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Autore: Soniabruni    08/02/2019    2 recensioni
Questa ff è ambientata a New York negli anni ’20.
Il primo capitolo serve ad inquadrare la situazione dei personaggi; avrete una bella sorpresa perché tutti i rampolli Andrew sono vivi, niente guerra e niente incidente a cavallo per Anthony...
Terence e Candy non si conoscono affatto! Terence ha lasciato la St. Paul School prima che arrivasse Candy.
Annie era a scuola prima che arrivasse Tuttelentiggini. Nessuno ha mai spifferato ai quattro venti che lei viene dalla Casa di Pony, conseguentemente la sua presa di coscienza sul fatto che non c’è nulla di cui vergognarsi sulle proprie origini non si è verificata.
All’inizio Annie è nella fase in cui le interessa soprattutto condiscendere la madre e diventare una signorina raffinata ed elegante, nessuno sa che è stata adottata. La maturazione del rapporto tra le due orfanelle deve ancora avvenire.
La prima parte della storia è riservata alla nascita del sentimento tra i due protagonisti ma da un certo punto in avanti arriveranno i guai e il tema delle sorelle, che dà il titolo alla storia, diverrà sempre più importante ed interessante… e soprattutto tutto fuorché scontato!
Chi sono queste sorelle? Semplicemente Annie e Candy???
Non ne sarei molto sicura...
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il giovane attore aveva sempre la stanza piena di fiori… le sue colleghe, le sue ammiratrici! Bigliettini sdolcinati ovunque...
Niente visite a parte Robert e pochissimi altri ma gli omaggi arrivavano costantemente.

“Ti manca il teatro?”

“Certo! Tantissimo”

“Coccolato come sei!”

“Ehi! Che vai a pensare? A me non piace quello che ci sta intorno…
I giornalisti mi odiano perché li fuggo come la peste ed esco con sciarpa e berretto anche d’estate per non farmi riconoscere.
E non credere che sia attratto dalle lusinghe delle due cerbiatte languide con la zucca vuota delle mie colleghe!

Mi piace recitare, adoro immedesimarmi nei personaggi e vivere le loro emozioni come se fossero davvero mie; in realtà spesso sfrutto quei caratteri per evadere dalla mia realtà!”

“Davvero? Non mi sembra che la tua realtà sia così male! Sai quanti vorrebbero trovarsi al tuo posto! Sei l’attore più acclamato del momento, pieno di ammiratori e ammiratrici…” Candy calcò il tono sull’ultima parola ma Terence aveva lo sguardo perso in altri pensieri e continuò…

“Sembrerà strano ad un’orfana come te, ma credo che tu abbia avuto un’infanzia migliore della mia…
Mia madre mi ha lasciato a mio padre quando ero piccolissimo, per anni ho creduto che la mia matrigna fosse la mia genitrice e non capivo perché mi disprezzasse tanto.
Poi un giorno ho capito che quella bionda signora che urlava disperatamente il mio nome dal molo, mentre io ero in partenza con mio padre, era colei che mi aveva messo al mondo.
Quante volte mi sono sentito chiamare “piccolo bastardo” senza che mio padre facesse nulla per proteggermi!
I miei fratelli sono della stessa pasta della mia matrigna e mi odiano perché io sono il primogenito del Duca… ma io non desidero quel titolo!
Appena ha potuto, il mio caro papà mi ha chiuso in collegio per non avermi intorno; e pensare che l’unica cosa che volevo da lui era un po’ di affetto… ma non l’ho mai avuto e adesso sono io che non voglio nulla da lui!”

“Per questo non usi il suo nome?”

“E’ stato Stear a dirtelo, vero? E’ l’unico vero amico che ho! Direi pure che è il fratello che non ho mai avuto, non sai quanto gli devo!
Nel mio ambiente nessuno sa che il Duca di Granchester è mio padre e che Eleonor Baker è mia madre!”

“Eleonor Baker? La famosissima attrice è tua madre? Era lei la bella signora che ho visto uscire in lacrime l’altra sera?” chiese sorpresa la ragazza.

“Sì… hai fatto centro! L’ho trattata male… vuole fare la mamma adesso…
Io ho imparato a volerle bene ma non riesco a dimenticare del tutto, capisci? Ho bisogno di ancora un po’ di tempo. Mi dispiace farla soffrire ma faccio fatica a controllarmi perché sono una pessima persona…
Sono sempre stato il figlio scomodo che nessuno voleva; mi sono sempre sentito sbagliato e indegno e adesso tutti mi gravitano intorno! Buffo vero?”

