricordo della pergamena su cui era scritta la profezia. Certo che avrei mantenuto alta la guardia, per assicurarmi che non volesse mai fare del male a me o a Evy, ma fino a quel momento non aveva mai interferito nella nostra relazione e pensavo seriamente che tolto di mezzo il problema, avrebbe continuato ad ignorarci. “Ciao zio Ethan” lo salutai quando mi aprì la porta “Ciao Kevin” “Per domani sera siamo d’accordo allora?” gli domandai per conferma. Ethan mi avrebbe assistito mentre pronunciavo l’incantesimo, del resto era l’unico essere soprannaturale a me vicino di cui mi fidavo e, oltretutto, aveva familiarità con il libro delle ombre, visto che apparteneva alla sua famiglia. “Certo, ti senti pronto?” rispose “Sì” “Prima è venuta Evelyn…tu non c’eri e lei ha detto che ti avrebbe lasciato in camera qualcosa. Non so altro, ma…era strana” mi informò. Sospirai. Sapevo che era rimasta abbastanza sconvolta dalla situazione, avevamo parlato da sempre di quella profezia, così come da sempre le avevo detto che a me non interessava affatto chi fosse la ragazza descritta. Ero un ragazzo che viveva nel ventunesimo secolo e mai avrei accettato un matrimonio combinato per assecondare il destino, indipendentemente dal fatto che la ragazza in questione fosse Evy o meno. Capivo che per un’umana il mio mondo fosse alquanto strano, ma c’era una cosa che accomunava la mia famiglia strampalata a quella di un comune essere umano: la volontà di vivere in pace e di amare. Stop, nient’altro. Andai a controllare nella mia ex camera per capire cosa Evelyn mi avesse lasciato. Esaminai con cura vari spazi ma non trovai niente. Sollevai il coperchio del posto segreto nel quale conservavo il libro degli incantesimi e…era vuoto. Uscii in fretta da casa, senza dire a mio zio che il libro non c’era più. Sapevo esattamente dove fosse finito, per cui era inutile allarmarlo. Presi la macchina e guidai fino alla casa dei genitori della mia ragazza. Non sapevo cosa le fosse saltato in mente, ma non volevo che si avvicinasse a quel libro. Parcheggiai e bussai. Nessuna risposta. Presi la chiave d’emergenza che tenevano sotto il vaso di fiori ed entrai. Shannon e Connor, i suoi genitori, dovevano essere fuori. Camminai con cautela e notai che la porta che conduceva in cantina era socchiusa. La scostai appena. Dal basso proveniva la luce. Scesi lentamente e la vidi di spalle intenta a leggere il mio libro. Si era fermata su una pagina in cui c’era un incantesimo per spezzare i legami d’amore.

“Sapevo che eri venuta a lasciarmi qualcosa, non a prendermela” esordii. Si voltò e nascose il libro dietro di sé. Troppo tardi, lo avevo visto. “Che stai facendo?” le chiesi “Niente” rispose. La guardai facendole capire che era inutile fingere, così tirò fuori il libro delle ombre. “Hai detto che puoi cancellarle il ricordo ma…forse è più semplice lasciare che tu scelga obiettivamente chi amare, spezzando il nostro legame” “Non sei lucida” risposi.

 

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Capivo che fosse sconvolta ma doveva fidarsi di me. “Non devi farlo” aggiunsi riferendomi alla sua pazza idea di voler rovinare un amore genuino come il nostro. “Ma se Esther avesse ragione, se tu fossi destinato a lei, non è giusto che tu scelga me” affermò. Sospirai e scossi la testa “Non rischierò una cosa così pericolosa per provarti che ti amo e che quella profezia non cambierà mai le cose” spiegai avvicinandomi “Forse dovresti provarci” “Non è un tuo rischio, non voglio. Chiedimi qualsiasi altra cosa” dissi. Restai occhi negli occhi con lei, capendo che in realtà non voleva che lo facessi, aveva soltanto provato a buttare lì la proposta per capire le mie reazioni “Adesso dammi quel libro” la invitai, allungando la mano per prenderlo. Lo tirò indietro “Evy…dammi quel libro” ripetei, ma lei non si mosse. Con uno scatto rapido glielo tolsi di mano, lo feci senza rischiare di farle del male. La scrutai “Il tuo e il nostro futuro sono importanti per me” dichiarai. Capii che si fidava di me e di ciò che le avevo appena detto, ci baciammo e sperai seriamente di averla convinta del mio totale e genuino amore nei suoi confronti (il video https://www.youtube.com/watch?v=O2EkIIibYws).

