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Autore: pattydcm    08/02/2019    1 recensioni
! ATTENZIONE !! DA SAPERE PRIMA DI INIZIARE LA LETTURA !
Questa ff è la continuazione della mia OS ‘Fenix’. Vi consiglio, quindi, di leggerla, prima di affrontare quella che sarà una piccola long dal punto di vista di Greg. Dalla serie sappiamo che il suo matrimonio è in crisi e qui si approfondisce questo aspetto. Mi sono focalizzata sulla confusione che domina l’ispettore e che si estende a tutti i campi della sua vita. Non è una mystrade, in realtà non c’è una vera coppia qui. C’è la confusione di quest’uomo che si scontra con figure diverse: Sherlock, Mycroft, la ex moglie, Donovan, Molly e Moriarty. Come sappiamo dalla serie, la vita di Greg è stata messa in pericolo dalle mire di James su Sherlock. Se sappiamo come si è evoluta questa minaccia in John, nulla si sa di come l’abbia presa Greg. Ho voluto qui porre l’accento anche su questo. Ci trovarci al termine della prima stagione: Moriarty si è palesato con il suo macabro gioco e ha detto a Sherlock che gli brucerà il cuore. Non ci sarà l’incontro con la Adler, né la gita a Baskerville e il salto dal Bart's. Spero che questo esperimento vi piaccia.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Lestrade, Molly Hooper, Mycroft Holmes, Sally Donovan
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Buonasera a tutti!
Anche per stasera ce l’ho fatta a postare un nuovo capitolo. Spero sia di vostro gradimento.
A presto
Patty
 
Capitolo 8
 
Greg guarda il soffitto. Si è alzato di buon’ora, stamattina, ed è arrivato a Scotland Yard mezz’ora prima del sovrintendente. Ha redatto la relazione sul caso Jackson e l’ha consegnata, chiedendogli il permesso di prendere due giorni di ferie.
Ora è qui, sul letto, vestito dei soli boxer, dopo aver sistemato casa e fatto una lunga doccia calda, a chiedersi se sia il caso di seguire o meno il consiglio di Mycroft e lasciare che sia Sherlock a portare avanti le indagini.
 
Hai ottenuto delle informazioni preziose, Greg, complimenti.
Ti aggiornerò sugli sviluppi. SH
 
Lo ha riletto più volte il messaggio che Sherlock gli ha mandato in risposta ai suoi, innumerevoli e lunghissimi, nei quali gli ha esposto ciò che ha scoperto e le sue ipotesi. Una risposta che di Sherlock ha ben poco, basti pensare al fatto che ha azzeccato il suo nome. Sembra voglia tenerlo buono, fargli capire che è meglio si faccia da parte per il suo bene.
Greg ridacchia passando la mano sul viso. A casa sua questo si chiama senso di colpa, anche se il consulente non lo ammetterebbe neppure sotto tortura.
 
Non l’ho mai visto così nervoso, Greg.
Segui il consiglio di Mycroft e lasciagli il caso.
La situazione è decisamente delicata e non vorrei ci andassi di mezzo anche tu
 
“Come se già in mezzo non ci fossi” sbuffa alle parole scritte da John nel messaggio di risposta a quello che gli ha inviato, dove lo ringraziava per aver aiutato Sherlock a formulare una frase come quella.
Si mette a sedere sul letto scompigliando i capelli. È proprio quello il punto. Lui è comunque preso in mezzo a tutto questo casino. Non basta consegnare le indagini a Sherlock per togliersi di dosso il killer, che lo punta come un cane da caccia con la preda,
“Chi diavolo sarà?” se lo chiede da quando la sera precedente Mycroft gli ha consigliato di guardarsi alle spalle da chiunque, soprattutto da chi gli è più vicino.
La prima persona che gli è venuta in mente è stata Donovan. L’agente ha insistito fin troppo sul fatto che fosse assurdo tenere aperto il caso, concetto che ha ribadito ad ogni occasione in cui si sono ritrovati a respirare la stessa aria.
Anderson viene subito dopo, anche lui scettico dinanzi alla sua decisione. Non ha insistito più di tanto, ma il fatto che abbia una relazione clandestina con Sally gli fa pensare che potrebbero addirittura essere complici.
Quando ha consegnato la documentazione al suo capo, questo se ne è uscito con un ‘Era ora’, che ha fatto drizzare le antenne a Greg. Ha visto sul viso del sovrintendente un’espressione di vittoria che lo ha portato a aggiungerlo alla lista degli indagati.