A Candy si strinse il cuore, non immaginava che un artista acclamato come lui si sentisse così solo;
aveva ragione il cugino quando diceva che Terence non era come sembrava.
Stear era sempre stato bravo a leggere nel cuore delle persone...

“Mi dispiace tanto, Terry… io sono orfana ma non posso dire di non essere cresciuta circondata dall’affetto di molti.
Ma tu… non sei affatto una pessima persona!”
“Forse… forse hai solo bisogno di essere amato”
“Miss Pony e Suor Maria sono state vere madri per me, ho Albert, i miei amici e mia sorella”.

“Hai una sorella?” chiese stupito Terence.

“Sì… Annie… non siamo consanguinee ovviamente ma siamo cresciute assieme all’orfanotrofio, ci hanno trovate lo stesso giorno, è come una sorella per me.
Lei è stata adottata dai signori Brighton quando aveva sei anni”.

Candy, immersa nell’atmosfera confidenziale che si era creata con il suo interlocutore, si era lasciata sfuggire quel piccolo segreto cui Annie teneva ancora tanto. Certo l’aveva con il tempo convinta a parlarne con il suo ragazzo e con i suoi amici più intimi ma si vergognava ancora molto delle sue umili origini e l’influenza che la madre era tornata ad avere su di lei al ritorno dall’Europa non le aveva giovato in questo senso.

“Brighton? Vuoi dire Annie… la ragazza del damerino, tuo cugino?”

Candy scoppiò a ridere…
“Archie è davvero un damerino…” pensò.

“Sì, è lei! Però ti chiedo la cortesia di tenere per te questo particolare, per la sua famiglia è importante che questo non si sappia”.

“Non ti preoccupare… non mi hai detto nulla. Comunque siete cresciute insieme, è così buffo!”

Perché?” chiese Candy notando l’aria stranita del ragazzo.

“Non so… forse non la ricordo bene…. ma… mi sembrate talmente diverse!”
Terence rimase in silenzio, in effetti la ricordava poco anche se qualche mese prima l ’aveva incontrata ad una festa assieme al fidanzato e in un’altra occasione, dopo uno spettacolo, si era intrufolata con un’amica dietro le quinte per salutarlo.

****
“Terence! Terence! Ti ricordi vero di me?”
“Annie Brighton! Certo! Che ci fai in questa zona del teatro, qui gli spettatori non sono graditi!”
“La mia amica voleva tanto incontrarti e...”
L’attore aveva guardato la ragazza che la accompagnava! Occhi spalancati e sognanti!
“Signorine vi faccio un autografo se volete ma andatevene di qui!”
Annie aveva sfiorato la sua mano nel ricevere quel biglietto autografato e aveva sentito un brivido, quello che con Archie non c’era più e forse non c’era in realtà mia stato. Era diventata donna e il suo corpo reagiva come tale, non come una bambina come la trattava sempre il suo ragazzo.

***

Il fascinoso attore proseguì il colloquio con la sua infermiera:
“Candy! Non lo sa nessuno chi sia mia madre! Nemmeno Stear! Mi raccomando!”

“Vuoi... vuoi dire che l’hai detto solo a me? Perché?”

“Perché sei una brava ragazza e mi fido di te...” le regalò l’ennesimo dolcissimo sguardo.

 

“Terry... perché? Perché mi sento così confusa quando sto vicino a te? A volte mi fai arrabbiare ma quando mi parli così io... io...
E il tuo sorriso fa accelerare il mio cuore... Candy? Che ti succede?”

“Ohhh! I bambini! Avevo promesso che sarei andato da loro oggi!” si ricordò lui.

“Vai allora! Dopo passo a salutarvi!”

Quando più tardi la giovane arrivò nella sala ricreativa lui era in piedi sulle stampelle e fingeva di essere un cavaliere che lottava contro un drago per salvare la principessa imprigionata sulla torre.
Con la spada di cartone uccise fieramente il mostro sputafuoco di pezza, poi si rivolse a Candy e per tutti fu chiaro che lei era la principessa sulla torre...