“Non voglio mai più che tu prenda il libro” sussurrai “Non voglio neppure che tu sappia dove lo conservo, perché contiene un sacco di cose rischiose, che non sapresti gestire” spiegai “Non lo toccherò mai più” mi rassicurò. La baciai ancora e trascorsi con lei il resto del pomeriggio e la serata. Il giorno successivo lei andò al lavoro e lo stesso feci io. Quando staccai mi diressi a casa di Esther. Ethan mi seguiva in auto, lo vedevo dallo specchietto retrovisore. Come d’accordo non ci fermammo a parlare, avevamo definito tutto in precedenza, stabilendo cosa fare nel caso in cui mi fossi trovato in difficoltà, oppure se le cose non avessero funzionato.

Huxley road, numero 15. Fermai l’auto e parcheggiai. Scesi e mi diressi alla porta, mentre notai Ethan fermarsi sul lato opposto della strada. Suonai il campanello. La porta si aprì “Ciao Kevin” mi salutò sorridente “Ciao, disturbo?” domandai cortese. Dovevo fregarla e per farlo dovevo fare in modo che mi invitasse ad entrare e che abbassasse la guardia. “No, affatto” “Credo che…ho bisogno di parlarti” azzardai “Vieni, accomodati” mi invitò. Varcai la soglia di casa e mi guardai intorno. Ero in soggiorno, tutto era perfettamente ordinato e grazie ai miei sensi affinati non percepivo alcun pericolo. Mi fece cenno di sedermi sul divano ma preferii stare in piedi, posizionandomi vicino alla finestra. “Abbiamo cominciato con il piede sbagliato e voglio scusarmi se l’altro giorno sono stato maleducato” esordii “Non c’è motivo di scusarti. Sono stata molto brusca anch’io e…insomma…” “Ho pensato a quello che mi hai detto” la interruppi. Lei tacque. Allentai il nodo della cravatta e la disfeci fino ad aprirla del tutto. Restai a fissarla, la sua espressione di sorpresa per la mia visita, adesso si era trasformata in curiosità positiva. Aveva un sorriso trattenuto sulle labbra e vedevo che non stava nella pelle all’idea di sapere cosa le volessi dire. “Esther io…non ti nego di provare dei sentimenti per Evelyn ma…sai certe volte lei è così ragazzina. Pensavo che in fondo se la profezia parlava di me e di lei un motivo vero ci doveva pur essere. Mi spiego meglio: è facile innamorarsi di una ragazza bella e solare quanto tua nipote, ma una parte dei sentimenti che provo per lei, penso che siano ingigantiti dal fatto che credevo realmente fosse la persona a me predestinata” affermai. “Non voglio intromettermi nel vostro matrimonio imminente” rispose quella falsa. Non voleva intromettersi? Ma certo, come no. Mi aveva invitato esplicitamente a sposare Evelyn e a tradirla e lei questo lo definiva non mettersi in mezzo? Tolsi la giacca e la appoggiai sulla spalla sinistra.