Nel breve tempo che ha trascorso in commissariato per preparare il rapporto e consegnarlo, gli è sembrato che tutta Scotland Yarde avesse avuto qualcosa da dire circa la chiusura di questo caso.
“Sto diventando paranoico” pensa stropicciando gli occhi, stanchi delle troppe ore di sonno perse. Non riesce, però, a dormire, figuriamoci, poi, a rilassarsi. Con una spada di Damocle di quel calibro sulla testa sfiderebbe chiunque a riuscirci. E poi c’è un’altra cosa che non gli va per niente giù e che ha maturato in seguito alla discussione con Mycroft. In qualche modo, il suo consiglio di chiudere il caso per davvero ha mosso in lui l’idea di essere considerato non in grado di fare il suo lavoro. Troppe volte i suoi colleghi gli hanno detto che potevano benissimo risolvere il caso senza l’aiuto del consulente e Greg non li ha ascoltati, convinto di quanto, più del loro orgoglio, fosse importante ottenere dei risultati validi, e chi se ne importa di chi risolve la faccenda. Ora, invece, sta ragionando esattamente come loro e non sa se siano gli effetti della diffidenza, oppure se non stia, molto più semplicemente, maturando anche un’ossessione per questo caso.
Accende una sigaretta e, più per distogliere l’attenzione che per altro, apre la cartellina nella quale ha riposto, la sera prima, tutta la documentazione relativa al Fenix, al caso Jackson e i suoi appunti, i documenti, i report di ogni singolo step del gioco malato scandito da esplosioni e quanto di relativo a Moriarty sia riuscito a scoprire.
Sherlock gli aveva fatto un resoconto dettagliato circa questo ‘Napoleone del crimine’, come gli piace chiamarlo e Greg non può fare a meno di ammettere di esserne sinceramente spaventato. Un uomo dalla mente brillante, forse non al pari di Sherlock, ma comunque sopra la media, che si è inventato un’attività di consulenza rivolta a coloro che vogliono perpetrare crimini e riuscire nell’intento.
Se li immagina, questi criminali allo sbando, che pianificano il colpo del secolo ma non sanno come uscire da un punto poco chiaro che potrebbe portarli alla galera. Eccoli che contattano questo Moriarty, un po’ come è solito lui rivolgersi a Sherlock, gli sottopongono il progetto e restano in trepidante attesa di un suo giudizio positivo.
“Pazzesco” pensa, passando la mano sul volto stanco. Quali potrebbero essere mai i clienti tipo di un simile consulente? Se ragiona per paragoni, le persone che si rivolgono a Sherlock hanno tra le mani casi complicati potenzialmente interessanti per il consulente, che sanno essere attratto solo da situazioni insolite. Quindi, Moriarty potrebbe, allo stesso modo, accettare solo progetti criminali interessanti e poco importa da chi provengano. Durante quel gioco malato Greg ha avuto modo di poter scorgere una carrellate dei suoi clienti tipo e in precedenza aveva conosciuto Jefferson Hope, il taxista serial killer.
A conti fatti, ci può anche stare che Moriarty abbia persino più clienti di Sherlock. Il crimine pare ancora rendere molto di più della risoluzione del crimine. Alcuni potrebbero avere progetti innovativi, come l’ideatore del portale Fenix, altri, invece, chiedergli aiuto solo per liberarsi di qualcuno divenuto scomodo, come la signora Jackson, ad esempio. Certo questo non è un caso così eccezionale, almeno per quanto fin’ora ha scoperto, ma il criminale potrebbe aver accettato l’incarico attirato dall’interesse di Sherlock sul portale Fenix. È l’unica spiegazione possibile, dal momento che i due coniugi erano, a conti fatti, pesci piccoli nel mare di squali pronti a sottoporre a Moriarty progetti di gran lunga più interessanti.
“Sono, del resto, un pesce piccolo anche io” riflette, afferrando la sigaretta con indice e pollice. Porta la mano a coprire gli occhi, sputando fuori una nuvola di fumo. Non riesce ancora a capacitarsi del fatto che questo pazzo criminale non lo avrebbe degnato del minimo sguardo se non fosse stato ‘il pusher di casi’ di Sherlock Holmes.
“Avrei dovuto lasciarti incriminare per possesso di sostanze stupefacenti e farti finire in carcere, maledizione” pensa, scacciando subito questa bruttissima immagine dalla mente. “Così rischio di diventare come lui” scuote il capo prendendo l’ultima boccata dalla sigaretta ormai al filtro.