“Ma, piano! Quale luce spunta lassù da quella finestra? Quella finestra è l'oriente e Giulietta è il sole! Sorgi, o bell'astro, e spengi la invidiosa luna, che già langue pallida di dolore, perché tu, sua ancella, sei bella, molto più bella di lei. Non esser più sua ancella, giacché essa ha invidia di te. La sua assisa di vestale non è che pallida e verde e non la indossano che i matti; gettala. E' la mia signora; oh! è l'amor mio!
…”

Quanta passione in quei versi! Lui era davvero Romeo in quel momento.
Era così travolgente la sua voce piena di emozione e quello sguardo magnetico…
Candy si sentì Giulietta, fu un momento magico, che solo loro due potevano cogliere.

*********

L’attore cercava continuamente la compagnia della bella infermiera! Le piaceva soprattutto quando prendeva servizio per la notte... non dormiva mai quando la ragazza copriva quel turno e, quando non c’era più nessuno in giro, andava in segreteria a cercarla.
“Terry! Non puoi stare qui!”

“Me ne vado solo se mi prometti che passi un po’ di tempo con me nella mia stanza... non riesco a dormire...”

“Sbrigo quello che mi resta da fare e sono da te, ok? Se succede qualcosa però sai che devo scappare”

Era sempre la solita storia...
Parlavano un po’ di tutto, scherzavano ma alla fine entrambi cercavano sempre di entrare in argomenti personali, erano interessati a conoscersi nel profondo molto più di quanto dessero a vedere.
Terence finiva sempre su Anthony, l’aveva visto sempre più spesso attenderla fuori dall’ospedale, che rabbia!
Candy invece tentava di saperne di più sul suo lavoro a teatro.

“Hai detto che ti piace vivere le emozioni dei tuoi personaggi...
Anche quelle di Romeo?” Gli chiese lei una sera.

Terence rispose come non si sarebbe mai aspettata...
“Certo! Mi piacerebbe vivere un amore travolgente come il suo! Sarei disposto a morire per essere amato come il Montecchi! Tu no?”

L’infermiera rimase di stucco, non avrebbe mai pensato che Terry potesse covare desideri romantici così profondi! L’aveva visto immortalato sui giornali abbracciato a mille avvenenti fanciulle…
Aveva pensato che fosse più... leggero…

“Che ti prende? Tu pensi che io sia una persona superficiale, vero? Uno che con le ragazze si vuole solo divertire! Ammettilo!”

“Beh… perdonami ma… ho visto Susanna prima e Karin dopo letteralmente strusciarsi su di te… non puoi farmi una colpa di questo”.
Candy aveva dovuto nascondere quel senso di quella cosa... tipo un fastidio che provava nel ricordare i modi che le due ragazze avevano usato con lui.

“Ma non hai fatto caso al fatto che le ho rispedite da dove sono venute nel giro di qualche minuto, vero? Quello NO che non l’hai visto!” la incalzò lui irritato.

Effettivamente no, su quello non si era soffermata!
Quindi lui non era impegnato, non con loro almeno.
“Va bene, ti ho giudicato troppo in fretta…” ammise lei,
“quindi non hai ancora trovato la tua Giulietta?” approfittò per indagare.

“Beh... non so... forse sì... forse l’ho trovata finalmente!”
Candy non riuscì a reggere il suo sguardo profondo e inequivocabile in quel momento, quegli occhi vibranti così luminosi le stavano dicendo tutto da soli…

“Candy... non correre con la fantasia!
Terry per favore, non scherzare così con me!”

“E tu? Non vuoi essere la Giulietta del tuo Romeo?” continuò lui che non voleva farsi sfuggire quell’occasione così ghiotta.

“Vorrei… ma... mi prendono sempre tutti in giro per questo! perché non trovo il mio Romeo… ecco…”

“E… Anthony? Lui non è quello che cerchi?” finalmente Terence era arrivato al punto.

“E’ il mio principe diciamo, ma non il Romeo che vorrei…” rispose con sincerità la ragazza.

“Avevo capito male allora, vi ho visti spesso uscire insieme, lui è sempre gentile e protettivo con te, arriva ogni volta con le rose…” Terence aveva soffocato la gelosia in più di un’occasione e adesso voleva sapere tutto.

“Sì… è un tesoro… mi… mi corteggia da tempo ma… io non riesco a decidermi e ormai sento che siamo arrivati al dunque; in un modo o nell’altro le cose vanno messe in chiaro!”

Candy non capiva come si erano spinti a tanto…
Gli aveva persino parlato di Anthony… più schiettamente di quanto avesse mai fatto con Annie e Patty.

L’attore invece aveva tirato un sospiro di sollievo: quindi non era ancora troppo tardi per lui.

   
 
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