 

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Continuai su quella strada, del resto cosa voleva da me? Essere sedotta e farsi portare a letto…finsi interesse e provai a farle credere che mi andava. Le sorrisi “Non lo verrà a sapere giusto?” domandai alludendo alla possibilità che un nostro eventuale rapporto sessuale non mi avrebbe messo nei casini, con quella che sarebbe stata la mia futura moglie “No, certo che no. Ho 41 anni, non 27” disse tirando in ballo l’età di Evelyn. Dio, doveva avere una gelosia pazzesca verso la povera Evy, non ne capivo nemmeno il perché…

“Mi ha ferito sentirti dire che avrò almeno 15 anni più di te” affermò riferendosi a quanto le avevo detto nel mio studio “È vero sono più grande, ma sono solo 11 anni, non è così tanto” specificò. Annuii “Perdonami, te l’ho detto, sono stato maleducato” “Posso offrirti un drink?” domandò. Regola numero uno: mai accettare bibite da qualcuno di cui sospetti una soprannaturalità, se quella era una strega e mi metteva qualcosa dentro ero fottuto! Non è che davvero volevo scoparmela! “No grazie, preferisco essere lucido, mentre osservo da vicino la futura madre di mio figlio” mi arrischiai a dire. Non lo avessi mai detto! Non riconoscevo affatto la Esther dei giorni precedenti. Mi rispose con le guance rosse e un sorriso sgargiante. “I capelli ricci ti stanno veramente bene” continuai.

 

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“Sai da quanto ti aspettavo? Da tutta la vita, non eri neppure nato quando ho scoperto la profezia” disse avvicinandosi a me. Percorse una linea dal mio mento fino al bordo dei pantaloni e si mordicchiò il labbro inferiore. “Sei fottutamente sexy” bisbigliò “Cosa ti piace?” sussurrai avvicinandomi al suo orecchio e facendo scorrere le mani dai suoi fianchi ai glutei “Cosa vuoi che faccia?” proseguii a chiederle “Che tu non sia gentile…” rispose puntando gli occhi nei miei. Iniziai a farla arretrare verso la cucina e la poggiai sul tavolo. Si protese per essere baciata, mentre avvolgeva le cosce sui miei fianchi “Perché non giochiamo un po’?” domandai per evitare di doverla baciare “Cosa vuoi fare?” rispose con la voce spezzata dall’eccitazione. Andai con nonchalance verso il frigorifero e osservai dentro. Cazzo che fortuna, aveva le fragole. Presi la ciotolina che le conteneva e tornai da lei. “Ti va?” le proposi “Ohhh sì” rispose. Wow era bastato così poco per farle abbassare le difese! Il mio piano era inzuppare le fragole nell’intruglio che avevo creato con l’incantesimo, fargliele mangiare e…addio al suo ricordo di essere la tipa della profezia. Ma dovevo essere credibile e trovare una scusa per farla allontanare e inzuppare le fragole…beh il suo punto debole lo avevo scoperto: la gelosia per Evelyn. E se io giocavo su quel punto e aizzavo la sua gelosia…iniziai imboccandole una semplicissima fragola senza incantesimo. Gliela avvicinai alla bocca più volte per poi allontanarla. Quando gliela concessi la masticò con fare seducente, sbottonandomi la camicia. Lasciai che me la togliesse e mi spostai all’ultimo secondo per evitare un bacio in bocca. Fui costretto a darle qualche bacetto sul collo per non insospettirla. “Sai cosa piace a me?” sussurrai al suo orecchio, mentre le accarezzavo le cosce “No” “Beh sai, Evelyn ha sempre un sacco di completini intimi di pizzo e…” “Ce li ho anch’io” rispose allontanandomi e scendendo dal tavolo. Si diresse svelta verso la camera da letto, probabilmente per mettersene uno. Competizione femminile in grande stile! Figuriamoci, era così ansiosa di avermi, da aver creduto che lei potesse minimamente essere bella con un completino intimo, tanto quanto una ragazza di 14 anni in meno? Che attore di successo che ero diventato! Era una performance da Oscar! Mi affrettai a tirar fuori la boccetta con il composto. Inzuppai le fragole ponendole successivamente sul lato destro della ciotolina, per non mischiarle con quelle senza incantesimo. Riposi la boccetta nella tasca interna della giacca e la aspettai restando solo con i boxer, per rendere la cosa credibile al massimo. Tornò stringata in un corpetto di pizzo nero e una brasiliana coordinata. Finsi un sacco di complimenti e ripresi a imboccarle le fragole, quante più possibili, riuscendo a fargliene finire otto su dieci. Fece un po’ di resistenza perchè voleva essere baciata, ma riuscii a darle anche la numero nove. Si toccò istintivamente la testa dopo qualche minuto. Doveva aver fatto effetto “Tutto bene?” domandai premuroso “Un mal di testa improvviso” “Se vuoi ci riproviamo un’altra volta” “Ma no, io…ho davvero voglia di te, Kevin” “Forse non è appropriato farlo mentre stai male, troverò presto un’altra occasione” proposi. Mi fece insistere, ma accettò. La sollevai tra le braccia e la portai nel suo letto “Appena possibile ti chiamo” promisi falsamente. Lei annuì e così ci salutammo, mi rivestii e uscii di casa. Corsi da Ethan “Ero preoccupato!” esclamò “C’ho messo un po’ di più, ma è fatta” “Credevo ti fosse saltata addosso” scherzò rilassandosi all’idea che tutto fosse andato liscio “C’è mancato poco” risposi con un sorriso. Risalimmo nelle nostre auto e tornammo ognuno a casa propria, non potevamo rischiare di stare davanti a casa di Esther e farci vedere a confabulare se lei si fosse affacciata alla finestra.