Vuole stamparsi per bene in testa che Sherlock non ha alcuna colpa e da qui partire per cercare di capire a chi sia stato commissionato il suo assassinio.
Inserisce la chiavetta usb nel laptop e scorre i file relativi ai suoi colleghi che ha raccolto in fretta questa mattina. Li ha già letti più e più volte e non ci trova nulla fuori posto.
“Potrebbe essere proprio questo un indizio. Una persona troppo perfetta potrebbe essere un ottimo sospettato” riflette, scorrendo i curricula di Dimmock e di un paio di agenti, tra i quali vi è anche Jordan, tutti con ottimi voti, ottime referenze, ottime famiglie alle spalle.
Sbuffa più confuso che mai. Diffidare dei suoi uomini lo mette a disagio. Cerca di distrarsi, tornando a fare le pulci ai documenti relativi ai coniugi Jackson e tra i file prelevati dal pc dell’agenzia gli saltano all’occhio delle incongruenze presenti sul conto corrente della signora Jackson. Le ingenti somme di danaro prelevate coincidono con le date riportate sulla sua agenda personale, segno che erano destinate ai ricattatori. Quando questo rituale si interrompe, sulla lista dei movimenti del conto corrente compaiono dei bonifici di una certa consistenza, avvenuti a cadenza regolare nei quattro mesi prima del suicidio di Rosaline a favore di due associazioni no profit. L’ultimo di questi bonifici è stato proprio il giorno prima della tragedia che ha visto la signora Jackson sparare al marito per poi rivolgere l’arma verso se stessa.
Greg cerca i nomi delle associazioni su google e scopre che sono state chiuse perché hanno esaurito la loro mission.
“La cosa è alquanto interessante” dice la voce di Sherlock nella sua testa, strappandogli un sorriso. Vorrebbe metterlo al corrente di queste cose, ma rischierebbe di vedersi piombare in casa Anthea o addirittura Mycroft con nuovi ammonimenti, e poi è convinto che abbia già scoperto queste cose. Dietro le associazioni si nasconderà sicuramente Moriarty, che le ha usate come paravento per ottenere il pagamento per i suoi servigi.
“A proposito” si dice tornando su google. “Da qualche parte devono essere stati trovati i corpi di quei due ricattatori. Sono curioso di capire che fine gli hanno fatto fare”.
Digita i nomi di Gregson e McManara sul motore di ricerca, ma non ottiene alcun risultato. Pare proprio che non gli resti altro da fare che andare all’obitorio del Bart’s.
“Dovrei farcela in tempo per il pranzo” dice, pensando che non ci starebbe male un altro invito alla bella anatomopatologa.
Si fionda sotto la doccia e per la prima volta dopo mesi, se non addirittura anni, si mette in tiro. L’abito che ha deciso di indossare puzza forse un po’ troppo di naftalina e gli sta un po’ stretto sui fianchi, segno che la sua vita sregolata gli ha regalato qualche chilo di troppo. Spruzza un po’ di acqua di colonia in più ed esce di casa diretto all’auto.
Arriva al Bart’s anche piuttosto in fretta, calcolando il traffico che è solito rendere le strade impraticabili a quest’ora. Si sente un po’ nervoso all’idea di rivedere Molly così presto e inizia a pensare che sia esagerato proporle anche oggi di pranzare insieme.
“Non vorrei darle l’idea di essere uno stalker” pensa, ricordandosi di come la ragazza sia già stata scottata da un ‘fidanzato’ alquanto ‘particolare’ e potrebbe essere più allerta del solito dinanzi a uomini che tentano un approccio con lei.
“Questo vuol dire che ci stai provando?” gli domanda John, facendosi largo tra i suoi pensieri. Greg non sa cosa rispondere a questa domanda. Ha tirato fuori dalla naftalina un vecchio vestito e si è preparato come stesse per andare a un matrimonio, qualcosa vorrà pur dire.
Prende l’ascensore e quando le porte si chiudono e questo scende l’aria inizia a mancargli.
“Dio santo, possibile che sia arrugginito al punto da prenderla così male?” si chiede e quasi caccia un urlo quando le porte si aprono sull’ingresso dell’obitorio. Eveline, l’attempata segretaria di questo luogo di morte lo accoglie con un sorriso.
<< Siamo eleganti, ispettore >> cinguetta, sistemando meglio sul naso gli occhiali, assicurati al collo da una catenina rosa confetto. Il disagio aumenta e Greg le sorride mandandola mentalmente a stendere.
<< Molly è qui? >> le chiede e la donna sorride dando l’idea di saperla lunga.
<< Come sempre. La trovi nel suo ufficio  >> dice, indicando il corridoio. Il breve tragitto gli appare molto più lungo e ogni passo è pesante come avesse scarpe di piombo ai piedi.
<< Oh, ciao Greg >> lo saluta la ragazza, che sembra davvero felice di vederlo. Lo scruta dalla testa ai piedi e le guance le si accendono, cosa che genera una grande soddisfazione nel detective.
<< Come posso esserti utile, oggi? >> gli chiede e sebbene sia arrivato fino a qui senza un piano ben preciso, ora sa cosa deve fare e si rende conto di dover essere diretto con quell’invito.
<< In realtà non sono qui per lavoro >> le dice cercando di ritrovare la baldanza di un tempo.
<< Allora per cosa? >> gli chiede lei, arrossendo in modo ancor più evidente.
<< Mah, sai, avevo qualche commissione da fare qui in giro e dato che è quasi ora di pranzo mi sono detto ‘Andiamo a vedere se Molly è di turno e vuole farmi compagnia’. Ho fatto male? >> gli chiede innocente.
<< Oh, no, no, per nulla. Stavo giusto per andare >> dice salvando in tutta fretta il documento che ha a video per alzarsi in piedi. << Dammi il tempo di cambiarmi >>.
<< Fai con comodo >> le dice, sentendosi un po’ un verme per il modo in cui in un certo senso si sta approfittando di lei. Non appena esce, infatti, Greg si avvicina alla porta per accertarsi che sia entrata nello spogliatoio. Veloce poi va alla scrivania e richiama dall’archivio le autopsie recenti.
<< Eccoli qua! >> esclama, inserendo la chiavetta usb nel pc sul quale carica la documentazione relativa alle autopsie di Gregson e McManara. Aggiunge anche quella molto recente di Eleonore Marchall. Recupera la chiavetta, chiude le cartelle e si precipita all’ascensore.
Eveline lo accoglie con un sorriso che si allarga ancor di più quando vede uscire Molly dallo spogliatoio, avvolta in un bellissimo vestito che non poteva di certo celarsi sotto il camice bianco.
“Benissimo. Grazie a questa vecchia pettegola tutto il Bart’s saprà dell’avvincente storia tra il detective e l’anatomopatologa” pensa, sentendosi parecchio a disagio. Può immaginare, ora, cosa possano provare Sherlock e John dinanzi ai pettegolezzi sul loro conto.
“Potrebbe anche darsi che a loro non importi nulla di quel che dice la gente” pensa, però, mentre entrano nell’ascensore. “Per te sarebbe un problema?”.
Volge lo sguardo a Molly che gli sorride con dolcezza e si rende conto che, infondo, non c’è nulla di male in quello che stanno facendo.
“Infondo è solo un pranzo” pensa, ben sapendo che anche le tragedie peggiori sono iniziate da situazioni usuali e ‘banali’.
Entrano nel bar del giorno prima senza scambiare neppure una parola durante il tragitto. Siedono allo stesso tavolo e questa volta Greg si arrischia a prendere una birra per accompagnare il pasto.
<< Allora, che farai in questi due giorni di riposo? >> domanda lei che oggi sembra essere più a suo agio.
<< Mi riposo >> dice ed entrambi ridono.
<< Saggia idea >> annuisce lei. << Mi sembravi deciso a tenere aperto il caso, ieri. Cosa ti ha fatto cambiare idea? >>.
Lo stomaco di Greg si chiude e lo stato di allerta nel quale si sente dalla sera precedente lo assale. Questa donna ha frequentato Moriarty per un breve periodo. Il criminale l’aveva abbordata in quanto amica del consulente col solo scopo di poterlo conoscere di persona. Una mossa meschina, che lo porta a pensare, però, alla possibilità che non sia stata solo una tattica di quel pazzo ai danni della ragazza. Questa potrebbe essere coinvolta nei suoi loschi traffici, collaborare con lui esserne, forse, persino l’amante che si presta a giocare al ruolo dell’ingenua invaghita dell’irraggiungibile consulente investigativo. Certo a vederla, così spaurita e timida, non si direbbe. Se ripensa alla sua ex moglie, però, sono proprio le persone insospettabili ad essere le più pericolose.