Quando arrivai presi le chiavi di casa e entrai. “Evelyn!” la chiamai, ma non rispose. Non era in soggiorno e nemmeno in cucina, mi avviai verso la camera e la vidi rannicchiata sul letto. “Stai male?” domandai “No, ero solo in pensiero” ammise sedendosi “Tutto bene, si dimenticherà” la rassicurai, sedendomi sul materasso al suo fianco. Mi abbracciò ed io ricambiai.

 

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“Odori di lei” disse “Scusami” “Odio sentire il suo odore su di te” “Sarà la prima e ultima volta” risposi “Che ti ha fatto?” “Niente” “Dimmelo adesso, prima che diventi tua moglie” mi supplicò. Le presi la testa tra le mani “Non c’è stato niente di niente. Le uniche cose che sono stato costretto a fare per essere credibile sono state: due o tre baci sul collo e una carezza sulle gambe” “Era felice di vedere che mi tradivi?” chiese. Annuii “Ha una forma di gelosia assurda per te” chiarii “Si dimenticherà vero?” “Ma certo amore” la rassicurai “Voglio che mi dici che sei solo mio” “Sono soltanto tuo e tra poco saremo marito e moglie. Questa è la sola cosa che voglio” affermai prima di darle un bacio. Ci alzammo in piedi, la sua espressione era ancora confusa e preoccupata. “Devi ricordarti che ti amo e che voglio solo che tu sia felice” la consolai “Lo so Kevin” rispose venendo a darmi un abbraccio “Ti amo anch’io” precisò.

 

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Nei quindici giorni a seguire ci assicurammo che Esther avesse scordato la profezia e che le fosse passata la voglia di avermi per sé. Per fortuna il piano aveva funzionato, l’incantesimo aveva avuto pieno effetto e lei tornò quella di prima. Ricominciò a comportarsi da persona normale e a mostrare un atteggiamento consono con Evelyn. Non appariva più gelosa, al contrario sembrava proprio che le stesse a cuore il bene di Evy, tanto che tornò a rimetterle i dubbi sulla sua scelta di volersi sposare. Beh il pericolo era scampato…almeno per stavolta.     

 

NOTE:

Ciao a tutte! Kevin racconta a Evelyn ciò che era successo nel capitolo precedente e decide di mettere in atto un incantesimo per cancellare a Esther i ricordi. Sta per sposare Evelyn dopo una lunga a travagliata storia d'amore, non vuole certo rischiare che le idee strampalate di Esther rovinino le cose. Kevin inoltre non la sposa certo per la profezia, bensì perchè è realmente innamorato.

Mette in pratica una farsa nella quale le fa credere di avere dei dubbi sui suoi sentimenti, cerca di ammaliarla e Esther ci casca in pieno. Il piano riesce e almeno per il momento il pericolo sembra scampato...

A venerdì,

Vanessie

   
 
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