<< Ho capito che non c’era nulla su cui indagare >> dice, facendo spallucce. << E’ stata una disgraziata disgrazia >>.
<< Certo deve essere terribile perdere una figlia. In quel modo così… freddo e calcolato, poi >> rabbrividisce.
La cameriera li interrompe portando loro i piatti. Greg osserva Molly arrotolare gli spaghetti tenendo la forchetta in mano in modo insolito. Sorride e lei arrossisce appena e il detective pensa che sarebbe un vero peccato se davvero fosse complice di quel criminale.
<< Molly, posso farti una domanda? >> le chiede. << Liberissima di non rispondere, ovviamente >> si affretta a dire, consapevole di come ogni volta che parla con qualcuno finisca col sembrare lo stia sottoponendo ad un interrogatorio. La ragazza annuisce e sembra un po’ tesa, cosa che, però, deve dare l’idea di essere ad ogni domanda che le viene posta. << Tu hai… conosciuto Moriarty >> dice e lei impallidisce. Raddrizza la schiena e abbassa lo sguardo sul piatto.
<< Non è una cosa della quale parlo volentieri >> dice serie e l’occhiata che gli scocca è così dura che a Greg da l’idea di essere al tavolo con un’altra persona.
<< Scusami, non volevo metterti in imbarazzo >> dice, sapendo bene che non usciranno da questa tensione e trascorreranno il resto del pasto nel silenzio più assoluto. << Io penso sia stato un bastardo e mi spiace per la situazione nella quale ti sei ritrovata >> dice, faticando a volgere lo sguardo verso di lei, china sul suo piatto.
“Ecco come giocarsi qualunque tipo di possibilità” pensa sospirando.
<< Come hai fatto a saperlo? >> gli chiede, guardandolo appena. << Sherlock ha chiesto al fratello di fare in modo che non fossi coinvolta in quel folle caso del dinamitardo e lui e la sua odiosa segretaria lo hanno accontentato >>.
<< Mi pare di capire, però, che non ti abbiano trattata bene >>.
La ragazza sbuffa, scostando la frangetta dagli occhi con un gesto del capo.
<< Mi hanno fatto mille domande sul perché e sul per come abbia iniziato a uscire con James >> dice e il suo sguardo si indurisce al suono di quel nome. << Mi hanno trattata come una criminale, mentre io… io sono solo la solita stupida che ci casca >> dice, scoccando un’occhiata severa anche a lui.
<< Mi spiace >> dice, sapendo che se ne farà ben poco lei del suo dispiacere.
<< Sai, ripensavo a quel che mi hai confidato ieri circa l’idea che si è fatta la tua ex su te e Sherlock >> dice, giocherellando col cibo pressoché intatto che ha nel piatto. << In un certo senso anche tu ti sei ritrovato nei guai a causa di Sherlock. Io sono stata usata da quel bastardo e tu sei stato lasciato. Cosa provi per questo, Greg? >> gli chiede e se solo sapesse questa ragazza a quale ben più grave pericolo lo ha esposto il consulente. Non può, però, confidargli anche questo. Non vuole anche lui metterla in pericolo, benchè vorrebbe poterne parlare con qualcuno. Qualcuno meno freddo e irraggiungibile di Mycroft Holmes e della sua segretaria.
<< Quando me ne sono reso conto ho provato una grande rabbia nei suoi confronti >> le confessa. << Poi, però, ho pensato che lui non ha colpe. Voglio dire, se dei pazzi criminali decidono di dargli addosso o se una donna frustrata si mette a vedere tresche amorose laddove non ce ne sono lui, cosa ne può lui? >>.
La ragazza sembra meditare sulle sue parole. Resta in silenzio per un lungo istante, fissando un punto sulla tovaglia di carta.
<< Sapevo che eri una brava persona, Greg. Non immaginavo fino a questo punto >> gli dice sorridendogli dolcemente. << Io, invece, a quanto pare sono cattiva >> ridacchia e una lacrima scivola a rigarle la guancia. << Perché l’ho accusato di tante cose. Ho provato tanta rabbia >> dice mandando giù il magone. << James in quelle poche occasioni in cui ci siamo visti, sia prima che dopo che glielo presentato, mi ha fatto tante domande su di lui. Era parecchio insistente sulla sua vita privata, al punto che era venuto anche a me il dubbio che mi stesse chiedendo di presentarglielo perché interessato a lui e non solo per curiosità. Anche perché io non mi ero mai… proposta >> dice arrossendo. << Ma neppure lui ci aveva provato. Non mi aveva dato neppure l’idea di volerci provare davvero. Avrei dovuto capirlo e allontanarlo da me, invece, l’ho portato da lui, facendo la figura della sciocca >> dice e asciuga lesta un’altra lacrima sfuggita al suo controllo.
<< Ehi, Molly >> le dice prendendole la mano. << Basta darti addosso. Non sei una sciocca e non hai alcuna colpa. Noi tutti siamo degli sciocchi se paragonati alla loro intelligenza. Sono persone diverse e non lo dico in senso dispregiativo. È un dato di fatto che lo siano e viaggiano su binari per noi incomprensibili. Tu dicevi che Sherlock seduce continuamente e anche Moriarty lo fa’. Puoi aver intuito che qualcosa non andava, ma da lì a capirlo ce ne vuole, Molly, e non perché tu sia sciocca, ma perché loro sono… >>.
<< Mostri >> conclude lei per lui, severa. << Sono mostri, Greg >> ripete decisa. << Insensibili, gelidi, razionali e logici al punto da non avere un briciolo di umanità >>.
Greg si rende conto di quanto siano mosse dalla rabbia le sue parole. Non sa se ha avuto modo di parlarne con qualcuno, forse Mycroft e Anthea la tengono persino d’occhio e le hanno intimato di non fare parola a nessuno di questa storia. Come gli ha detto, però, loro due hanno questa comune sfortuna di essere ritenuti importanti dal consulente investigativo.
<< Sherlock non è così >> le dice, dolcemente stringendole la mano. << Io penso che tu sia importante per lui, Molly >> la ragazza ridacchia scuotendo il capo e altre lacrime le rotolano sulle guance. << Da che lo conosco l’ho visto tenere in considerazione ben poche persone. Tre, per l’esattezza: te, John e me. Non viene da te solo perché gli fa comodo, Molly. Ti cerca perché il tuo parere, la tua opinione è degna di nota. Tu sei la migliore nel tuo campo, altrimenti non si spiegherebbe come potresti alla tua giovane età essere responsabile di un intero reparto >> le dice, rendendosi conto per la prima volta di questa cosa. << Anche Anderson ha delle ottime qualifiche ed è intelligente. Mediamente intelligente, è ovvio, ed è responsabile della scientifica da anni, ma, puntualmente, Sherlock lo copre di miserie, non lo cerca mai e del suo parere se ne frega. E non lo fa come ripicca per il modo in cui lui lo tratta, perché abbiamo visto l’altra volta che pure io lo tratto male, eppure finiamo col ritrovarci sempre a lavorare insieme. Sì, forse non gli interessi come tu vorresti, ma sei importante per lui >>.
Finalmente Molly sorride e gli stringe la mano.
<< Grazie, Greg >> gli dice e questa gratitudine Greg la percepisce sulla pelle.
Concludono il pranzo ritrovandosi a parlare del più e del meno ed è talmente piacevole che Greg dimentica quasi di avere una chiavetta carica di documenti da controllare che gli pesa in tasca.
Lei insiste per pagare il pranzo, ma lui non ne vuole sapere e si ritrova a doverla forzare a riporre i soldi nel portafogli.
<< Mi sembra di approfittarne fin troppo, così >> dice lei a disagio, riavviando una ciocca dietro l’orecchio.
<< Penso che dovresti approfittarne di più e farti meno problemi, Molly >> ribatte lui mentre a piedi tornano verso il Bart’s. Questa volta restano a parlare qualche istante davanti alla porta d’ingresso, finchè la ragazza non si rende conto di essere in ritardo. Gli getta le braccia al collo, cogliendolo di sorpresa e lo stringe forte.
Greg si rende conto che è passato molto tempo dall’ultima volta che una donna che non fosse sua figlia lo ha stretto in un abbraccio. È piacevole. Rimette insieme i cocci rotti da troppo tempo.
<< Grazie ancora >> gli sussurra lei all’orecchio, posandogli poi un bacio sulla guancia ben rasata. Greg non riesce a dirle nulla. Abbozza a mala pena un sorriso mentre lei si allontana da lui, imbarazzata dal suo stesso gesto. Cammina veloce verso l’ospedale e Greg resta lì a guardarla, il suo profumo impresso addosso e il calore di quel bacio a scaldargli il cuore. 
 
   
 
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